Dichiarazione congiunta, firmata a Gerusalemme tra rappresentanti della Santa Sede
e del Gran Rabbinato d’Israele dell’ebraismo, sugli insegnamenti condivisi della Sacre
Scritture
L’importanza per la società contemporanea e per l’educazione delle future generazioni
degli insegnamenti condivisi delle Sacre Scritture: questo il tema del terzo Incontro,
svoltosi a Gerusalemme, tra la Delegazione del Gran Rabbinato d’Israele e la Commissione
della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’Ebraismo.
Al termine dei colloqui
- durati tre giorni e seguiti ad altri due appuntamenti il primo nel 2002 nella stessa
Gerusalemme e il secondo nel febbraio di quest’anno a Grottaferrata - è stato firmata
mercoledì scorso una dichiarazione congiunta, maturata in “un clima di mutuo rispetto,
amicizia e soddisfazione” con la “promessa di una collaborazione continuativa ed effettiva.” Il
servizio di Debora Donnini.
L’insegnamento condiviso delle Sacre Scritture
che dichiara la fede in un Dio creatore e guida dell’universo, che ha formato l’uomo
alla sua divina immagine, con una libera volontà. E’ stata questa la piattaforma di
partenza dell’incontro che ha voluto sottolineare come sia la fede in Dio a dare sicurezza
e gioia. Al centro lo speciale dovere dei leader religiosi e degli educatori di istruire
le rispettive comunità per seguire sentieri di pace per il benessere dell’umanità.
Noi
- si legge nel testo – lanciamo questo appello specialmente alla famiglia di Abramo
e invitiamo tutti i credenti a mettere da parte le armi di guerra e distruzione per
cercare la pace. Si esprime anche la condivisione del dolore, di coloro che soffrono
in Terra Santa e la speranza e la preghiera per la fine di queste tribolazioni.
I
partecipanti manifestano anche profondo apprezzamento per le dichiarazioni della Santa
Sede che condannano la violenza contro innocenti e denunciano le rinascenti manifestazioni
di antisemitismo.
Infine, un invito a vivere nel rispetto e nella comprensione
reciproca e ad immergersi nello studio della Sacra Scrittura che condividiamo - scrivono
- per la nobilitazione dell’umanità, per la pace universale e la giustizia.