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Sommario del 15/08/2015

Il Papa e la Santa Sede

Oggi in Primo Piano

Nella Chiesa e nel mondo

Il Papa e la Santa Sede



Il Papa all’Angelus: la vita non è vagabondare senza senso

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Nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, Papa Francesco all’Angelus ha pregato affinché la Madre di Dio “rivolga a noi i suoi occhi misericordiosi, ci rischiari la strada, ci indichi la meta, e ci mostri Gesù”. Un timido sole - dopo una mattinata sferzata da pioggia e nuvole - ha accompagnato l’Angelus, il primo dopo 61 anni recitato il 15 agosto da un Pontefice in piazza San Pietro. Il pensiero del Santo Padre è andato, in particolare, alla popolazione della città cinese di Tianjin, dove alcune esplosioni nell’area industriale hanno causato, nei giorni scorsi, numerose vittime e ingenti danni. Il servizio di Amedeo Lomonaco: 

La fede – ha detto Papa Francesco – è “il motivo più vero della grandezza di Maria e della sua beatitudine”. La fede è “il cuore di tutta la storia di Maria”:

“Lei è la credente, la grande credente. Lei sa – e lo dice – che nella storia pesa la violenza dei prepotenti, l’orgoglio dei ricchi, la tracotanza dei superbi. Tuttavia, Maria crede e proclama che Dio non lascia soli i suoi figli, umili e poveri, ma li soccorre con misericordia e con premura, rovesciando i potenti dai loro troni, disperdendo gli orgogliosi nelle trame del loro cuore”.

La misericordia del Signore è il motore della storia. Le grandi cose fatte nella Madre di Dio dall’Onnipotente – ha aggiunto il Papa – non riguardano solo Maria. “Ci toccano profondamente, ci parlano del nostro viaggio nella vita, ci ricordano la meta che ci attende: la casa del Padre”:

“La nostra vita, vista alla luce di Maria assunta in Cielo, non è un vagabondare senza senso, ma è un pellegrinaggio che, pur con tutte le sue incertezze e sofferenze, ha una meta sicura: la casa di nostro Padre, che ci aspetta con amore”.

Il segno di consolazione e di speranza che Dio fa risplendere per il suo popolo ha un volto e un nome:

“Il volto luminoso della Madre del Signore, il nome benedetto di Maria, la piena di grazia, beata perché ha creduto nella parola del Signore. La grande credente! Come membri della Chiesa, siamo destinati a condividere la gloria della nostra Madre, perché, grazie a Dio, anche noi crediamo nel sacrificio di Cristo sulla croce e, mediante il Battesimo, siamo inseriti in tale mistero di salvezza”.

Dopo l’Angelus, il pensiero di Papa Francesco è andato alla popolazione della città di Tianjin, nel nord della Cina, dove alcune esplosioni nell’area industriale hanno causato numerosi morti e feriti:

“Assicuro la mia preghiera per coloro che hanno perso la vita e per tutte le persone provate da questa sciagura; il Signore dia sollievo ad esse e sostegno a quanti sono impegnati per alleviare le loro sofferenze”.

Il Pontefice ha salutato  infine i romani e i pellegrini giunti in piazza San Pietro, provenienti da diversi Paesi, affidandoli alla materna premura di Maria, che sempre – ha detto – “accompagna il nostro cammino”.

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Tweet di Francesco: da Dio opere grandiose grazie agli umili

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Nel giorno della Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, Papa Francesco ha lanciato un nuovo tweet: "La vita di Maria - scrive il Santo Padre - dimostra che Dio compie opere grandiose per mezzo dei più umili".

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Card. Parolin a Timor Est: come 500 anni fa, evangelizzare con fede e azione

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Si è chiusa oggi a Dil,i con una solenne celebrazione eucaristica nella festività dell’Assunta, la tappa a Timor Est del lungo viaggio che il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, sta compiendo in questi giorni in Asia. All’indomani della storica firma dell’accordo bilaterale per lo sviluppo del Paese, la giornata odierna si è incentrata sulla commemorazione del quinto centenario dell’evangelizzazione della Repubblica e sulle prospettive future dell’annuncio di Cristo. Il servizio di Gabriella Ceraso: 

“La pace e la gioia di Cristo sia sempre con voi!” Quella gioia che “ho potuto toccare con mano e che è nei vostri cuori da quando, 500 anni fa, la croce di Gesù è stata piantata sul vostro suolo” dai missionari portoghesi.

La gioia dell’incontro con Cristo
E’ questo il messaggio che il cardinale Pietro Parolin ha voluto lasciare alle autorità, ai vescovi, ai religiosi e al popolo timorese che hanno partecipato alla grande Messa celebrata a Dili nella solennità dell’Assunta, in questo ultimo giorno trascorso a Timor Est prima della partenza per Singapore.

Come Giovanni nel grembo di Elisabetta, sussulta di gioia al saluto di Maria giunta in visita così, ha ribadito il cardinale prendendo spunto dal Vangelo odierno, il popolo di “questa amata terra” - quasi naturalmente predisposto per gentilezza, calore e amore ad abbracciare il cristianesimo - fu colmo di “gioia accogliente” all’arrivo del messaggio di Gesù portato dagli evangelizzatori nel ‘500. Oggi, per restare in quel “flusso di gioia” e continuare nell’annuncio servono “fede e azione”. Il cardinale Parolin lascia questi due impegni alla comunità timorese, il cui cammino, specie nei momenti drammatici dell’indipendenza, rivela di aver seguito da vicino quando era giovane sacerdote in Segreteria di Stato.

Fede e Azione nel futuro di Timor Est
La fede è la vicinanza e il dialogo costante con Gesù, posto al centro della nostra vita; l’azione è il “cammino in avanti della comunità”, in “ uscita” come chiede Papa Francesco, lasciando tutto per il Vangelo sull'esempio dei primi missionari.”Questo deve fare la Chiesa oggi”: andare "con coraggio verso gli altri, cercare chi si è allontanato, essere coinvolta con la parole e le opere nella vita quotidiana delle persone, essere di sostegno e fonte di gioia sempre”. "Non potremmo mai essere a nostro agio” ripete il segretario di Stato ai laici e ai religiosi timoresi, “quando sappiamo che tanti nostri fratelli hanno bisogno del balsamo della misericordia  e del tocco dell'amore”.

Maria Assunta in cielo, segno di speranza e conforto
Nel nuovo corso dell’evangelizzazione a Timor Est il cardinale Parolin indica ancora una volta ai fedeli Gesù come modello, e Maria, Assunta in cielo in anima e corpo, come segno di speranza e conforto: perché, dice, come Lei anche noi possiamo stare sempre al fianco di Gesù. 

Al termine della Messa in un saluto affettuoso e fraterno a tutta la comunità timorese che lo ha accolto "come un fratello" in questi giorni, il cardinale ribadisce l'impegno della Chiesa ad accompagnare anche nel futuro la nazione asiatica nelle sue aspirazioni di giustizia, solidarietà e pace.

Dunque nella storia di Timor Est la Chiesa ha avuto sempre un ruolo importante di vicinanza e sostegno,come ha ribadito il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin nella sua visita alla Repubblica che oggi festeggia i cinquecento anni di evangelizzazione ad opera dei primi missionari domenicani. Particolarmente difficile fu il lungo cammino per la conquista dell'indipendenza ottenuta nel 1999 dopo il colonialismo portoghese e il più recente dominio dell’Indonesia, come racconta al microfono di Giacomo Zandonini, il superiore della Visitatoria Salesiana di Indonesia e Timor Est, don Joao Paulino Aparicio Guterres

R. – Nel 1975, nel mese di dicembre l’Indonesia ci ha praticamente invaso. All’inizio la loro fu una motivazione politica: pensavano che Timor sarebbe diventato un Paese filocomunista, cosa che in pratica non è vera. Quindi, con quell’obiettivo  il presidente di allora, Suharto, ha emanato un decreto con il quale i militari hanno invaso l’Indonesia e tante persone sono state uccise. Dal 1975 fino al 1999 sono morte 200 mila persone a causa di questa guerra. Qual è stato quindi il lavoro della Chiesa, in questo tempo? Prima di tutto, la difesa dei diritti umani; secondo – certamente – l’evangelizzazione: posso testimoniare che la Chiesa è stata molto vicina al popolo durante questa occupazione militare.

D. – La guerra entrava nelle case di tutti: lei ha in mente qualche episodio, qualche memoria di questo ventennio terribile?

R. – C’erano bombardamenti aerei, ma anche dal mare e da parte dell’esercito di terra, con tanti morti tra i civili. Nacquero allora gruppi timoresi paramilitari per lottare contro questa invasione barbarica. Direi che oggi il ruolo della Chiesa debba cambiare: la Chiesa cattolica, oggi, ha ancora una grande influenza ma deve fare ancora più evangelizzazione, un’evangelizzazione che di per sé dovrebbe essere più umanistica; aiutare il popolo a far sì che questa fede non sia soltanto da professare, ma faccia veramente parte della vita di ognuno.

D. – I cattolici sono cresciuti molto: le statistiche dicono che erano il 22 per cento della popolazione; oggi sono oltre il 95 per cento. E’ dovuto anche al fatto che c’è una maggiore libertà religiosa?

R. – Per loro natura, i timoresi sono religiosi; però, fino al 1975 la presenza della Chiesa non è stata così forte come oggi, o durante o dopo la guerra. Durante la guerra, l’Indonesia ha dato libertà al popolo timorese di scegliere la propria religione: le persone potevano scegliere se essere musulmane, cattoliche, protestanti, indù o buddisti. Si poteva scegliere, ma solo tra queste cinque religioni. L’aiuto e la vicinanza da parte della Chiesa, che è stato molto forte in quel tempo difficile, ha fatto sì che il popolo scegliesse il cattolicesimo. Prima, nella maggioranza i timoresi erano animisti …

D. – Nella lettera che ha scritto l’anno scorso ai presuli di Timor Est, Papa Francesco auspicava una Chiesa libera che fosse anche una coscienza critica del Paese. Secondo lei, come vanno interpretate queste parole del Papa?

R. – Credo che la Chiesa non debba entrare troppo in politica, ma debba svolgere il suo ruolo come Chiesa nell’evangelizzazione, e dare anche maggiore importanza all’educazione del popolo stesso, soprattutto dei più giovani. Ultimamente, abbiamo avuto problemi: tanti sono morti non solo per colpa degli indonesiani, ma anche per colpa dei timoresi stessi.

D. – Passata l’indipendenza, non sono finiti i problemi del Paese: rimane una problematica di tipo economico. Quanto questo influisce anche sul lavoro ecclesiastico, e quanto secondo lei è importante dare una prospettiva di benessere maggiore ai cittadini di Timor?

R. – Economicamente, Timor ha risorse: parliamo di petrolio e altre risorse. Però, la distribuzione di queste ricchezze non va al popolo, che ne ha maggiormente bisogno. Ci sono anche soldi male usati … La povertà, sì, è ancora molto forte: la Chiesa si deve fare portavoce del popolo, considerare anche questo punto di vista. Però, la Chiesa deve dare più importanza all’educazione, perché è l’educazione che fa avere una prospettiva nuova verso una nazione che avrà più giustizia, una pace duratura …

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La Croazia festeggia i 300 anni della Madonna di Sinj

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Oggi giornata di festa anche in Croazia, dove si celebrano i 300 anni del Santuario della “Madonna miracolosa di Sinj”, nell’arcidiocesi di Spalato-Makaraska. Già ieri sera i primi pellegrini hanno raggiunto il Santuario. Questa mattina la processione della Madonna per le vie della città e la Messa, presediuta dal cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria e inviato speciale del Papa per l’evento. Michele Raviart lo ha intervistato: 

R. – Possiamo dire che l’Assunta è, per i fedeli croati, un “Natale d’estate”: questa festa è sentita moltissimo! In modo speciale dai fedeli della regione del Sud della Croazia, della Dalmazia, questo è un santuario importantissimo. Anche per i cattolici di Bosnia ed Erzegovina, al confine. E’ un centro religioso, culturale, è un luogo in cui ci si confessa, dove si va a pregare, dove si pratica devozione, dove si chiede aiuto alla Madonna per la vita quotidiana. Nella geografia mariana della Croazia è tra i più importanti santuari.

D. – Ci può raccontare la storia di questo Santuario?

R. – Nel 1715, la gente ricorda che una grande armata turca voleva conquistare la città di Sinj per potersi spingere poi verso Occidente. Era un esercito imponente. Il 14 agosto, sembrava che la città e i suoi dintorni fossero stati conquistati. La gente era radunata, in preghiera, sotto l’immagina della Madonna. All’improvviso – e questo è custodito nella memoria della gente, che lì è molto forte – il 15 è arrivata la libertà, perché i turchi hanno iniziato a ritirarsi. Si dice che questo non sia accaduto in virtù della forza degli uomini, ma come regalo dal Cielo attraverso la protezione della Madonna.

D. – I pellegrini – ha detto – non vengono solo dalla Croazia, ma anche dalla Bosnia ed Erzegovina e dai Paesi confinanti. Può essere considerato, il Santuario, un luogo di riconciliazione, un luogo di pace?

R. – Sempre, tutti i Santuari sono luoghi di pace, perché dove ci si confessa, si chiede la pace di Dio. La gente, quando è davanti a Dio, davanti alla Madonna vuole pace anche con sé stesso, con Dio e con gli altri.

D. – Per i 300 anni del Santuario, lei è stato nominato Inviato speciale dal Papa, che è molto devoto alla Madonna …

R. – Cito Papa Francesco, quando ha detto che noi abbiamo ricevuto la Madonna mentre stava sotto la Croce: mentre Lei perdeva il Suo Figlio divino, riceveva tanti figli e figlie, è diventata nostra Madre. Lei è lì, aspetta tutti – dice concretamente Papa Francesco – buoni e cattivi: ama tutti come amava Gesù. Questa religiosità che entra nel popolo, che il popolo sente in modo speciale è perché il popolo sente che Maria lo porta a Gesù. In tutti i santuari della Croazia che ho visitato e che conosco, tutti sono grati della confessione: lì ci si confessa, si sta davanti a Dio e ci si vuole avvicinare a Dio. Chi è vicino a Dio, è vicino agli uomini.

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Le cattedrali d’Europa, fari di fede fin dal Medioevo

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Una delle più grandi cattedrali di Francia, quella di Strasburgo, celebra quest’anno 1000 anni di storia. All'odierna cerimonia di commemorazione, in occasione di questo anniversario, partecipa il cardinale Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura ed inviato speciale del Santo Padre alla celebrazione. Le cattedrali europee continuano ad essere un faro che, fin dal Medioevo, affascinano ed interrogano il cuore dell’uomo. Il servizio di Amedeo Lomonaco: 

(Canto gregoriano)
Dominano il centro urbano di molte città. Il loro linguaggio espressivo è variegato e abbraccia stili profondamente diversi come il barocco, il gotico e il romanico. Sono grandi opere architettoniche, le cui radici sono state piantate nel Medioevo, che hanno formato l’identità spirituale e culturale della civiltà europea. Sono il simbolo del dialogo tra l’uomo e Dio, uno dei segni della presenza della comunità cristiana nella storia. Questi patrimoni di arte e di fede, ammirati da turisti e cittadini, sono le cattedrali, in molti casi delle affascinanti oasi spirituali per una tregua dalla frenesia urbana. Sono luoghi di preghiera imprescindibili per molti fedeli, chiese che custodiscono all’interno il legame con il loro nome: la cattedra o sedia del vescovo, ovvero il simbolo della responsabilità di colui che, come successore degli apostoli, è chiamato alla missione di predicare il Vangelo ad ogni creatura. Le cattedrali, nelle loro peculiarità artistiche, esprimono una tensione spirituale universale. Lo storico del medioevo Franco Cardini:

R. - La cattedrale è sempre strutturata simbolicamente: il numero delle navate, il numero dei pilastri, il rapporto tra questi e le colonne, l’orientamento… Tutto questo rimanda, evidentemente, ad una topografia sacra e ad una sacra architettura che ha la sua origine nel Libro dei Re, laddove si descrive come Salomone abbia fondato il Tempio di Gerusalemme. C’ è quindi un livello simbolico che rimanda a Gerusalemme e alla Bibbia. C'è poi un livello simbolico che rimanda in Occidente alla tradizione romana imperiale alla basilica. E infine c'è un livello funzionale legato alla gerarchia ecclesiastica. Questi tre livelli convivono e servono a definire, funzionalmente, questo insieme che noi chiamiamo appunto ‘cattedrale’.

D. – Tra le molte e bellissime cattedrali europee, quali sono le più significative da un punto di vista storico per la storia della Chiesa?

R. – Possono essere le cattedrali dove sono avvenuti i Concili: potrei ricordare la cattedrale di Trento. Poi, naturalmente, ci sono le cattedrali che hanno una funzione sacrale particolare: la cattedrale di Chartres, che era la sede di un culto mariano noto in tutto il Medioevo; la cattedrale di Santiago, che insieme con le grandi chiese romane - San Giovanni in Laterano, San Pietro, Santa Croce in Gerusalemme - e con la chiesa della Resurrezione a Gerusalemme,  è uno dei centri sacrali del grande pellegrinaggio che innerva di sé tutta la vita medioevale e non solo medioevale. Poi ancora, chiese che sono collegate a culti importanti che possono essere non solo mariani. Per esempio, nella cattedrale di Treviri si venera la Santa Tunica del Cristo. La cattedrale di Torino è il luogo dove viene custodita ancora oggi la Santa Sindone. La cattedrale di Colonia è il luogo che dal 1164 custodisce le reliquie dei Re Magi. E’ stata importante: ricordiamo l'immagine tragica della città di Colonia completamente rasa al suolo dai bombardamenti delle super-fortezze anglo-americane. Però la cattedrale svettava intatta in questo mare di rovine. Questo simbolo è rimasto in piedi ed è un simbolo che per molti anni è servito addirittura a tutta la nazione tedesca per riconoscersi, per ricostruirsi, per ritrovare coraggio, per ritrovare fiducia in sé stessa. Quindi, in questo senso, credo che la cattedrale di Colonia - senza voler far torto a nessun’altra, a cominciare dalle grandi cattedrali italiane: Santa Maria del Fiore a Firenze, San Marco a Venezia, poi Notre Dame di Parigi - potrebbe essere presa adeguatamente come simbolo, se si volesse fare un discorso sulle cattedrali nel loro complesso. Un simbolo dal punto di vista sacrale, teologico e anche dal punto di vista del rapporto con il popolo, per quanto riguarda il valore civico della cattedrale stessa.

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Oggi in Primo Piano



Grecia: approvato il piano di salvataggio da 86 miliardi

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Via libera dall’Eurogruppo al nuovo piano di salvataggio della Grecia, il terzo dal 2010. Stanziati 86 miliardi di euro per i prossimi tre anni, cifra che dovrebbe permettere ad Atene di evitare il default e restare nell’Euro. Superate quindi le resistenze della Germania, in cambio di un maggior rigore da parte del governo ellenico. Il servizio di Michele Raviart

26 miliardi saranno subito a disposizione del governo Greco, 10 immediatamente, per far fronte alle prossime scadenze, prima tra tutte il rimborso di 3,5 miliardi dovuti alla BCE, gli altri per la ricapitalizzazione delle banche. Decisivo per il via libera, un maggiore rigore sul Fondo di privatizzazione, il cui funzionamento era rimasto vago nell’ultimo Memorandum. Il Fondo dovrà essere avviato dal governo di Atene entro dicembre e dovrà raggiungere i 50 miliardi, vendendo alcuni asset strategici tra cui i porti e alcune delle banche ricapitalizzate. Da ottobre e per ogni tre mesi, l’ex-Troika verificherà l’andamento del piano, mentre i Paesi dell’Eurozona discuteranno dell’alleggerimento del debito greco, come suggerito dal Fondo monetario internazionale. Escluso tuttavia ogni intervento che ne riduca il valore nominale L’accordo politico è stato quindi raggiunto e sono stati premiati gli sforzi di Atene, che ha approvato 50 riforme in pochi giorni, tra cui pensioni e mercato del lavoro. “La Grecia sarà irreversibilmente une Paese dell’eurozona, ha commentato il presidente della Commissione europea Juncker.

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Francia: campane a distesa per i cristiani del Medio Oriente

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Oggi in Francia, nella Solennità dell’Assunzione, le campane di molte chiese hanno suonato a distesa a mezzogiorno in segno di solidarietà con i cristiani del Medio Oriente, vittime di persecuzioni. L’iniziativa è stata promossa dal vescovo di Fréjus-Tolone, mons. Dominique Rey, e intende lanciare un appello alla mobilitazione, alla preghiera e ad un aiuto concreto per una minoranza spesso dimenticata dall’Occidente. Ma perché proprio il 15 agosto? Al microfono di Sesto Chouffot, risponde mons. Marc Aillet, vescovo di Bayonne: 

R. – On a opté le 15 août parce-que …
Il 15 agosto perché è una festa grande, è la festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria che è la Patrona principale della Francia. E’ anche per ricordare che la Francia ha un dovere storico nella protezione dei cristiani d’Oriente e questo è un modo per ricordarle il suo dovere di non dimenticare quei cristiani che oggi sono perseguitati per la loro fede. E poi per confidare nell’intercessione potente della Vergine Maria, perché noi sappiamo che la Madre di Dio è vittoriosa e come canta la liturgia è “terribile come un esercito schierato in ordine di battaglia” (Ct. 6, 3)”.

D. – Pensa che il messaggio di questa iniziativa possa essere recepito in Medio Oriente?

R. – Pour avoir vu ce que vivent ces familles de réfugiés chrétiens, …
Dopo aver visto come vivono le famiglie dei rifugiati cristiani, ammassate nei campi, so che sono molto sensibili al fatto che i cristiani d’Occidente non li abbiano dimenticati. Quando sono andato a visitarli, mi sono reso conto di quanto la nostra presenza li abbia colpiti. Alcuni seminaristi mi hanno detto: “La vostra presenza, come quella di altre persone venute dall’Occidente a visitarci, è la prova e il segno che Dio non ci ha dimenticato”. Per questo penso che siano grati – anche se, purtroppo, non sarà questo a cambiare la loro condizione sul piano politico; ma sanno che noi non li abbiamo dimenticati, che in questa giornata siamo riuniti davanti alle nostre chiese per dire loro: “Vi sosteniamo, non vi dimentichiamo, preghiamo per voi. Vogliamo scuotere l’opinione pubblica mondiale; ci piacerebbe che la comunità internazionale fosse un po’ più sensibile alla vostra pena, alla tragedia che state vivendo”. Nessun capo di Stato occidentale ha levato la sua voce per dire: “Bisogna fermare tutto questo, bisogna tenere conto della sorte dei cristiani d’Oriente”.  Vorremmo anche che i governi occidentali si rendano conto del contributo dei cristiani in Medio Oriente, perché quei Paesi sono la culla del cristianesimo. Eppure, sono sistematicamente sradicati, vittime di una politica della quale non siamo completamente innocenti.

D. – Nella sua diocesi, accogliete famiglie di migranti?

R. – Dans mon diocèse, effectivement …
Quello che mi rende ancora più sensibile a questo problema è che nella mia diocesi di Pau ho una cinquantina di famiglie cristiane giunte dall’Iraq: le ultime 12 sono arrivate nello scorso mese di ottobre. E purtroppo molte di esse stanno aspettando da mesi che Parigi tratti il loro caso …

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Alla Radio Vaticana le Ave Maria musicate dal '500 ad oggi

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Una selezioni delle più belle Ave Marie dal 1500 ai nostri giorni musicate da artisti di tutto il mondo: saranno trasmesse oggi Festa dell’Assunta dalla nostra emittente, nel programma quotidiano Diapason, a partire dalle ore 16.00. Autore e presentatore della raccolta di circa 80 Cd è il pianista ed ex direttore del conservatorio di Bologna il M° Walter Proni. Gabriella Ceraso gli ha chiesto da dove è nata l’idea di questa raccolta e quali curiosità ne sono emerse: 

R. – Io ho una devozione particolare per la Madonna: la prima preghiera che ho imparato, fu il cappellano della mia parrocchietta, di questo buco di paese in cui sono nato, a insegnarmela, ed era l’“Ave Maria”.  E naturalmente questa fede, questo sentimento che io nutro per la Madonna è profondissimo.

D. – Lei ha raccolto tante espressioni in musica della preghiera alla Vergine in diverse lingue e di diverse epoche. La prima e l’ultima: …

R. – La prima è stato un anonimo spagnolo del XVII secolo, una cosa che fu incisa 15 anni fa; l’ultima è stata “Regina Mater misericordiae”, e l’ho fatta io.

D. – Perché, secondo lei, in tanti hanno voluto provarsi su questo testo?

R. – La Madre di Dio è qualcosa di straordinario! Allora, gli uomini del passato – anche quelli anonimi di cui io ho inciso – o addirittura le persone più laiche, come può essere stato un Leoncavallo, trovandosi davanti alla preghiera dell’“Ave Maria”: ecco il miracolo! Non ci si può esimere da questa bellissima preghiera …"Ave Maria"

D. – Particolarità che l’hanno colpita in questo vasto repertorio?

R. – Tantissime, sono infinite. Rossini ha scritto l’“Ave Maria” più corta del mondo: “Ave Maria, gratia plena”. E concluse dicendo: “Ma è sufficiente questo, per dire quello che è la Madonna!”. Non so … Faure: è stato colui che ha cantato la prima dell’“Otello” di Giuseppe Verdi, ma anche lui davanti a questa bellissima preghiera, in francese ha scritto questa “Ave Maria” che è una cosa stupenda. Oppure, Reger che ha scritto l’unica Ninna nanna che noi abbiamo che la Madonna canta al suo Bambino. L’uomo, 100-150 anni fa, nella sua povertà, se vogliamo chiamarla così, era ricchissimo: ricchissimo di valori! E la preghiera: forse alcune volte, alcuni compositori non sapevano perfettamente bene il valore della preghiera dell’“Ave Maria”, ma già la sentivano …

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Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica

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Nella 20.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù, tra le mormorazioni della gente, ribadisce di essere il pane vivo disceso dal cielo:

“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda”.

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti: 

Il segno e la parola del Signore in questo capitolo sesto del Vangelo di S. Giovanni, hanno suscitato la mormorazione da parte dei Giudei che non vogliono essere scomodati nei loro schemi religiosi: pensano di avere fede e di non aver bisogno d’altro. Ora la mormorazione sfocia in “aspra discussione”: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Ma Gesù continua il suo annuncio: “In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda”. Che cos’è questo “mangiare la carne del Figlio dell’uomo”, questo pane che dà la vita eterna? All’uomo si dà troppo poco – ci ha detto Benedetto XVI – se non gli si dà Dio. L’uomo ha bisogno di Dio. Ma per accogliere Dio nel proprio cuore, l’uomo ha bisogno di sciogliere il suo cuore da una catena: quella dei suoi progetti, della sua volontà. La tentazione quotidiana dell’uomo è invece proprio quella di ridurre Dio alla propria misura, di mettere Dio a suo servizio. Questa è la nostra crisi religiosa costante: trovare il modo di piegare Dio a questo. Gesù viene a portarci la volontà del Padre, non una volontà contro di noi, che disprezza la nostra fatica quotidiana, ma la rivelazione di un amore che ci ha creato per innalzarci a Dio, a misura del cuore di Dio.

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Nella Chiesa e nel mondo



Cina: sono 85 finora le vittime per le esplosioni di Tianjin

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Continua a salire il bilancio delle vittime per le esplosioni nella città portuale di Tianjin, nel nord della Cina. A più di tre giorni dai primi incidenti, i morti sono almeno 85 e oltre settecento le persone ricoverate in ospedali, di cui 25 versano in condizioni critiche. Evacuata una zona di 3 km intorno grande deposito di carburanti del porto, per paura della contaminazione da materiali chimici. Sono ancora ignote le sostanze fuoriuscite dalle esplosioni, anche se l’agenzia statale cinese Xinhua parla di cianuro di sodio, infiammabile a contatto con l’acqua. Mentre continuano i soccorsi, favoriti dal vento che soffia verso il mare, c’è il primo bilancio delle persone coinvolte: 17 mile famiglie, 1700 imprese e 675 centri commerciali. Gli oltre 6 mila senzatetto sono stati ospitati in 12 scuole e 3 edifici. (M.R.)

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70 anni fa, divisione della Corea. Arcivescovo di Seoul: pregare per la riconciliazione

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Settanta anni fa, il 15 agosto 1945, la Corea veniva liberata dal dominio giapponese. Una data coincidente con la Festa dell’Assunzione di Maria e celebrata ogni anno con una Messa di ringraziamento. Ma settanta anni fa iniziava anche la divisione del Paese in due nazioni distinte: Corea del Nord e Corea del Sud. Per questo, l’arcivescovo di Seoul, card. Andrew Yeom Soo-jung, ha diffuso un messaggio in cui invita alla pace ed alla riconciliazione.

Superare la realtà dolorosa della divisione tra le due Coree
“Per il nostro Paese – si legge nel documento, riportato dall’agenzia AsiaNews - quest’anno è il 70.mo anniversario della liberazione e della divisione fra Nord e Sud Corea. È una realtà dolorosa che un unico popolo, che parla la stessa lingua, si sia diviso uno contro l’altro per 70 lunghi anni”. Di qui, l’invito a moltiplicare gli sforzi “per l’unificazione pacifica fra il Nord e il Sud della Corea”, continuando “a lavorare per la comunicazione e l’integrazione della società coreana. Sull’esempio di Maria, dovremmo credere nel Signore, che mai ci lascia senza speranza, anche nell’ora più buia, perché nulla è impossibile a Dio (Luca 1,37)”.

Pregare per riconciliazione e pace. Sostenere i fedeli della Corea del Nord
Poi, il porporato esorta i fedeli alla preghiera: “In questo tempo di divisione – scrive - dovremmo pregare di continuo per la riconciliazione e la pace nella penisola coreana, per la pace in Asia, e per la pace nel mondo. Attraverso la preghiera la nostra nazione sarà capace di nuovi passi di pace e riconciliazione, lasciandosi dietro ogni divisione e odio”. Non solo: la preghiera va “tradotta in azioni” concrete, in “aiuto e sostegno ai fratelli e sorelle nordcoreani”, così da “seminare semi di pace e di riconciliazione”.

Appello ai governi: iniziare il dialogo ed avviare la denuclearizzazione
Per questo, l’arcivescovo di Seoul lancia un pressante appello alle istituzioni: “È tempo per entrambi i governi – afferma – di iniziare un dialogo di collaborazione, una politica di pace, la denuclearizzazione, fino alla futura prosperità. Per attuare la pace di Dio, abbiamo bisogno di determinazione e coraggio per compiere il bene comune e non pensare solo ai propri interessi”. Infine, il porporato chiede al Signore di donare “il coraggio e la forza per compiere la pace e l’unificazione della nazione” e prega la Vergine Maria di intercedere per “la genuina riconciliazione e la pace nella penisola coreana”.

Consiglio ecumenico delle Chiese: no a folle politica di separazione
Da ricordare anche che domenica scorsa, 9 agosto, è stata celebrata l’annuale “Domenica per la pace e la riunificazione delle due Coree”, promossa dal Consiglio ecumenico delle Chiese. Per l’occasione, è stata preparata una speciale al Signore affinché converta tutte le menti per una Corea finalmente riconciliata, ponendo fine ad una “folle politica che consolida il muro della separazione”.

Un anno fa, la visita di Papa Francesco
Infine, è importante segnalare che quest’anno i fedeli della diocesi di Daejeon, nel centro della Corea del Sud, celebrano il 15 agosto come il “Francisco Day”, in ricordo della Messa presieduta da Papa Francesco esattamente un anno fa nello stadio della città. Dal 14 al 18 agosto 2014, infatti, il Pontefice si è recato in visita in Corea del Sud, per il suo terzo viaggio apostolico internazionale. Le commemorazioni dell’evento prevedono, in particolare a Solmoe, un grande incontro per i giovani e le famiglie. Ad aprire l’evento, un pellegrinaggio di vescovi, leader di altre religioni ed autorità civili, che terminerà con una lavanda dei piedi reciproca.

A Seoul, una targa ricorda il Pontefice
Le celebrazioni proseguiranno poi il 23 agosto, quando a Seoul, in piazza Gwanghwamun, il card. Yeom Soo-jung scoprirà una targa celebrativa in pietra alta un metro e larga 1,7. “In tal modo - spiega un comunicato dell’arcidiocesi - il luogo in cui Francesco celebrò la Messa per la beatificazione di Paul Yun Ji-chung e dei suoi 123 compagni martiri, lo stesso in cui molti cattolici coreani furono assassinati per la loro fede, diventerà un luogo di pellegrinaggio, che simboleggia la libertà e l’uguaglianza”. (I.P.)

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Card. Tagle: Congresso eucaristico Cebu, segno di speranza e unità

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Un segno di “speranza ed unità” per le Filippine: così il cardinale Louis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, definisce il 51.mo Congresso eucaristico internazionale che si terrà nelle Filippine il prossimo anno. In programma a Cebu, dal 24 al 31 gennaio 2016, l’evento avrà per tema “Cristo in voi, speranza della gloria”, tratto dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Colossesi (1,27).

Dare un contributo alla ricerca di comunione
“Il Congresso – afferma il cardinale Tagle – rappresenta il contributo della Chiesa cattolica, in particolare di quella filippina, alla ricerca, nazionale ed internazionale, della comunione”. Lamentando, poi, la perdita di speranza da parte della popolazione, dovuta alla presenza di “guerre, scontri e terrorismo”, il porporato ribadisce che la Chiesa rappresenta “la speranza per l’umanità”, perché “Cristo è sempre con noi”. “Se nessuno ti considera, se la gente ti ignora, se ti senti solo – ha aggiunto l’arcivescovo di Manila – pensa che questo non è vero, perché Gesù è sempre con te, in ogni istante”. Di qui, l’invito a tutti i filippini a collaborare alla riuscita del Congresso.

Rinvigorire l’impegno missionario
Annunciato nel giugno 2012 dall’allora Papa Benedetto XVI, con un videomessaggio trasmesso durante la Messa conclusiva del 50.mo Congresso eucaristico internazionale svoltosi a Dublino, l’incontro di Cebu avrà l’obiettivo – come auspicato dalla Conferenza episcopale filippina – di “approfondire la devozione all’Eucaristia, rinvigorire l’impegno missionario ed avviare le celebrazioni per il 500.mo anniversario dell’evangelizzazione del Paese (1521-2021)”.

Cebu, scoperta da Magellano nel 1521
Situato nel cuore dell’arcipelago filippino, nella regione del Visayas Centrale, il territorio di Cebu fu raggiunto, proprio nel 1521, dall’esploratore Ferdinando Magellano, il quale venne accolto con calore dal re indigeno Humabon che, poco più tardi, si convertì al cristianesimo. Per commemorare l'evento, Magellano donò al re una statuetta di Gesù Bambino (il così detto Santo Niño). Ancora oggi, nella terza domenica di gennaio, i fedeli filippini festeggiano il Santo Niño con una grande processione che rappresenta l’evento principale della regione.

Secondo Congresso eucaristico nelle Filippine, dopo quello del 1937
​E proprio lo scorso gennaio, a conclusione del suo viaggio apostolico nelle Filippine, Papa Francesco ha presieduto una Santa Messa a Manila, nella domenica del Santo Niño. Da ricordare, infine, che le Filippine hanno già ospitato un Congresso eucaristico internazionale, il 33.mo della storia, svoltosi a Manila dal 3 al 7 febbraio 1937, sul tema “L'apostolato eucaristico nelle missioni”. (I.P.)

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40 migranti morti soffocati in un barcone soccorso dalla Marina

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Nuova tragedia dell’immigrazione nel Canale di Sicilia. Circa 40 persone sono state trovate morte soffocate nella stiva di un barcone a 21 miglia dalla costa libica. Lo scrive in un tweet la Marina militare italiana, che ha soccorso la nave, sulla quale si trovavano almeno 400 migranti, 320 dei quali tratti in salvo. Tra di loro alcuni minori e una decina di donne. Ancora in corso le operazioni di trasbordo, mentre non è ancora se i migranti, che si trovavano nella stiva perché non avevano denaro sufficiente per garantirsi un posto sul ponte della nave, siano stati uccisi dal caldo o dall'inalazione dei gas di scarico.

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Italia. Chiese valdesi e metodiste riunite in Sinodo

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Il 500.mo anniversario della Riforma protestante, che si celebrerà nel 2017, la libertà religiosa, la missione delle chiese nel contesto della crisi e dell’interculturalità, l’ecumenismo: saranno questi alcuni dei temi in agenda al Sinodo annuale delle chiese metodiste e valdesi. L’incontro si terrà dal 23 al 28 agosto a Torre Pellice, in provincia di Torino. “L’Italia – spiega il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini - continua a vivere una profondissima crisi economica e sociale e come chiese siamo chiamati a interrogarci sul nostro ruolo nella società”.

Accoglienza di migranti e rifugiati al centro dei lavori
Il Sinodo prenderà in esame anche il tema dell’accoglienza dei rifugiati e dei migranti: “Il compito delle nostre chiese è quello di affrontare ciò che accade con grande senso di responsabilità – sottolinea il pastore Bernardini - Dirimente per una chiesa cristiana è occuparsi di chi si trova in difficoltà e nel bisogno con azioni dirette e indicare anche alle forze politiche e sociali una direzione di equità e di giustizia. Le chiese metodiste e valdesi si adoperano in sinergia per promuovere la solidarietà e l’accoglienza”.

23 agosto, culto di apertura nel tempio di Torre Pellice
Guardando, poi, al contesto europeo, il pastore evidenzia che "come tutte le chiese cristiane in Europa, anche l'Unione delle chiese metodiste e valdesi deve affrontare la novità della testimonianza in un continente in cambiamento, che vede processi di secolarizzazione, di trasformazione culturale, e che vive oggi evidenti difficoltà". A dare il via ai lavori del Sinodo sarà il culto d'apertura che si terrà il 23 agosto alle 15.30 nel tempio di Torre Pellice. La predicazione è affidata alla pastora Erika Tomassone. Durante il culto di apertura si terrà anche una consacrazione al ministero pastorale. (I.P.)

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Chiese americane salutano indizione Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato

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È con gioia che le Chiese degli Stati Uniti accolgono la decisione di Papa Francesco di istituire una Giornata mondiale dei preghiera per la cura del Creato da celebrarsi il 1.mo settembre, in contemporanea alla Chiesa Ortodossa, in cui ricorre già dal 1989. Lo rende noto un comunicato congiunto, a firma dei “Creation Justice Ministries” (Cjm) e del “National Council of Churches in the Usa” (Ncc). Il primo organismo rappresenta i settori responsabili della salvaguardia del Creato nell’ambito di 38 comunità cristiane, inclusi i battisti ed i protestanti. Il Consiglio nazionale delle Chiese, invece, include 37 membri, tra cui ortodossi, anglicani, protestanti ed evangelici.

La potenza della preghiera di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici
“La preghiera è potente", afferma il direttore esecutivo dei Cjm, Shantha Ready Alonso. "Uniti nel pregare, avremo la forza spirituale di cui abbiamo bisogno per affrontare la sfida più difficile che l’umanità abbia mai conosciuto: sanare e ripristinare la Creazione di Dio, prima che sia troppo tardi".

I cristiani condividano responsabilità ed impegni nella cura del Creato
Dal suo canto, padre John Chryssavgis, consulente teologico del Patriarca Bartolomeo e membro dell’Ufficio ecumenico dell’Arcidiocesi greco-ortodossa d’America, sottolinea che “la risposta alla sfida dei cambiamenti climatici richiede la condivisione delle responsabilità e degli impegni”. “La decisione di Papa Francesco – aggiunge – è ancora una volta la manifestazione della priorità che egli dà a ciò che davvero conta nel nostro mondo”. Di qui, l’invito delle Chiese americane affinché “cattolici ed ortodossi si uniscano in preghiera” per la salvaguardia dell’ambiente.

Necessaria una conversione ecologica
La Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato è stata istituita ufficialmente il 10 agosto, con una lettera che il Papa ha inviato ai cardinali Peter Turkson e Kurt Koch, presidenti – rispettivamente – dei Pontifici Consigli “Giustizia e pace” e “Unità dei cristiani”. Nella missiva, il Pontefice invita i cristiani ad “offrire il loro contributo al superamento della crisi ecologica che l’umanità sta vivendo”. Di qui, l’esortazione ad una vera e propria “conversione ecologica” a cui i cristiani sono chiamati, perché “vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale” di una vita virtuosa. (I.P.)

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Congo. Il vescovo di Kilwa: serve pastorale della prossimità

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Un appello per una “pastorale della prossimità” è stato lanciato, nei giorni scorsi, da mons. Fulgence Muteba Mugalu, vescovo di Kilwa-Kasenga, nella Repubblica democratica del Congo. Il presule ha presieduto la Santa Messa di dedicazione della nuova Parrocchia locale, intitolata a San Pietro Apostolo. Una folla immensa ha preso parte alla celebrazione, insieme a numerosi sacerdoti, religiosi, religiose e rappresentanti delle istituzioni.  

Costruire una Chiesa-Famiglia di Dio, guardando all’esempio di Maria
“La costruzione di questa nuova parrocchia – ha detto mons. Muteba Mugalu – si iscrive nella logica di una pastorale della prossimità, per rispondere alla sfida della densità demografica galoppante, osservata nella zona dopo che i conflitti che si sono succeduti nel Paese hanno costretto le popolazioni della regione all’immigrazione”. Ringraziando, quindi, tutti coloro che “hanno contribuito alla costruzione di questo edificio religioso”, il vescovo di Kilwa ha invitato i fedeli ad imitare la Beata Vergine Maria ed a costruire, seguendo il suo esempio, “una Chiesa che sia veramente Famiglia di Dio, testimone del Suo amore e segno della salvezza in Cristo”.

Seconda parrocchia nella zona lacustre di Kilwa
Capace di accogliere circa 1.300 posti a sedere, la nuova Chiesa di San Pietro Apostolo è la seconda Parrocchia presente nella zona lacustre di Kilwa e la 19.ma dell’intera diocesi di Kilwa-Kasenga, suffraganea dell’arcidiocesi metropolitana di Lubumbashi. Costruito con uno stile architettonico capace di coniugare la tradizione dell’arte sacra con la creatività più moderna, l’edificio di culto è situato proprio all’ingresso della cittadina ed è stato affidato ai sacerdoti della Congregazione del Sacro Cuore di Gesù, detti anche “Dehoniani”. (I.P.)

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Brasile. Rete Panamazzonica: riunione del Comitato esecutivo

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Condividere i passi avanti compiuti nella missione in Panamazzonia ed approfondirne la spiritualità, alla luce dell’Enciclica “Laudato si’ sulla cura della casa comune” scritta da Papa Francesco: con questi obiettivi, dal 17 al 22 agosto si terrà a Manaus, in Brasile, una riunione del Comitato esecutivo della Rete ecclesiale Panamazzonica (Repam). All’incontro - informa l’agenzia Fides - prenderanno parte alcuni rappresentanti dei sette comitati nei quali è organizzata la Rete: ricerca; comunicazione; popoli indigeni; reti internazionali; modelli di sviluppo alternativi/cambiamenti climatici e del buon vivere; formazione e metodi pastorali; diritti umani e advocacy internazionale.

Occorre custodia responsabile dell’Amazzonia, polmone della Terra
Nata a settembre 2014, da un incontro a Brasilia tra vescovi della regione amazzonica, sacerdoti, missionari, laici, rappresentanti delle Caritas e delle organizzazioni cattoliche locali, nonché del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, la Repam punta ad una custodia responsabile e sostenibile di uno degli ultimi polmoni della Terra, l’Amazzonia appunto, oggi minacciata dalla deforestazione e dallo sfruttamento disordinato delle risorse, con ripercussioni negative sulle popolazioni indigene e non solo.

Puntare alla promozione integrale della persona e alla difesa dei diritti umani
Lo scorso marzo, presentando ufficialmente la Rete alla stampa, il suo segretario esecutivo, Mauricio López, ha sottolineato gli obiettivi concreti dell’organismo: “la promozione integrale della persona; l’opzione preferenziale per i più poveri e gli esclusi, che Papa Francesco ha segnalato con forza; la difesa dei diritti umani, che ci coinvolge tutti, anche come società”.

Papa Francesco: una Rete innovativa per aumentare solidarietà tra i popoli
Da segnalare, inoltre, che in occasione della sessione inaugurale della Repam, tenutasi a settembre 2014 a Brasilia, Papa Francesco ha inviato un messaggio, a firma del Segretario di Stato, card. Pietro Parolin: “Rallegrandosi nel vedere accolto il suo appello per la creazione di questa rete così innovativa, il cui obiettivo concreto sono le problematiche ecologiche dell’Amazzonia – si legge nel testo - Papa Francesco augura pieno successo”, con l’auspicio che “il lievito cristiano fecondi e faccia progredire le culture vive dell’Amazzonia ed i suoi valori”. La Repam “contribuisca ad aumentare gli spazi della comprensione e della solidarietà tra gli uomini e i popoli – conclude il Pontefice - riflettendo costantemente Cristo”. (I.P.)

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Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIX no. 227

E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti.