L'impegno della Chiesa di Costantinopoli contro fanatismo e intolleranza
ISTANBUL.= Nei tragici attentati di Istanbul del 15 e 20 novembre “tanti innocenti,
nostri fratelli, hanno perso la vita, mentre tantissimi altri sono rimasti feriti.
Atti di questo tipo, sotto qualsiasi idea, ideale o qualifica si nascondano, li accomuniamo
sotto un solo nome: “terrorismo”, e li deploriamo profondamente”.
Così ieri
il Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, rivolgendosi alle autorità civili e
religiose presenti in Turchia per la festa di sant’Andrea, fondatore e patrono della
Chiesa di Costantinopoli. Nel suo discorso al Fanar, sede del Patriarcato ecumenico,
Bartolomeo I ha poi sottolineato che le radici dell’odio vanno ricercate nel fanatismo,
nell’intolleranza e nella mentalità di scontro.
“Consci che affinché il dialogo
possa dare buoni frutti è necessario un equilibrio tra le parti ad ogni livello -
ha concluso il Patriarca - ci impegniamo ad impedire l’ingiusta distribuzione dei
beni e la spaccatura, ogni giorno più evidente, fra il nord e il sud del mondo”.
Presente
ieri alle celebrazioni anche una delegazione del Vaticano. Sant’Andrea, infatti, è
fratello dell’apostolo San Pietro ed è tradizione l’invio di delegazioni tra il Patriarcato
di Costantinopoli e la Santa Sede, in occasione delle due festività di San Pietro,
il 29 giugno, e di Sant’Andrea, il 30 novembre, con uno scambio di messaggi tra il
Papa e il Patriarca ecumenico. (B.C.)