Natale tra paura e speranza in tanti paesi dell'Africa
Trasferiamoci in Africa. In diversi Paesi del continente, tra i quali la Repubblica
Democratica del Congo, l’Uganda, la Costa d’Avorio e la Liberia, milioni di persone
vivono un altro Natale tra paura e speranza. Conflitti e crisi affliggono, infatti,
le popolazioni locali e i missionari che vivono e operano in questi Stati. Il servizio
di Giulio Albanese: Il Natale africano sarà purtroppo - è triste dirlo - in molte
regioni del continente un Natale caldo sotto tutti i punti di vista, soprattutto per
quanto concerne la sicurezza. Pensiamo ai missionari, alle missionarie, ai volontari
che operano nel nord Uganda, dove da anni imperversano i famigerati ribelli dell’Esercito
di Resistenza del Signore. Per non parlare delle remote regioni orientali della Repubblica
Democratica del Congo, dove le bande armate dei senza legge fanno il bello e il cattivo
tempo, nonostante nella capitale Kinshasa i signori della guerra abbiano deciso tutti
insieme di governare democraticamente, almeno dicono loro, un Paese ridotto allo stremo.
E che dire dell’Angola, l’ex colonia portoghese, dove su una popolazione di 10 milioni
e mezzo di abitanti sono ancora disseminate sotto terra oltre 15 milioni di mine antiuomo.
“L’Africa vuole la pace”, hanno ripetutamente detto ad alta voce i vescovi del Secam,
l’organismo ecclesiale che riunisce l’episcopato dell’Africa e del Madagascar. Una
pace che solo Dio fatto uomo, Gesù Cristo, può portare ad una umanità dolente che
ha fame e sete di giustizia. “Non dobbiamo cedere alla tentazione della disfatta”,
ha detto l’arcivescovo di Gulu, mons. John Baptiste Odama, ricordando che le Chiese
sono chiamate soprattutto nel nord Uganda a testimoniare il mistero dell’Incarnazione,
in un continente nel quale Cristo nasce anche oggi, come 2000 anni fa, come profugo
nella periferia di un mondo sempre più povero.