Fame e malnutrizione sono una negazione dei diritti fondamentali della persona
“La fame e la malnutrizione costituiscono una evidente negazione dei diritti fondamentali
della persona”. Così mons. Renato Volante, capo della Delegazione della Santa Sede
nel suo intervento alla 32.ma sessione della Conferenza di governo della Fao, in corso
a Roma fino al 10 dicembre, in cui ha parlato di sviluppo sostenibile, di una politica
più giusta e di una distribuzione delle risorse più equa.
Il servizio di Dorotea
Gambardella.
In vista dell’obiettivo della sicurezza alimentare mondiale, mons.
Volante ha sottolineato l’importanza di “una solidarietà concreta, fatta di proporzionale
apporto alle risorse di bilancio”, e la necessità del “sostegno alle attività artigianali
e al settore dell’agricoltura in piccola scala, che costituiscono la realtà economica
di base per gran parte dei Paesi in via di sviluppo”. Ma per la Santa Sede, ha detto,
“il riferimento a una generica sostenibilità non è sufficiente, se non si collega
a quella sostenibilità umana”, da cui deriva innanzitutto “il diritto delle popolazioni
rurali a partecipare all’elaborazione dei Piani”. Ancora, ha precisato che la sostenibilità
va letta soprattutto nel rapporto tra “uso delle risorse e la loro ricostituzione”.
Sono dunque da condannare le attività che recano danno alla biodiversità “riducendo
la molteplicità delle specie e limitando quindi i regimi alimentari di interi popoli”.
Mons. Volante ha poi parlato della responsabilità che ciascun Paese deve assumersi
nella gestione delle cause della malnutrizione determinate dalla volontà umana, quali
ad esempio i conflitti e la discriminazione verso le minoranze. “L’assenza di una
regolamentazione in tale ambito determina il rischio dell’esclusione dai meccanismi
di produzione, di quei Paesi che non possono controllare le proprie risorse”, ha rilevato.
A tal proposito “diventa imprescindibile una scelta etica che impegni gli tati a recepire
il principio dell’equa condivisione delle risorse del Creato”. Secondo il Capo della
delegazione della Santa Sede, “l’obiettivo di dimezzare il numero di persone sottonutrite
nel mondo – che peraltro oggi sembra più lontano – non deve indurre a trascurare la
restante metà di affamati, che ha un diritto naturale di essere considerata”. Infine
circa la relazione tra produzione e commercio, mons. Volante ha dichiarato che i piani
per la sicurezza alimentare “non pongono misure discriminatorie verso le risorse e
le tecniche di lavorazione delle nuove biotecnologie, ma richiedono piuttosto una
maggior diffusione d’informazioni per evitare ogni genere di rischio per la salute
umana”.