2003-12-02 15:38:18

La firma a Ginevra dell'accordo di pace tra pacificti israeliani ed esponenti palestinesi


Tre palestinesi armati sono rimasti uccisi stamane a Ramallah, in Cisgiordania, durante l’incursione israeliana alla ricerca di estremisti palestinesi. Un bambino di nove anni, ferito accidentalmente durante l’incursione, è deceduto invece pochi minuti fa. Decine gli arrestati.

Si fa problematico pensare a un incontro tra Sharon e Abu Ala dopo che Israele ha ribadito all'inviato degli Stati Uniti, Burns, che la costruzione del 'muro' in Cisgiordania andrà avanti e non sarà accolta la richiesta palestinese di cessare i lavori per facilitare l'incontro.

Mancano poche ore, invece, alla cerimonia per il varo dell'Iniziativa di Ginevra per la pace in Medio oriente, l'intesa negoziata da personalità israeliane e palestinesi senza il mandato delle rispettive autorità. Solo in extremis, e dietro pressioni del presidente egiziano Mubarak, Arafat ha autorizzato due esponenti del suo movimento Al Fatah a partire per Ginevra. L’iniziativa raccoglierà oggi a Ginevra centinaia di personalità tra cui l'ex presidente americano Jimmy Carter. Ha già espresso il proprio appoggio l'alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione Europea, Javier Solana.

Resta forte però l’opposizione di molti, come spiega nel servizio Graziano Motta:

Il piano viene respinto dalla maggioranza parlamentare confessionale e nazionalista, che denuncia i suoi principi basilari, quali: la definizione delle frontiere sulla linea dell’armistizio del 1948; lo smantellamento di quasi tutti gli insediamenti di coloni nei territori occupati nella guerra del ’67; e la rinuncia israeliana alla sovranità sulla parte araba di Gerusalemme e sulla spianata dell’antico tempio ebraico dove adesso sorgono le moschee, preludio alla divisione della città santa, alle tre religioni monoteiste. Il piano è considerato nullo dal governo Sharon perché formulato al di fuori dei canali istituzionali e perché – sostiene – incoraggia il terrorismo. Nel compromesso accettato dai palestinesi vi è la rinuncia al diritto al ritorno dei profughi, delle guerre del ’48 e del ’67, alle loro case in territorio israeliano. E per questo il patto è stato contestato da molti membri di Al Fatah, anche con manifestazioni di piazza. Nel tentativo di comporre le divisioni, Arafat ha inviato alla cerimonia di Ginevra il suo consigliere per la sicurezza, Yibril Rayub, e due ministri. Vi assisteranno alcune centinaia di pacifisti palestinesi e di israeliani, fra cui personalità della cultura, nonché esponenti di rappresentanti di Paesi arabi moderati, per testimoniare tutti che il dialogo di pace è possibile anche dopo più di 3 anni di violenza e di morte.







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