2003-09-17 19:44:31

Il cardinale vietnamita François Xavier Nguyen Vân Thuân, un testimone coraggioso, simbolo di speranza


Un anno fa moriva a Roma il cardinale vietnamita François Xavier Nguyen Vân Thuân, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.
“Una vita spesa nell’adesione coerente ed eroica alla propria vocazione”, un pastore “sempre fedele alla Chiesa anche nel duro tempo della persecuzione”.
Così, Giovanni Paolo II tratteggiava la figura del cardinale Vân Thuân, spentosi il pomeriggio del 16 settembre 2002 nella clinica romana Pio XI, dopo una lunga malattia.

Aveva 74 anni e una storia di persecuzione da parte del regime comunista, con 13 anni di prigionia, nove dei quali in totale isolamento. Un’esperienza dolorosa, vissuta e superata con la forza della fede, che lo ha reso un coraggioso ed esemplare testimone oltre che un simbolo della speranza. Il suo successore alla guida del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, l’arcivescovo Renato Martino, presiederà questo pomeriggio alle ore 18.00 una Liturgia Eucaristica commemorativa nella chiesa romana di Santa Maria della Scala, sede titolare cardinalizia del porporato scomparso. Ma ecco come, al microfono di Fabio Colagrande, l’arcivescovo Martino ricorda il cardinale Vân Thuân, di cui ha assunto l’eredità spirituale.
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R. – La preziosa eredità che mi ha lasciato mi rende partecipe della sua personalità umana e mi permette di coglierne i tratti distintivi: la gentilezza, la discrezione che nascevano dalla bontà e dalla delicatezza d’animo, come anche dalla prudenza legata alla volontà di cercare comunque il bene per tutti. Una grande cultura, quasi nascosta con pudore ma svelata da una profonda sapienza. Sapeva cogliere di ogni situazione gli aspetti profondi. Una fortezza, fonte di determinazione e pazienza; e in fine, ma forse è meglio dire: in sintesi, la volontà di essere un uomo donato agli altri, sempre e a qualsiasi prezzo.

D. – Eccellenza, nella personalità spirituale del porporato vietnamita avevano lasciato una traccia indelebile i suoi 13 anni di prigionia...

R. – Certo, e questo credo che abbia segnato per tutto il resto della sua vita il suo carattere e la sua personalità, il suo servizio, la sua determinazione di servire gli altri. Quella che fu per il cardinale Vân Thuân una straordinaria ed indelebile esperienza spirituale, resta per noi la più preziosa delle eredità, esempio di un autentico uomo di pace, un cristiano sereno ed un vescovo fiducioso. La consapevolezza interiore di aver combattuto una buona battaglia e di aver conservato la fede lo distinse e lo aiutò anche come presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; cardinale, si lasciava guidare con grande lucidità dal valore e dall’importanza della dottrina sociale della Chiesa per la costruzione di un nuovo mondo più giusto e più solidale.







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