I leader del mondo a Mosca alla parata per il 60° anniversario della vittoria sul
nazi-fascismo
(9 maggio 2005 - RV) Grandi cerimonie, stamattina, a Mosca, per i 60 anni dalla vittoria
sul nazi-fascismo. Numerosi – circa una cinquantina – i capi di Stato e di governo
presenti nella piazza Rossa, per assistere alla parata di 7 mila soldati. Da Mosca,
Giuseppe D’Amato:
Il 60° anniversario
della vittoria sul nazi-fascismo è stata l’occasione per un confronto a distanza tra
il presidente russo Putin e il capo della Casa Bianca che ha criticato l’oppressione
sovietica sull’Europa dell’est seguita agli accordi di Yalta. Il capo del Cremlino
ha risposto affermando che non è possibile paragonare Stalin a Hitler. Su questo confronto
Giancarlo la Vella ha raccolto il parere di Pierantonio Lacqua dell’Ansa di Mosca:
Ma perché questo
confronto dai toni aspri si è verificato proprio in occasione del 60° anniversario
della vittoria sul nazi-fascismo? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Sergio Romano,
già ambasciatore italiano a Mosca: Nel 60° anniversario
della fine della Seconda Guerra Mondiale, oggi la sessione plenaria del Parlamento
Europeo si è aperta con un intervento del presidente Borrell al quale ha fatto seguito
un interludio musicale di Bach, per commemorare le vittime del sanguinoso conflitto.
Le celebrazioni avvengono nella giornata scelta per la festa dell’Europa. Il servizio
di Fausta Speranza: Un messaggio in
occasione dei 60 anni dalla fine della guerra arriva anche da mons. Amédée Grab,
presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee. “Il processo di unificazione
europea – scrive il presule svizzero – nasce dalla volontà di non cadere più nel
baratro della guerra. Tuttavia, assenza di conflitti armati non significa assenza
di guerra: in molte parti del nostro continente, mancano ancora la vera pace, la giustizia
e la stabilità sociale”. Mons. Grab invita inoltre i governi ad assumersi la responsabilità
“che la pace europea diventi pace mondiale”.