Due attentati a Bagdad, nel giorno dei funerali dell’ayatollah al Hakim a Najaf
In Iraq la storica formazione del primo governo dopo la caduta del regime di Saddam
Hussein è stata purtroppo oscurata da un’ennesima, interminabile ondata di violenze.
Due forti esplosioni, avvenute in un parcheggio della stazione di polizia di al Rasafa
non lontano dalla sede del ministero dell’Interno, hanno infatti colpito questa mattina
le strade di Baghdad causando la morte di una persona e almeno 21 feriti. L’attentato
cade all’indomani della morte di due militari americani e del ferimento di un terzo,
rimasti vittime della deflagrazione di un ordigno a Sud della capitale.
Oggi, intanto, circa 500 mila persone hanno partecipato ai funerali dell’ayatollah
al Hakim a Najaf, città dove il leader sciita è stato ucciso, venerdì scorso, insieme
a più di 100 persone. In un messaggio audio, attribuito a Saddam Hussein e trasmesso
ieri dalla televisione araba al Jazira, l’ex rais nega ogni responsabilità nell’attentato
perpetrato a Najaf.
Sul nuovo, presunto messaggio di Saddam ci riferisce Paolo Mastrolilli:
L’ex rais ha smentito di aver ordinato l’attentato della settimana scorsa nella città
sacra, in cui hanno perso la vita oltre 100 persone tra cui al Hakim. Saddam ha detto
di considerarsi ancora il leader di tutti gli iracheni e quindi di non poter compiere
atti del genere contro la sua gente. Poi ha accusato le forze di occupazione di aver
scaricato la responsabilità su di lui per dividere la popolazione e ha definito l’attentato
come un incidente. L’ex rais, però, non ha fatto commenti sugli attacchi contro la
sede dell’Onu e l’ambasciata giordana, che sono stati attribuiti ai suoi seguaci.
In questo clima di tensione, il Consiglio governativo provvisorio iracheno, insidiato
dagli americani a luglio, ha nominato i 25 membri del gabinetto. I ministri rispecchiano
la suddivisione etnica del Paese con 13 sciiti, 5 sunniti arabi, 5 sunniti curdi,
1 turcomanno ed 1 assiro-cristiano. Lo scopo è accelerare il passaggio di alcune funzioni
amministrative agli iracheni per diminuire il risentimento della popolazione.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.