Dalle devastazioni di un Paese colpito dalla guerra e dalla drammatica esperienza
del sequestro al liberatorio abbraccio con i propri cari. E’ questo il lieto fine
della dolorosa vicenda, drammaticamente segnata dalla barbara uccisione di Fabrizio
Quattrocchi, che hanno vissuto Maurizio Agliana, Umberto Cupertino e Salvatore Stefio.
I
tre italiani, arrivati questa mattina all’aeroporto di Ciampino, sono stati liberati
ieri, in Iraq, insieme al polacco Jerzy Kos dopo un’operazione compiuta dalle forze
della coalizione che ha portato all’arresto di diverse persone, coinvolte nel sequestro.
La notizia è stata accolta con grande soddisfazione dal Papa che ha invocato più volte
la liberazione degli ostaggi.
“Il Papa – ha dichiarato il portavoce vaticano,
Joaquin Navarro Valls - ha ricevuto con grande gioia e sollievo la notizia della liberazione
degli ostaggi italiani e di quello polacco e ha anche espresso la propria vicinanza
alla famiglia di Fabrizio Quattrocchi, barbaramente assassinato dopo il suo sequestro”.
Il nunzio apostolico a Baghdad, l’arcivescovo Fernando Filoni, ha inoltre spiegato
che la nunziatura ha seguito il caso “con molta apprensione e da vicino, perchè avesse
una soluzione positiva”. E sottolineando proprio l’impegno della Chiesa per la liberazione
degli ostaggi, il presidente del Pontificio consiglio Giustizia e Pace, cardinale
Renato Raffaele Martino, ha evidenziato come questo episodio possa costituire un segno
di speranza per il futuro dell’Iraq. L’auspicio - ha proseguito il porporato – è
che i gruppi armati e le milizie finalmente vogliano collaborare con il nuovo governo.
I
tre ostaggi italiani, rapiti lo scorso 13 aprile dalle “Falangi verdi di Maometto”,
sono stati liberati nei pressi di Baghdad senza spargimento di sangue grazie ad un
lavoro di stretto coordinamento tra le autorità italiane, le forze della coalizione
e i servizi di intelligence. Un’operazione che ha significato la libertà per i rapiti
e la fine della dolorosa attesa per i familiari che hanno espresso la loro felicità.
Il padre di Maurizio Agliana ha detto che finalmente non dovrà più mentire alla moglie,
gravemente malata e non informata sul rapimento. La madre di Salvatore Stefio, accolto
all’aeroporto dal padre in ginocchio, ha ringraziato il Signore per aver ascoltato
le proprie preghiere. La cognata di Umberto Cupertino, l’ultimo ad entrare all’interno
dello scalo e apparso molto commosso, ha sottolineato l’aiuto ricevuto dalla fede
durante gli angoscianti 56 giorni del sequestro. I tre italiani hanno dichiarato di
aver appreso solo dopo la loro liberazione la notizia della morte di Fabrizio Quattrocchi,
molto probabilmente ucciso – secondo quanto riferito dalla Farnesina - perché in possesso
di un tesserino rilasciato dall’Autorità provvisoria della coalizione. Il ministro
dell’Interno, Giuseppe Pisanu, ha infine spiegato che il blitz di ieri ha scongiurato
l’11 giugno italiano: i sequestratori – ha infatti detto il ministro – avrebbero potuto
uccidere gli ostaggi proprio alla vigila del voto per le elezioni europee.