Appello del Papa per la riconciliazione in Iraq e la solidarietà alle vittime del
terrorismo. All’udienza generale, la riflessione del Pontefice sul salmo 48, che condanna
l’idolatria del denaro
“Accompagno ogni giorno nella preghiera la cara popolazione irachena, intenta a ricostruire
le Istituzioni del proprio Paese”.
Le parole conclusive del Papa arrivano ancora una volta a manifestare la sua solidarietà
per il dramma dell’Iraq. L’appello, pronunciato nella grigia e piovosa mattinata romana,
è risuonato come un incoraggiamento per i cristiani “a continuare con generosità ad
offrire il proprio fondamentale contributo per la riconciliazione dei cuori”. Ma soprattutto
come segno di “affettuosa partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime e
alle sofferenze degli ostaggi e di tutti gli innocenti colpiti – ha detto il Pontefice
- dalla cieca barbarie del terrorismo”. In precedenza, la tradizionale riflessione
sui Salmi era stata dedicata alla seconda parte del Salmo 48, che stigmatizza una
delle tentazioni “costanti dell’umanità”: quella di credere che il denaro possa, per
così dire, avere potere anche sulla morte. Ma i versi del Salmo, ha osservato il
Papa, condannano questa “l’illusione generata dall’idolatria della ricchezza”:
“Aggrappandosi al denaro, considerato come dotato di una forza invincibile, ci si
illude di poter ‘comperare anche la morte’, allontanandola da sé”.
In realtà, ha continuato Giovanni Paolo II, la morte “irrompe con la sua capacità
di demolire ogni illusione, spazzando via ogni ostacolo, umiliando ogni confidenza
in se stesso e avviando ricchi e poveri, sovrani e sudditi, stolti e sapienti verso
l’aldilà”. Conquistare l’immortalità, dunque, è un atto di fede in Dio. Solo lui,
ha affermato il Papa, può riscattarci “da quell’orizzonte oscuro e drammatico”. E
ben appropriate sono le parole del Vangelo, che il Pontefice ha citato al termine
della catechesi: “Accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignuola né ruggine
consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro,
sarà anche il tuo cuore”.
Una nutrita schiera di personalità era presente oggi in Piazza San Pietro. Il Papa
ha salutato in polacco il cardinale arcivescovo di Cracovia, Franciszek Macharski,
e ha rivolto, tra l’altro, un benvenuto cordiale a due ministri del governo italiano:
Gianni Alemanno, titolare del dicastero delle Politiche agricole e forestali - che
accompagnava i partecipanti alla spedizione italiana sul K2 – e Girolamo Sirchia,
a capo del Ministero della salute, insieme ai circa 4 mila anziani aderenti all’Osservatorio
della terza età. Il saluto del Pontefice è andato anche ai diaconi dell’arcidiocesi
di Milano e alla Delegazione di Montecassino, guidata dal vescovo, Bernardo D’Onorio,
e dal presidente della Regione Lazio, Francesco Storace.