Il progresso scientifico nel campo dell’ingegneria genetica rispetti la dignità e
i diritti della persona: così il Papa nel messaggio per la prossima Giornata mondiale
del malato
Il Papa incoraggia il progresso scientifico nel campo dell’ingegneria genetica purchè
rispetti la dignità e i diritti della persona. E’ quanto si legge nel messaggio,
pubblicato oggi, che Giovanni Paolo II ha scritto per la Giornata Mondiale del Malato
che si celebrerà l’11 febbraio dell’anno prossimo nel santuario di Lourdes. Il
servizio di Sergio Centofanti.
“Ogni autentico progresso” nel campo della
conoscenza scientifica della vita “non può che essere incoraggiato, purché rispetti
sempre i diritti e la dignità della persona fin dal suo concepimento”.
Il Papa
parla dell’ingegneria genetica e delle straordinarie possibilità che la scienza oggi
offre di intervenire sulle fonti stesse della vita: “nessuno - tuttavia - può arrogarsi
la facoltà di distruggere o di manipolare indiscriminatamente la vita dell’essere
umano”. La vita va accolta, rispettata e difesa dal suo inizio fino al suo naturale
tramonto. Con essa va tutelata la famiglia, culla di ogni vita nascente. Giovanni
Paolo II esprime quindi la sua riconoscenza a quanti si dedicano alla messa a punto
di nuovi farmaci e a coloro che curano la produzione di medicine accessibili anche
ai meno abbienti.
La Giornata Mondiale del Malato avrà luogo a Lourdes, in
Francia, dove la Vergine, apparsa l’11 febbraio del 1858, rivelò di essere l’Immacolata
Concezione: e la scelta di questo santuario è stata fatta proprio perché l’anno prossimo
ricorrono i 150 anni dalla proclamazione di questo dogma da parte di Pio IX. Con l'Immacolata
Concezione - ha detto il Pontefice - ha avuto inizio la grande opera della Redenzione,
che si è attuata nel sangue prezioso di Cristo. “Se Gesù è la sorgente della vita
che vince la morte, Maria è la madre premurosa che viene incontro alle attese dei
suoi figli, ottenendo per essi la salute dell’anima e del corpo. E’ questo il messaggio
che il Santuario di Lourdes costantemente ripropone ai pellegrini. Questo è anche
il significato delle guarigioni corporali e spirituali che si registrano alla grotta
di Massabielle” .
Il Papa si sofferma poi sul senso della sofferenza umana:
“dal paradosso della Croce - sottolinea - scaturisce la risposta ai nostri più inquietanti
interrogativi. Cristo soffre per noi: Egli prende su di sé la sofferenza di tutti
e la redime. Cristo soffre con noi, dandoci la possibilità di condividere con Lui
i nostri patimenti. Unita a quella di Cristo, l’umana sofferenza diventa mezzo di
salvezza”. Ogni cristiano - esorta infine il Papa - possa “testimoniare che l’unica
risposta autentica al dolore, alla sofferenza ed alla morte è Cristo, nostro Signore,
morto e risorto per noi”.