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Sommario del 24/03/2013

Il Papa e la Santa Sede

  • Messa delle Palme. Il Papa: siate nella gioia, non fatevi rubare la speranza. Ai giovani: arrivederci alla Gmg
  • All’Angelus, il pensiero del Papa a chi vive “situazioni più difficili” e alla Giornata mondiale contro la tubercolosi. Tantissimi abbracci alla gente
  • Nei tweet del Papa: appuntamento a Rio e mai pensare di non potere nulla contro il male
  • L'invito a non scoraggiarsi e le parole del Papa sulla Croce: l'insegnamento più forte per i fedeli in piazza San Pietro
  • Il teologo Bux: Papa Francesco testimone della Misericordia del Signore
  • L'attesa dei giovani di Rio de Janeiro per la Gmg con Papa Francesco: l'intervista con l'arcivescovo di Rio
  • Papa Francesco e il calcio: la testimonianza di un dirigente della sua "squadra del cuore"
  • Oggi in Primo Piano

  • Giornata dei missionari martiri: Pérez Esquivel e mons. Zuppi ricordano l'arcivescovo Romero
  • Giornata mondiale per la lotta alla tubercolosi: la malattia continua a mietere vittime in tutto il pianeta
  • A conclusione della settimana dedicata alla prevenzione oncologica, le raccomandazioni del prof. Scambia
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • I ribelli a Bangui: sfugge alla cattura il presidente del Centrafrica
  • Ancora scambio di spari nella zona del Golan, tra Siria e Israele
  • Pakistan: l’ex presidente Musharraf rientrato in patria dopo 4 anni di esilio
  • Gran Bretagna: trovato morto Berezovski, l’oligarca russo anti-Putin
  • Napolitano: oggi l’ultimo atto pubblico prima della scadenza del mandato
  • Colombia. Il vescovo di Cali chiede una “tregua di Dio” per la Settimana Santa
  • Sri Lanka: gruppo musulmano indice giornata di sciopero e preghiera per la pace con i buddisti
  • Il Papa e la Santa Sede



    Messa delle Palme. Il Papa: siate nella gioia, non fatevi rubare la speranza. Ai giovani: arrivederci alla Gmg

    ◊   Se ama la Croce, un cristiano non può essere triste e non deve lasciarsi rubare la speranza dal male. È il messaggio che Papa Francesco ha offerto questa mattina da Piazza San Pietro, dove ha presieduto la Messa solenne della Domenica delle Palme. Davanti a circa 200 mila persone, il Pontefice ha poi salutato tutti i giovani del mondo, dando loro appuntamento alla Gmg di Rio del prossimo luglio. La cronaca della celebrazione nel servizio di Alessandro De Carolis:

    Un invito al mondo: non fatevi rubare la speranza. Un invito ai giovani: dite al mondo che è bello seguire Gesù. Un invito a tutti, indistintamente: se uno è cristiano è un per forza un uomo felice, perché la Croce amata porta alla gioia. Davanti alla Piazza San Pietro gremita – che con le sue palme e gli ulivi secolari della Puglia rievoca la Gerusalemme di duemila anni fa – Papa Francesco offre, per la prima volta nella nuova veste, la propria lettura del dramma che cambiò il mondo, tra la strada percorsa da Cristo, Re senza corona all’ingresso di Gerusalemme, e quella verso la Croce, con la corona conficcata nella testa e gli osanna trasformati in insulti e le palme in chiodi. Com’è nel suo stile, Papa Francesco fa affiorare dalla liturgia tre parole chiave. La prima si rifà al clima pieno “di luce, di gioia, di festa” che circonda Gesù quando giunge nella Città Santa, la gioia:

    “Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili (…) E ce ne sono tanti. E in questo momento viene il nemico, viene il diavolo, mascherato da angelo tante volte e insidiosamente ci dice la sua parola. Non ascoltatelo! Seguiamo Gesù!”

    Poi, come se quest’ultima esortazione gli sembrasse insufficiente, Papa Francesco – e lo farà molte volte durante l’omelia – solleva gli occhi dal testo scritto e scrutando la folla soggiunge:

    “E per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù”.

    È la frase che scuote la gente, fin lì assorta come durante la lettura recitata e cantata del Vangelo della Passione. E qui il Papa innesta la seconda parola, “Croce”, dopo aver mostrato il paradosso di Gesù, un Re il cui trono, dice, è una Croce di legno. “Penso – osserva – a quello che Benedetto XVI diceva ai cardinali: ‘Voi siete principi, ma di un Re crocifisso. Quello è il trono di Gesù’”. E da quel trono, prosegue, scende il sangue che lava, con la misericordia, i mali del mondo:

    “Guerre, violenze, conflitti economici che colpiscono chi è più debole, sete di denaro, che poi nessuno può portare con sé, deve lasciarlo. Mia nonna diceva a noi bambini: il sudario non ha tasche. Amore al denaro, potere, corruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato! (…) Gesù sulla croce sente tutto il peso del male e con la forza dell’amore di Dio lo vince, lo sconfigge nella sua risurrezione”.

    La terza parola è “giovani”. Vi ho visti in tanti durante la processione, afferma Papa Francesco, ricordando come la Domenica delle Palme da 28 anni sia sinonimo di Giornata della gioventù. La Gmg è una festa per eccellenza e voi giovani, conferma, “avete una parte importante nella festa della fede”.

    “Voi ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre, un cuore giovane anche a settanta, ottant’anni! Cuore giovane! Con Cristo il cuore non invecchia mai!".

    Piazza San Pietro s’incendia e anche un sole fin lì avaro di luce si fa largo tra le nuvole così come il crescendo di Papa Francesco trova spazio ed eco nel cuore dei ragazzi. Il pensiero va alla Gmg di Rio de Janeiro, tappa che vivrà – annuncia – sulle “orme di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI”:

    “Vi do appuntamento in quella grande città del Brasile! Preparatevi bene, soprattutto spiritualmente nelle vostre comunità, perché quell’Incontro sia un segno di fede per il mondo intero. I giovani devono dire al mondo: 'E buono seguire Gesù; è buono andare con Gesù; è buono il messaggio di Gesù; è buono uscire da se stessi, alle periferie del mondo e dell’esistenza per portare Gesù!”.

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    All’Angelus, il pensiero del Papa a chi vive “situazioni più difficili” e alla Giornata mondiale contro la tubercolosi. Tantissimi abbracci alla gente

    ◊   All’Angelus Papa Francesco invoca l’intercessione di Maria “affinché ci accompagni nella Settimana Santa”. Poi il pensiero a chi vive situazioni difficili e ai malati di tubercolosi. Il saluto del Papa a piazza San Pietro in diverse lingue. Poi nel suo giro in piazza, Papa Francesco scende moltissime volte dalla papamobile per abbracciare tante delle circa 250.000 persone giunte per la Messa e per l'Angelus. Il servizio di Fausta Speranza:

    “Lei, che seguì con fede il suo Figlio fino al Calvario, ci aiuti a camminare dietro a Lui, portando con serenità e amore la sua Croce, per giungere alla gioia della Pasqua”.

    Con queste parole il Papa invoca la Vergine Maria, per poi raccomandare alla sua intercessione “specialmente chi sta vivendo situazioni più difficili”. Poi il pensiero del Papa è per “le persone affette da tubercolosi”, ricordando la Giornata mondiale contro questa malattia. E Papa Francesco torna a parlare dei giovani:

    “A Maria affido in particolare voi, carissimi giovani, e il vostro itinerario verso Rio de Janeiro. Buon cammino a tutti!”

    Papa Francesco nel suo secondo Angelus in piazza San Pietro saluta augurando Buon camino a tutti in diverse lingue.

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    Nei tweet del Papa: appuntamento a Rio e mai pensare di non potere nulla contro il male

    ◊   Il Papa attraverso twitter ha lanciato due messaggi: uno dedicato all’appuntamento a luglio con la Gmg e uno contro le tentazioni del maligno allo sconforto. Il Papa scrive: “Guardo con gioia al prossimo luglio, a Rio de Janeiro! Vi do appuntamento in quella grande città del Brasile!”. E poi: “Non dobbiamo credere al Maligno che dice che non possiamo fare nulla contro la violenza, l’ingiustizia, il peccato.” Il Papa ha inviato i tweet in 8 lingue.

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    L'invito a non scoraggiarsi e le parole del Papa sulla Croce: l'insegnamento più forte per i fedeli in piazza San Pietro

    ◊   Piazza San Pietro era gremita di fedeli che hanno seguito con attenzione e gioia la celebrazione delle Palme. Ma cosa è rimasto nel cuore delle parole del Papa? Alcune testimonianze raccolte da Marina Tomarro:

    R. - La grande apertura verso i giovani e la speranza.

    R. - Ha parlato dell’importanza della Croce, senza mai lasciarsi andare allo scoraggiamento e di tenere sempre viva la speranza. Poi ha invitato tutti i giovani a prepararsi a questo evento della Gmg in Brasile, dando appuntamento a tutti a Rio. Ha sottolineato di prepararsi soprattutto spiritualmente… Lo ha detto più volte.

    D. - Il Papa vi ha anche fortemente invitati a partecipare alla prossima Gmg in Brasile: cosa rispondete a questo invito?

    R. - Spero proprio di si!

    R. - Tutti uniti insieme con gioia: la Chiesa è una sola e questa è la Chiesa viva.

    R. - Sono convinta che quell’invito è rivolto anche a me. Anche se non posso andare, mi preparerò e le parole che dirà saranno per me una gioia.

    R. - Penso che la coincidenza di questa giornata proprio con l’apertura della Settimana Santa, in questo clima di primavera dello spirito, con Papa Francesco, dia un tocco nuovo a questa avventura verso Rio. Come lui è venuto a Roma, adesso i giovani faranno il viaggio al contrario: da Roma al continente sudamericano.

    R. - Da Roma arriveremo a Rio se saremo radicali nel messaggio del Vangelo, se lo faremo nostro non soltanto con le parole, ma anche con i fatti, rendendo una testimonianza limpida, trasparente e totalmente onesta.

    D. - In che modo vivrete questa Settimana Santa, che comincia oggi con la Domenica delle Palme?

    R. - Penso sicuramente con un clima di raccoglimento e di preghiera, che ci fa vivere più in sintonia con quello che è il rivivere la Passione di Gesù nel nostro oggi, nell’essere vicino al dolore di Cristo, vicino al dolore di tanti fratelli e sorelle che stanno vivendo la loro passione quotidiana.

    R. - Viviamo con intensità, con fede, vivendola in famiglia essendo che noi siamo famiglia, e comunque con questo Papa che ci darà la forza e lo spirito per viverla ancora meglio.

    R. - Con la preghiera e avvicinandoci di più al Signore attraverso i Sacramenti, la Confessione e partecipando più spesso alla Santa Messa. Vivendola tutti insieme come Chiesa, come comunità e con la nostra famiglia.

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    Il teologo Bux: Papa Francesco testimone della Misericordia del Signore

    ◊   Testimoniare la Misericordia del Signore. E’ questo uno dei temi forti sottolineati da Papa Francesco fin dal primo giorno del suo ministero petrino. Una dimensione che è in realtà da sempre presente nella vita del pastore Jorge Mario Bergoglio. D’altro canto, il richiamo alla Misericordia divina è una costante in tutti i Pontefici recenti, come sottolinea il teologo don Nicola Bux, intervistato da Alessandro Gisotti:

    R. - La riflessione non può non partire, almeno in tempi più vicini a noi, dalla “Dives in Misericordia” di Giovanni Paolo II: la seconda Enciclica, che fu tutta incentrata sulla misericordia, perché - come sappiamo - Giovanni Paolo II ha fatto della misericordia, in qualche modo, il suo programma. Tutti sanno che egli è spirato proprio nel sabato della Divina Misericordia del 2005. Egli è stato un apostolo - possiamo dire - della misericordia. Pertanto il Magistero del nuovo Pontefice ha già in qualche modo il terreno preparato. Questo va detto perché magari, agli esordi di un Pontificato, talvolta si tende a dimenticare quanto è già stato fatto, quasi cercando a tutti i costi una novità o una discontinuità. Questo deve essere tenuto ben presente, perché - com’è stato detto anche in questi giorni - i Papi si succedono, perché appartengono alla Successione apostolica sulla sede di Roma, dei vescovi di Roma, ma il Papato resta.

    D. - Se la misericordia in modo immediato lega Bergoglio a Wojtyla, l’aspetto della tenerezza, della dolcezza, che poi appunto è espressione visibile dalla misericordia, forse lega in modo immediato Bergoglio a Ratzinger, Francesco a Benedetto…

    R. - Sì, si può dire senz’altro questo, ma a me - per esempio - l’immagine di Papa Francesco che scende tra la folla mi ha immediatamente richiamato quella di Pio XII che scende tra la folla dopo i bombardamenti di San Lorenzo ed è attorniato, prega, accarezza… Per non dire poi di Papa Giovanni XXIII. Io credo che la misericordia sia una costante della Chiesa: poi ogni Pontefice porta uno stile e un’enfasi propria, che deriva dalla sua esperienza, come del resto anche dal proprio carattere. E’ indubbio che anche la mitezza e la tenerezza, pur nella diversità dei caratteri - molto più riservato quello di Benedetto XVI, appare invece molto più espansivo quello di Papa Francesco - ci ripropongono nient’altro che quella che gli esegeti chiamano la compassione del Signore, il Signore ebbe compassione della folla: “Misereor super turbam”, dice il Vangelo, cioè “ho compassione della folla”.

    D. - Ecco, questo direi che è poi l’elemento fondamentale: qui si tratta della Misericordia del Signore, non del Papa…

    R. - Esatto! La misericordia del Signore perché il Papa è e deve essere espressione della misericordia del Signore: egli è chiamato Vicario di Cristo non per esclusione, perché tutti i vescovi sono vicari di Cristo, come dice il Vaticano II. E' chiaro che quando si usa questa espressione è evidente che i pastori sono tutti espressione del "Pastore grande delle pecore", come dice San Pietro: massimamente il vescovo di Roma, che siede sulla Cattedra di Pietro, deve esprimere questa carità senza confini.

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    L'attesa dei giovani di Rio de Janeiro per la Gmg con Papa Francesco: l'intervista con l'arcivescovo di Rio

    ◊   Si celebra oggi la XXVIII Giornata mondiale della gioventù a livello diocesano, in attesa della Gmg di Rio de Janeiro del prossimo luglio: i giovani brasiliani aspettano con emozione di incontrare Papa Francesco. Lo racconta, nell'intervista di Silvonei Protz, l'arcivescovo di Rio, Orani João Tempesta, che si trova in questi giorni a Roma :

    R. – I giovani di Rio mi hanno detto di portare tanti saluti a Papa Francesco e di dire al Santo Padre che noi gli vogliamo molto bene e che è il benvenuto a Rio de Janeiro, in Brasile. Credo che anche il nome Francesco, per i giovani che saranno alla Gmg di Rio, porti con sé tante cose belle. Papa Francesco porterà con sé il suo spirito di povertà e anche iniziative per poter vivere una Chiesa più giovane, mettendo Gesù Cristo al centro di tutta la nostra vita. E da gesuita porterà tutta la profondità spirituale di Sant’Ignazio.

    D. – Come procedono i preparativi per la Giornata mondiale della gioventù?

    R. – Gli organizzatori delle Gmg stanno andando avanti con i preparativi. Adesso credo che lavoreremo molto per l’accoglienza dei giovani. Oggi abbiamo più posti rispetto alle persone e ai giovani iscritti alla Gmg ma col passare dei mesi ci saranno più giovani da accogliere e per questo dobbiamo cercare di essere pronti per l’accoglienza di un gran numero di persone.

    D. – Cambia qualcosa adesso con Papa Francesco, rispetto al programma che era stato stabilito con Benedetto XVI?

    R. – Quello che è proprio della Gmg non cambia. Il Papa sarà con i giovani, come sempre è stato nelle principali celebrazioni dei giovani. Cambiano soltanto gli altri appuntamenti del Santo Padre con la città, con il Brasile, con lo Stato, con le persone. Per questo abbiamo fatto un programma nuovo, una proposta di programma che sarà sottoposto al Santo Padre e alla fine di aprile, inizio di maggio, sapremo cosa il Santo Padre vuole fare.

    D. – Quale Rio de Janeiro troveranno i giovani di tutta Europa, di tutto il mondo, che arriveranno per questa Gmg?

    R. – Una grande città, con una grande storia, che ha le sue cose belle, un popolo molto religioso che ha i suoi problemi di povertà, di violenza, ma ha sempre la gioia di veder crescere i giovani nel cuore. Credo che il Cristo Redentore di Rio di Janeiro renda bene l’immagine di una città che vuole accogliere tutti con le braccia aperte.

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    Papa Francesco e il calcio: la testimonianza di un dirigente della sua "squadra del cuore"

    ◊   Amante del calcio fin da bambino, Jorge Mario Bergoglio è da sempre tifoso dell'Atletico San Lorenzo, uno dei 5 club di Buenos Aires. Su questa passione calcistica di Papa Francesco, Luca Collodi ha raccolto la testimonianza di José Cáprio, già segretario generale dell'Atletico San Lorenzo de Almagro:

    R. – Bueno, la afición del Papa Francisco
    Il tifo di Papa Francesco, che per noi è ancora Jorge Bergoglio, è nato tanto tempo fa. Il quartiere Boedo di Buenos Aires, è un quartiere vicino al nostro terreno di gioco. Sin da bambino, Bergoglio ha manifestato il suo amore e il suo interesse per i colori rosso-blu dell'Atletico San Lorenzo de Almagro. Ha fatto parte del club, ha praticato lo sport, anche il rugby, assieme al padre. E’ sempre stato legato al movimento istituzionale e sportivo del nostro San Lorenzo. E’ un fervente tifoso!

    D. – Papa Francesco è appassionato ma anche esperto di calcio ?

    R. – El està al tanto ...
    E’ informato su tutti gli aspetti calcistici. S’intende di calcio, come di tante altre cose. E’ un pastore, quindi sta in contatto con il suo gregge, e qui, in Argentina, tanto gregge si occupa di calcio. Perciò lui conosce e si aggiorna quotidianamente.

    D. – Il Papa si interessa anche di calcio internazionale?

    R. – Los argentinos en general...
    Noi argentini, in generale, siamo molto appassionati di calcio. Seguiamo il calcio italiano, quello spagnolo, vediamo in televisione molti campionati e molte squadre. Quindi, non mi sembrerebbe per niente strano che Papa Francesco fosse informato sul calcio mondiale.

    D. – C’è una squadra italiana che segue, in particolare?

    R. – No, eso no lo se...
    Questo non lo so, realmente non lo so. So che era socio e simpatizzante del nostro San Lorenzo e molto partecipe della vita del club. E’ venuto a celebrare una Messa il giorno del centenario del nostro club - un fatto molto importante - però non so se sia tifoso di un'altra squadra, per esempio in Italia.

    D. – Il Papa ha la tessera numero 88235N-0 del San Lorenzo e la domenica era sempre in tribuna allo stadio per seguire la partita...

    R. – Si, por supuesto...
    Sì, naturalmente. Lui seguiva sempre le nostre partite, collaborava con noi. Noi abbiamo un’origine salesiana: il nostro club è stato fondato da un prete salesiano, padre Lorenzo Massa, nel 1908. E il cardinale Bergoglio, Papa Francesco, aveva un’affinità importante con l’origine del nostro club, che fu fondato da un prete.

    D. – Un grande tifoso del San Lorenzo era il più grande scrittore del mondo del calcio, l’argentino Osvaldo Soriano. Si sono mai incontrati, secondo lei, Osvaldo Soriano e Papa Francesco?

    R. – Yo no se si...
    Non so se si siano incontrati in privato, però sono sicuro che Papa Francesco conoscesse i libri di Soriano, che oltre ad essere un grande scrittore, condivideva l’amore per i colori rosso- blu della nostra maglia.

    D. – In Italia, a Catania, Milano e Roma, giocano molti giocatori argentini. Come in Inghilterra, Francia e Spagna…

    R. – En el Catania hemos entendido...
    Nel Catania, che ha in rosa dieci giocatori argentini, sappiamo che ci sono oggi tre giocatori che sono passati dal San Lorenzo: Papu, Gomez, Barrientos, che è nato calcisticamente nel club e ha passato moltissimo tempo con il San Lorenzo.

    D. – Il San Lorenzo pensa di venire per una tournèe in Italia e giocare davanti al Papa?

    R. – Bueno, con esto que el cardenal Bergoglio...
    Il fatto che il cardinale Bergoglio sia stato eletto Papa apre opportunità molto importanti e molto belle in un momento così importante per il nostro club, perché sia conosciuto maggiormente a livello mondiale.

    D. – Papa Francesco suggerisce alla squadra tattiche particolari da applicare in campo?

    R. – El està muy atento...
    E’ molto attento a tutto quello che riguarda il calcio, è in contatto con tutto questo. Quando si ritirò nel 2003 un grande giocatore argentino, Alberto Acosta, più volte cannoniere come dite voi, del San Lorenzo, parlava spesso con lui della posizione da tenere in campo. Conosce realmente il gioco del calcio.

    D. Come ha festeggiato il club alla nomina di Papa Francesco, abbonato e socio dell’Atletico San Lorenzo?

    R. – La società, a nome del presidente Matìas Lammens e del segretario generale Marcelo Vazquez, hanno indirizzato un saluto al Papa, “Il Papa del San Lorenzo”, ricordando come il Papa abbia partecipato a momenti importanti per la vita della polisportiva San Lorenzo: dalla celebrazione del Centenario del club all’inaugurazione della cappella dell’Istituzione.

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    Oggi in Primo Piano



    Giornata dei missionari martiri: Pérez Esquivel e mons. Zuppi ricordano l'arcivescovo Romero

    ◊   Si celebra questa domenica la Giornata di preghiera e di digiuno in memoria dei missionari martiri, promossa in occasione dell’anniversario dell’assassinio dell’arcivescovo di San Salvador, mons. Oscar Arnulfo Romero, avvenuta il 24 marzo 1980 durante la celebrazione dell’Eucaristia. Agli incontri organizzati a Roma per la giornata è presente anche l’attivista argentino per i diritti umani Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel per la Pace per la sua strenua opposizione alla dittatura nel suo Paese. Mónica Zorita gli ha chiesto un ricordo di mons. Romero:

    R. – Romero es un mártir...
    Romero è un martire, un profeta della Chiesa. Il messaggio che ci dà è quello di essere coerenti con il Vangelo in ciò che si dice e in ciò che si fa. Credo che un’altra cosa che si potrebbe aggiungere a questo sia il condividere il pane, che alimenta il corpo, alimenta lo spirito e la libertà. La libertà, infatti, è possibile unicamente nell’amore. Credo che partendo da questo possiamo vivere il messaggio del Vangelo.

    Alla Giornata per i missionari martiri, nel ricordo di mons. Romero, partecipa anche il vescovo ausiliare di Roma Matteo Maria Zuppi. Mónica Zorita lo ha intervistato:

    R. – La morte di mons. Romero in tutta la Chiesa aiuta a ricordare i tanti martiri che ancora oggi offrono la loro vita, i tanti martiri missionari, le tante persone che vengono uccise ancora oggi a causa della fede. Ha molto da dire in questo Anno della Fede. Mons. Romero era un uomo di fede e la sua passione per i poveri e per la Chiesa derivava proprio dalla sua fede. Credo che riveli molto della nostra tiepidezza. Il documento “Porta Fidei” indicava come rischio peggiore per il cristiano proprio quello della tiepidezza. Infine, credo che mons. Romero ci unisca alla passione della Chiesa latino-americana e che l’elezione del nostro nuovo vescovo di Roma, Papa Francesco, ci faccia ricordare tutta la fatica, la passione, la lotta, la ricerca della Chiesa latino-americana per una Chiesa – come ha detto Papa Francesco – povera e vicino ai poveri.

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    Giornata mondiale per la lotta alla tubercolosi: la malattia continua a mietere vittime in tutto il pianeta

    ◊   Come ha ricordato Papa Francesco, ricorre il 24 marzo la Giornata Mondiale per la lotta alla Tubercolosi che continua ad interessare ampie zone del pianeta. Nel 2011 – ricorda l’Organizzazione Mondiale della Sanità – ci sono stati circa 8,7 milioni di nuovi casi e 1,4 milioni decessi, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Particolarmente colpiti i bambini con 500 mila casi e 64 mila vittime. Ma come nasce questa giornata? Eugenio Bonanata lo ha chiesto a Roberto Cauda ordinario di malattie infettive al Policlinico Gemelli:

    R. – Questa giornata nasce per ricordare quel giorno in cui Robert Koch ha annunciato alla comunità scientifica, a Berlino, di aver scoperto il Mycobacterium della tubercolosi, cioè l’agente responsabile di questa grave malattia, che nell’’800 era estremamente diffusa e che anche oggi purtroppo è presente.

    D. – Nonostante sia considerata una malattia lontana, è molto diffusa nel mondo. Qual è il quadro?

    R. – Certamente la malattia ha una diffusione a macchia di leopardo, nel senso che ci sono alcuni Paesi, quelli più poveri, quelli meno sviluppati, nei quali la malattia ha una diffusione, un’incidenza maggiore, ma anche il cosiddetto mondo industrializzato – e in questo anche l’Italia – ha ancora un numero di casi che, seppur basso, è comunque importante.

    D. – Quali sono le cause dello sviluppo della malattia?

    R. – La malattia è in qualche modo legata alla povertà, è legata al sovraffollamento, è legata alle condizioni disagiate, essendo una malattia che ha un arco di sviluppo di mesi, di anni. Ricordo che la tisi, che contraddistingueva soprattutto nel passato le forme non trattate, altro non era che una progressiva consunzione. La tubercolosi è una malattia, quindi, anche molto poliedrica nelle sue manifestazioni cliniche e talora anche difficile da diagnosticare precocemente.

    D. – Che cosa fare, dunque, per arginare il trend, la diffusione dei ceppi più resistenti?

    R. – Io ricordo che la settimana scorsa, sull’autorevolissima rivista americana Time Magazine, la copertina, che è un evento piuttosto importante, è stata dedicata alla tubercolosi resistente, il titolo era “Contagio”. Nell’articolo si approfondivano le ragioni dello sviluppo di queste forme resistenti, che sono certamente multiple, ma che in qualche modo sono anche molto inquietanti. Si tratta, infatti, di forme di tubercolosi, per le quali le opzioni terapeutiche sono poche. Credo, quindi, che miglioramenti diagnostici e affinamento delle tecniche di precoce diagnosi siano importanti, così come poter avere a disposizione sempre nuovi farmaci efficaci.

    D. – Quindi è importante la ricerca...

    R. – La ricerca è assolutamente fondamentale in questa, come in ogni malattia. Forse, certamente, se possiamo fare una qualche autocritica, bisognerebbe ritornare in modo più massiccio allo studio della tubercolosi e non considerarla, come forse è stata considerata anche in anni non lontani, un retaggio del passato, perché, ahimé, la tubercolosi è ancora presente tra di noi.

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    A conclusione della settimana dedicata alla prevenzione oncologica, le raccomandazioni del prof. Scambia

    ◊   Termina oggi la 12.ma Edizione della settimana nazionale dedicata alla prevenzione oncologica. Diverse associazioni che si occupano di tumori hanno colto, questi giorni, l’occasione per sensibilizzare ed informare i cittadini sull’importanza della prevenzione. Particolare attenzione ai tumori femminili, i più frequenti quelli all’utero e della mammella, seguiti dal cancro all’ovaio. L’alimentazione e, quindi, la dieta mediterranea sono fondamentali per la prevenzione di tutti i tumori. Eliana Astorri ha intervistato il prof. Giovanni Scambia, direttore del Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna e della vita nascente del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma:

    R. – Possiamo genericamente dire che quello che vale per altri tumori, e cioè che una dieta ricca in verdure e fibre rappresenta una generica prevenzione, è senz’altro vera per i tumori ginecologici. Però, quello che distingue molto i tumori ginecologici, e in particolare i tumori del collo dell’utero, è la possibilità di una prevenzione nel senso di una diagnosi precoce e dell’evidenziazione di tutte quelle lesioni pre-tumorali che potranno evolvere in tumore. Sapete bene il ruolo che ha in questo il paptest, il ruolo che ha la visita ginecologica, che ha eventualmente la colposcopia: quindi il guardare il collo dell’utero in maniera ingrandita con un microscopio colorato in maniera particolare. L’altro aspetto fondamentale è la possibilità di utilizzare la vaccinazione per l’Hpv (Human papilloma virus, papilloma virus umano), che è stato riconosciuto come il virus responsabile dei tumori cervicali. Mettendo insieme tutte queste cose, noi nei prossimi anni potremmo annullare il cancro al collo dell’utero. Completamente diverso è il problema del tumore ovarico, che incide in Italia per circa 3.500-4.000 casi l’anno, e che tranne nel 20% dei casi insorge quasi sempre in forma avanzata perché non abbiamo criteri di prevenzione né possibilità di prevenzione se non uno solo, al quale bisogna stare molto attenti, ed è la familiarità per questo tumore.

    D. – Negli ultimi dieci anni c’è stata una crescita culturale per quanto riguarda la consapevolezza della donna e l’aver capito l’importanza della prevenzione …

    R. – Sì. Quello che si è capito molto bene in questi anni è che bisogna introdurre una cultura della prevenzione in generale, cioè noi dobbiamo iniziare ad insegnare alle nostre adolescenti nelle scuole i principi di prevenzione, che non valgono solo per l’oncologia ma valgono per tante altre malattie. In questo, l’occasione del vaccino è un’occasione straordinaria, perché si fa proprio nelle adolescenti e quindi può essere un modo di sensibilizzarle a questo problema.

    D. – Cosa pensa delle “Settimane”, delle “Giornate” nazionali o mondiali dedicate a questa o quella patologia?

    R. – Io ne penso bene, perché credo che siano occasioni nelle quali ci si confronta, si portano all’attenzione della gente i concetti della prevenzione: sapete che ci sono associazioni che in certe giornate praticano gratuitamente paptest, mammografie e altri esami di prevenzione … quindi, penso anche che la cosa non può finire lì. Queste “giornate” hanno un significato di sensibilizzazione ma poi le istituzioni devono intervenire in maniera forte per rendere la prevenzione un fatto culturalmente insito a ogni donna.

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    Nella Chiesa e nel mondo



    I ribelli a Bangui: sfugge alla cattura il presidente del Centrafrica

    ◊   In Centrafrica i ribelli della coalizione Seleka hanno espugnato la capitale Bangui,conquistando il palazzo presidenziale. Tuttavia, il presidente Francois Bozize sarebbe sfuggito alla cattura rifugiandosi nella Repubblica Democratica del Congo. Ad annunciarlo - stamattina - gli stessi insorti, mentre testimoni riferiscono di violenti scontri nell’area. Intanto, ieri sera, a fronte dell’avanzata dei guerriglieri, la Francia ha inviato le proprie truppe per “mettere in sicurezza” l’aeroporto della città. E' fallito dunque il processo politico lanciato dagli accordi di Libreville, firmati l'11 gennaio.

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    Ancora scambio di spari nella zona del Golan, tra Siria e Israele

    ◊   Israele reagirà “immediatamente” al fuoco proveniente dalla Siria nella zona delle Alture del Golan. E’ l’avvertimento del neo ministro della Difesa dello stato ebraico, Yaloon. Stamattina, i soldati israeliani hanno sparato contro una postazione militare siriana dopo essere stati colpiti - per la seconda volta in 24 ore – da proiettili provenienti dalla parte siriana del Golan. Sul fronte interno, invece, il leader della Coalizione Nazionale, al-Khatib, ha annunciato le sue dimissioni dalla guida della principale piattaforma dell’opposizione. Infine, al termine di 16 giorni di battaglia, i ribelli hanno annunciato la conquista di una base aerea nel sud, sulla strada che da Damasco conduce ad Amman. Ieri ci sono stati bombardamenti su Homs e Deraa nel giorno dei funerali di Stato per lo sceicco sunnita sostenitore del presidente Assad Muhammad al Buti, ucciso giovedì in un attentato dinamitardo a Damasco. Nell’attacco hanno perso la vita 48 persone. Il presidente siriano Assad promette vendetta. Il governo di Damasco respinge poi in modo fermo la decisione dell'agenzia dell’Onu per i diritti umani di prolungare la sua missione di inchiesta, mentre l’Unione europea torna a sottolineare l'urgenza di una soluzione politica rapida alla crisi. (E.B.)

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    Pakistan: l’ex presidente Musharraf rientrato in patria dopo 4 anni di esilio

    ◊   Ritorno in patria per l’ex presidente pakistano, Musharraf. L’ex generale è atterrato oggi a Karachi, dopo oltre 4 anni di esilio a Londra, per partecipare alle prossime elezioni politiche di maggio nonostante le minacce dei Talebani. Ad attenderlo, una grande folla di sostenitori e membri del suo partito, la Lega musulmana del Pakistan. Il suo rientro è stato possibile grazie alla decisione di un giudice che gli ha concesso la libertà provvisoria in tre processi, tra cui quello in cui è accusato di complicità nell’omicidio dell’ex primo ministro pakistano, Benazir Bhutto, avvenuto nel 2007.

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    Gran Bretagna: trovato morto Berezovski, l’oligarca russo anti-Putin

    ◊   In Gran Bretagna, la polizia scientifica britannica ha confermato di non aver trovato alcuna sostanza sospetta in casa di Boris Berezovski, l’ex oligarca russo anti-Putin trovato morto ieri nel sua residenza di Ascot da una delle sue guardie del corpo. Gli investigatori hanno svolto accertamenti “precauzionali” per escludere la presenza di agenti chimici o radioattivi. I legali dell’uomo ritengono che si tratti di un suicidio, mentre alcuni amici non lo ritengono possibile.

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    Napolitano: oggi l’ultimo atto pubblico prima della scadenza del mandato

    ◊   “Questo è probabilmente l’ultimo atto pubblico che compio”. Lo ha detto il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, al termine del suo intervento a Sant’Anna di Stazzema dove ha commemorato le vittime dell'eccidio nazista del 1944. Poco prima, a margine di una manifestazione analoga, alle Fosse Aredeatine, rispondendo alle domande dei giornalisti in merito alla complessità della situazione politica italiana, haa lanciato un nuovo appello all’unità. “Adesso – ha spiegato – abbiamo bisogno di pensare all'interesse generale del Paese e di dare continuità alle nostre istituzioni democratiche”.

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    Colombia. Il vescovo di Cali chiede una “tregua di Dio” per la Settimana Santa

    ◊   Una “tregua di Dio” durante la Settimana Santa, per manifestare un “segno di speranza verso la pace”: questo l’invito - riportato dall’agenzia Fides - ai diversi gruppi armati rivolto dall’arcivescovo di Cali, mons. Dario Monsalve Mejía. Il presule ha chiesto loro di astenersi da ogni aggressione violenta verso i cittadini comuni e le autorità, riponendo le armi ed evitando di turbare la pace nei luoghi dove si tengono le celebrazioni religiose o dove la gente pratica attività sportive e cerca di vivere in convivialità. Mejía ha esortato anche il governo a ordinare una “battuta d’arresto” nella guerra contro guerriglieri e criminali, per far sì che “la ragione prevalga nei colloqui”. Infine, il presule ha chiesto a tutti di impegnarsi nella scelta per la non-violenza, manifestando pubblicamente tale opzione “per iscritto o qualsiasi mezzo a propria disposizione”, e di indossare vestiti di colore bianco, per mostrare il proprio sostegno alla richiesta di tregua e ai dialoghi di pace tra governo e guerriglieri delle Farc, in corso a Cuba. (V.C.)

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    Sri Lanka: gruppo musulmano indice giornata di sciopero e preghiera per la pace con i buddisti

    ◊   In Sri Lanka giornata di sciopero, preghiera e digiuno, contro i crescenti episodi di intolleranza religiosa, perpetrati da alcuni gruppi radicali di singalesi-buddisti, ai danni della comunità islamica. Come riferisce AsiaNews, l’iniziativa è stata promossa dalla Muslim Rights Organisation (Mro), che spera di ottenere una reazione del governo, “cieco” di fronte al diffuso sentimento anti-islamico espresso da alcune organizzazioni. In particolare, la proposta è indirizzata al Bodu Bala Sena e al Sinhala Ravaya: due gruppi estremisti che mirano a proteggere la popolazione buddista e singalese e la sua religione. Spinti da tali intenzioni, in passato i membri di queste formazioni hanno più volte attaccato la comunità islamica, lanciando campagne diffamatorie a mezzo stampa o boicottando i negozi gestiti da musulmani. Su una popolazione di 21,6 milioni di persone, il 73,8% è di origine singalese. Il buddismo, praticato dal 69,1% della popolazione, è la religione ufficiale; segue l’Islam, con il 7,9%. (V.C.)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 83

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    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Chiara Pileri.