La firma a Ginevra dell'accordo di pace tra pacificti israeliani ed esponenti palestinesi
Tre palestinesi armati sono rimasti uccisi stamane a Ramallah, in Cisgiordania, durante
l’incursione israeliana alla ricerca di estremisti palestinesi. Un bambino di nove
anni, ferito accidentalmente durante l’incursione, è deceduto invece pochi minuti
fa. Decine gli arrestati.
Si fa problematico pensare a un incontro tra Sharon
e Abu Ala dopo che Israele ha ribadito all'inviato degli Stati Uniti, Burns, che
la costruzione del 'muro' in Cisgiordania andrà avanti e non sarà accolta la richiesta
palestinese di cessare i lavori per facilitare l'incontro.
Mancano poche ore,
invece, alla cerimonia per il varo dell'Iniziativa di Ginevra per la pace in Medio
oriente, l'intesa negoziata da personalità israeliane e palestinesi senza il mandato
delle rispettive autorità. Solo in extremis, e dietro pressioni del presidente egiziano
Mubarak, Arafat ha autorizzato due esponenti del suo movimento Al Fatah a partire
per Ginevra. L’iniziativa raccoglierà oggi a Ginevra centinaia di personalità tra
cui l'ex presidente americano Jimmy Carter. Ha già espresso il proprio appoggio l'alto
rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione Europea, Javier
Solana.
Resta forte però l’opposizione di molti, come spiega nel servizio Graziano
Motta:
Il piano viene respinto dalla maggioranza parlamentare confessionale
e nazionalista, che denuncia i suoi principi basilari, quali: la definizione delle
frontiere sulla linea dell’armistizio del 1948; lo smantellamento di quasi tutti gli
insediamenti di coloni nei territori occupati nella guerra del ’67; e la rinuncia
israeliana alla sovranità sulla parte araba di Gerusalemme e sulla spianata dell’antico
tempio ebraico dove adesso sorgono le moschee, preludio alla divisione della città
santa, alle tre religioni monoteiste. Il piano è considerato nullo dal governo Sharon
perché formulato al di fuori dei canali istituzionali e perché – sostiene – incoraggia
il terrorismo. Nel compromesso accettato dai palestinesi vi è la rinuncia al diritto
al ritorno dei profughi, delle guerre del ’48 e del ’67, alle loro case in territorio
israeliano. E per questo il patto è stato contestato da molti membri di Al Fatah,
anche con manifestazioni di piazza. Nel tentativo di comporre le divisioni, Arafat
ha inviato alla cerimonia di Ginevra il suo consigliere per la sicurezza, Yibril Rayub,
e due ministri. Vi assisteranno alcune centinaia di pacifisti palestinesi e di israeliani,
fra cui personalità della cultura, nonché esponenti di rappresentanti di Paesi arabi
moderati, per testimoniare tutti che il dialogo di pace è possibile anche dopo più
di 3 anni di violenza e di morte.