40 anni fa, Paolo VI promulgava la Sacrosantum Concilium, la Costituzione conciliare
che dava il via alla riforma conciliare.
40 anni fa Paolo VI promulgava la costituzione conciliare “Sacrosantum Concilium”
che poneva le premesse della riforma liturgica. Oggi in Vaticano si svolge una giornata
commemorativa dell’evento organizzata dal cardinale Francis Arinze, prefetto della
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Tra gli elementi
principali del rinnovamento liturgico ricordiamo l’introduzione delle lingue volgari
accanto al latino, la semplificazione dei riti, la partecipazione attiva dei laici
nelle celebrazioni, la regolamentazione del canto popolare religioso, la riforma della
preghiera delle Ore. Ma come è stato recepito questo documento? Giovanni Peduto
lo ha chiesto al cardinale Arinze. R. - E’ stato recepito bene, perché questo documento
ha aiutato la Chiesa a vivere, con più partecipazione di tutti i fedeli, le celebrazioni
liturgiche, specialmente la Santa Messa. Anche l’introduzione della lingua locale
aiuta a comprendere; è un elemento molto importante. D. – Quindi, i frutti della
Sacrosanctum Concilium sono stati positivi?
R. – Certo, si vede la ricchezza
della Sacra Scrittura che abbiamo nella liturgia e poi la partecipazione dei laici:
non è nuova, ma è molto più viva. Se si considera come celebriamo oggi la Messa e
com’era celebrata 60 anni fa, si nota veramente una differenza. Inoltre, il breviario,
la preghiera della Chiesa nelle diverse ore della giornata, attraverso letture scelte,
è uno dei libri migliori del rinnovamento. Purtroppo molti laici non utilizzano questa
preghiera.
D. – Eminenza, tuttavia non sono mancate difficoltà in questi 40
anni…
R. – Certo, ci sono quelli che hanno introdotto abusi nella Chiesa, nella
celebrazione. Quando vanno all’altare non seguono ciò che è stato approvato. Dicono
cose strane, dicono cose che banalizzano la liturgia e la gente si stufa. Ci sono
quelli che, avendo visto tanti abusi durante la celebrazione della Messa, dicono:
“Noi torneremo alla Messa così come era 50 anni fa”. Ma chi è colpevole è la persona
che non ha celebrato secondo i riti approvati.
D. – Ma si può ancora migliorare
qualcosa?
R. – Certo. Ogni opera umana può essere perfezionata. La liturgia
come tale è opera di Cristo. Ma non possiamo non vedere il modo di agire sull’altare
che può essere migliorato, in modo che sia di buon gusto. L’arte sacra, la musica
polifonica gregoriana, la musica popolare: tutto deve essere in funzione della liturgia.
Tutto ciò può essere migliorato.