Intervista con ilPatriarca Emmanuel III Delly e il cardinale Moussa I Daoud, prefetto
della Congregazione per le Chiese orientali
Nato nel 1927 a Telkaif, nell’arcieparchia di Mossul, il nuovo Patriarca di Babilonia
dei Caldei, è stato ordinato sacerdote nel 1952 ed elevato alla dignità vescovile
nel 1962. Dal 1967 è arcivescovo di Kaskar.
Ma quali sono le principali difficoltà
per la Chiesa caldea nell’Iraq del dopo Saddam Hussein? Ascoltiamo il Patriarca
Emmanuel III Delly, al microfono di Giovanni Peduto:
R. – Tante difficoltà
ci aspettano; le difficoltà sono di carattere ecclesiastico, sociale, politico. Per
quanto riguarda le difficoltà ecclesiastiche, abbiamo una forte carenza di sacerdoti:
è vero, abbiamo la libertà, ma la nostra libertà è limitata. Abbiamo la libertà della
devozione, ma finora non ci è stata ancora riconosciuta la libertà religiosa. E questa
libertà la chiediamo adesso, al nuovo regime. Viviamo insieme ai nostri cari fratelli
musulmani, abbiamo tanti amici musulmani come tanti musulmani hanno tra di noi tanti
che collaborano con loro. Speriamo di continuare questa vita insieme.
D. –
Quali sono le vostre speranze?
R. – La mia speranza è di trattare con il nostro
governo con prudenza, con carità e con amore; essere uniti, musulmani e cristiani,
per glorificare il Signore Iddio.
D. – Cosa chiedete alla comunità internazionale?
R.
– Preghiamo la comunità internazionale di aiutarci moralmente in ogni cosa, e di non
agire da egoisti. Chiediamo di fare di tutto affinché il nostro governo ci riconosca
la libertà religiosa, la libertà di essere veramente Figli di Dio. Oggi stiamo relativamente
bene, nonostante la tragica situazione nella quale ci troviamo. Nel vecchio regime
di Saddam eravamo – è vero – liberi, però dovevamo seguire, obbligati moralmente,
il regime per sopravvivere.
Per una testimonianza sullo spirito che ha animato
il Sinodo dei vescovi della Chiesa caldea, ecco la testimonianza – raccolta ancora
da Giovanni Peduto - del cardinale Moussa I Daoud, prefetto della Congregazione per
le Chiese orientali, che ha presieduto i lavori sinodali:
R. - I lavori
si sono svolti in un clima sereno e concorde. Abbiamo evocato lo Spirito Santo e ci
siamo affidati alla Madonna, pregando i misteri della luce. Al patriarca Emmanuel
rivolgo ancora un caldo incoraggiamento, con l’assicurazione della preghiera, e gli
auguri natalizi che estendo alla cara Chiesa caldea. D. – Eminenza, come aiutare
questa Chiesa in un momento così difficile?
R. – Bisogna aiutare questa Chiesa,
in questa situazione così difficile, con la preghiera, con la vicinanza. Bisogna preoccuparsi
della loro situazione e, materialmente, aiutare con doni che è possibile mandare in
questo Paese molto provato.