NEW DELHI - I vescovi indiani hanno accolto con soddisfazione
le ultime iniziative di pace dei governi di Islamabad e New Delhi che lunedì scorso
hanno annunciato la prossima riapertura dei collegamenti aerei tra India e Pakistan,
sospesi dopo l'attentato contro il parlamento indiano del dicembre 2001. La decisione
si aggiunge al cessate il fuoco annunciato la settimana scorsa sulla linea di controllo
che divide la parte indiana del Kashmir da quella pachistana. “Un lungamente atteso
passo nella giusta direzione”. Questo il commento del portavoce della Conferenza episcopale
indiana (Cbci), padre Babu Joseph, secondo il quale le nuove iniziative di pace seguite
al disgelo iniziato ad aprile, contribuiranno in modo determinante a rafforzare la
regione. “La sicurezza e la stabilità della Asia meridionale - ha spiegato all’agenzia
Ucan – dipende in larga parte dai buoni rapporti tra India e Pakistan”. Una pacificazione
fortemente caldeggiata dalla Chiesa indiana che spera che i due paesi possano in futuro
lavorare insieme per lo sviluppo economico e sociale della regione. La coincidenza
dell’inizio del cessate il fuoco con la festa musulmana dell’Id-al-Fitr, ha fatto
quindi notare padre Joseph, non poteva essere più felice, perché essa “simboleggia
la fratellanza e l’unità tra tutti gli esseri umani”. Dalla divisione dei due paesi
nel 1947 seguita all’indipendenza dalla Gran Bretagna, India e Pakistan hanno combattuto
quattro guerre, di cui due per il conteso territorio del Kashmir. L’attentato al parlamento
indiano del dicembre 2001 aveva nuovamente portato i due paesi sull’orlo del conflitto. (Ucan:
2 dic. – ZENGARINI)