In Medio Oriente non si interrompono le operazioni israeliane contro i membri di Hamas.
In Medio Oriente non si interrompono le operazioni israeliane contro i membri di Hamas.
Nel corso di un raid condotto, ieri, dall’esercito dello Stato ebraico è infatti rimasto
ucciso un esponente dell’organizzazione estremista.
Sono intanto risultate pesanti le conclusioni dell’inchiesta indipendente sugli eventi
dell’ottobre 2000 in Galilea quando la polizia israeliana represse nel sangue, causando
13 morti, le manifestazioni di cittadini arabi di Israele a sostegno dei palestinesi,
che da pochi giorni avevano cominciato l’Intifada.
A distanza di 3 anni da quei gravi episodi di violenza i rapporti tra arabi ed ebrei
di Israele faticano a trovare la strada della riconciliazione.
Ce lo conferma Graziano Motta:
La Commissione ha mosso gravi contestazioni all’apparato di polizia e anche ai responsabili
politici di allora e, soprattutto, al ministro della sicurezza interna, Shlomo Ben
Ami, per il quale ha chiesto che in avvenire non possa più ricoprire analogo incarico.
La valutazione politica più grave della Commissione è che la polizia trattò i dimostranti
come nemici di Israele, “atteggiamento che va combattuto” afferma, “perché è necessario
giungere ad un’eguaglianza reale dei diritti fra i cittadini della minoranza araba
e quelli della maggioranza ebraica”. Ieri, a Gerusalemme, la missione del responsabile
europeo per la politica estera, Solana, che è stato ricevuto dal ministro degli esteri
Shalom, ma non dal primo ministro Sharon, non ha del tutto composto i dissensi fra
Israele e l’Unione Europea sui rapporti con i palestinesi.
Per Radio Vaticana, Graziano Motta.