Taiwan al voto: vince il Partito democratico progressista
(14 maggio 2005 - RV) A Taiwan, il Partito democratico progressista (PDP), ha vinto
le elezioni per eleggere i membri del Parlamento. Il PDP, Partito del presidente Chen
Shui-bian, ha ottenuto il 42,5 per cento dei voti, pari a 128 seggi dei 300 a disposizione.
L’Assemblea nazionale dovrà votare una serie di emendamenti costituzionali, che potrebbero
portare Taiwan sulla strada dell’indipendenza dalla Cina. Le operazioni di voto si
sono svolte senza incidenti e l’affluenza alle urne è stata inferiore al 40 per cento.
Ma quali saranno i compiti dei neo-deputati? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Francesco
Sisci, corrispondente del quotidiano “La Stampa” da Pechino:
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– Sono quelli normali di un Parlamento, tra cui c’è forse la possibilità di varare
degli emendamenti costituzionali.
D. – E’ emersa ieri la nuova formula “Due
sponde, una Cina”, nell’incontro tra il presidente cinese Hu Jintao e il leader del
secondo maggiore partito dell’opposizione di Taiwan, James Soong. Qual è stata la
risposta di Taipei?
R. – Questi due viaggi sembrano aver rovesciato la tendenza
che finora sembrava essere: più sei schierato per l’indipendenza di Taiwan, più hai
voti. Oggi, la tendenza sembra essere: più cerchi di andare verso l’unificazione con
Pechino e più hai voti. Infatti, proprio questa settimana c’è stato un episodio, secondo
me, molto importante: quello di una rottura forte tra l’attuale presidente, Chen Shui-bian,
e l’ex presidente, Lee Teng-hui. L’ex presidente, Lee Teng-hui, ha accusato Chen Shui-bian
di aver tradito gli ideali indipendentisti di Taiwan. Questa rottura potrebbe essere
molto importante, perché si potrebbe spaccare il fronte filo-indipendentista e potrebbe
preludere anche a dei passi di Chen Shui-bian verso un rapporto migliore con Pechino. **********