India - Verso la revoca della legge sulle “conversioni forzate” in Tamil Nadu
India - “E’ un segnale positivo, che infonde nuova speranza nella comunità cristiana
e in tutte le minoranze religiose”: così Babu Joseph Karakombil, missionario verbita,
portavoce della Conferenza Episcopale dell’India ha commentato l’annuncio dato da
Jayaram Jayalalithaa, Primo Ministro dello stato del Tamil Nadu, di voler revocare
la legge sulle “conversioni forzate”. La legge, in vigore nello stato dall’ottobre
2002, prevede che ogni conversione venga sottoposta al vaglio di un magistrato e dispone
pene severe, fino al carcere, per chi spinga qualcuno ad abbracciare un nuovo credo
usando la forza o il denaro. Il Portavoce ha spiegato a Fides: “Quando il provvedimento
fu approvato, vi furono molte proteste da parte delle minoranze religiose, in Tamil
Nadu e in tutta l’India. Allora dicemmo che questa legge era un attentato al fondamentale
diritto di ogni cittadino di poter scegliere, professare e praticare liberamente la
propria fede religiosa. Questa legge viola chiaramente questo diritto, costituzionalmente
sancito. Molta preoccupazione fu espressa dalla Chiesa, da altre forze sociali, e
da alcune formazioni politiche”. “Oggi - continua p. Joseph - i nuovi risultati
elettorali hanno visto la sconfitta del Baratiya Janata Party e della All India Dravida
Munnetra Kazakham (AIADMK), di cui fa parte la Primo Ministro Jayalalitha, che non
ha conquistato nessun seggio nel Parlamento Indiano. Alla luce della disfatta, ella
ha compreso di aver compiuto alcune scelte che hanno reso il suo governo impopolare
ed è corsa ai ripari.” “Ora speriamo e chiediamo con forza - dice a Fides p. Joseph
- che venga ritirata anche in altri quattro stati della Federazione in cui è in vigore
un provvedimento simile: Gujarat, Madhya Pradesh, Arunachal Pradesh, Orissa. ”. (Agenzia
Fides)