Per una riflessione sul valore straordinario del Conclave, istituzione quasi millenaria
consacrata all’elezione del Successore di Pietro, Alessandro Gisotti ha intervistato
il teologo Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto: ********** R. - Credo che
l’immagine biblica più adeguata per il Conclave possa essere quella del Cenacolo di
Gerusalemme su cui scende lo Spirito di Pentecoste. Il Cenacolo è l’assemblea dei
12 con la presenza di Maria. Vengono investiti dal dono dello Spirito Santo e divengono
testimoni innamorati, fedeli di Gesù nella storia. Sono gli elementi di cui si compone
il Conclave: da una parte i cardinali che sono i successori degli Apostoli, in quanto
vescovi e che sono, nello stesso tempo, i cardini della Chiesa romana. I cardinali
si riuniscono in questa sorta di Cenacolo, Maria è in mezzo a loro perché la Madre
di Gesù accompagna la vicenda della Chiesa del Suo Figlio in tutti i momenti, intercede
per loro. Lo Spirito Santo è il grande protagonista. D. – I padri cardinali hanno
chiesto a tutti i fedeli che preghino lo Spirito Santo affinché li illumini per la
scelta del nuovo Successore di Pietro. In ciò si può vedere anche un’unità della Chiesa
in questo momento forte … R. – Certamente! E’ l’unità nel grande bisogno che abbiamo
di lasciarci guidare dal soffio dello Spirito! Dobbiamo abbandonarci alla sorpresa
dello Spirito. Credo che porsi in atteggiamento di preghiera da parte di tutti sia
il modo migliore per accompagnare il Conclave, per accogliere il dono che ci verrà
da Dio, perché, non dimentichiamolo, chiunque sarà il Papa, sarà il dono di Dio per
la Chiesa degli inizi di questo Terzo millennio. E’ proprio così! Dobbiamo essere
pronti e preparati ad accoglierlo. Dunque, la preghiera per il Conclave ha una duplice
finalità: quella di invocare il dono dello Spirito Santo, in modo speciale sui cardinali
elettori, ma anche quello di invocare su tutta la Chiesa quegli occhi e quel cuore
nuovo capace di riconoscere, in colui che sarà eletto, l’autentico dono di Dio. D.
– Per la prima volta la Messapro eligendo Papa, che precede l’inizio del Conclave,
sarà aperta ai fedeli. Un segno, anche questo … R. – Penso proprio di sì. Segno
di quell’ecclesiologia di comunione del popolo di Dio del Concilio Vaticano II, che
vede giustamente protagonisti tutti i battezzati nei momenti grandi della vita della
Chiesa e che, dunque, invoca da tutti ed esige da tutti di essere attivamente partecipi
nella richiesta a Dio del dono dello Spirito e dei suoi frutti. D. – Il nuovo Papa
è Successore di Pietro ma anche di Giovanni Paolo II che, con il suo Pontificato,
ha segnato nel profondo la vita della Chiesa. Tante davvero le sfide per il nuovo
Pontefice che, ovviamente, avrà bisogno dell’aiuto del Signore, dello Spirito Santo
per affrontarle … R. – Certamente le sfide sono tantissime: dalla globalizzazione,
che rischia a volte di schiacciare i più deboli, alla questione della pace, dove l’insegnamento
altissimo di Giovanni Paolo II dovrà essere continuato, testimoniato con tutta la
forza e la passione, alle sfide della bioetica, dei diritti umani … Però tutte queste
sfide si rapportano a quella che è decisiva per la Chiesa e per il Papa: la sfida
dell’evangelizzazione. Non dobbiamo mai dimenticare che al cuore, al centro delle
preoccupazioni del Papa, c’è l’urgenza di dare al mondo il Vangelo di Gesù in maniera
limpida, trasparente, perché se ne possa cogliere la bellezza, la forza salvifica
di cui uomini e donne del nostro tempo, di tutti i continenti, hanno immensamente
bisogno. **********