LUSAKA - “La Pace in terra, anelito profondo degli
esseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pieno
rispetto dell’ordine stabilito da Dio”. I vescovi dello Zimbabwe hanno voluto iniziare
con le parole introduttive dell’Enciclica “Pacem in Terris” di Papa Giovanni XIII
la loro tradizionale lettera pastorale per l’Avvento in cui svolgono una riflessione
sulla pace in un paese diviso, partendo appunto dagli insegnamenti del famoso documento
giovanneo. Un documento, rilevano i presuli, scritto in un contesto storico ormai
lontano, quello della Guerra Fredda, ma che ben si adatta all’attuale situazione del
mondo e dello Zimbabwe, in particolare, attraversato da una profonda crisi politica,
economica e sociale. In questo contesto, osservano, il messaggio di fondo di Papa
Giovanni che non c’è pace senza verità, giustizia, amore e libertà, è quanto mai
attuale. La verità innanzitutto. Come ha ribadito il Santo Padre Giovanni Paolo II,
la verità può costruire la pace quando ciascuno riconosce sinceramente non solo i
propri diritti, ma anche i suoi doveri verso il prossimo. In Zimbabwe, denunciano
i vescovi, ciò non sta accadendo e in questo grande è la responsabilità dei media
nazionali. Non ci può poi essere pace se non si lavora per la giustizia, ovvero il
riconoscimento che ciascun essere umano è portatore di doveri e diritti universali.
Diritti di cui la maggior parte dei cittadini dello Zimbabwe, alle prese con una povertà
crescente, sfruttamento e altre ingiustizie, non possono oggi godere. La pace si fonda
poi sull’amore e in questo senso è inconciliabile con l’intolleranza, l’ingordigia
e il farsi giustizia da soli, come si è visto in questi anni per la questione agraria.
Non può infine esserci pace senza la libertà, intesa non come prevaricazione di un’etnia,
una razza o una religione sull’altra, ma come capacità di assumersi le responsabilità
delle proprie azioni. Di qui l’appello finale dei vescovi ai fedeli, alle autorità
e a tutte le persone di buona volontà a lavorare per il consolidamento di questi quattro
pilastri della pace, senza la quale non sarà possibile “costruire una società più
umana” in Zimbabwe. (Lettera pastorale 30 nov. – ZENGARINI)