LISBONA. - Una più attenta assistenza religiosa ai malati ed una sempre maggiore formazione
dei cappellani ospedalieri. È quanto auspica padre Vitor Feytor Pinto, coordinatore
nazionale della pastorale sanitaria per la conferenza episcopale portoghese (Cep),
in un commento diffuso il 3 febbraio sul sito web della Cep (www.ecclesia.pt), alla
vigilia della 12° Giornata mondiale del Malato dell'11 febbraio. "L'accompagnamento
dei malati – scrive padre Pinto - è stato sempre una preoccupazione della Chiesa impegnata
a fornire un'assistenza religiosa efficace. La visita ai malati, la partecipazione
all'Eucarestia celebrata in ospedale, l'amministrazione dei sacramenti, sono momenti
fondamentali di questo servizio offerto grazie ai cappellani. Tra questi ve ne sono
stati molti di grande generosità". Tuttavia la 'grande' svolta' secondo il coordinatore
si è registrata dopo il "Concilio Vaticano II" quando "si comprese che era importante
introdurre un servizio religioso più organizzato e che non fosse esclusiva del cappellano
ma anche di collaboratori laici". E sullo slancio del Concilio la Conferenza episcopale
ha proposto al Ministero della Salute "la creazione di un statuto del cappellano per
regolarizzare le attività dei sacerdoti e suoi collaboratori negli ospedali". Un metodo
di lavoro che, conclude, "ha migliorato la sensibilità della popolazione, l'assistenza
negli ospedali e spinto la Chiesa a pensare nuove forme di servizio agli infermi". (Sir
Europa 5 feb.)