La Slovacchia nel cuore,così il Papa all'udienza generale
La Slovacchia nel cuore, con la sua gente, le sue celebrazioni “belle e suggestive”,
la constatazione di una linfa evangelica che non ha smesso di scorrere nella Chiesa
locale, neanche quando la storia le ha riservato persecuzione e martirio.
E’
un affettuoso e ammirato apprezzamento quello che Giovanni Paolo II ha riservato oggi
ai fedeli e alle istituzioni slovacche. L’udienza generale in Piazza San Pietro ha
permesso al Papa di riandare con la memoria ai giorni e agli avvenimenti del 102.mo
viaggio apostolico appena concluso, il terzo nel Paese appartenente al blocco di nazioni
che nel maggio 2004 entrerà nell’Unione Europea. Proprio questo aspetto è stato una
volta di più sottolineato dal Pontefice: “Con piacere ho potuto ammirare lo sviluppo
economico e sociale che è stato realizzato in questi anni (…). Grazie a Dio, (il popolo
slovacco, ndr) possiede un ricco patrimonio spirituale, che, nonostante la dura persecuzione
subita nel passato, ha saputo saldamente conservare”. Dalla visita all’antica cattedrale
di Trnava fino alla cerimonia di beatificazione del vescovo Vasil’ Hopko e di suor
Zdenka Schelingova, domenica scorsa a Bratislava, Giovanni Paolo II ha ricordato tutti
i singoli momenti di incontro con la comunità ecclesiale slovacca. Ed ha ribadito
alcune delle affermazioni-chiave che hanno costituito la trama spirituale del viaggio:
dal “coltivare, a partire dalla famiglia, una libertà matura” al restare “solidamente
radicati” nella secolare tradizione cristiana del Paese. Tradizione che permetterà
alla Slovacchia – si è detto convinto il Papa - di “offrire alla costruzione dell’Europa
un suo valido contributo anche sul piano dei valori”. Per questo, fondamentale resta
il lavoro di formazione proposto dalla Chiesa a partire dai suoi vescovi, sempre al
centro dell’attenzione del Pontefice:
“Li ho incoraggiati a proseguire nella
vasta opera di promozione della vita cristiana, dopo gli anni bui dell’isolamento
e della dittatura comunista”. Sulla scorta di quel passato doloroso, ha concluso
Giovanni Paolo II, si misura la volontà espressa dai fedeli slovacchi di “restare
fedeli a Cristo e alla Chiesa”, proposito che il Papa ha affidato alla Madonna Addolorata,
principale Patrona del Paese europeo.
Tra le migliaia di persone radunate in
Piazza San Pietro, vi erano stamani anche i dirigenti della Federazione italiana giuoco
calcio insieme agli arbitri di Serie A e B. Al momento dei saluti conclusivi, Giovanni
Paolo II ha voluto indirizzare un pensiero e insieme un’esortazione ai rappresentanti
di uno sport molto amato in Italia, al centro, negli ultimi mesi, di una serie di
vicissitudini:
“Carissimi, la vostra presenza mi offre l’occasione per auspicare
ancora una volta che lo sport sia sempre palestra di autentica formazione umana, ispirata
ai valori etici e spirituali”.