Per la Chiesa della Slovacchia la visita del Papa segna l’inizio solenne del Sinodo
diocesano. Un momento di riflessione e di rilancio per l’intera comunità cattolica,
a partire dalla gerarchia ecclesiale che oggi conta 19 vescovi, oltre al cardinale
vescovo di Nitra, Ján Chryzostom Korec, e al cardinale Jozef Tomko, originario dell’arcidiocesi
di Kosice.
E proprio ai vescovi della Conferenza episcopale slovacca - con
i quali si è intrattenuto per il pranzo, nel Seminario di Banská Bystrica – il Pontefice
ha indirizzato un messaggio. ********** “Non vi scoraggiate e non lasciatevi
sopraffare dalle difficoltà e dalla fatica. Contate sempre sul sostegno della grazia
del Signore, che opera meraviglie anche attraverso la nostra debolezza”. Sono le parole
scritte da Giovanni Paolo II nel messaggio ai vescovi slovacchi incontrati oggi per
il pranzo nel seminario di Banská Bystrica. “Il ministero episcopale – continua il
Papa - porta con sé spine e croci, che spesso rimangono racchiuse nel segreto del
cuore. Ma (…) nel piano misterioso della Provvidenza queste sofferenze sono la garanzia
della fecondità di un apostolato che produrrà con l’aiuto di Dio frutti abbondanti”. A
soli tre giorni dal decimo anniversario della costituzione della Conferenza Episcopale
Slovacca, il prossimo 15 settembre, il Santo Padre ricorda come il Paese, “uscito
dai tempi bui della persecuzione e del silenzio, nei quali offrì una prova luminosa
di fedeltà al Vangelo, ha potuto in questi ultimi anni riprendere le sue attività,
dandosi anche le strutture necessarie al libero esercizio della sua missione”. Tra
i traguardi importanti degli ultimi anni, il Papa annovera “l’accordo generale di
base sottoscritto con la Repubblica Slovacca nel 2000, il lavoro delle Commissioni
miste per preparare altri Accordi parziali, l’erezione dell’Ordinariato Militare,
l’apertura dell’Università Cattolica a Ružomberok e il potenziamento delle trasmissioni
dell’emittente Radio Lumen”.
Ma il segno più incisivo che la ripresa della
vita cristiana in Slovacchia è in corso, è dato dal fatto che “molte persone hanno
ritrovato il coraggio evangelico di dichiarare apertamente la propria fede cattolica”.
“Vi esorto a continuare con coraggio nella strada intrapresa” – continua il Santo
Padre indicando ai presuli gli ambiti principali da coltivare: la formazione umana
e spirituale nei seminari e nelle case religiose promuovendo “una fioritura di vocazioni”;
il coinvolgimento dei laici “nell’animazione cristiana delle realtà temporali”; la
difesa della famiglia, dell’“unità e indissolubilità del matrimonio”; il “dialogo
con il mondo della cultura, sorretti dalla convinzione che fede e cultura si recano
un aiuto scambievole”; la cura – infine – dei deboli, dei poveri, dei disoccupati
ricordando che “l’evangeliz-zazione resta l’impegno primario della Chiesa”. A conclusione
del messaggio, Giovanni Paolo II, raccomandando i presuli slovacchi alla Vergine Maria
cita le parole del direttorio per il ministero pastorale dei vescovi: “Proprio perché
centro unitivo-dinamico della diocesi, il vescovo è costituito, primo di tutti gli
altri, servo di Dio e del suo popolo santo. Tutta la sua autorità, tutti i suoi uffici
- qualora si concepiscano e si esercitino conformemente al Vangelo - sono un eccellente
e continuo servizio, perché richiedono da lui la perfetta carità che lo rende pronto
a dare anche la vita per i propri fratelli. Soprattutto per il vescovo comandare è
giovare, presiedere è servire, governare è amare; l’onore si cambia in onere”.