MINSK. - "La stampa del libro di un nostro sacerdote che è stato rinchiuso per diversi
anni nei gulag sovietici costituisce per la Bielorussia un evento importante, sia
sotto il profilo della cultura storica, sia per quanto riguarda la proposta all' intellighenzia
di muoversi sulla pista del dialogo Vangelo-cultura auspicato da Papa Giovanni Paolo
II": lo ha detto al Sir l'Archimandrita Sergio Gajek, Visitatore apostolico per i
greco-cattolici in Bielorussia, annunciando l'appuntamento di domenica 25 gennaio
presso la cosiddetta "chiesa rossa" di Minsk, che è un importante centro di promozione
della cultura cristiana. Qui verrà presentato il volume "Cina, Siberia, Mosca. Marx
e Lenin in libertà", di padre Jazep Hermanovic di cui il 25° della morte è passato
nel dicembre scorso. Il volume uscì in bielorusso nel 1962 e in Germania, nel 1969
in italiano, "ma finora – sottolinea – non era conosciuto nella Bielorussia postsovietica,
come non era nota la figura del suo autore". Nel testo, padre Hermanovic – membro
del monastero dei Padri Mariani a Druja - racconta la vicenda della sua prigionia,
iniziata nel 1948 quando venne arrestato ad opera delle "guardie rosse" di Mao mentre
era ad Harbin in Manciuria presso una missione bizantina cattolica, con l'accusa di
essere una spia del Vaticano e del Giappone. In seguito venne "passato" ai comunisti
sovietici che lo condannarono a 25 anni di lager di cui ne ha scontati 7". La presentazione
del libro nella capitale avviene nell'ambito della Settimana di preghiera per l'unità
dei cristiani, che si concluderà domenica, e quindi "l'evento avrà anche una sfumatura
ecumenica". In Bielorussia i cattolici praticanti (latini e bizantini) sono circa
il 15 per cento della popolazione mentre gli ortodossi praticanti circa 40 per cento;
la restante parte dei 10 milioni di abitanti non hanno un contatto reale con la vita
religiosa. (Sir Europa 23 gen. - MANCINI)