Dalla giovinezza nella cattolica Baviera all'elezione a Successore di Pietro, la vita
di Benedetto XVI nel segno dell'umile servizio a Cristo e alla Chiesa
Benedetto XVI è stato eletto Pontefice nel giorno di Papa Leone IX, anch’egli tedesco.
Per un profilo sulla figura del 264.mo Successore di Pietro, il servizio di Alessandro
Gisotti: ********* “Un
umile lavoratore nella vigna di Dio”: così, con la forza della semplicità, Benedetto
XVI si è presentato al mondo. E l’umiltà è proprio il tratto che contraddistingue
la personalità del nuovo Pontefice, “servo dei servi di Dio”. Umili le origini di
Joseph Ratzinger, che nasce il 16 aprile del 1927 a Marktl am Inn, piccolo centro
della Baviera, in una devota famiglia di agricoltori. E’ una giornata fredda e nevosa,
ma soprattutto è il sabato santo prima di Pasqua. “L’ho sempre considerato come un
significativo segno della Provvidenza”, dirà più volte il nuovo Papa. Benedetto XVI
cresce nella più cattolica tra le terre della Germania, quella Baviera dove è ancora
radicata la religiosità popolare. Grande la devozione del giovane Joseph per la Madonna,
culto mariano che lo accomuna al suo predecessore. Il padre è commissario di gendarmeria:
quando Hitler sale al potere, esprimerà pubblicamente la sua ripugnanza per il nazismo.
Profonda è l’influenza dei genitori sulla formazione del suo carattere. Il 29 giugno
del 1951, a 24 anni, viene ordinato sacerdote. Con lui, pronuncia i voti anche il
fratello maggiore Georg. Oltre al sacerdozio, i due fratelli sono accomunati dall’amore
per la musica. Joseph suona il pianoforte ed è un estimatore di Mozart; il fratello
diventerà direttore del coro dei “Piccoli Cantori” di Ratisbona. Gli studi teologici
e filosofici sono le grandi passioni giovanili di Benedetto XVI: del 1953 è la sua
dissertazione “Popolo e casa di Dio nella Dottrina della Chiesa di Sant’Agostino”,
con la quale consegue il dottorato in teologia. Nel 1957, a soli 30 anni, ottiene
la libera docenza grazie ad un lavoro su “La teologia della Storia di San Bonaventura”.
Brillante il suo cursus honorum: insegna a Bonn e Münster, quindi dal 1966
al 1969 nella prestigiosa università di Tubinga. Sempre nel 1969, il prof. Ratzinger
diviene ordinario di Dogmatica e di Storia dei Dogmi nell’ateneo di Ratisbona, del
quale è anche nominato vice presidente. La fama internazionale per il giovane studioso
era, però, arrivata già anni a dietro, quando nel 1962 intervenne al Concilio Vaticano
II in veste di consulente teologico dell’arcivescovo di Colonia, Frings. E’ allora
che il suo cammino comincia ad intrecciarsi con quello di Giovanni Paolo II, all’epoca
giovane vescovo polacco, anch’egli presente al Concilio. Gli anni di insegnamento
accademico sono fecondi di pubblicazioni: un posto particolare occupano la raccolta
di lezioni universitarie sotto il titolo Introduzione al Cristianesimo, pubblicata
nel 1968, e l’antologia di saggi Dogma e Rivelazione, edita nel 1973. In seguito,
pubblicherà Rapporto sulla fede, nel 1985, e, undici anni dopo, Il sale
della terra. Nel 1977, Paolo VI lo nomina arcivescovo di München und Freising,
primo sacerdote diocesano ad assumere, dopo 80 anni, il governo pastorale della grande
diocesi bavarese. Il motto scelto per lo stemma arcivescovile è Cooperatores Veritatis,
“Collaboratori della Verità”. Missione, questa, a cui Benedetto XVI consacra interamente
la sua vita. “Lo scopo al quale fin dai primi anni del suo sacerdozio, ha sempre mirato
– gli scriverà Giovanni Paolo II in una lettera per i suoi 50 anni di ordinazione,
nel 2001 – è stato quello di servire la Verità, cercando di conoscerla sempre più
a fondo e di farla conoscere sempre più ampiamente”. Nel concistoro del 27 giugno
del 1977, Papa Montini lo crea cardinale. Nei quattro anni alla guida della Chiesa
bavarese – dove succede alla grande figura del Concilio Vaticano II, il cardinal Döpfner
– si impegna a rimettere l’Eucaristia al centro della direzione spirituale e mostra
grande attenzione per le problematiche legate al matrimonio e alla famiglia. Significativamente,
nel 1980 interviene all’assemblea generale del Sinodo dei Vescovi sul tema: “I compiti
della famiglia cristiana nel mondo contemporaneo”. L’anno dopo, Giovanni Paolo
II lo chiama a Roma per nominarlo prefetto della Congregazione per la Dottrina della
Fede. E’ il 25 novembre 1981, l’inizio di una stretta collaborazione tra il Pontefice
polacco e il porporato tedesco, che si interromperà solo con la morte di Papa Wojtyla.
Ma è anche l’inizio di un’amicizia sincera tra due uomini, che hanno offerto la propria
vita a Cristo e al servizio della Chiesa. Sentimenti, che tutti hanno potuto cogliere
nella commozione di Benedetto XVI, durante la celebrazione della Messa esequiale per
Giovanni Paolo II. Un incarico, quello di difensore dell’identità della fede, che
il cardinale Ratzinger manterrà con serena fermezza per oltre 23 anni. “Questo mestiere
– confiderà in un’intervista alla nostra emittente – crea opposizione e reazioni negative.
Ma devo dire che anche tanti sono grati perché la Chiesa rimane una forza che esprime
la fede e dà un fondamento sul quale poter vivere e morire. E questo – spiegherà –
è per me la cosa consolante”. Presidente della Pontificia Commissione Biblica e
della Pontificia Commissione Teologica Internazionale, nel 1993 entra a far parte
dell'Ordine dei cardinali vescovi, del titolo della Chiesa Suburbicaria di Velletri-Segni.
Il 30 novembre 2002, il Santo Padre approva l'elezione, fatta dai cardinali dell'ordine
dei vescovi, a Decano del collegio cardinalizio, del titolo della Chiesa suburbicaria
di Ostia. È stato presidente della commissione per la preparazione del Catechismo
della Chiesa Cattolica, che dopo sei anni di lavoro (1986-1992) ha potuto presentare
a Giovanni Paolo II. Prima di salire alla Cattedra di Pietro, Benedetto XVI si
è più volte confrontato, in questi ultimi anni, con intellettuali del mondo laico
sui grandi temi dell’oggi, dalla fede al relativismo. Da un incontro con il presidente
del Senato Italiano, Marcello Pera, è nato il volume “Senza Radici”, riflessione sull’Europa,
il Cristianesimo e l’Islam. Opera apprezzata per la sua chiarezza e profondità da
credenti e non. Grande anche l’attenzione mostrata dal nuovo Pontefice nei confronti
dei movimenti ecclesiali. Questi, ha dichiarato, “possono essere di grande aiuto perché
hanno lo slancio missionario degli inizi” e “possono incoraggiare la vita del Vangelo
nel mondo”.