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Sommario del 29/03/2014

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa ai ciechi e ai sordomuti: solo chi riconosce la sua fragilità può incontrare Gesù
  • Il Papa alla Celebrazione penitenziale: nella misericordia tra gli ultimi e i poveri, ci aspetta Gesù
  • Il Papa: la famiglia, custode della vita, educhi anche al rispetto del creato
  • Confermati ai rispettivi dicasteri i cardinali Braz de Aviz, Tauran e Ravasi
  • Tweet del Papa: viviamo in una società che esclude Dio e questo, giorno per giorno, narcotizza il cuore
  • Mons. Galantino: il Papa verrà in visita a Cassano all'Jonio
  • Venezuela. P. Lombardi: Santa Sede disposta a fare quanto possibile per il bene del Paese
  • Il gesuita argentino Scannone: Papa Francesco sta rendendo feconda la teologia del popolo
  • Altre udienze e nomine
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Putin chiama Obama: si riapre il dialogo sulla crisi ucraina
  • Al via il censimento della popolazione in Myanmar, Paese dalle 135 etnie
  • “Earth Hour”, un’ora di buio sulla Terra contro i cambiamenti climatici
  • Esercizi spirituali, l'esperienza romana di mons. Mani
  • Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Mons. Tomasi: dopo incontro Papa–Obama, potrebbe maturare volontà comune su temi sociali
  • Unicef e Pam: in Sud Sudan emergenza fame per quasi 4 milioni di persone
  • Attaccata una chiesa al Cairo: tra le vittime una giornalista e una cristiana copta
  • Presidenziali 2015 in Burkina Faso: possibile nuova candidatura di Compaoré
  • Filippine: i missionari sperano nella pace dopo l'accordo tra governo e ribelli
  • Da lunedì a Cagliari, Convegno Caritas diocesane sulle periferie esistenziali
  • Tutto pronto a Cracovia per la prima del musical su Karol Wojtyla
  • Albania: concluso l’incontro sulla pastorale universitaria, organizzato dai vescovi europei
  • Domani torna l'ora legale
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa ai ciechi e ai sordomuti: solo chi riconosce la sua fragilità può incontrare Gesù

    ◊   I malati e i disabili sono i privilegiati da Gesù. E’ quanto affermato da Papa Francesco nell’udienza di stamani in Aula Paolo VI incontrando migliaia di ciechi e di sordomuti, accompagnati dal Movimento Apostolico Ciechi e dalla Piccola Missione Sordomuti. Il Papa ha ribadito che bisogna favorire la cultura dell’incontro per sconfiggere la cultura dell’esclusione e del pregiudizio. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    L'amore di Gesù vince gli ostacoli della disabilità. Papa Francesco ha voluto soprattutto testimoniare questo alle persone sordo-mute e ai ciechi convenuti in Aula Paolo VI. Con loro, erano presenti i familiari e gli accompagnatori che ogni giorno si prendono cura di loro. E non potevano mancare neppure i cani-guida, davvero i migliori amici di tanti ciechi, che senza il loro aiuto non potrebbero neppure uscire di casa. L'umanità, difficile e straordinaria, racchiusa nella vita di queste persone è emersa nelle due testimonianze che hanno preceduto il discorso del Pontefice e che lo hanno visibilmente toccato. Il responsabile della Piccola missione sordomuti ha, in particolare, sottolineato le difficoltà che purtroppo i disabili incontrano anche nelle parrocchie:

    "Nelle nostre parrocchie e nelle diocesi di tutto il mondo quanti sono i sordi che trovano chiuse le porte della Chiesa? Non c’è chi parla la lingua dei segni per loro; non c’è chi può scrivere con i sottotitoli. Affidiamo nelle sue mani Santo Padre tutta la realtà ecclesiale delle persone sorde e le chiediamo di indicarci in questo storico incontro un segno ed una via di comunicazione con la Chiesa universale".

    E il Papa ha poprio svolto il suo discorso sulla sfida della comunicazione per queste persone e ancor più sulla testimonianza del Vangelo "per una cultura dell'incontro". Francesco è tornato a riflettere sull’incontro tra Gesù e la Samaritana, narrato dal Vangelo di domenica scorsa, ed ha subito osservato che il Signore amava incontrare persone “emarginate, escluse e disprezzate” come lo erano i samaritani dagli ebrei:

    “Ma pensiamo a tanti che Gesù ha voluto incontrare, soprattutto persone segnate dalla malattia e dalla disabilità, per guarirle e restituirle alla piena dignità. E’ molto importante che proprio queste persone diventano testimoni di un nuovo atteggiamento, che possiamo chiamare cultura dell’incontro”.

    Esempio tipico, ha detto, è la figura del cieco nato, che ci verrà ripresentata questa domenica, nel Vangelo. Quell’uomo, ha rammentato, “era cieco dalla nascita ed era emarginato in nome di una falsa concezione che lo riteneva colpito da una punizione divina”:

    “Gesù rifiuta radicalmente questo modo di pensare - ma che è un modo veramente blasfemo! Gesù rifiuta questo - e compie per il cieco 'l’opera di Dio', dandogli la vista. Ma la cosa notevole è che quest’uomo, a partire da ciò che gli è accaduto, diventa testimone di Gesù e della sua opera, che è l’opera di Dio, della vita, dell’amore, della misericordia”.

    Mentre i capi dei farisei, dall’alto della loro sicurezza”, giudicano sia lui che Gesù come “peccatori”, ha avvertito Francesco, “il cieco guarito, con semplicità disarmante, difende Gesù e alla fine professa la fede in Lui, e condivide anche la sua sorte”: entrambi vengono esclusi. Tuttavia, ha soggiunto, “in realtà, quell’uomo è entrato a far parte della nuova comunità, basata sulla fede in Gesù e sull’amore fraterno”:

    “Ecco le due culture opposte. La cultura dell’incontro e la cultura dell’esclusione, la cultura del pregiudizio (...) La persona malata o disabile, proprio a partire dalla sua fragilità, dal suo limite, può diventare testimone dell’incontro: l’incontro con Gesù, che apre alla vita e alla fede, e l’incontro con gli altri, con la comunità. In effetti, solo chi riconosce la propria fragilità, il proprio limite può costruire relazioni fraterne e solidali, nella Chiesa e nella società”.

    “Lasciatevi incontrare da Gesù”, ha concluso il Papa, solo Lui può liberare il cuore “dalla chiusura e dal pessimismo sterile e aprirlo alla vita e alla speranza”.

    Dopo il suo discorso, Papa Francesco si è lungamente soffermato a salutare le persone convenute in Aula Paolo VI. Un momento particolarmente commuovente per tutti, anche per il Santo Padre. Per una testimonianza su questa udienza così particolare, Veronica Giacometti ha intervistato Francesco Scelzo, presidente nazionale del Movimento Apostolico Ciechi:

    R. - L’incontro di oggi è stato particolarmente emozionante per i temi che Papa Francesco ha sviluppato in questo suo primo anno di Pontificato, temi che per noi sono particolarmente vicini: il tema della luce, della fede, il tema dell’esclusione.

    D. - Qual è il messaggio che avete portato al Papa?

    R. - Soprattutto un messaggio di ringraziamento per la sua testimonianza, perché ci fa sentire accolti ed inclusi. Il Movimento Apostolico Ciechi è un’associazione di ciechi e di vedenti che vuole dare testimonianza di gioia, di speranza nella Chiesa attraverso la condivisione, attraverso un cammino comune nella reciprocità per aprire spazi di inclusione e contesti inclusivi nelle famiglie, nelle scuole, nelle parrocchie.

    D. - Qual è la sua esperienza personale?

    R. - La disabilità è un’esperienza molto forte ed è spesso motivo di smarrimento, di solitudine, di isolamento. È un percorso faticoso sia dal punto di vista umano che quello della fede. Per me è stato un lungo cammino, perché è stato un processo progressivo iniziato intorno ai 20 anni che mi ha portato fino alla cecità. Il cammino è molto faticoso: si passa attraverso il Getsemani, attraverso la ribellione, attraverso l’accettazione e alla fine ci si scopre fratelli nella comunità. Perciò noi siamo fortemente testimoni della gioia e della condivisione.

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    Il Papa alla Celebrazione penitenziale: nella misericordia tra gli ultimi e i poveri, ci aspetta Gesù

    ◊   Convertirsi non è questione di un momento, è un impegno che dura tutta la vita. Lo ha detto Papa Francesco, presiedendo la Celebrazione penitenziale nella Basilica Vaticana, venerdì pomeriggio. Durante il rito, il Pontefice ha confessato alcuni fedeli: prima, egli stesso aveva scelto di confessarsi con uno dei 61 sacerdoti presenti. La celebrazione ha aperto l’iniziativa quaresimale del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione “24 ore per il Signore”. Il servizio di Giada Aquilino:

    “Chi sperimenta la misericordia divina, è spinto a farsi artefice di misericordia tra gli ultimi e i poveri”. Lo ha ricordato Papa Francesco durante la Celebrazione penitenziale, in cui egli stesso - precedendo i fedeli - si è accostato ad uno dei confessionali, per ricevere il sacramento della riconciliazione:

    “In questi ‘fratelli più piccoli’ Gesù ci aspetta: riceviamo misericordia e diamo misericordia. Andiamogli incontro! E celebreremo la Pasqua nella gioia di Dio”.

    In Quaresima, ha infatti spiegato il Pontefice, “la Chiesa, a nome di Dio, rinnova l’appello alla conversione”. Si tratta, ha aggiunto, della “chiamata a cambiare vita”:

    “Convertirsi non è questione di un momento o di un periodo dell’anno, è impegno che dura tutta la vita. Chi tra di noi può presumere di non essere peccatore? Nessuno”.

    Rammentando l’apostolo Giovanni che invita a confessare i nostri peccati, affinché il Signore, “fedele e giusto”, ci perdoni e purifichi “da ogni iniquità”, il Pontefice ha sottolineato due “elementi essenziali” della vita cristiana: ‘rivestirci dell’uomo nuovo’ e ‘rimanere nell’amore’. L’uomo nuovo, creato secondo Dio, ha proseguito il Santo Padre, “nasce nel Battesimo, dove si riceve la vita stessa di Dio, che ci rende suoi figli e ci incorpora a Cristo e alla sua Chiesa”:

    “Questa vita nuova permette di guardare alla realtà con occhi diversi, senza più essere distratti dalle cose che non contano e non possono durare a lungo, dalle cose che finiscono con il tempo. Per questo siamo chiamati ad abbandonare i comportamenti del peccato e fissare lo sguardo sull’essenziale”.

    “L’uomo - ha aggiunto il Pontefice citando la Gaudium et spes - vale più per quello che è, che per quello che ha”: questa è la differenza “tra la vita deformata dal peccato e quella illuminata della grazia”, ha detto:

    “Dal cuore dell’uomo rinnovato secondo Dio provengono i comportamenti buoni: parlare sempre con verità ed evitare ogni menzogna; non rubare, ma piuttosto condividere quanto si possiede con gli altri, specialmente con chi è nel bisogno; non cedere all’ira, al rancore e alla vendetta, ma essere miti, magnanimi e pronti al perdono; non cadere nella maldicenza che rovina la buona fama delle persone, ma guardare maggiormente al lato positivo di ognuno”.

    Il Santo Padre si è poi soffermato sul rimanere nell’amore:

    “L’amore di Gesù Cristo dura per sempre, non avrà mai fine perché è la vita stessa di Dio. Questo amore vince il peccato e dona la forza di rialzarsi e ricominciare, perché con il perdono il cuore si rinnova e ringiovanisce”.

    Il nostro Padre, ha messo in risalto Papa Francesco, “non si stanca mai di amare”; “possiamo parlare della speranza di Dio: nostro Padre ci aspetta sempre. Non solo ci lascia la porta aperta: ci aspetta”, aspetta i propri “figli”; Dio - ha detto - “non solo è all’origine dell’amore, ma in Gesù Cristo ci chiama ad imitare il suo stesso modo di amare”, ad amarci cioè “gli uni gli altri”:

    “Nella misura in cui i cristiani vivono questo amore, diventano nel mondo discepoli credibili di Cristo. L’amore non può sopportare di rimanere rinchiuso in se stesso. Per sua stessa natura è aperto, si diffonde ed è fecondo, genera sempre nuovo amore”.

    Papa Francesco ha quindi rammentato l’iniziativa “24 ore per il Signore” in molte diocesi del mondo: a Roma, durante la notte, in tre chiese del centro storico - Sant’Agnese in Agone, Santa Maria in Trastevere e Santissime Stimmate - sono stati disponibili confessori per la celebrazione individuale del sacramento della penitenza, nel contesto dell’adorazione eucaristica. Le parole del Papa sono state per quei giovani che si fanno missionari "per proporre ad altri l’esperienza della riconciliazione con Dio”:

    “A quanti incontrerete, potrete comunicare la gioia di ricevere il perdono del Padre e di ritrovare l’amicizia piena con Lui. E dire loro che nostro Padre ci aspetta, nostro Padre ci perdona e, di più, fa festa”.

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    Il Papa: la famiglia, custode della vita, educhi anche al rispetto del creato

    ◊   ''La famiglia, custode privilegiata del dono della vita, sia anche luogo fondamentale di educazione al rispetto del grande dono del creato'': è quanto afferma Papa Francesco in un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin inviato ai partecipanti alla Giornata di studio organizzata a Roma dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, insieme a Greenaccord, sul tema: “Famiglia, custodisci il creato”. Nel messaggio il Papa auspica che ''si intensifichi presso credenti e non credenti la consapevolezza della comune responsabilità per l'intera famiglia umana e per il mondo, casa comune affidata alla custodia di tutti''.

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    Confermati ai rispettivi dicasteri i cardinali Braz de Aviz, Tauran e Ravasi

    ◊   Il Papa ha adottato i seguenti provvedimenti nella Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica:

    - ha confermato Prefetto l'Eminentissimo Signor Cardinale João Braz de Aviz;
    - ha nominato Membri gli Eminentissimi Signori Cardinali: Norberto Rivera Carrera, Arcivescovo di México (Messico); Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras); George Pell, Prefetto della Segreteria per l'Economia; Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi; Luis Antonio G. Tagle, Arcivescovo di Manila (Filippine); Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra; Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli; Domenico Calcagno, Presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica; gli Eccellentissimi Monsignori: Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto (Italia); Leo Jun Ikenaga, Arcivescovo di Osaka (Giappone); Francisco Chimoio, Arcivescovo di Maputo (Mozambico); Gianfranco Agostino Gardin, Arcivescovo-Vescovo di Treviso (Italia); Luis Gerardo Cabrera Herrera, Arcivescovo di Cuenca en Ecuador (Ecuador); Ricardo Blázquez Pérez, Arcivescovo di Valladolid (Spagna); Joseph Tobin, Arcivescovo di Indianapolis (Stati Uniti d'America); Jaime Spengler, Arcivescovo di Porto Alegre (Brasile); José Francisco Ulloa Rojas, Vescovo di Cartago (Costa Rica); Lucas Van Looy, Vescovo di Gent (Belgio); Vicente Jiménez Zamora, Vescovo di Santander (Spagna); Gregor Maria Hanke, Vescovo di Eichstätt (Germania); John Corriveau, Vescovo di Nelson (Canada); Kieran O'Reilley, Vescovo di Killaloe (Irlanda); Eusebio Hernández Sola, Vescovo di Tarazona (Spagna); il Reverendissimo P. Enrique Figaredo Alvargonzalez, S.I., Prefetto Apostolico di Battambang (Cambogia); i Reverendissimi Superiori Generali: P. Bruno Marin, Abate Presidente della Congregazione Benedettina Sublacense Cassinese; P. Bruno Cadoré, Maestro Generale dell'Ordine dei Frati Predicatori; P. Mauro Jöhri, Ministro Generale dell'Ordine Francescano Frati Minori Cappuccini; P. Enrique Sánchez González, Superiore Generale dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù; Fr. Emili Turú Rofes, Superiore Generale dei Fratelli Maristi delle Scuole; Sac. Jacob Nampudakam, Rettore Generale della Società dell'Apostolato Cattolico; Sig. Giorgio Mario Mazzola, Presidente Generale dell'Istituto Secolare Cristo Re;

    - ha confermato Membri gli Eminentissimi Signori Cardinali: Nicolás de Jesús Lopez Rodríguez, Francis Eugene George, Wilfrid Fox Napier, Philippe Barbarin, Agostino Vallini, Sean Patrick O'Malley, Dominik Duka, Paolo Sardi, Giuseppe Versaldi; gli Eccellentissimi Monsignori: Thomas Menamparampil, Pierre Raffin; il Reverendissimo P. Adolfo Nicolás Pachón, Preposito Generale della Compagnia di Gesù.

    Il Santo Padre ha confermato Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Jean-Louis Tauran e Segretario il Rev.do Padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, M.C.C.J.

    Ha quindi confermato, fino alla conclusione dei rispettivi mandati, i Membri e i Consultori del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ed ha nominato Membro del medesimo Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso Sua Beatitudine Louis Raphaël I SAKO, Patriarca di Babilonia dei Caldei (Iraq). Ha inoltre nominato Consultori del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso gli Ecc.mi Monsignori: Tomash Bernard Peta, Arcivescovo di Maria Santissima in Astana (Kazakhstan); William Hanna Shomali, Vescovo tit. di Lidda, Ausiliare e Vicario Generale del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini (Gerusalemme); i Rev.di Signori: Mons. François Bousquet (Francia), Rettore del Convitto di S. Luigi dei Francesi in Roma; Valentino Cottini, Preside del Pontificio Istituto di Studi Arabi e d'Islamistica (Italia); Clarence Devadass, Segretario della Commissione per l'Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso (Malaysia); i Rev.di Padri: Claudio Monge, O.P., Presidente della Union des Religieux et des Religieuses de Turquie (Turchia); José Manuel H. Arenas, S.I., Segretario della Commissione per l'Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso (Cile); William Skudlarek, O.S.B., dell'Abbazia Saint John's in Collegeville (Stati Uniti d'America), Segretario Generale del Dialogo Interreligioso Monastico in Roma; la Rev.da Suor Carmen Sammut, S.M.N.D.A. (Malta), Superiora Generale delle Suore Bianche; la Gent.ma Dott.ssa Ilaria Morali, Direttore del Dipartimento di Missiologia presso la Pontificia Università Gregoriana (Italia).

    Il Santo Padre ha confermato Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Gianfranco Ravasi; Delegato Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Carlos Alberto de Pinho Moreira Azevedo, Vescovo titolare di Belali; Segretario l'Ecc.mo Mons. Barthélemy Adoukonou, Vescovo titolare di Zama minore.

    Papa Francesco ha inoltre confermato, fino alla conclusione dei rispettivi mandati, i Membri e i Consultori del Pontificio Consiglio della Cultura, ed ha nominato Membri del medesimo Pontificio Consiglio della Cultura gli Em.mi Signori Cardinali: Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei Maroniti (Libano), Kazimierz Nycz, Arcivescovo di Warszawa, Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Polonia e sprovvisti di Ordinario del proprio rito (Polonia); gli Ecc.mi Monsignori: Denis James Hart, Arcivescovo di Melbourne (Australia), Arthur Roche, Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Alfonso Cortés Contreras, Arcivescovo di León (Messico), Víctor Manuel Fernández, Arcivescovo tit. di Tiburnia, Rettore della Pontificia Universidad Católica S. María de los Buenos Aires (Argentina), Paul-André Durocher, Vescovo di Gatineau (Canada), Filomeno Do Nascimento Vieira Dias, Vescovo di Cabinda (Angola), Cecilio Raúl Berzosa Martínez, Vescovo di Ciudad Rodrigo (Spagna), Joaquim Giovanni Mol Guimarães, Vescovo tit. di Galtellì, Ausiliare di Belo Horizonte (Brasile), Franz-Josef Overbeck, Vescovo di Essen, Ordinario Militare per la Rep. Federale di Germania, Linus Lee Seong-hyo, Vescovo tit. di Torre di Tamalleno, Ausiliare di Suwon (Corea), Charles Morerod, Vescovo di Lausanne, Genève et Fribourg (Svizzera); l'Ill.mo Sig. Rafael Vicuña, Professore di Biologia molecolare alla Pontificia Universidad Católica di Santiago del Cile.

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    Tweet del Papa: viviamo in una società che esclude Dio e questo, giorno per giorno, narcotizza il cuore

    ◊   In questo quarto sabato di Quaresima, il Papa ha lanciato un nuovo tweet: “Viviamo in una società che esclude Dio dall’orizzonte; e questo, giorno per giorno, narcotizza il cuore”.

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    Mons. Galantino: il Papa verrà in visita a Cassano all'Jonio

    ◊   Il Papa si recherà in Calabria per una visita pastorale a Cassano all’Jonio: lo ha annunciato il vescovo Nunzio Galantino, appena nominato dal Pontefice segretario generale della Cei ad quinquennium, in occasione di un incontro con i sacerdoti, i religiosi e i fedeli della sua diocesi. E’ stato lo stesso Papa Francesco a comunicarlo al presule, ricevuto in Vaticano giovedì scorso. La data della visita sarà resa nota nei prossimi giorni.

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    Venezuela. P. Lombardi: Santa Sede disposta a fare quanto possibile per il bene del Paese

    ◊   In Venezuela, non accenna a diminuire la tensione politica: un mese e mezzo di scontri tra governo e opposizione hanno provocato 37 morti e circa 500 feriti. Interpellato dai giornalisti su un possibile ruolo del segretario di Stato vaticano in merito a questa situazione, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha detto che la Santa Sede, e anche personalmente il cardinale Pietro Parolin, “che conosce bene e ama il Venezuela essendovi stato nunzio, è certamente disposta e desiderosa di fare quanto possibile per il bene e la serenità del Paese. Occorre tuttavia approfondire e avere ulteriori elementi per verificare meglio – ha spiegato padre Lombardi - quali sono le attese e se vi sono le premesse per svolgere un ruolo utile a raggiungere lo scopo desiderato. E’ quanto si sta facendo in queste ore”.

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    Il gesuita argentino Scannone: Papa Francesco sta rendendo feconda la teologia del popolo

    ◊   “Il Concilio Vaticano II in America Latina e le radici di Papa Francesco”. E’ il tema di un convegno - tenutosi in questi giorni a Roma - su iniziativa di “Civiltà Cattolica”, Gregoriana e Collegio sacerdotale argentino. All’evento, è intervenuto anche il gesuita Juan Carlos Scannone, 82enne teologo argentino, che ha avuto come alunno Jorge Mario Bergoglio. A padre Scannone, Alessandro Gisotti ha chiesto di indicare quale contributo particolare stia dando Papa Francesco alla Chiesa del nostro tempo:

    R. – Hay un aire nuevo, un espiritu nuevo...
    C’è un’aria nuova, uno spirito nuovo, che commuove la Chiesa. Io penso che Papa Francesco sia mosso dallo Spirito Santo e che sempre attraverso di Lui il Popolo di Dio gli risponda, non solo a Roma, ma praticamente in tutto il mondo. Recentemente mi trovavo in Germania e ho visto come reagisce la gente, l’interesse che ha nell’ascoltare quello che riguarda Papa Francesco... Questo per dire che c’è uno spirito nuovo: credo che sia la continuazione del Concilio Vaticano II, che viene ripreso, anche se nelle nuove e attuali circostanze, che non sono le stesse di quelle della metà del secolo scorso.

    D. – Lei è tra coloro che hanno dato vita e poi sviluppato la “teologia del popolo”, che è così centrale per capire Papa Francesco. Come ha approfondito Jorge Mario Bergoglio negli anni, in Argentina, questa teologia del popolo?

    R. – En aquel momento, en Argentina...
    In quel momento, in Argentina, lui ha portato avanti questa linea e credo che ora, come Papa, la stia approfondendo. Nell’articolo, che io ho pubblicato su “Civiltà Cattolica”, mostro come lui continui a seguire questa linea, ma anche la approfondisca. Per esempio, nell’apprezzamento della pietà popolare, della spiritualità popolare, come nella relazione tra il Popolo fedele di Dio e i popoli della Terra…. Sì, penso che continui su questa linea e che forse ora, ispirato dal fatto di essere Papa, renderà questa teologia più feconda per la Chiesa universale.

    D. – Quando ha rivisto Jorge Mario Bergoglio, questa volta quando era già Papa, non era più il vescovo, il pastore di Buenos Aires, che emozione le ha fatto?

    R. – Pienso que ...
    Penso che sia sostenuto dallo Spirito Santo: il viso raggiante, questa semplicità e allo stesso tempo questa profondità, questa serenità, questa pace. Sono stato con lui e abbiamo parlato per un’ora intera: l’incontro con lui è stato davvero un balsamo per me e per la mia vita spirituale, apostolica ed anche per la riflessione filosofica e teologica.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Il Papa ha ricevuto questa mattina il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, e il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

    Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Drohiczyn (Polonia), presentata da mons. Antoni Pacyfik Dydycz, O.F.M. Cap., per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Tadeusz Pikus, finora Vescovo titolare di Lisinia e Ausiliare di Warszawa. Mons. Tadeusz Pikus è nato il 1° settembre 1949 in Zabiele (arcidiocesi di Białystok). Superati gli esami di maturità ha lavorato per alcuni anni. All’età di 26 anni, nel 1975, ha cominciato la formazione seminaristica presso il Seminario maggiore di Warszawa. È stato ordinato il 7 giugno 1981 per l’arcidiocesi di Warszawa. Per due anni è stato Vicario parrocchiale a Jaktorów. Negli anni 1983-1985 ha studiato presso l’Università di Navarra, dove ha conseguito il Dottorato in Teologia Fondamentale. Ha svolto diversi e numerosi incarichi: Membro della Segreteria del Primate di Polonia (1985-1988), Prefetto e poi Vice-Rettore nel Seminario maggiore di Warszawa (1988-1995), Docente di Teologia Fondamentale nel Seminario maggiore di Warszawa e di Łowicz. Negli anni 1990-1992 ha lavorato a Mosca e ha insegnato nei Seminari di Mosca (Russia) e di Grodno (Bielorussia). Negli anni 1997-1999 è stato Rettore della Chiesa dell’Immacolata Concezione in Bielany (Warszawa). Nel 1999 ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento presso la Pontificia Facoltà Teologica di Warszawa. Il 24 aprile 1999 è stato nominato Vescovo titolare di Lisinia ed Ausiliare di Warszawa, ed ha ricevuto la consacrazione episcopale l’8 maggio successivo. Presso la Conferenza Episcopale è stato Presidente del Gruppo bilaterale Chiesa cattolica- Chiesa ortodossa (2001-2006) e Presidente del Consiglio Episcopale per l’Ecumenismo (2006-2010). Attualmente è membro del Gruppo di studio circa l’Intronizzazione di Cristo Re della Polonia e delegato della Conferenza Episcopale per la pastorale dei produttori alimentari.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Alla liturgia penitenziale Papa Francesco ricorda che la Quaresima è un invito a cambiare vita.

    L'udienza del Papa al Movimento Apostolico Ciechi e alla Piccola missione per i sordomuti.

    Mediazione sudamericana: nel servizio internazionale, in primo piano la crisi venezuelana.

    Il libro del profeta Daniele: la relazione che il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, terrà il 30 marzo al monastero di Bose nell'ambito di una serie di confronti su fede e testimonianza.

    In cultura, stralci dell’articolo di Giuliano Zanchi "La luce nella liturgia. Profezia del corpo spirituale" pubblicato sulla "Rivista del Clero Italiano".

    Il cieco e la luce: Fabrizio Bisconti sul tema e sul significato della guarigione a partire dall'esegesi e dall'iconografia.

    Vescovo in tenda: nel servizio religioso, Carlo Di Cicco sul decimo anniversario della morte di Vincenzo Savio.

    Non basta fare il bene, bisogna farlo bene: Roberto Cutaia ricorda il vescovo Clemente Riva nel quindicesimo anniversario della morte.

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    Oggi in Primo Piano



    Putin chiama Obama: si riapre il dialogo sulla crisi ucraina

    ◊   Dopo le tensioni delle scorse settimane, Mosca riapre il dialogo con l’Occidente sulla crisi ucraina. All’indomani della telefonata di Putin a Obama, oggi il ministro degli Esteri russo Lavrov parla di possibilità di un’iniziativa comune con gli Usa e i principali Paesi europei, “che potrebbe essere proposta all'Ucraina”, ma ha definito sterili le richieste di restituzione della Crimea a Kiev. Intanto il segretario della Nato Rasmussen ha annunciato il rafforzamento dell’alleanza nei Paesi membri ai confini con la Russia, nonostante Mosca abbia smentito le ipotesi di possibili nuovi sconfinamenti delle proprie truppe. Su questi ultimi sviluppi, Marco Guerra ha intervistato Luigi Geninazzi, inviato di "Avvenire" ed esperto dell’area ex sovietica:

    R. - Il ritorno alla diplomazia è sempre una buona notizia. Dopo l’inasprimento dei toni e soprattutto i colpi di mano che ci sono stati nelle ultime settimane. Bisognerà aspettare se questa strategia comune, auspicata dal ministro degli Esteri russo Lavrov, si troverà, perché resta la ferita della Crimea. I problemi aperti riguardano ormai soprattutto quello che potrebbe succedere nell’Ucraina orientale, dove potrebbe, in seguito ad incidenti o a proteste riproporsi uno scenario di spaccatura, tenendo presente che per Putin l’Ucraina non è un vero e proprio Stato. Questa è la situazione.

    D. - Trapela che Putin avrebbe messo sul tavolo del ritorno alle trattative perfino la Transnistria, un’enclave russa in Moldova …

    R. - Di fatto la presenza di Mosca, del governo russo, dell’esercito russo in Transnistria, così come nelle altre sue enclave russe della Georgia, l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia, sono già una realtà; mai riconosciute però e da sempre contestate dai governi della Moldova o della Georgia. Forse Putin vuole discutere di tutto questo. Credo però che il primo punto fermo, il punto chiave, sia chiedere che il governo di Mosca riconosca e dialoghi con il governo di Kiev. È quello che manca adesso in Ucraina: Mosca continua ad ostinarsi a dire che non è un vero governo, che non è un governo legittimo. Una volta che questi si riconoscono allora si potrà iniziare a discutere anche di Crimea e di tutto il resto dei territori contesi.

    D. - Qual è il ruolo degli Stati Uniti in questo negoziato?

    R. - Gli Stati Uniti come sempre, ma soprattutto in questo caso, hanno avuto un ruolo preponderante perché l’Europa ha le mani legate; dipende per il 30 per cento, dal punto di vista energetico, dalla Russia. L’Unione Europea si è mostrata titubante ed ha compiuto vari errori. Credo che tutto sarà deciso intorno ad un tavolo in funzione di quello che faranno gli americani e di quello che, ancora una volta, riuscirà ad imporre la Russia.

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    Al via il censimento della popolazione in Myanmar, Paese dalle 135 etnie

    ◊   Prende il via, domani, in Myanmar il censimento della popolazione, il primo del nuovo corso democratico del governo birmano, che dovrebbe dare - rispetto all’ultimo tenutosi oltre 30 anni fa - un quadro più chiaro della variegata cittadinanza del Paese asiatico, composto da moltissime etnie. Sull’importanza di questo censimento, Giancarlo La Vella ha intervistato Francesco Montessoro, docente di Storia dell’Asia all’Università Statale di Milano:

    R. - Il censimento in Myanmar è sempre una "scatola cinese": non si sa mai bene cosa trovare. Gli ultimi censimenti attendibili sono quelli degli Anni ’30, quando la Birmania era una colonia britannica. A partire dal 1948, ampie porzioni del Paese sono state di fatto indipendenti, separate dal governo centrale. L’ultimo censimento vero, di cui abbiamo dati ufficiali è quello del 1983. Tuttavia questo censimento era comunque parziale. Quindi in realtà noi non sappiamo quanti siano i birmani e ho qualche dubbio che quest’anno si sia in grado di appurare effettivamente quanti siano i cittadini dell’intero Stato.

    D. – Servirà, comunque, questo censimento a identificare meglio i vari gruppi etnici che compongono la popolazione birmana?

    R. - Il dato di fondo è che i birmani veri e propri sono circa i due terzi della popolazione; un terzo della popolazione è composto da qualcosa come 135 gruppi etnici diversi che parlano famiglie linguistiche diverse e che non sono - per molti aspetti - facilmente identificabili.

    D. - Sul piano politico c’entra qualcosa questo censimento con il nuovo corso del governo birmano?

    R. - Certamente. Il dato nuovo è sostanzialmente che a partire dal 2012 la Birmania da regime autoritario tra i più sanguinari del mondo, ha accettato una soluzione - per il momento ancora del tutto transitoria - che però ha permesso larghi spazi di autonomia e di libertà politica almeno per le forze di opposizione, che erano schiacciate in precedenza. Le elezioni che si terranno il prossimo anno dovranno, in qualche modo, tener conto di dati numerici che riguardano la popolazione. Non sono elementi da poco.

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    “Earth Hour”, un’ora di buio sulla Terra contro i cambiamenti climatici

    ◊   Torna oggi l’iniziativa “Earth Hour” del WWF, un’ora di buio sulla Terra per sensibilizzare il mondo intero ai problemi legati ai cambiamenti climatici. Verranno spenti gli edifici più famosi del mondo, dall’Empire State Building di NewYork al Cremlino di Mosca, fino al Burj Khalifa di Dubai, il grattacielo più alto del mondo, e la Basilica di San Pietro in Vaticano. Sentiamo Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia Wwf Italia, al microfono di Eliana Astorri:

    R. – In Italia, spegneremmo tutti i monumenti alle 20.30, e così accadrà in tutti i luoghi del mondo, alle 20.30 locali. Quindi noi a Roma, a Firenze, nelle altre città spegneremo i monumenti: l’evento simbolico si svolgerà proprio davanti a San Pietro dove ci saranno degli artisti che coloreranno un impianto che poi si alzerà in volo, chiamando molti bambini a partecipare. Infatti, in questo evento noi vogliamo anche dire che abbiamo un dovere nei confronti delle future generazioni: è molto rivolto a loro. Quello che facciamo noi oggi, difatto, in bene o in male, avrà un’influenza sul futuro delle generazioni che ci sono adesso o che verranno. E quindi, abbiamo chiamato i bambini a fare pitture e composizioni che poi si alzeranno in volo nel momento in cui si spegnerà la cupola di San Pietro. Analoghi eventi si svolgeranno un po’ in tutta Italia: sappiamo che molti si stanno organizzando. Per esempio, i ristoranti lombardi hanno organizzato cene a lume di candele e in molti Paesi del mondo si organizzano concerti ecc … Sono modi per ritrovarsi anche come comunità, come ai vecchi tempi, gli scout lo sanno molto bene. Ecco, tutte queste cose sono momenti belli da vivere insieme nel luogo dove si svolgono, ma soprattutto l’idea che altri lo stiano facendo o lo abbiano fatto, in giro per il mondo, crea un grande senso di unione. Bisogna cercare di fermare questo imponente scioglimento dei ghiacci. Come? Smettendo di pompare gas serra nell’atmosfera. Noi abbiamo un progetto per fare interventi sia sul campo sia alla radice, che sono quelli sul cambiamento climatico. Ci sono guai che già abbiamo prodotto e che ci terremo e a cui dobbiamo prepararci a far fronte; ma nello stesso tempo, noi siamo la generazione che può evitare di raggiungere livelli dannosissimi. Quello che sta succedendo nell’Artico è paradigmatico: lo scioglimento dei ghiacci, che si riducono sempre più, soprattutto l’estate, è una minaccia in sé per l’orso polare, ma è anche una minaccia per tutto il sistema climatico terrestre. Infatti, si sta sciogliendo il permafrost, si libera metano che a sua volta va ad incrementare l’effetto serra. Non essendoci più l’effetto dei ghiacci che riflettono la luce solare, si aumenta il livello di raggi solari intrappolati nell’atmosfera … Insomma, è tutto un meccanismo di feed-back che bisogna assolutamente interrompere. Come? Incominciando a dirsi che dobbiamo de-carbonizzarci nel più breve tempo possibile.

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    Esercizi spirituali, l'esperienza romana di mons. Mani

    ◊   In questi giorni di Quaresima torna nelle parrocchie l’esperienza degli Esercizi spirituali. A Roma, nella Parrocchia Santuario di Santa Maria delle Grazie al Trionfale, guidata da don Romano De Angelis, è stato accolto con grande partecipazione mons. Mani, che è stato rettore del Seminario Maggiore di Roma, poi arcivescovo di Cagliari e che nel 2012 ha festeggiato 25 anni di ordinazione episcopale. Esattamente 20 anni fa, in qualità di vescovo del settore est della capitale, rilanciava questa particolare esperienza di riflessione e preghiera. E lo faceva proprio nella Parrocchia dedicata all’icona trecentesca di Santa Maria delle Grazie. Fausta Speranza ha incontrato mons. Giuseppe Mani:

    R. – Fu una proposta molto normale che feci al parroco e che lui accolse subito. Con suo grande stupore ebbe un grande successo, perché si riempiva il teatro fino a non starci più le persone, e continuarono per tutta la settimana a venire con grande impegno. Fu una cosa bellissima!

    D. – Esercizi spirituali è un’espressione particolare: coniuga la spiritualità che a volte spaventa e il termine impegnativo di esercizi… Ed è una proposta fatta ai parrocchiani che frequentano di più, ma spesso poi vengono persone che non frequentano tanto la parrocchia. Eppure attira…

    R. – Esercizi spirituali, ovviamente, per gli addetti ai lavori, richiama silenzio, casa di esercizi, isolamento, solitudine. Quelli che si fanno nelle parrocchie sono veri e propri “esercizi”, ma esercizi fatti durante il lavoro, durante la giornata per cui il segreto del predicatore degli esercizi è quello di dare un compito a casa: incidere con delle idee-forza, dicendo: poi “domani pensate a questo e muovetevi così”. E nella misura in cui le idee-forza hanno inciso, hanno colpito, le persone queste ci pensano e fanno l’“esercizio” spirituale. Direi che gli esercizi spirituali sono frequentati da coloro che rappresentano la forza vitale di una parrocchia. Il successo degli esercizi spirituali è costituito soprattutto in questo fatto, che mentre in tutte le altre circostanze questa gente deve "dare", invece agli esercizi spirituali viene per "prendere". E infatti ho sentito la soddisfazione di tanta gente, che diceva: “Noi dobbiamo preparare i foglietti per quando vengono i giovani, per quando vengono i bambini, preparare la stanza … Qui, invece, ci danno il foglietto, ci danno tutto … Dobbiamo preparare la lezione, e qui c’è qualcuno che ci fa la lezione; dobbiamo preoccuparci di tenere attenta la gente, e invece qui ci tengono attenti …”. Ecco, far passare gli operatori della pastorale da una situazione attiva a una situazione direi passiva, da gente che dona a gente che riceve. Questo credo che sia una delle ragioni per cui la gente apprezza moltissimo gli esercizi spirituali, perché per essere operatori della pastorale bisogna pure prepararsi: ma è scarsa la preparazione che si può dare a questo numero immenso di operatori pastorali. Voi pensate al numero enorme di catechisti che ha Roma, pensate al numero enorme di operatori della carità che ha Roma, per cui si chiede e basta e non si dà mai sufficientemente quanto a loro servirebbe. Per cui, questa occasione di esercizi è un’occasione d’oro per poter ricevere. E per i catechisti, onestamente, è anche un’occasione per imparare: perché il segreto del predicatore è un po’ dire cose che si possono rivendere, e questo è il segreto per tenere attente le persone, perché “questo mi piace”, “questo lo ridico”, “questo lo rispiego” … Ecco, questa è una delle ragioni per cui possono avere successo.

    D. – A proposito di dare e di ricevere: Papa Francesco, in questo primo anno di pontificato, ha davvero conquistato il mondo con la semplicità …

    R. – C’è bisogno di sentirsi dire che Dio è buono, che Dio ti perdona, che Dio non ti giudica: che Dio ti ama. E lui ha fatto questo. Qui c’è gente che ha bisogno di misericordia, altro che di rigidità! E tra il fatto di concepire la Chiesa come la colonna della verità – come dice giustamente San Paolo – e concepire la Chiesa come un ospedale da campo, c’è una bella differenza! Il punto è che sono vere tutte e due, però in alcuni momenti si fa una scelta tra queste due cose. Cosa è la Chiesa? La colonna della verità, come dice San Paolo, o un ospedale da campo, come dice Papa Francesco? E’ tutt’e due! Ma in questo momento, lui dice: io scelgo questa immagine qui …

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    Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica

    ◊   Nella quarta domenica di Quaresima, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù guarisce il cieco nato. Il Signore, a quanti continuano a non credere nonostante il miracolo, dice:

    «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi».

    Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:

    La “domenica del cieco nato” viene a gettare luce sul mistero della vita dell’uomo, con gli interrogativi sulla storia che spesso sembra contro di noi, che ci scandalizza: Perché mi succede questo? “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?” (Gv 9,2). Il divino Maestro risponde con chiarezza infinita: “Né lui ha peccato, né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio” (Gv 9,3). La croce non è un’invenzione del Cristianesimo. Il cristianesimo non predica la croce come strumento di tortura, ma la innalza gloriosa, perché Cristo sopra di essa si fa “dono per gli altri”, rivelandoci così qualcosa della natura stessa di Dio: “essere per gli altri”. “Tu credi nel Figlio dell’uomo?” Il cieco guarito risponde: “E chi è, Signore, perché io creda in lui?”. Gli dice Gesù: “Lo hai visto: è colui che parla con te”. Ed egli: “Credo, Signore” (Gv 9,35-38). È tempo anche per noi di uscire dalle mormorazioni contro la storia, contro i fatti che non comprendiamo, per affidare a Dio la nostra vita, per fidarci interamente di Lui: “Amerai il Signore Dio tuo con tutta l’anima, con tutta la mente” (cfr Dt 6,5). La Quaresima è un tempo di illuminazione per ritrovare la bellezza della fede che il Battesimo ci ha donato, della fiducia in Dio. Per chi è dominato ancora dal peccato c’è la parola divina della conversione: “Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe – che significa Inviato” (Gv 9,7). C’è una piscina nella Chiesa, un “utero della misericordia” dove si può essere immersi e rigenerati e riavere la luce. Posso fare mio, oggi, quel: “Credo, Signore”!

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    Nella Chiesa e nel mondo



    Mons. Tomasi: dopo incontro Papa–Obama, potrebbe maturare volontà comune su temi sociali

    ◊   Sui temi etici potrebbe maturare una soluzione di ''compromesso'', se non proprio una ''strada comune'', tra Santa Sede e gli Stati Uniti. E questo dopo l'incontro ''molto cordiale'' di giovedì tra Papa Francesco ed il presidente Barack Obama. Lo ha detto ieri sera a Trieste l'arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso gli Uffici Onu a Ginevra, a margine della presentazione del 5° rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa. ''La prima impressione di questo incontro è l'immagine pubblica di una grande cordialità e quindi la voglia da parte della Santa Sede di trovare una strada comune per combattere la povertà, promuovere la riforma dell'immigrazione, insomma - ha sottolineato mons. Tomasi - sui temi sociali che sono molto importanti. Ci sono, però, altri problemi che preoccupano la Chiesa negli Usa, in particolare quelli etici. La volontà di trovare una strada, un compromesso, una soluzione, sembra che da questo incontro cordiale possa davvero maturare''. L'arcivescovo Tomasi ha poi aggiunto che ''la popolarità e la credibilità di Papa Francesco sono molto forti dappertutto. Devo dire - ha proseguito - che alcuni ambasciatori musulmani, per esempio, mi abbracciano quando mi incontrano, dicendomi che 'questo è il nostro Papa'. Quindi vuol dire che c'è un messaggio che va al di là della Chiesa cattolica. Si vede la figura di Papa Francesco non solo come rappresentante della Chiesa cattolica, ma in qualche modo come rappresentante della religione''. (G.A.)

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    Unicef e Pam: in Sud Sudan emergenza fame per quasi 4 milioni di persone

    ◊   In Sud Sudan, oltre 3,7 milioni di persone sono a rischio di grave insicurezza alimentare, epidemie e malnutrizione acuta. Circa 700 mila persone sono sfollate all'interno del Paese: di queste, 379 mila sono bambini. È quindi stata avviata un'immediata operazione per la distribuzione di alimenti, vaccini, supplementi nutrizionali e altri aiuti salva vita in una delle aeree più isolate e coinvolte dal conflitto in Sud Sudan. L'operazione è parte di un impegno congiunto dell’Unicef e del Programma alimentare mondiale (Pam). Attraverso elicotteri e aerei, i due organismi hanno iniziato da ieri le operazioni di assistenza per 30 mila persone che hanno urgente bisogno di aiuto ad Akobo, nello Stato del Jonglei. Le due agenzie hanno stabilito dei punti di emergenza per la distribuzione di alimenti, medicinali, per garantire protezione, istruzione e servizi igienico sanitari. Ulteriori 14 missioni sono programmate ad aprile, per dare aiuto ad altre 250 mila persone delle comunità colpite dal conflitto negli Stati di Jonglei, Upper Nile e Unity, che si trovano in aree remote. Si prevede che altre agenzie umanitarie si uniscano all’iniziativa. "I bambini e le famiglie in Sud Sudan stanno affrontando sofferenze senza precedenti, con preoccupanti segni di malnutrizione e di malattie", ha detto Jonathan Veitch, rappresentante Unicef nel giovane Paese africano. "Con l'imminente stagione delle piogge stiamo verificando ogni opportunità per impiegare rapidamente personale e aiuti salvavita nelle aree più difficili da raggiungere. In questo modo potremo evitare una catastrofe umanitaria". "Siamo però profondamente preoccupati - ha sottolineato Chris Nikoi, direttore del Pam nel Sud Sudan - che la situazione possa peggiorare: dobbiamo muoverci velocemente per evitare una crisi ancora peggiore". (G.A.)

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    Attaccata una chiesa al Cairo: tra le vittime una giornalista e una cristiana copta

    ◊   Sono iniziati con un assalto islamista alla chiesa copta del quartiere Ain Shams del Cairo, dedicata alla Vergine Maria e all'Arcangelo Michele, gli scontri che ieri hanno provocato la morte di quattro persone, tra cui una giovane giornalista e una cristiana copta. Lo riferisce l’agenzia Fides. Le manifestazioni organizzate in vari punti della capitale e in altre città del Paese dai sostenitori dei Fratelli Musulmani hanno rappresentato una reazione alla candidatura ufficiale alle prossime elezioni presidenziali del generale Abdel Fatah al-Sisi, uomo forte del nuovo corso egiziano, artefice d quello che gli islamisti considerano un “golpe militare” iniziato con la deposizione del presidente Mohamed Morsi. Nel sobborgo cairota di Ain Shams i manifestanti hanno indirizzato le loro violenze contro la chiesa, sparando proiettili contro il luogo di culto e dando fuoco a copertoni. Con l'intervento delle forze di sicurezza, gli scontri si sono propagati nel quartiere. Nel corso dei disordini sono morte quattro persone, compresa la giovane giornalista Mayada Asharaf e la cristiana copta Merry Sameh, che era scesa in strada per spostare l'automobile dalla zona dei disordini. Secondo fonti della Chiesa copta, la donna sarebbe stata uccisa dopo che islamisti hanno notato la croce che ciondolava dallo specchietto della sua auto. Secondo altre versioni circolate sulla stampa locale, a uccidere Merry sarebbe stato un colpo di arma da fuoco. Il vescovo Raphael, segretario del Santo Sinodo copto ortodosso, ha espresso parole di cordoglio per la morte della donna, aggiungendo che con la sua fine violenta Merry Sameh ha ottenuto “l'onore della corona del martirio”. (G.A.)

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    Presidenziali 2015 in Burkina Faso: possibile nuova candidatura di Compaoré

    ◊   Un fitto calendario per l’organizzazione delle presidenziali del 2015 in Burkina Faso è stato reso noto dalla Commissione elettorale nazionale indipendente. L’organismo elettorale, riporta l’agenzia Misna, si adopera per il dispiegamento delle commissioni locali nelle 45 province: si tratta di due esponenti della maggioranza presidenziale, due dell’opposizione e due della società civile. Dal primo aprile avrà inizio la revisione del registro elettorale, mentre l’iscrizione dei nuovi aventi diritto si svolgerà tra il 30 aprile e il 30 giugno. L’operazione riguarda sia i cittadini residenti nel Paese, sia i burkinabe stabiliti all’estero, con un’attenzione particolare ai giovani che hanno compiuto 18 anni dopo l’ultimo censimento del 2012. Per questa fase organizzativa, che verrà attuata con strumenti informatici e tecniche biometriche, il governo ha sbloccato l’equivalente di 16 milioni di euro. Il ministero dell’Amministrazione territoriale e della Sicurezza ha intanto formalizzato il riconoscimento ufficiale di 97 partiti politici. Di questi, 26 sono vicini al presidente Blaise Compaoré, al potere dal colpo di Stato del 1987, mentre gli altri 71 sono all’opposizione. Tuttavia una quindicina non hanno i prerequisiti per partecipare alle presidenziali; quindi potranno presentare candidati soltanto alle legislative. Sulla scia della crescente contestazione per una possibile candidatura di Compaoré, il parlamento dominato dalla maggioranza presidenziale ha approvato un emendamento alla Costituzione che obbliga i partiti politici a precisare per iscritto il loro orientamento. Negli ultimi mesi molte personalità politiche hanno voltato le spalle al presidente, rassegnando le dimissioni dal Congresso per il progresso e la democrazia (Cdp). Al centro del braccio di ferro in atto tra maggioranza e opposizione, c’è tra l’altro la possibile modifica dell’articolo 37 della Costituzione, che consentirebbe di eliminare il limite di due mandati presidenziali, aprendo la porta a una nuova candidatura di Compaoré. (G.A.)

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    Filippine: i missionari sperano nella pace dopo l'accordo tra governo e ribelli

    ◊   L’accordo tra il governo delle Filippine e il gruppo ribelle “Moro Islamic Liberation Front” (Milf), firmato giovedì scorso, genera nuove speranze ma dev’essere realmente “foriero di pace, giustizia e sviluppo”: è quanto afferma all’agenzia Fides la Provincia filippina dei missionari Oblati di Maria Immacolata (Omi), presenti e radicati da 75 anni nelle Filippine meridionali. Padre Lauro De Guia, superiore provinciale nelle Filippine, esprime l’auspicio che l’accordo possa “portare a un'era di armonia e di sviluppo”. “Con l'apertura, la pazienza, il sacrificio, la buona volontà, la fiducia, il dialogo, si possono realizzare accordi che stringono forti legami tra i gruppi con diversi background e interessi”, afferma. I missionari Oblati sostengono lo “spirito” dell’intesa, in particolare: il riconoscimento della legittimità della causa del popolo “Bangsamoro”, cioè i musulmani filippini, e le loro aspirazioni all’autonomia attraverso un processo democratico; l’obiettivo di trovare una soluzione alla loro richiesta di giustizia e dignità; l'obiettivo di porre fine ai combattimenti tra il governo e il Milf e promuovere pace e stabilità; l’impegno assunto dalle parti per tutelare e valorizzare i diritti di tutti gli abitanti delle Filippine meridionali. I missionari notano: “Siamo pienamente consapevoli del fatto che un accordo funziona solo se viene attuato. Pertanto invitiamo tutti i soggetti interessati a tener fede agli impegni assunti, rispettando i principi dichiarati”. In particolare si auspica “rispetto reciproco per il diritto alla propria identità, il proseguire di dialoghi e consultazioni, l'istituzione di una amministrazione locale realmente democratica e rappresentativa della diversità della popolazione”. Gli Oblati chiedono anche di estendere l’accordo alle altre componenti dei gruppi ribelli islamici presenti sul terreno, come il "Moro National Liberation Front" (Mnlf), in modo da poter definire l’accordo “autenticamente inclusivo”. “Ci impegniamo a continuare a pregare, ad approfondire e ad operare a sostegno di questo processo di pace”, conclude padre De Guia. (G.A.)

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    Da lunedì a Cagliari, Convegno Caritas diocesane sulle periferie esistenziali

    ◊   “Il prossimo Convegno nazionale a Cagliari sarà l’occasione per scambiare esperienze e speranze, ma soprattutto per rinnovare motivazioni e fiducia alla luce dei sentimenti di Cristo”. Questo l’auspicio che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha espresso a proposito del 37.mo Convegno nazionale delle Caritas diocesane dal titolo "Con il Vangelo nelle periferie esistenziali”, che si svolgerà a Quartu Sant’Elena, Cagliari, da lunedì prossimo a giovedì 3 aprile. Il porporato - riporta un comunicato di Caritas italiana - ha anche evidenziato che gli sforzi delle 220 Caritas diocesane si sono moltiplicati e le iniziative per far fronte alla crisi sono in quattro anni raddoppiate. Ha ricordato poi il Rapporto 2014 di Caritas Italiana su povertà e esclusione sociale in Italia, intitolato “False partenze”, che da domani sarà on line su www.caritas.it. Molti i dati allarmanti: un aumento impressionante di italiani che bussano alla porta della Caritas, così come di gruppi sociali che fino ad oggi erano estranei al disagio sociale. Una preoccupazione rilanciata anche a livello europeo dal secondo Rapporto di monitoraggio dell’impatto della crisi economica in sette “Paesi deboli” dell’Unione europea (Italia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Romania, Cipro), curato da "Caritas Europa", e presentato in questi giorni ad Atene, in occasione del semestre di presidenza greco dell’Ue. Nel testo sono riportati dati e testimonianze, le forme di intervento delle Caritas nei vari Paesi e una serie di valutazioni e raccomandazioni rivolte alle istituzioni europee, ma anche ai singoli governi, affinché si adottino misure che possano alleviare gli effetti negativi della crisi in particolare sulle fasce più vulnerabili. Al Convegno di Cagliari - sottolinea don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana - “ci confronteremo su cosa possiamo aggiungere, cambiare o abbandonare nella nostra azione, riprendendo il cammino svolto lo scorso anno a Montesilvano e in vista del Convegno ecclesiale nazionale di Firenze nel 2015”. (A.T.)

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    Tutto pronto a Cracovia per la prima del musical su Karol Wojtyla

    ◊   Grande attesa in Polonia per la messa in scena di “Karol Wojtyla, la vera storia”, l'opera-musical prodotta da Mauro Longhin e firmata in regia da Duccio Forzano, che sarà rappresentata in prima mondiale al Teatro Slowacki di Cracovia il prossimo 2 aprile. L'opera musical, che ripercorre la vita straordinaria di Giovanni Paolo II, sarà poi il 15 aprile al Teatro Brancaccio di Roma per la prima italiana in occasione della canonizzazione di Papa Wojtyla. La musica, originale ed inedita, è stata affidata all'artista internazionale Noa e all'eccezionale quartetto d'archi “Solis String Quartet” che hanno composto trentaquattro brani per raccontare con intensità la vita del futuro Santo. La narrazione scenica del musical si snoda su due piani, quello reale e quello virtuale, per rendere allo stesso tempo mistica ed introspettiva la vita di Karol Wojtyla. L’opera si snoda così tra un susseguirsi di emozionanti flashback nei quali gli episodi più significativi del suo passato prendono vita sulla scena. (A.G.)

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    Albania: concluso l’incontro sulla pastorale universitaria, organizzato dai vescovi europei

    ◊   Si è tenuto nei giorni scorsi a Tirana, in Albania, l’incontro dei responsabili della pastorale universitaria in Europa, organizzato dalla Commissione “Catechesi Scuola Università - Sezione Università” del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), sul tema “Joie de vivre: che cos’è veramente?”. Sacerdoti e laici impegnati nella pastorale universitaria di molte città europee hanno seguito la relazione di Kaja Kaźmierska, docente di Sociologia presso l’Università di Lódz, in Polonia, e quella di padre José Clavería, parroco in Inghilterra, ma con una lunga esperienza di pastorale universitaria a Vienna e in Spagna. La professoressa Kaźmierska ha tratteggiato alcune caratteristiche del mondo giovanile odierno, raccontando “cosa accade nella vita degli studenti oggi”. “Il tratto comune della gioventù europea e mondiale - ha detto - è quello di appartenere alla prima generazione che non conosce un mondo senza telefoni cellulari, senza la realtà virtuale, dove specialmente Internet è diventato una delle fonti principali se non la fonte principale di informazione, di comunicazione, di espressione delle emozioni e di contatti sociali”. Padre José Clavería ha parlato di come il Vangelo faccia “breccia nell’esperienza degli studenti”. Se il terreno della vita dei giovani è instabile e a volte deserto, è proprio in esso che bisogna seminare la Parola, ha detto. Bisogna quindi stimolare la curiosità dei giovani, favorire una disposizione d’animo il più possibile aperta, aiutandoli a capire che aderendo con libertà a Dio saranno più liberi. Tra gli intervenuti, anche don Michel Remery, vice-segretario generale del Ccee, che ha raccontato la propria esperienza pastorale nei Paesi Bassi, mettendo in evidenza i buoni esiti dell’utilizzo di Twitter come mezzo per trasmettere in maniera sintetica alcune informazioni sulla fede cattolica. (A.T.)

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    Domani torna l'ora legale

    ◊   Alle ore 2.00 di domenica notte, 30marzo, entrerà in vigore l’ora estiva europea, con conseguente spostamento di un’ora in avanti delle lancette degli orologi. L’ora legale resterà in vigore fino alla notte tra il 25 e il 26 ottobre. Non vi saranno cambiamenti di rilievo per il nostro Radiogiornale, che andrà in onda alle stesse ore.

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVIII no. 88

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Chiara Pileri.