2004-02-06 17:06:48

STATI UNITI: GIBSON


STATI UNITI: GIBSON

WASHINGTON - Continua ad alimentare dibattiti negli Stati Uniti il film di Mel Gibson “The Passion of Christ”. Come è noto, la pellicola che racconta le ultime 12 ore di vita di Cristo con crocifissione e morte in primissimo piano è stata al centro di vivaci polemiche per il suo presunto contenuto antisemita e per la vivida brutalità di alcune sequenze. Accuse sempre fermamente respinte dall’attore-regista americano, che sostiene l’assoluta fedeltà ai Vangeli della sua opera. A riaccendere il dibattito è stato il reinserimento nell’ultima versione del brano del Vangelo di San Matteo "Il Suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli" [Mt 27,25], usata per secoli per giustificare le persecuzioni contro gli ebrei quali responsabili della morte di Cristo. Una versione per questo giudicata peggiore della precedente dal rabbino James Rudin dell’ “American Jewish Committee”. Nel dibattito è intervenuta nuovamente in questi giorni anche Suor Mary C. Boys, una dei quattro studiosi cattolici chiamati l’anno scorso a visionare una prima versione della pellicola e che avevano espresso qualche riserva. Riserve, ha precisato la religiosa, riferite non al film in sé o al regista, quanto piuttosto alle possibili strumentalizzazioni anti-semite a cui potrebbe dare adito, in un momento di forte conflittualità internazionale come quello attuale, resuscitando antichi malintesi tra cristiani ed ebrei. Un rischio avvertito anche dall’arcivescovo di San Francisco, Mons. William J. Levada, che, in un commento sul giornale diocesano locale, sottolinea la necessità di “fare il possibile perché il film non contribuisca ad alimentare i sentimenti anti-semiti”. Le polemiche hanno intanto alimentato l’interesse del pubblico per il film che uscirà nelle sale americane il 25 febbraio, Mercoledì delle Ceneri. Migliaia di biglietti sono stati infatti già prenotati da diverse organizzazioni cristiane.
(Cns 4 feb. – ZENGARINI)







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