Il Vangelo di Pentecoste. Il commento di padre Rupnik
15 Maggio, Solennità di Pentecoste, la liturgia ci presenta negli Atti degli Apostoli
la discesa dello Spirito Santo come un vento gagliardo e come lingue di fuoco che
si posano sui discepoli di Gesù. Il Vangelo invece ci racconta l’apparizione di Gesù
risorto agli apostoli, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano per
timore dei Giudei. Il Signore dice: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me,
anch'io mando voi».
Su queste parole ascoltiamo il commento del teologo gesuita
padre Marko Ivan Rupnik:
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Nella vicinanza del suo congedo Cristo intensifica il discorso sullo Spirito Santo,
il Consolatore, lo Spirito di Verità, Spirito che ricorderà tutto ciò che Cristo ha
detto e ha fatto. Infatti, solo con la Pentecoste i discepoli comprenderanno la grandezza,
il senso e la portata della Passione, della morte e della Risurrezione di Cristo.
Sant’Agostino sottolinea che il Padre ha mandato Suo Figlio per toccarci con il Suo
amore e così suscitare in noi l’amore verso di Lui e questo si è realizzato nel dramma
della Pasqua, tramite la morte. Solo inviando lo Spirito Santo il Signore può mandare
anche noi, perché lo Spirito ci convincerà che l’amore vive in modo pasquale e che
l’esito del sacrificio è la Risurrezione. Lo Spirito Santo ci convince che la rinuncia
e la tristezza della prova vengono superate con la beatitudine della consolazione
che al cuore umano solo il Paraclito, il Consolatore divino, può dare. **********