2004-10-22 17:24:24

VENEZUELA: INCONTRO


CARACAS – L’impoverimento, l’esclusione sociale e i fenomeni di corruzione soprattutto nelle democrazie più deboli sono le principali minacce ai diritti dei popoli latinoamericani. Almeno questo è il quadro tracciato dai 68 delegati (tra cui 9 vescovi), provenienti da 19 paesi del Cono Sur, nella loro dichiarazione conclusiva a margine del Quarto incontro continentale della pastorale per i diritti umani, conclusosi il 9 ottobre scorso a Caracas. L’iniziativa, che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle chiese locali, è stata promossa dal Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), dal Segretariato per l’America Latina e i Caraibi, da Caritas e dalla Conferenza episcopale venezuelana. “La povertà diffusa e l’emarginazione sono l’effetto di un modello di sviluppo che promuove una distribuzione iniqua delle ricchezze, l’aumento della dipendenza e, di conseguenza, impone ai paesi un debito estero più oneroso. A livello interno, invece, non fa altro che allontanare le distanze tra ricchi e poveri” recita la nota finale. Sono presenti nello scritto riferimenti al valore della vita (fin dal suo concepimento) e i ripetuti episodi di violazione dei diritti umani, tra qui la violenza quotidiana e l’allontanamento forzato delle persone. “Il narcotraffico cresce nella maggior parte dei paesi con conseguenze nefaste” prosegue il comunicato. “Ampie fasce della popolazione non possono contare sulla giustizia, tanto che i delitti molto spesso rimangono impuniti. In particolare quelli legati alla corruzione”. Quella che è stata denominata laDichiarazione di Caracasconferma che la Democrazia “è il miglior sistema per lottare contro questi mali”. L’atto finale dell’incontro è stato presieduto dall’arcivescovo di Tegucigalpa e Presidente del Dipartimento giustizia e solidarietà del Celam, card. Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga.

(Zenit 21 ott. – DIONISI)







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