Dal Papa una delegazione del Centro ebraico "Simon Wiesenthal"
“In questi tempi difficili preghiamo perché tutti i popoli si rafforzino nel loro
impegno di reciproca comprensione, di riconciliazione e di pace”.
Con queste
parole, Giovanni Paolo II ha salutato questa mattina una delegazione del Simon Wiesenthal
Centre, celebre organizzazione non governativa ebraica consacrata alla preservazione
della memoria dell’Olocausto sul piano sociale, educativo e politico.
Il Papa
ha ringraziato la delegazione accolta in Vaticano per il premio umanitario consegnatogli
dal Centro: un premio annuale, la cui edizione per il 2003 è stata attribuita al Pontefice
come segno di riconoscimento, recita la motivazione, per “la sua amicizia verso il
popolo ebraico”.
Negli anni scorsi, il premio era stato assegnato tra gli altri
al Dalai Lama e all'allora re di Giordania, Hussein. Secondo quanto riferito dalle
agenzie, inoltre, il rabbino Marvin Hier, decano del Centro, ha chiesto sostegno al
Papa per l’avvio di una campagna internazionale che giunga a dichiarare gli attacchi
suicidi dei terroristi un “crimine contro l’umanità”.
L’organizzazione ebraica,
fondata nel 1977, ha sedi in tutto il mondo e conta 400 mila membri sparsi negli Stati
Uniti, in Canada, in Europa e in America Latina. Il Centro porta il nome dell’architetto
viennese che, sopravvissuto ai tredici campi di sterminio nazisti, ha speso la vita
nell’assicurare alla giustizia quanti si sono macchiati di crimini contro l’umanità
durante la Seconda guerra mondiale, facendo processare e condannare oltre 1.100 nazisti.
Il
Simon Wiesenthal Center è una organizzazione non governativa accreditata presso l’Onu
e l’Unesco, e combatte ovunque la discriminazione razziale, il proliferare di gruppi
estremisti neonazisti e il terrorismo. Ultimamente il Centro si occupa anche dell’istigazione
all’odio razziale su Internet.