2003-06-14 12:45:40

SUL TERRENO TRA LE TRUPPE ANGLO-AMERICANE E LA GUARDIA REPUBBLICANA DI SADDAM HUSSEIN, MENTRE LA POPOLAZIONE DI BAGHDAD E’ SEMPRE PIU’ PROVATA DAI BOMBARDAMENTI.


Nel dodicesimo giorno di guerra nel Golfo, procedono incessanti i bombardamenti su Baghdad, a cui si aggiungono gli attacchi missilistici sempre più frequenti e massicci sul fronte nord dell’Iraq. Secondo un reporter della France Presse , venti persone tra cui 11 bambini sono rimasti uccisi in seguito ad un raid sulla capitale irachena nella notte tra il 29 e il 30 marzo. Sul piano militare, per gli americani sarebbe stata ridotta del 50 per cento la capacità della Guardia repubblicana, mentre proprio il corpo d’elite di Saddam Hussein sta combattendo a Najaf, 150 chilometri a sud dalla capitale, nel primo combattimento terrestre con le forze della fanteria americana. Truppe alleate hanno, inoltre, compiuto un’incursione a nord di Nassiriya, alla ricerca di dirigenti iracheni di primo piano fra cui Ali Hassan Al Majid, cugino di Saddam Hussein, responsabile nel 1988 di una campagna di repressione nel Kurdistan iracheno in cui furono massicciamente impiegate armi chimiche che provocarono migliaia di morti tra gli abitanti di Halabja. Ma torniamo a Baghdad, dove la popolazione è ormai spossata dal martellamento coljh lkjh kjhtattato stamani da Roberto Piermarini:

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R. - Tutta la notte si sono sentite esplosioni attorno alla città, lontane dalla Nunziatura. Esplosioni anche nella zona degli uffici governativi. Fino a poco tempo fa si sono sentite esplosioni e bombardamenti. Quindi, la notte è passata sotto tensione, almeno per la maggior parte della gente, che non riesce a trovare un minimo di riposo.

D. - Mons. Filoni, che notizie ha avuto dagli altri vescovi del Paese? Ieri come è trascorsa la domenica?

R. - Si sono svolte le cerimonie religiose, le messe, come al solito nelle chiese cattoliche. Secondo le informazioni che mi hanno dato alcuni vescovi e parroci, i due terzi della comunità cristiana si riuniscono. Ma bisogna pensare anche che c’è una buona parte di cristiani che sono ritornati ai villaggi di origine. Da Bassora, l’altro ieri, l’arcivescovo aveva fatto sapere che la situazione attorno alla chiesa, dove c’è la comunità maggiore che si riunisce, era tranquilla. Solo una chiesa in periferia era rimasta colpita: una bomba era caduta nel giardino e il tetto della chiesa era crollato. Però fino a quel momento non c’erano danni a persone.







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