L’intesa di Ginevra può considerarsi un percorso verso la pace in Medio Oriente come
la Road Map? Giada Aquilino lo ha chiesto a Marcella Emiliani, docente di Relazioni
Internazionali del Medio Oriente all’Università di Bologna: R. – Assolutamente
no. Questa cosiddetta Dichiarazione di Ginevra è una iniziativa che è stata presa
da politici, che certamente hanno ricoperto ruoli importanti in passato, ma va ad
intendersi come una iniziativa al di fuori della politica ufficiale ed avanzata dalla
società civile.
D. – Quindi quanto vale l’intesa di Ginevra rispetto alla Road
Map?
R. – I due progetti non sono minimamente comparabili, nel senso che la
Road Map è il piano ufficiale sponsorizzato – come sappiamo – da Stati Uniti, Unione
Europea, Russia ed Onu. La cosa più importante qui è che la società civile si fa sentire
attraverso un documento del genere e soprattutto spezza quel fronte di odio e di guerra
che sembra ormai il destino a cui vanno incontro israeliani e palestinesi. E’ quindi
un segnale forte per influenzare la politica.
D. – Tra i punti dell’Accordo
di Ginevra c’è la spartizione di Gerusalemme. Quali problemi si innescherebbero per
esempio sul controllo dei Luoghi Santi?
R. - Con questa proposta viene riconosciuta,
comunque, una sovranità palestinese su Gerusalemme Est, naturalmente con il pieno
rispetto per la libertà di culto per tutte le religioni. Il problema è che esiste
una legge fondamentale cioè costituzionale dello Stato di Israele del 1980 che recita:
Gerusalemme è la capitale unita ed indivisibile dello Stato”.
D. – Il testo
non accenna a scadenze e modi per la fine delle violenze, perché?
R. – Non
può impegnare nessuno quel testo, non impegna neanche l’Autonomia Nazionale Palestinese,
figurarsi se impegna le organizzazioni come Hamas e Jihad Islamica, che peraltro non
riconoscono neanche l’Autorità Nazionale Palestinese. Il primo a dire che non impegna
nessuno è lo stesso primo ministro israeliano Sharon. Rappresenta quindi la speranza
e la volontà che si arrivi ad una pace. Quella è una piattaforma praticabile, sempre
però se qualcuno la pace la vuole fare, perché se la si vuole fare anche nella Road
Map sono previste delle modalità.