BRATISLAVA. - "Un segnale sorprendente", così il portavoce della Conferenza episcopale
slovacca, don Marian Gavenda, giudica la ratifica, da parte del Parlamento, dell’accordo
tra Santa Sede e Repubblica slovacca sull’istruzione cattolica. Ratifica che giunge
"in un momento di forte tensione e divisione tra i partiti che potrebbe presagire
ad un possibile crollo del Governo". "Si è trattato del primo atto del Parlamento
slovacco in questo nuovo anno – commenta al Sir don Gavenda -. L’approvazione è avvenuta
il 20 gennaio pomeriggio con 95 voti favorevoli, 30 contrari e 18 astensioni. Ne sarebbero
bastati 75 più uno. Si tratta di un segnale sorprendente perché hanno votato insieme
maggioranza e opposizione". L’accordo sull’istruzione cattolica, spiega il portavoce,
"é uno dei quattro punti, gli altri sono il servizio militare, l’obiezione di coscienza
e il finanziamento alla Chiesa, che compongono l’Accordo base tra Santa Sede e Repubblica
Slovacca, firmato e ratificato nel 2000". L’accordo prevede l’introduzione dell’insegnamento
della religione cattolica nelle scuole (materia alternativa sarà l’etica). ‘Religione
cattolica’ potrà essere insegnata nelle scuole statali, in particolare in quelle classi
dove ci siano almeno 12 studenti ad averne fatto richiesta. L’accordo garantisce anche
il finanziamento delle scuole cattoliche così come accade per le statali. "Tuttavia
– conclude Gavenda – si potrebbe verificare qualche problema per l’applicazione dell’accordo
poiché nella nuova struttura amministrativa dello Stato le scuole appartengono direttamente
alle Regioni che non hanno ancora competenze sufficientemente chiare". (Sir 22
gen.)