2004-06-04 13:15:33

Venticinque anni fa il primo viaggio di Giovanni Paolo II in Polonia


“Col passare del tempo si rivela sempre di più, quanto quei giorni erano importanti per la Chiesa in Polonia, per la nostra Nazione, e anche in qualche misura per la storia dell’Europa e del mondo. Oggi si può dire che era un avvenimento provvidenziale.”
Con queste parole Giovanni Paolo II rievoca il suo primo pellegrinaggio in terra polacca, dal 2 al 10 giugno del 1979, quando insieme con i vescovi, il clero e tutti i fedeli aveva implorato il dono dello Spirito Santo: “potevo mai pensare – si chiede oggi il Papa - che avremmo visto così presto i primi frutti di questa preghiera?”

Fin da allora il Santo Padre si interrogava sui destini della Polonia: “non abbiamo forse il diritto – dichiarava all’omelia nella prima Messa in Piazza della Vittoria a Varsavia – di pensare che la Polonia è diventata, nei nostri tempi, terra di una testimonianza particolarmente responsabile?” “Ma quanti doveri ed obblighi nascono! – aggiungeva - Ne siamo capaci?” Allora, “bisogna continuamente ritornare a questa domanda, - scrive oggi Giovanni Paolo II - affinché la libertà mal utilizzata non porti a una soggezione interiore degli individui e dell’intera Nazione.” Bisogna rinnovare continuamente menti e cuori, “perché siano riempiti di amore e giustizia, onestà e dedizione, rispetto per gli altri e preoccupazione per il bene comune, specialmente per quel bene che è la Patria libera”. “Solo un impegno solidale” può dare “un felice presente e futuro” a tutti i polacchi, e sviluppare la cultura nazionale profondamente radicata nel Cristianesimo, arginando nell’Europa unita “gli influssi dell’ideologia laicista che – ha denunciato ancora una volta il Papa - misconosce le radici cristiane del Vecchio Continente”.








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