BERLINO. - Un invito a tutelare la dignità umana e il diritto alla vita, "anche nelle
fasi più difficili dell'esistenza", è stato rivolto dalla Conferenza episcopale tedesca
all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, che si accinge a pronunciarsi sull'eutanasia.
Nel comunicato i vescovi rammentano "insistentemente che in qualsiasi fase della
vita, la persona ha una dignità inalienabile ed un diritto incondizionato alla vita".
Nel sottolineare come il rapporto che verrà discusso al Consiglio contenga richieste
contrastanti con la posizione espressa dallo stesso organo nel 1999, la conferenza
episcopale giudica "un passo indietro" la richiesta di depenalizzazione dell'eutanasia
e accenna alle "notizie di esperienze allarmanti" provenienti da Olanda e Belgio,
paesi che hanno legalizzato la pratica. "Chi parla di 'eutanasia volontaria', disconosce
la situazione di malati terminali o di persone in punto di morte che difficilmente
sono in grado di decidere liberamente di essere uccisi". I vescovi mettono in guardia
dall'introdurre una "regolamentazione giuridica" dell'eutanasia, che finirebbe per
diventare "un'opzione che può essere esercitata anche dall'esterno" ed imposta al
malato. "Il desiderio di morire nasce spesso dalla disperazione. In molti casi scompare
quando il malato viene seguito con amore e assistito a livello medico e psico-sociale
in modo ottimale. Per questo le Chiese hanno sempre esortato a migliorare il livello
delle cure palliative per i pazienti terminali". (Sir 23 gen.)