2003-06-27 17:05:57

Conversione radicale, apertura docile allo Spirito Santo, accoglienza dei fratelli: le esigenze della spiritualità della comunione, sottolineate da Giovanni Paolo II nell’udienza ai responsabili delle Unioni Apostoliche del clero e dei laici.


“’Il Signore si serve di noi come di torce’, perché la sua luce illumini”. “’Da noi dipende che molti non rimangano nelle tenebre’”. E’ con questa citazione del santo Josè Maria Escrivà de Balaguer che il Papa si è rivolto questa mattina ai responsabili a livello internazionale dell’ Unione apostolica del Clero, nata in Francia nel 1862 e dei rappresentanti della nascente Unione dei Laici, sorta solo 3 anni or sono. A loro ha ricordato, nell’odierna Giornata mondiale di preghiera per la santificazione del Clero, che “i santi sono i più efficaci evangelizzatori”.

Il Papa si è poi soffermato sul tema del convegno nazionale promosso dall’Unione del Clero, in corso a Sacrofano, nei pressi di Roma: “Nella Chiesa particolare al modo della Comunione Trinitaria. La spiritualità diocesana è spiritualità di comunione”. Il Santo Padre ha sottolineato che il mistero della Comunione Trinitaria è l’alto modello di riferimento della comunione ecclesiale ed ha ricordato la Novo Millennio Ineunte “la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia è proprio questa: ‘fare della Chiesa, la casa e la scuola della comunione’”. “Questo comporta in primo luogo – ha aggiunto – “promuovere ‘una spiritualità della comunione’. Il Papa ne ha approfondito le esigenze: “radicale conversione a Cristo”, “docile apertura all’azione del suo Spirito Santo”, e “accoglienza sincera dei fratelli”.

“Nessuno si faccia illusioni – ha aggiunto nella citata Lettera apostolica – senza questo cammino spirituale, a ben poco servirebbero gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero apparati senz’anima, maschere di comunione più che sue vie di espressione e di crescita”.

Oggi solennità del Sacro Cuore di Gesù, il Papa ha concluso ricordando che il cammino spirituale che “ha la sua sorgente nel “cuore del Redentore” da cui “possiamo attingere l’energia spirituale indispensabile per irradiare nel mondo il suo amore e la sua gioia”.






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