2003-11-03 17:44:02

Polemiche sul sondaggio Eurobarometro che indica Israele come minaccia alla pace


Israele in testa ai paesi che rappresentano una minaccia alla pace: è questa la valutazione degli europei secondo il sondaggio Eurobarometro voluto dalla Commissione dell’Unione europea e discusso ieri in base alle anticipazioni. Nel testo ufficiale, diffuso oggi a Bruxelles, si legge che il 59% dei cittadini europei ritiene che Israele sia il paese che piu' rappresenta una minaccia per la pace internazionale. Seguono al secondo posto, con il 53%, l'Iran, la Corea del Nord e gli Stati Uniti. Subito dopo sono registrati l'Iraq, al 52%, l'Afghanistan al 50%, il Pakistan al 48%. Nella lista dei dodici paesi presi in considerazione figuravano tra gli altri Usa, Ue, Russia, Corea del Nord, Iran, Iraq, Afghanistan, Israele, Pakistan e India. Il servizio di Fausta Speranza:

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Il sondaggio conta complessivamente quindici domande, che spaziano dalla legittimità dell'intervento Usa in Iraq, alla gestione della ricostruzione del paese, fino alla valutazione della minaccia del terrorismo e della situazione in Medio Oriente. Va detto che l'indagine e' stata realizzata su un campione di oltre 7.500 cittadini dell’Unione, intervistati tra l'8 e il 16 ottobre scorso. Sullo spessore da attribuire alle risposte, qualcuno sceglie la prospettiva storica, recuperando una presunta tradizione antisemita; altri le collocano sullo sfondo di una cronaca recentissima: il questionario, infatti, è stato posto proprio nei giorni in cui si parlava molto del muro eretto dal governo israeliano in Cisgiordania. Il punto di vista del prof. Stefano Allievi, docente di storia contemporanea all’Università di Padova:

“Credo non sia vera né l’una, né l’altra cosa e certamente non la prima. Non esiste un 59 per cento di antisemiti in Europa, per fortuna. E dovrebbe far riflettere il fatto che Paesi che hanno avuto le percentuali più alte di risposte critiche rispetto ad Israele, sono Paesi, come l’Olanda, che persino storicamente, già nel periodo nazista, hanno mostrato la più ampia apertura e solidarietà nei confronti degli ebrei. Nello stesso tempo c’è una parte di verità nella seconda risposta, e cioè gli eventi del momento influenzano le risposte in questo tipo di sondaggi che, tipicamente, misurano una sensazione momentanea che può cambiare nel corso del tempo ed anche abbastanza rapidamente. Questo però vale per tutti i sondaggi quantitativi, e cioè quelli in cui si sentono molte persone via telefono”.
Quali considerazioni, dunque restano da fare? Ancora il prof. Allievi:

“Darei una lettura diversa. Senz’altro, nell’opinione pubblica, anche colta, soprattutto colta, in Europa, c’è una critica molto forte allo Stato d’Israele e alle sue politiche. Ci sono anche elementi di tipo geografico. Credo che le risposte sulla Corea siano dovute semplicemente al fatto che è lontana. Se fosse al di là del Mediterraneo le preoccupazioni degli europei sarebbero molto più alte. Per cui, credo proprio che ci sia una critica netta, evidente, alle politiche dello Stato d’Israele. Va però detto anche che ciò è un limite della domanda che è stata fatta. La domanda chiedeva l’opinione rispetto alla pericolosità degli Stati. Il problema è che molti pericoli alla pace del mondo vengono oggi da entità che non sono statuali e sono attualmente le organizzazioni dei terroristi internazionali ed Al Qaeda”.
Una risonanza tutta particolare, ovviamente, ha avuto il sondaggio in Israele o tra gli ebrei nel mondo. Abbiamo raccolto la riflessione di Giuseppe Laras, presidente dell’Assemblea Rabbini d’Italia:
“Il risultato di questo sondaggio è stato estremamente violento. Secondo me, è un sondaggio che non riflette l’opinione reale della maggioranza dei cittadini europei. Questa notizia è una notizia che offende non soltanto i cittadini dello Stato d’Israele; preoccupa non solo gli ebrei d’Europa e non solo d’Europa; ma moltissime persone che non sono né ebree né israeliane che evidentemente hanno un’altra opinione su quello che è il terrorismo, sulla minaccia del terrorismo, sulla pace, sulle ragioni della pace, eccetera”.
In conclusione, un ultimo dato: l’81% degli interpellati ritengono che l’Unione Europea dovrebbe giocare un ruolo più importante nella soluzione del conflitto che oppone palestinesi e israeliani.







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