Il cardinale vietnamita François Xavier Nguyen Vân Thuân, un testimone coraggioso,
simbolo di speranza
Un anno fa moriva a Roma il cardinale vietnamita François Xavier Nguyen Vân Thuân,
presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. “Una vita spesa
nell’adesione coerente ed eroica alla propria vocazione”, un pastore “sempre fedele
alla Chiesa anche nel duro tempo della persecuzione”. Così, Giovanni Paolo II tratteggiava
la figura del cardinale Vân Thuân, spentosi il pomeriggio del 16 settembre 2002 nella
clinica romana Pio XI, dopo una lunga malattia.
Aveva 74 anni e una storia
di persecuzione da parte del regime comunista, con 13 anni di prigionia, nove dei
quali in totale isolamento. Un’esperienza dolorosa, vissuta e superata con la forza
della fede, che lo ha reso un coraggioso ed esemplare testimone oltre che un simbolo
della speranza. Il suo successore alla guida del Pontificio Consiglio Giustizia e
Pace, l’arcivescovo Renato Martino, presiederà questo pomeriggio alle ore 18.00 una
Liturgia Eucaristica commemorativa nella chiesa romana di Santa Maria della Scala,
sede titolare cardinalizia del porporato scomparso. Ma ecco come, al microfono di
Fabio Colagrande, l’arcivescovo Martino ricorda il cardinale Vân Thuân, di cui ha
assunto l’eredità spirituale. ********** R. – La preziosa eredità che mi ha
lasciato mi rende partecipe della sua personalità umana e mi permette di coglierne
i tratti distintivi: la gentilezza, la discrezione che nascevano dalla bontà e dalla
delicatezza d’animo, come anche dalla prudenza legata alla volontà di cercare comunque
il bene per tutti. Una grande cultura, quasi nascosta con pudore ma svelata da una
profonda sapienza. Sapeva cogliere di ogni situazione gli aspetti profondi. Una fortezza,
fonte di determinazione e pazienza; e in fine, ma forse è meglio dire: in sintesi,
la volontà di essere un uomo donato agli altri, sempre e a qualsiasi prezzo.
D.
– Eccellenza, nella personalità spirituale del porporato vietnamita avevano lasciato
una traccia indelebile i suoi 13 anni di prigionia...
R. – Certo, e questo
credo che abbia segnato per tutto il resto della sua vita il suo carattere e la sua
personalità, il suo servizio, la sua determinazione di servire gli altri. Quella che
fu per il cardinale Vân Thuân una straordinaria ed indelebile esperienza spirituale,
resta per noi la più preziosa delle eredità, esempio di un autentico uomo di pace,
un cristiano sereno ed un vescovo fiducioso. La consapevolezza interiore di aver combattuto
una buona battaglia e di aver conservato la fede lo distinse e lo aiutò anche come
presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; cardinale, si lasciava
guidare con grande lucidità dal valore e dall’importanza della dottrina sociale della
Chiesa per la costruzione di un nuovo mondo più giusto e più solidale.