Il mese mariano nell'Anno dell'Eucaristia: ricordiamo le parole di Giovanni Paolo
II sul legame tra la Madre di Dio e il mistero eucaristico
(3 maggio 2005 - RV) E' iniziato il mese tradizionalmente dedicato a Maria, in coincidenza
con l’Anno dell’Eucaristia. A un mese dalla scomparsa di Giovanni Paolo II vogliamo
ricordare quanto Papa Wojtyla ha detto sulla Madre di Dio, “primo tabernacolo della
storia, e il mistero eucaristico. Il servizio di Sergio Centofanti. ************** “Se
l'Eucaristia è mistero di fede, che supera tanto il nostro intelletto da obbligarci
al più puro abbandono alla parola di Dio, nessuno come Maria può esserci di sostegno
e di guida in simile atteggiamento”. E’ quanto scriveva Giovanni Paolo II nella Enciclica
Ecclesia de Eucharistia il 17 aprile 2003. Per comprendere questo mistero, memoriale
della morte e della risurrezione di Gesù, occorre dunque mettersi alla scuola di
Maria che alle nozze di Cana invitava ad obbedire senza esitazione alle parole del
Figlio: “Fate quello che vi dirà”. Con “premura materna – scriveva il Papa -
Maria sembra dirci: « Non abbiate tentennamenti, fidatevi della parola di mio Figlio.
Egli, che fu capace di cambiare l'acqua in vino, è ugualmente capace di fare del pane
e del vino il suo corpo e il suo sangue, consegnando in questo mistero ai credenti
la memoria viva della sua Pasqua, per farsi in tal modo “pane di vita” ». “In
certo senso – leggiamo ancora nell’Enciclica - Maria ha esercitato la sua fede eucaristica
prima ancora che l'Eucaristia fosse istituita, per il fatto stesso di aver offerto
il suo grembo verginale per l'incarnazione del Verbo di Dio”. Nell’Annunciazione
c’è infatti “un'analogia profonda tra il fiat pronunciato da Maria alle parole dell'Angelo,
e l'amen che ogni fedele pronuncia quando riceve il corpo del Signore. A Maria fu
chiesto di credere che colui che Ella concepiva « per opera dello Spirito Santo »
era il « Figlio di Dio » . In continuità con la fede della Vergine, nel Mistero eucaristico
ci viene chiesto di credere che quello stesso Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria,
si rende presente con l'intero suo essere umano- divino nei segni del pane e del vino”.
« Beata colei che ha creduto » : Maria – sottolineava Giovanni Paolo II - ha
anticipato, nel mistero dell'Incarnazione, anche la fede eucaristica della Chiesa.
Quando, nella Visitazione, porta in grembo il Verbo fatto carne, ella si fa, in qualche
modo, « tabernacolo » – il primo « tabernacolo » della storia”. “E lo sguardo
rapito di Maria nel contemplare il volto di Cristo appena nato e nello stringerlo
tra le sue braccia – si chiedeva il Papa - non è forse l'inarrivabile modello di
amore a cui deve ispirarsi ogni nostra comunione eucaristica?” Questo mistero
infatti è mistero d’amore: vivere nell'Eucaristia – secondo Giovanni Paolo II - è
entrare in intima unione con Cristo che ci ha amato con un “amore che va fino all’estremo,
un amore che non conosce misura”. “Significa assumere al tempo stesso l'impegno di
conformarci a Cristo”. Impossibile per l’uomo, possibile a Dio. Per questo il
Papa esortava a pregare il Rosario, a contemplare Cristo con gli occhi pieni di amore
di Maria. Il Rosario è un vero «compendio del Vangelo» e Giovanni Paolo II lo
integra con i Misteri della Luce al cui vertice pone proprio la Santa Eucaristia. La
Vergine Santa, che ha incarnato con l'intera sua esistenza la logica dell'Eucaristia
–concludeva il Pontefice – ci aiuti a vivere questo mistero che “consente di attingere
alla sorgente stessa della grazia” e dà la forza di “trasformare il mondo secondo
il Vangelo”. ************