2004-08-18 10:50:17

Per la pace in Iraq, la Santa Sede disposta ad aiutare le parti a dialogare


La Santa Sede è disposta a mediare per la pace a Najaf, tuttavia, per il momento, non vi è l’intenzione di nominare un Inviato speciale per l’Iraq. Una nota della Sala Stampa vaticana ribadisce, oggi, le parole del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, che ieri in un’intervista aveva parlato della disponibilità della Santa Sede per una sospensione dei combattimenti nella città santa sciita di Najaf.
Parole, quelle del segretario di Stato vaticano, che hanno destato una viva attenzione da parte della comunità internazionale e che vengono ribadite dal vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini, al microfono di Alessandro Gisotti:

R. - In effetti ha suscitato vivo interesse nella stampa la dichiarazione del cardinale Segretario di Stato, Angelo Sodano, circa la disponibilità della Santa Sede a porre in atto i suoi buoni uffici per giungere ad una sospensione dei combattimenti a Najaf. Oggi la Santa Sede riconferma questa disponibilità, dichiarandosi sempre disposta ad aiutare le parti a parlarsi ed a dialogare, ad una condizione tuttavia, che vi sia davvero la volontà di scegliere le vie pacifiche per la soluzione dei conflitti.

D. – Padre Benedettini, un’attenzione per l’Iraq, da parte della Santa Sede, costante, come è costante l’attenzione per la pace, per il dialogo in Iraq della Chiesa irachena…
R. – Certamente. E’ noto a tutti con quanto impegno e dedizione il nunzio apostolico a Baghdad segua direttamente tutti gli sviluppi della situazione irachena ed in particolare quella di Najaf. Inoltre la segreteria di Stato è in stretto contatto, oltre che con il nunzio, anche con il patriarca caldeo e l’intero episcopato iracheno.

D. – Ci sarà un inviato speciale per l’Iraq?

R. – A dire il vero non è prevista la nomina di un inviato speciale a Baghdad, almeno per il momento. E da tutta questa dichiarazione si evince anche che i buoni uffici della Santa Sede per risolvere i conflitti mondiali, ed in particolare quello in Iraq, non sono una novità di oggi, ma una pratica costante.







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