Iraq: altri 39 morti per violenze. Sul caso Calipari Berlusconi parla di discrepanze
tutt'altro che secondarie con gli USA.
(06 maggio 2005 - RV) In Iraq, non c’è sosta alle violenze. una bomba ha ucciso stamane
a Tikrit 7 poliziotti. 32 persone erano rimaste invece uccise negli attacchi di ieri
a Baghdad e nel resto del Paese. Mentre la coalizione a guida statunitense perde l’appoggio
delle Bulgaria - il cui Parlamento ha approvato il rientro dei propri soldati entro
l’anno - è salito ad oltre 250 il bilancio delle vittime della guerriglia dalla nascita
del nuovo governo iracheno, il 28 aprile scorso. Sentiamo Poalo Mastrolilli:
Non c'è dolo,
ma non si può escludere una colpa. Le differenze esistono e non sono secondarie, ma
l'amicizia tra Italia e Stati Uniti resta. Questo in sintesi il discorso del premier
italiano Berlusconi, intervenuto ieri al Parlamento di Roma sulle inchieste italiana
e statunitense in merito alla morte in Iraq del funzionario del Sismi Nicola Calipari,
ucciso il 4 marzo scorso subito dopo la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena.
Il servizio di Giampiero Guadagni:
Da Sigonella
al Cermis, nei rapporti bilaterali tra Italia e Stati Uniti, non sono mancati momenti
difficili anche in passato. Ma la crisi scaturita dalla uccisione di Nicola Calipari
presenta delle peculiarità che non hanno precedenti, come sottolinea Giuseppe Mammarella,
già docente di Relazioni Internazionali alla Stanford University al microfono di Alessandro
Gisotti: