TUNISI. - “Nelle relazioni islamo-cristiane in Maghreb abbiamo buoni motivi di pensare
che esiste una testimonianza resa dalla Chiesa al Vangelo di Cristo dalla quale la
società riceve la Buona Novella senza percepirla come una aggressione”. È l’opinione
dei vescovi della Cerna, la Conferenza della Regione Nord dell’Africa, riunitisi
recentemente in assemblea in Tunisia. In un comunicato i vescovi ricordano i temi
affrontati nel corso della riunione: vale a dire la situazione e i cambiamenti avvenuti
nella regione dopo la guerra in Iraq; gli attentati del marzo 2003 in Marocco; il
terremoto che ha colpito l’Algeria nel maggio dello scorso anno; la recente svolta
nelle relazioni internazionali della Libia. Nel loro primo incontro del 2004 i vescovi
della Cerna hanno eletto come presidente mons. Fouad Twal, arcivescovo di Tunisi,
e come vice presidente mons. Vincent Landel, arcivescovo di Rabat (Marocco). Il vescovo
di Orano, mons. Alphonse Georger, è stato eletto terzo membro del comitato permanente
dell’organismo ecclesiale. Nel corso dei lavori i vescovi del Nord Africa hanno anche
esaminato la recente Esortazione apostolica di Giovanni Paolo II “Il Vescovo servitore
del Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo”. L'impegno assunto è quello
di approfondire la comunione tra le Chiese del Maghreb che devono affrontare insieme
le stesse sfide e sono investite della stessa missione.I partecipanti alla riunioni
della Cerna hanno infine affrontato il dramma dei migranti provenienti dai paesi dell’Africa
sub- sahariana che usano il Maghreb come punto di passaggio per recarsi in Europa.
In merito, nella primavera è prevista una riunione tra gli stessi vescovi della
Cerna e alcuni rappresentanti delle Chiese del nord del Mediterraneo per esaminare
le modalità di aiuto umanitario a queste persone. (Fides 19 gen. - MANCINI)