COLOMBIA: TRATTATIVE

BOGOTA’ – “Arrivare alla liberazione degli ostaggi è l’obiettivo sia del Governo che dei rivoluzionari. Sono i metodi per arrivare all’accordo che non coincidono”. Il numero due dei vescovi colombiani e arcivescovo di Tunja, mons. Luis Augusto Castro, chiarisce una volta per tutte dai microfoni di W Radio che l’esecutivo è disposto a liberare i guerriglieri detenuti, così come le Farc sono pronte a liberare i loro ostaggi. “Il problema è come arrivare a capo della questione, anche perché Uribe non intende venire incontro alle richieste dei terroristi ed è contrario alla smilitarizzazione di alcune aree del paese. “Non ci perdiamo in un bicchiere d’acqua e superiamo la fase di stallo, anche perché non è giusto far soffrire queste persone e i loro familiari” ha detto mons. Castro. “Non interessa chi siano i prigionieri e il loro ruolo nella società o il loro stato patrimoniale, l’importante è che ottengano di nuovo la libertà”. Lunedì scorso il capo dell’esecutivo si è visto recapitare un video messaggio di una decina di ex deputati, da due anni in mano ai guerriglieri, che chiedevano ad Uribe di impegnarsi direttamente per agevolare il confronto con le Farc. Pronta la risposta del premier colombiano: “Allo stato attuale ci sono persone accreditate sia dal governo che dalla guerriglia che si occupano della mediazione. Manca solo l’indicazione del luogo dell’incontro. Se dovessi preoccuparmi del messaggio e di ciò che penso del suo contenuto, dovremmo chiudere all’istante questo forum”. Uribe ha rilasciato tale dichiarazione durante un atto accademico che si svolgeva a Medellin. Ed ha aggiunto: “Abbiamo insistito più volte sul fatto che i terroristi liberati non dovranno più far parte della lotta armata”. Infine una precisa accusa: “Se i negoziati non vanno avanti anche con l’Esercito di liberazione nazionale (Eln), è colpa loro. Le Farc non danno il via libera e di conseguenza neanche i ribelli dell’Eln aprono alla trattativa”.

(Aci/Bbc 27 ott. – DIONISI)