Polemiche sul sondaggio Eurobarometro che indica Israele come minaccia alla pace
Israele in testa ai paesi che rappresentano una minaccia alla pace: è questa la valutazione
degli europei secondo il sondaggio Eurobarometro voluto dalla Commissione dell’Unione
europea e discusso ieri in base alle anticipazioni. Nel testo ufficiale, diffuso oggi
a Bruxelles, si legge che il 59% dei cittadini europei ritiene che Israele sia il
paese che piu' rappresenta una minaccia per la pace internazionale. Seguono al secondo
posto, con il 53%, l'Iran, la Corea del Nord e gli Stati Uniti. Subito dopo sono
registrati l'Iraq, al 52%, l'Afghanistan al 50%, il Pakistan al 48%. Nella lista dei
dodici paesi presi in considerazione figuravano tra gli altri Usa, Ue, Russia, Corea
del Nord, Iran, Iraq, Afghanistan, Israele, Pakistan e India. Il servizio di Fausta
Speranza:
********** Il sondaggio conta complessivamente quindici domande,
che spaziano dalla legittimità dell'intervento Usa in Iraq, alla gestione della ricostruzione
del paese, fino alla valutazione della minaccia del terrorismo e della situazione
in Medio Oriente. Va detto che l'indagine e' stata realizzata su un campione di oltre
7.500 cittadini dell’Unione, intervistati tra l'8 e il 16 ottobre scorso. Sullo spessore
da attribuire alle risposte, qualcuno sceglie la prospettiva storica, recuperando
una presunta tradizione antisemita; altri le collocano sullo sfondo di una cronaca
recentissima: il questionario, infatti, è stato posto proprio nei giorni in cui si
parlava molto del muro eretto dal governo israeliano in Cisgiordania. Il punto di
vista del prof. Stefano Allievi, docente di storia contemporanea all’Università di
Padova:
“Credo non sia vera né l’una, né l’altra cosa e certamente non la prima.
Non esiste un 59 per cento di antisemiti in Europa, per fortuna. E dovrebbe far riflettere
il fatto che Paesi che hanno avuto le percentuali più alte di risposte critiche rispetto
ad Israele, sono Paesi, come l’Olanda, che persino storicamente, già nel periodo nazista,
hanno mostrato la più ampia apertura e solidarietà nei confronti degli ebrei. Nello
stesso tempo c’è una parte di verità nella seconda risposta, e cioè gli eventi del
momento influenzano le risposte in questo tipo di sondaggi che, tipicamente, misurano
una sensazione momentanea che può cambiare nel corso del tempo ed anche abbastanza
rapidamente. Questo però vale per tutti i sondaggi quantitativi, e cioè quelli in
cui si sentono molte persone via telefono”. Quali considerazioni, dunque restano
da fare? Ancora il prof. Allievi:
“Darei una lettura diversa. Senz’altro, nell’opinione
pubblica, anche colta, soprattutto colta, in Europa, c’è una critica molto forte allo
Stato d’Israele e alle sue politiche. Ci sono anche elementi di tipo geografico. Credo
che le risposte sulla Corea siano dovute semplicemente al fatto che è lontana. Se
fosse al di là del Mediterraneo le preoccupazioni degli europei sarebbero molto più
alte. Per cui, credo proprio che ci sia una critica netta, evidente, alle politiche
dello Stato d’Israele. Va però detto anche che ciò è un limite della domanda che è
stata fatta. La domanda chiedeva l’opinione rispetto alla pericolosità degli Stati.
Il problema è che molti pericoli alla pace del mondo vengono oggi da entità che non
sono statuali e sono attualmente le organizzazioni dei terroristi internazionali ed
Al Qaeda”. Una risonanza tutta particolare, ovviamente, ha avuto il sondaggio in
Israele o tra gli ebrei nel mondo. Abbiamo raccolto la riflessione di Giuseppe Laras,
presidente dell’Assemblea Rabbini d’Italia: “Il risultato di questo sondaggio è
stato estremamente violento. Secondo me, è un sondaggio che non riflette l’opinione
reale della maggioranza dei cittadini europei. Questa notizia è una notizia che offende
non soltanto i cittadini dello Stato d’Israele; preoccupa non solo gli ebrei d’Europa
e non solo d’Europa; ma moltissime persone che non sono né ebree né israeliane che
evidentemente hanno un’altra opinione su quello che è il terrorismo, sulla minaccia
del terrorismo, sulla pace, sulle ragioni della pace, eccetera”. In conclusione,
un ultimo dato: l’81% degli interpellati ritengono che l’Unione Europea dovrebbe giocare
un ruolo più importante nella soluzione del conflitto che oppone palestinesi e israeliani.