2005-04-08 16:14:29

Nella Basilica vaticana, il rito della deposizione di Giovanni Paolo II, sepolto nelle Grotte Vaticane


Prima della sollenne celebrazione funebre, di primo mattino, all’interno della Basilica di San Pietro, la salma di Giovanni Paolo II è stata deposta nella bara, durante un breve rito ricco di richiami liturgici e spirituali. Ce ne parla Alessandro De Carolis: RealAudioMP3

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Una semplice bara in legno di cipresso, il segno della povera maestà del servo dei servi di Dio. Dopo i giorni dello sterminato e affettuoso omaggio dei fedeli, accorsi da ogni angolo del pianeta per tributare la propria gratitudine al Papa, le spoglie mortali di Giovanni Paolo II sono state celate per sempre alla vista e rinchiuse nella bara, accompagnate da alcuni simboli del suo ministero: una borsa con le medaglie coniate durante il Pontificato e il “Rogito”, una pergamena – sigillata in un tubo di piombo – che reca scritta in latino una breve biografia del Papa scomparso.

Alla cerimonia, presieduta dal cardinale Camerlengo, Eduardo Martinez Somalo, erano presenti anche i cardinali a capo del loro Ordine di appartenza, il cardinale arciprete della Basilica Vaticana, Francesco Marchisano, il cardinale già segretario di Stato, Angelo Sodano, il cardinale vicario per la Diocesi di Roma, Camillo Ruini, il sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Leonardo Sandri, il prefetto della Casa Pontificia, l’arcivescovo James Michael Harvey, l’elemosiniere del Sommo Pontefice, l’arcivescovo Oscar Rizzato, il vice camerlengo, una rappresentanza dei Canonici della Basilica di San Pietro e il segretario del Sommo Pontefice, l’arcivescovo Stanislaw Dziwisz.

Dopo la lettura e la firma del Rogito da parte dei presenti, c’è stato il momento forse più suggestivo: mons. Marini e mons. Dziwisz hanno steso sul volto di Giovanni Paolo II un velo di seta bianco, un segno della luce divina alla cui presenza è ora chiamato il volto del Papa. “Il suo volto, che viene sottratto alla nostra vista – recita l’ultima delle antifone pronunciate in quel momento - contempli la tua bellezza e raccomandi il suo gregge a te, eterno Pastore, che vivi e regni nei secoli dei secoli”.

Dopo il rito del Commiato, salutata dall’oceanico applauso della folla, la bara con le spoglie del Papa ha fatto rientro in Basilica al canto del Magnificat, accompagnata dal ristretto gruppo di cardinali e presuli presenti al rito della deposizione. Attraverso la porta di Santa Marta, il feretro è stato trasportato nelle Grotte Vaticane. Prima della tumulazione, il celebrante ha levato una supplica a Dio per l’anima di Giovanni Paolo II, seguita dalla recita del Padre nostro e della Requiem aeternam. Quindi, la cassa di legno di cipresso - legata con nastri rossi e impressa con i sigilli della Casa Apostolica, della Prefettura della Casa Pontificia e di altri uffici vaticani - è stata collocata nella cassa di legno zincata, subito saldata e anch’essa sigillata. Sul coperchio spiccavano la Croce e lo stemma di Giovanni Paolo II. Infine, al canto della Salve Regina, la bara, secondo i desideri del Papa espressi nel testamento, è stata calata in una fossa, nel luogo che aveva ospitato il sepolcro di Giovanni XXIII, e coperta da una lapide reclinata, che reca il nome e la data di nascita e di morte di Giovanni Paolo II. L’ultimo atto formale è stato espletato dal notaio del Capitolo della Basilica Vaticana, che ha redatto l’atto autentico della tumulazione e lo ha letto davanti ai presenti.
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