2004-08-19 17:40:19

Le Chiese asiatiche di fronte al cambiamento


“L’unico messaggio che noi dobbiamo predicare è l’amore, perché Dio è amore e solo l’amore dà significato alla nostra vita”. Questo, in sintesi, l’intervento di mons. Robert Sarah, segretario della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, dal palco dell’ottava Assemblea plenaria della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (FABC), in corso in questi giorni a Daejeon, in Corea del Sud, sul tema “La famiglia asiatica verso una cultura della vita”.

Grande attenzione è stata poi dedicata dal presule al tema dell’inculturazione. Essa - ha detto - “non è semplice folklore religioso e non può limitarsi ad introdurre la lingua, gli strumenti e le danze asiatiche nella liturgia”. L’inculturazione del Vangelo - ha spiegato mons. Sarah - “significa che Dio entra nella vita e nel pensiero di una persona”, cambiandone “il comportamento morale e la cultura”.

Di particolare interesse, riferisce l’agenzia Asianews, anche le parole espresse dal cardinale Jean-Baptist Pham Minh Mân, arcivescovo di Thành-Phô Hô Chí Minh, sulle sfide della globalizzazione. “Essa ha portato in Asia nuovi stili di vita – ha sottolineato – che enfatizzano il materialismo, il pragmatismo e l’edonismo rispetto ai valori tradizionali della società asiatica”.
Tali cambiamenti, tuttavia, secondo il porporato, non vanno sempre giudicati in modo negativo.
La Chiesa, infatti, è chiamata ad entrare in dialogo con questi nuovi scenari, salvaguardando “il meglio dei nuovi stili sociali e il buono dei valori tradizionali”.

Mons. Andreas Choi Chang-mou, vescovo di Kwangju e presidente della Conferenza episcopale coreana, ha denunciato, invece, la sempre più diffusa idolatria del denaro.
“Molti fatti negativi che avvengono nelle famiglie – ha detto – sono legati ai soldi. La Chiesa deve mettere sempre Dio al primo posto per aiutare le famiglie cristiane a centrare la loro vita in Dio e diventare luce e sale del mondo”.







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