Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 13/03/2013

Il Papa e la Santa Sede

  • Conclave: nere le prime due fumate, cronaca di un'attesa
  • Padre Lombardi: nessuna divisione tra i cardinali, le votazioni procedono secondo la norma
  • In piazza l'attesa e la preghiera dei fedeli per il nuovo Papa
  • L'ingresso dei cardinali in Conclave, il giuramento e l'"extra omnes"
  • Il mondo dell'informazione alla ricerca di notizie sul Conclave
  • P. Spadaro: un semplice comignolo, simbolo delle attese della Chiesa e del mondo intero
  • Giovanni, Gregorio, Benedetto: i nomi di Pontefici più utilizzati nella storia
  • “Habemus Papam”: storia del celebre annuncio
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Save The Children: due milioni di bambini vittime in Siria
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Obama: “Pronti a prevenire attacco della Corea del Nord”
  • Grecia: incontro Samaras-Troika Ue per sbloccare nuova tranche di aiuti
  • Parlamento Ue boccia accordo sul bilancio europeo 2014-2020
  • Accordo sul petrolio. Sud Sudan e Sudan a confronto per risolvere i contenziosi
  • Falkland, Kirchner: referendum per sovranità britannica è una "parodia"
  • Caritas e Sant’Egidio in aiuto dei cristiani sfollati dopo attacchi a Lahore
  • Caso Marò. Premier indiano Singh: conseguenze in relazioni con l’Italia
  • Messico: campagna per il disarmo volontario raccoglie quasi 4000 armi
  • Distensione nel Kurdistan, Pkk libera otto ostaggi turchi
  • Elezioni Groenlandia: vince partito Simiut, sconfitta per gli autonomisti
  • Bogotà: priorità delle Chiese latinoamericane è la missione permanente
  • Riunione dei parlamentati del M5s per la presidenza delle camere
  • Il Papa e la Santa Sede



    Conclave: nere le prime due fumate, cronaca di un'attesa

    ◊   Alle 11.38 di questa mattina, dal camino della Cappella Sistina è apparsa la seconda fumata nera dall’inizio del Conclave che dovrà eleggere il successore di Benedetto XVI. Negativo, dunque, anche l’esito della seconda e terza votazione del Collegio cardinalizio, che tornerà a riunirsi oggi pomeriggio alle 16 nella Sistina, per dare il via, circa 50 minuti dopo, al quarto ed eventualmente quinto scrutinio previsti per oggi. Nonostante la pioggia, diverse centinaia di persone hanno atteso stamattina in Piazza San Pietro l’esito della fumata, così come ieri sera quando a migliaia si erano affollati per vivere in prima persona le fasi iniziali del Conclave. La cronaca nel servizio di Alessandro De Carolis:

    Il timore che il buio serale di metà marzo rendesse indecifrabile il primo responso del Conclave è stato subito fugato dal sole artificiale da migliaia di watt che ieri, al calare dell’oscurità, è stato acceso sul tubo di rame più inquadrato al mondo, al cui verdetto sono appesi da ieri telecamere e sentimenti del pianeta. Ma a rendere impossibile ogni equivoco ci ha pensato la mistura di perclorato di potassio, antracene e zolfo che ha prodotto, dopo un paio di volute indecise, l’abbondante coltre di fumo che dalle 19.41 ha colorato di pece il cielo scuro, sbuffando a voluttà per lunghi minuti. Cinquanta metri sotto, a chiazzare di colore Piazza San Pietro sono le migliaia ombrelli che riparano l’attesa di chi non ha voluto mancare l’appuntamento con la storia nonostante il tempo da lupi e l’alta probabilità di un nulla di fatto. Ma neanche per loro, notte e pioggia sono stati un problema: anzi l’immagine cubitale del camino della Sistina, mandata live sui maxischermi da cento angolature, ha per certi versi dilatato l’attesa della massa, che al primo eruttare della fumata nera non ha saputo trattenere la sorpresa e, nonostante le previsioni, la delusione. Ecco il racconto di quegli istanti fatto in diretta dalla Radio Vaticana, che ha interrotto il radiogiornale delle 19.30:

    “Dunque mentre ascoltavamo questo servizio, abbiamo visto che è nera la prima fumata del Conclave. Stasera, quindi, tra i 115 cardinali riuniti non c’è stato l’accordo dei due terzi necessari per la scelta del successore di Benedetto XVI. Colleghiamoci di nuovo con Piazza San Pietro, dove c’è per noi Fabio Colagrande:

    Buonasera Paolo, buonasera a tutti gli ascoltatori. Qui la folla, che è riunita in Piazza San Pietro, ha emesso un grido di stupore, perché il comignolo della Sistina ha cominciato a fumare e in maniera chiara ha cominciato a fumare con un colore nero. Dunque - come dicevi tu - è il segnale che il primo scrutinio si è svolto e già questa è una notizia, perché come è noto - secondo le norme - i cardinali avrebbero potuto anche non votare… Il primo scrutinio si è svolto e come era altamente probabile nessuno dei porporati ha ricevuto un voto, nessuno ha raggiunto i 77 voti necessari per essere eletto a Sommo Pontefice”.

    Scena analoga questa mattina, con gli stessi protagonisti della sera prima: folla, brutto tempo e senso di attesa crescente. Questa volta, la luce smorta del cielo ha contribuito a giocare uno scherzo quando, con un certo anticipo rispetto al previsto, il cappello del comignolo si è nuovamente coperto di fumo. Dopo le prime volute cariche e scure, la tonalità è passata a un grigio che per qualche momento si è schiarito fino a regalare un’improvvisa scarica di elettricità, soprattutto in chi osservava salire quelle spirali da dietro un microfono o dall’obiettivo di una telecamera, pronto a scattare per il grande annuncio. Così non è stato, e le campane rimaste mute della Basilica hanno dissolto i dubbi assieme ai residui del fumo. E tuttavia, è il suono di bronzo del “Campanone” che tutta la Chiesa, e non solo essa, attende di udire il prima possibile, magari prima che i riflessi lattiginosi di questa giornata virino di nuovo al nero.

    inizio pagina

    Padre Lombardi: nessuna divisione tra i cardinali, le votazioni procedono secondo la norma

    ◊   “Viviamo un momento bello e intenso”. Così padre Federico Lomnardi nel briefing con i giornalisti presso il Media Center in Vaticano. Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha ribadito la centralità di questa “fase” definendola “decisiva”, proiettata verso l’elezione, a “giorni o a ore”, del nuovo Pontefice. Sottolineato che Benedetto XVI accompagna nella preghiera quanto sta accedendo e che ieri ha seguito in Tv la Missa pro eligendo Pontifice e la processione di ingresso dei cardinali nella Sistina. Ascoltiamo le parole di padre Lombardi nel servizio di Massimiliano Menichetti:

    “Siamo giunti alla fase decisiva di questo mese, che è stato aperto con la rinuncia del Papa Benedetto XVI e ora giunge, proprio nei prossimi giorni o nelle prossime ore, alla elezione del suo successore. Sentiamo salire l’emozione, l’attesa e lo vediamo e lo viviamo nella Piazza di San Pietro”.

    E’ lo sguardo su Piazza San Pietro che padre Lombardi ha consegnato ai giornalisti. Una Piazza che attende in queste ore il 265.mo successore di Pietro e cha ha partecipato con la preghiera ai tre scrutini e atteso le due fumate, per ora nere:

    “Ieri sera c’era moltissima gente ad attendere la fumata: più gente - devo dire - di quanto io stesso mi sarei aspettato. Questo dice la intensità dell’attesa. Anche questa mattina c’erano tantissime persone e abbiamo respirato un clima molto sereno, molto gioioso che certamente prelude a quando ci sarà l’elezione del Papa, a una esperienza bellissima. Io ricordo quella di otto anni fa, in cui da tutta Roma la gente arrivava di corsa in Piazza San Pietro”.

    Guardando alle due fumate: quella di ieri sera e quella della mattinata, padre Lombardi ha ricordato che “nel secolo passato solo l’elezione di Pio XII” annovera un esito positivo al terzo scrutinio. “Tutto nelle attese”, ha detto, escludendo “divisioni tra i cardinali”, impegnati invece nel “normale procedere del discernimento”.

    Sollecitato dai giornalisti “sul fumo del comignolo”. Ha spiegato che in Sistina c’è una stufa per bruciare le schede, dopo gli scrutini, e una “più moderna” adibita al segnale dell’elezione. Ha dettagliato la composizione chimica degli elementi che generano il fumo e come questi, contenuti un piccolo parallelepipedo, vengono azionati:

    “Cinque cariche chimiche, che partano - una dopo l’altra - azionate da un dispositivo elettronico. Ognuna di questa cariche dura circa un minuto, quindi il totale è previsto di un circa 7 minuti di fumata”.

    Il direttore della Sala Stampa vaticana ha anche spiegato che il prefetto della Casa Pontificia, l'arcivescovo Georg Gaenswein, segretario di Benedetto XVI, ha riferito che il Papa emerito sta seguendo con attenzione e partecipazione spirituale gli eventi. Tramite la televisione, ha puntualizzato, ha assistito ieri alla Missa pro eligendo Pontifice e alla processione d’ingresso dei cardinali nella Sistina. Sollecitato dai giornalisti ha anche spiegato che il Papa emerito non sarà presumibilmente presente alla Messa d’inizio pontificato.

    Poi ha ricordato una recente intervista del cardinale Karl Lehmann, proprio alla Radio Vaticana, in cui il porporato ha descritto la sua esperienza nel passato Conclave e in particolare il clima nella cappella Sistina durante il voto:

    “Insisteva che non è un procedimento affrettato, ma in un clima di grande spirituale e responsabilità. Ci si avvicina lentamente all’altare per deporre il proprio voto, tenendolo ben visibile - come dice la Costituzione apostolica - poi si depone questo voto pronunciando un giuramento, pronunciando parole molto impegnative: ‘Chiamo a testimone Cristo Signore, che mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo la volontà di Dio, ritengono debba essere eletto'”.

    Poi padre Lombardi ha spiegato com’è strutturata la scheda su cui votano i cardinali: un piccolo rettangolo di carta su cui c’è scritto in latino, nella parte alta, “Eleggo come Sommo Pontefice”. In basso figura invece una riga su cui si scrive il nome del cardinale designato. Quindi ha riportato l’emozione dei porporati, la consapevolezza e responsabilità che ieri ha registrato in Sistina, prima dell’Extra omnes.

    Ha poi spiegato poi che i cardinali hanno massima libertà di confronto, anche nella Casa Santa Marta alla quale, secondo il Motu Proprio del 25 febbraio, possono recarsi anche a piedi, dalla Sistina.

    “E’ una buona ipotesi” ha risposto ai giornalisti, padre Lombardi, che gli hanno chiesto se la Messa d’inizio Pontificato possa tenersi il prossimo 19 marzo. Ovviamente precisando che “nessuno può prevedere quando sarà eletto il Papa”.

    Quindi ha affermato che se il Papa non sarà eletto a breve, i cardinali potrebbero fermarsi per una pausa sabato prossimo:

    “E’ previsto che ci siano votazioni – quattro al giorno – per tre giorni completi, cioè mercoledì, giovedì e venerdì, e che l’interruzione di cui parla la Costituzione Apostolica possa essere sabato, se non c’è già stata un’elezione prima di sabato. E poi bisogna continuare anche la domenica, il lunedì e così via. Quindi, l’eventuale interruzione, secondo quanto mi risulta, potrebbe essere sabato, se non è già stato eletto il Papa”.

    inizio pagina

    In piazza l'attesa e la preghiera dei fedeli per il nuovo Papa

    ◊   Sorrisi e delusione sui volti dei tanti fedeli accorsi in San Pietro, nonostante la pioggia, per la seconda fumata dall’inizio del Conclave. Benedetta Capelli ha raccolto alcune testimonianze:

    R. – Sì, siamo rimasti un po’ delusi, perché aspettavamo con ansia questo momento. E’ giusto, però, che i cardinali si prendano il loro tempo per decidere sul nuovo Papa. Io mi auguro che il nuovo Papa abbia un cuore grande, grande.

    R. – Visto che questo è l’Anno della Fede, tutta l’arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-Monte Sant’Angelo è venuta a pregare per confermare la fede e c’è stata anche questa occasione propizia a cui poter assistere.

    D. – Tornerete in piazza?

    R. – Sì, stasera e anche domani se il Signore vuole.

    R. – Aspettiamo, vegliamo e guardiamo quello che lo Spirito Santo ci regalerà. Speriamo in un Papa dal buon cuore, un Papa secondo il cuore di Dio.

    D. – Però, hai la bandiera del Brasile...

    R. – Sì, per far vedere che noi siamo qui e che già amiamo il nuovo Papa, lo abbiamo già nel nostro cuore.

    D. – Dispiaciuto per questa fumata nera?

    R. – No, non tanto, perché questo ci invita a continuare a pregare. Prego soprattutto perché sia secondo il cuore della Santissima Vergine, perché Lei ci porta davvero alla gloria del Signore.

    R. – Dobbiamo lasciar operare lo Spirito Santo. Mi dispiace, perché ancora non è arrivata l’ora. Stiamo, quindi, pregando molto, insistendo. Vuol dire che dobbiamo ancora aspettare e pregare.

    D. – Ci sono molte persone in piazza. Quindi, è anche un pensiero di vicinanza, di affetto per la Chiesa...

    R. – Certamente. E’ la fede che ci spinge ad agire in questa forma. Questo ci consola molto. Molte volte, infatti, ascoltiamo tante cose negative in relazione alla Chiesa. In questo momento, però, ci sentiamo forti perché abbiamo molta gente vicino a noi, che ama veramente la Chiesa.

    R. – Mi piacerebbe che le braccia del Papa, affacciandosi dal balcone, facessero come il colonnato di San Pietro: dessero un abbraccio a tutta la Chiesa e a tutto il mondo.

    R. – Ho una grande certezza: che la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo e appartiene a Cristo. C’è grande speranza perché veniamo da un secolo e mezzo di grandi Papi e son sicuro che il prossimo sarà un eccellente Papa, che saprà guidare benissimo la Chiesa. Più che una speranza è una certezza.

    R. – Noi veniamo da Biella. Mi dispiace un po’ perché mi sarebbe piaciuto vedere la fumata bianca. Purtroppo oggi partiamo. Vuol dire che la vedremo alla televisione.

    R. – Si vede che i cardinali stanno veramente in ascolto dello Spirito Santo e sono nella scoperta. Siamo qui nella speranza di quel nome che questi cardinali stanno scoprendo.

    R. – Siamo vicini ai cardinali nella preghiera e anche nello spirito di famiglia che è nella Chiesa. Questa è la mia esperienza della fumata nera di oggi.

    D. – Sarete ancora in piazza per le fumate?

    R. – Sì, staremo tutto il pomeriggio qui, aspettando con fiducia. Continuiamo a pregare per i cardinali.

    R. – Approfittiamo di questo momento anche per trovare tante persone di differenti Paesi. Siamo tutti qui e preghiamo nella nostra lingua. Questa è una grazia e un dono che Dio ci offre in questi momenti così importanti per la Chiesa.

    D. – Respirare l’universalità della Chiesa?

    R. – Quella cattolicità della Chiesa che ci fa rendere conto che la Chiesa è viva come diceva Benedetto XVI. E’ importante anche che chi non si trova qui non si senta lontano. Preghiamo con loro, perché anche loro sono qui.

    inizio pagina

    L'ingresso dei cardinali in Conclave, il giuramento e l'"extra omnes"

    ◊   Il momento d'inizio del Conclave era stato segnato, ieri pomeriggio dalle 16.30, dalla processione e dal giuramento dei porporati sotto la volta michelangiolesca della Cappella Sistina, l’ultimo atto prima dell’"Extra Omnes”. La cronaca nel servizio di Gabriella Ceraso:

    "Extra omnes!"

    Il mondo resta fuori dall’imponente porta lignea della Cappella Sistina che lentamente si chiude. Si riaprirà col nuovo Papa. Sono appena passate le 17.30 quando nel silenzio, tra i 115 cardinali seduti al loro posto, risuona l’intimazione del Maestro delle Cerimonie, mons. Guido Marini. I porporati si erano ritrovati poco dopo le 16 nello spazio raccolto della Cappella Paolina, nella prima loggia del Palazzo Apostolico. A guidarli e prepararli in processione, il cardinale – primo per ordine e anzianità – Giovan Battista Re che, in latino e in nome di tutta la Chiesa, ha invocato la grazia dello Spirito Santo perché sia eletto un degno Pastore. Si forma dunque la processione aperta dal ministrante con la Croce e chiusa dal diacono col Libro dei Vangeli.

    (Litanie dei Santi)

    Che i Santi dell’Oriente e dell’Occidente preghino per noi, che Cristo ci salvi da ogni peccato e ci doni la sua misericordia: sono suppliche e invocazioni alla Chiesa tutta, a sostenere i passi lenti e solenni dei cardinali elettori: Diaconi, Presbiteri e Vescovi. Avanti a loro i cantori e i cerimonieri, il segretario del Collegio cardinalizio, mons. Lorenzo Baldisseri, e il porporato a cui è affidata la meditazione dopo l’“Extra omnes”, il cardinale Prosper Grech. Da ultimo, il cardinale Re e il Ministro delle Celebrazioni, mons. Marini.

    Pochi minuti, e si spalancano le porte della Sistina: le volte del Michelangelo abbracciano ogni elettore mentre prende il suo posto. E arriva il momento della solenne invocazione dello Spirito Santo:

    (Veni creàtor Spìritus)
    Vieni spirito creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato ...

    La potenza dell’invocazione è tutta nell’incipit del Veni Creàtor Spiritus: “Sii luce, fiamma, balsamo, difesa”, cantano i cardinali; “suscita in noi la parola, svelaci il grande mistero di Dio padre e del Figlio uniti in un solo amore”.

    Negli ultimi istanti che tutto il mondo segue,c'è il solenne giuramento, prima corale: i cardinali promettono fedeltà alle prescrizioni ecclesiastiche, impegno in caso di elezione e soprattutto giurano il segreto su quanto accadrà in Sistina d’ora in poi. Quindi la formula si fa singola: ciascuno avanza, pone la mano destra sul Libro dei Vangeli e giura:

    “Et ego, Franciscus …”

    E’ l’ultimo atto. Poi le porte della Sistina si chiudono e lo sguardo corre al comignolo che svetta in Piazza San Pietro.
    All’inizio una piccola folla, poi con il passare del tempo sempre più numerosi i pellegrini convenuti in piazza san Pietro per pregare e seguire il Conclave sui maxischermi nonostante la pioggia. Ascoltiamo alcune voci raccolte da Alessandro Guarasci:

    R. – No, no: era scontato! Facciamo giovedì …

    R. – Hanno impiegato tanto tempo …

    R. – Pure io a venire fin qui! Invece, purtroppo è uscita nera. Sarebbe stata un’occasione più unica che rara, come la rinunzia, se fosse stata bianca alla prima votazione …

    D. – Signora, si aspetta il Papa nei prossimi giorni?

    R. – Sìììì! Tra due-tre giorni, sicuramente avremo il Papa: io sono convinta di questo!

    D. – E che Papa si aspetta?

    R. – Italiano.

    R. – Un’emozione … e questa fumata bianca, speriamo che arrivi domani, così la vediamo …

    D. – Delusi di questo fumo nero?

    R. – No, no: così si ritorna!

    (canto dei ragazzi)

    R. – Per noi è grande l’emozione! Non le nascondiamo che abbiamo anche noi, nel nostro cuore, qualche preferenza da esprimere.

    R. – Non è come votare il presidente del Consiglio: è il capo della Chiesa, per cui è la guida di tutti!

    inizio pagina

    Il mondo dell'informazione alla ricerca di notizie sul Conclave

    ◊   Il mondo dell'informazione in queste ore concentra la propria attenzione sul Conclave. Le due fumate nere, ieri sera e stamattina, sono state annunciate in tutto il mondo in tempo reale, mentre la stampa continua a dedicare intere pagine all’elezione del Pontefice, proponendo in alcuni casi aspre divisioni tra i cardinali durante le votazioni in Cappella Sistina. Il servizio di Salvatore Sabatino:

    Battaglia, guerra, lotte intestine, contrapposizioni. Parole che si moltiplicano sui media, disegnando scenari bellici. Eppure si parla del Conclave, che su tanti giornali italiani oggi è diventato un campo di battaglia: tutto questo nonostante dal Collegio cardinalizio siano più volte giunti, durante le Congregazioni, segnali di comunione e unità. Ma perché questa necessità di proporre ai lettori uno scenario di tensione all’interno del Conclave? Gianguido Vecchi, vaticanista del Corriere della Sera:

    R. – Credo sia la tendenza diffusa a cercare di "leggere" la Chiesa secondo le categorie che in genere si usano per la politica. Poiché per la politica è abituale ricorrere a metafore belliche, lo stesso viene fatto per il Conclave ed è una cosa che – tra l’altro – porta a non capire cosa stia accadendo: il Conclave ha una certa familiarità con le dinamiche della Chiesa e obbedisce ad altre regole, è sfuggente rispetto alle categorie politiche.

    D. – C’è anche, abbiamo visto, una sorta di “ossessione” per i possibili “papabili”: intere pagine dedicate quotidianamente a questo o a quel cardinale, questa volta più che in altre occasioni…

    R. – Il “borsino” dei “papabili” che sale e che scende talvolta fa sorridere. Si può fare in maniera più seria, individuando le persone che si ritiene possano essere quelle tra le quali verrà fatta la scelta. Da questo punto di vista, credo sia inevitabile e anche giusto interrogarsi su chi potrebbe essere, anche perché i giornali, nel frattempo, qualcosa dovranno pur scrivere…

    Di certo l’elezione del Papa diventa l’evento mediatico per eccellenza: lo dimostrano i quasi 6.000 giornalisti presenti a Roma per seguire il Conclave. Un esercito, e questa volta la metafora bellica è più accettabile, che riesce a diffondere in pochi istanti ogni notizia. E’ il caso della seconda fumata nera, alle 11.38; in due secondi diventa la breaking news su tutti i siti Internet del mondo: dalla Bbc all’Abc, dalla Cnn ad Al Jazeera. Notizie che si moltiplicano, poi, anche sulla rete. Questo conclave, infatti, è il primo che si svolge in epoca di social network. Quanto cambia, questo, il modo di fare comunicazione? Salvatore Mazza, vaticanista del quotidiano “Avvenire:

    R. – Twitter, Facebook, la Rete sono stati estremamente attivi nel seguire questa fase, dall’annuncio della rinuncia di Papa Benedetto fino ad oggi, e continuano ad esserlo. Ci sono molte cose istituzionali, cioè di giornalisti o di giornali che rilanciano articoli, ma c’è anche un grande movimento di singoli che si cimentano in questo tipo di informazione istantanea. La cosa interessante da notare, è quello che perlomeno posso notare tra i contatti che ho io su questi mezzi, è che c’è molta più avvedutezza e accortezza su ciò che riguarda il Conclave tra la gente comune che tra gli addetti ai lavori. Anche questa sorta di martellamento sul fatto che si giochi sulle contrapposizioni tra questo e quello, risulta un po’ più attenuato, perché qua e là – ma non in maniera sporadica: in maniera sistematica – si possono leggere risposte, suggestioni che veramente vanno al cuore del Conclave, vanno al cuore del momento che la Chiesa sta vivendo. E questa credo sia una cosa molto interessante.

    inizio pagina

    P. Spadaro: un semplice comignolo, simbolo delle attese della Chiesa e del mondo intero

    ◊   Nell'era di Internet, tutto il mondo con il naso all'insù a guardare un comignolo. E' l'immagine che, da ieri sera, domina su tutti i media internazionali che osservano, senza perdere un istante, quel piccolo oggetto sul tetto della Sistina. Un semplice comignolo diventa dunque il simbolo delle speranze dei fedeli di tutto il mondo, mentre l'attesa per la fumata bianca si moltiplica e amplifica anche grazie ai social network. Alessandro Gisotti ne ha parlato con padre Antonio Spadaro, direttore di "Civiltà Cattolica":

    R. – E’ assolutamente curioso, e in molti l’hanno notato anche in Rete, che l’ambiente digitale, quindi Internet, ci permette di vedere un comignolo da qualunque posto della Terra anche grazie al nostro cellulare. E’ un modo, dunque, per essere presenti a quell’evento e in una modalità che mai avevamo vissuto precedentemente. Prima, c’era chiaramente il televisore, ma questo richiedeva anche una certa stabilità, il fatto di sintonizzarsi direttamente. Oggi, invece, siamo addirittura avvisati se qualcosa avviene. Questo conferma il fatto che la Rete dà forma a desideri antichi, cioè replica forme di condivisione che l’uomo ha sempre vissuto. Marshall McLuhan nel 1973, quindi già molto tempo fa, parlando del Magistero della Chiesa nell’era elettronica, ravvisava che le condizioni che accompagnano il suo esercizio nel XX secolo hanno un’analogia molto forte con il primo decennio della Chiesa. L’immediatezza della relazione tra cristiani, che si viveva allora, oggi in qualche modo è vissuta in un mondo in cui le informazioni si muovono alla velocità della luce. La popolazione del mondo, quindi, e tutti i cristiani del mondo ora coesistono in uno spazio estremamente piccolo e in un tempo istantaneo.

    D. – Guardare quel comignolo, magari su un tablet, è quasi una metafora, una sintesi di innovazione e tradizione, che poi è sempre stata nel dna della Chiesa...

    R. – La vera innovazione ha radici antiche e si fonda sulla tradizione. La tradizione non è da confondere con la conservazione. La tradizione indica i bisogni, i desideri che l’uomo ha sempre avuto. Quindi, in questo caso, c’è una tensione di attesa, di desiderio, che è carica anche di grandi speranze. In fondo il Papa è una figura che vale per l’umanità intera, ma che va anche al di là del tempo, perché nel momento in cui viene eletto un Pontefice si immaginano già le sfide che dovrà affrontare non solo nel presente, ma anche nel prossimo futuro.

    D – La dimensione dell’attesa, in questo momento, è straordinaria. A Roma quasi non si sente parlare d’altro, anche magari passeggiando per le strade o prendendo l’autobus...

    R. – E’ come se questo piccolo comignolo tradizionale fosse in realtà non davanti ai nostri occhi, ma ai nostri cuori, perché quel fumo di fatto esprime, se vogliamo anche in maniera potentemente simbolica, proprio per la sua capacità di andare in alto e per il suo desiderio di una fumata bianca, ciò che l’uomo desidera. Quindi è interessante valutare la tensione simbolica che questo piccolo comignolo assume.

    D. – E questo un po’ risponde anche a chi magari vorrebbe l’avviso dell’elezione del Papa attraverso un sms o magari con una dimensione televisiva o digitale e basta...

    R. – Il fatto di replicare questo gesto, quindi di avere anche un avviso tramite dei mezzi elettronici, in realtà attinge, deve attingere, non può che attingere a quell’elemento fisico, che è il fumo che esce da quel comignolo. Senza questo si perderebbe la dimensione di valore, la dimensione simbolica stessa. Direi, quindi, che l’ambiente digitale o l’ambiente mediatico, in generale, replica, porta quell’evento nelle case, però quell’evento deve esserci, quell’evento fisico deve esserci.

    inizio pagina

    Giovanni, Gregorio, Benedetto: i nomi di Pontefici più utilizzati nella storia

    ◊   Nella bimillenaria storia della Chiesa, alcuni nomi sono indissolubilmente legati a quello di Pietro. Sono quelli dei suoi successori, scelti dai Pontefici dopo l’elezione. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Nell’elezione del Pontefice, alcuni istanti sono frammenti di storia condivisi nella Cappella Sistina solo dai porporati del Collegio cardinalizio, prima di essere conosciuti anche dalla folla radunata in piazza San Pietro e in tutto il mondo. Sono quelli che delineano il confine temporale tra la Sede vacante e l’inizio del nuovo Pontificato. Sono gli istanti in cui, dopo una votazione valida, il decano del collegio cardinalizio chiede all’eletto se accetta l’elezione come Sommo Pontefice. In caso di risposta affermativa, rivolge, sempre in latino, una seconda domanda al nuovo Papa: “Quo nomine vis vocari?" (Come vuoi essere chiamato?)

    Il nuovo Pontefice, in base ad una tradizione ormai consolidata, rivela il proprio nome scegliendone uno diverso da quello anagrafico. E’ una scelta, questa, che ricalca quella del primo Papa, San Pietro, il cui nome di battesimo era Simone. Una consuetudine – quella di cambiare il nome – che è diventata prassi a partire dall’anno Mille per ricordare che l’elezione al soglio di Pietro è come una seconda nascita. Il nuovo nome suggella il passaggio da una vita, illuminata dalla risposta alla chiamata di Dio, a un ministero, quello petrino, che rinnova questa vocazione nella successione apostolica.

    Il nome più utilizzato è Giovanni, scelto per la prima volta nel 523 da San Giovanni primo, Papa e martire. L’ultimo Pontefice a scegliere questo nome è stato nel 1958 Papa Angelo Giuseppe Roncalli, Giovanni XXIII. Nel 1978, il nuovo Papa Albino Luciani, introduce una novità assoluta: quella del doppio nome, Giovanni Paolo, in onore dei due Pontefici che lo hanno preceduto, Giovanni XXIII e Paolo VI. Una scelta ripetuta anche dal suo successore, Karol Wojtyla.

    Tra i nomi più utilizzati, anche Gregorio (l’ultimo Papa a scegliere questo nome è stato Gregorio XVI nel 1831) e Benedetto. Nella prima udienza generale, il 27 aprile del 2005, Benedetto XVI ha spiegato di aver scelto questo nome per riallacciarsi idealmente al Pontefice Benedetto XV, “che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale” e alla straordinaria figura del grande “Patriarca del monachesimo occidentale, San Benedetto da Norcia, compatrono d’Europa”.

    Altri nomi che compaiono ripetutamente nella bimillenaria storia del Papato sono Clemente, Innocenzo, Leone e Pio. Nell’elenco dei nomi dei Pontefici mancano, tra gli altri, quelli di Giuseppe, Francesco, Giacomo, Andrea e Luca. Nessun Pontefice, infine, ha scelto di chiamarsi Pietro come il primo Papa. Il nome scelto dal nuovo Papa sarà rivelato dal cardinale protodiacono, il francese Jean-Louis Tauran, dopo l’annuncio “Habemus Papam” e le successive parole in latino “qui sibi nomen imposuit”...

    inizio pagina

    “Habemus Papam”: storia del celebre annuncio

    ◊   Habemus Papam: dietro la celebre formula che annuncia al mondo intero l’identità del nuovo Successore di Pietro, tanta storia ed emozioni. Il servizio di Roberta Gisotti:

    “Vi annuncio una grande gioia: abbiamo il Papa”. Cosi avviene l’annuncio dell’elezione del Vicario di Cristo da almeno sei secoli:

    “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!..."
    Ascoltiamo – tratta dai nostri archivi radiofonici - la voce del cardinale Caccia Dominioni, che affacciato dalla Loggia centrale esterna della Basilica vaticana, pronuncia per primo il 2 marzo del 1939 il nome del nuovo Papa Pio XII, al secolo Eugenio Pacelli, scelto dal Conclave più breve nell’età moderna, solo tre votazioni in due giorni.

    L’uso di questa formula - che richiama nel Vangelo di Luca l’annuncio dell’angelo ai pastori della nascita del Messia – si fa risalire all’elezione nel 1417 di Martino V, della famiglia Colonna, durante il Concilio di Costanza, dopo che a reclamare la successione di Pietro erano stati in precedenza addirittura tre Papi, due deposti dal Concilio stesso ed un terzo dimissionario. Da qui l’Habemus Papam, come a voler dire - secondo alcune interpretazioni - “finalmente abbiamo un Papa solo”.

    Un passaggio di grande emozione per tutti i cardinali protodiaconi cui spetta il compito di presentare al mondo l’identità del Pontefice, come ricordiamo tutti spettò al cardinale Medina Estévez annunciare, il 19 aprile 2005, Benedetto XVI:

    “...habemus Papam...”
    In questo Conclave sarà il porporato francese Jean-Louis Tauran a rivelarci il 265.mo Successore di Pietro. E questo avverrà dopo che il neo eletto accetterà la nomina e sceglierà il nome pontificale. Solo allora vi sarà la fumata bianca, mentre il nuovo Papa indosserà i paramenti papali nella Sacrestia della Cappella Sistina, nota come “stanza delle lacrime”, riferite alla commozione e responsabilità di salire sul soglio di Pietro. Dopo la preghiera del nuovo Vicario di Cristo e l’ossequio dei porporati, il Conclave verrà concluso sulle note del Te deum. Infine l’annuncio dalla Loggia delle Benedizioni di San Pietro e la prima apparizione pubblica del nuovo Papa.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Tempo di attesa: fumate nere nella sera di martedì 12 e nella mattina di mercoledì dopo i primi tre scrutini.

    Quel bruciore che tocca il cuore: Josep M. Soler sulla compunzione nella Regola di san Benedetto.

    Un uomo coraggioso - Pensiero limpido e sistematico: in cultura, riguardo al libro "Sull'aereo di Papa Benedetto. Conversazioni con i giornalisti", la prefazione dell'arcivescovo prefetto della Casa Pontificia, Georg Ganswein, e l'introduzione del direttore della Sala Stampa della Santa Sede, il gesuita Federico Lombardi.

    Antidoti e cardinali in rete: Silvia Guidi a proposito di Chiesa, media e social network.

    La verità vale la pena - Dritto all'essenziale: Johannes Nebel e il cardinale Camillo Ruini sulla figura del cardinale e teologo tedesco Leo Scheffczyk.

    Per capire l'antifona: Mattia Rossi sul canto gregoriano e la liturgia del tempo di Quaresima.

    Nell'informazione religiosa, Riccardo Burigana su una rilettura ecumenica del primo concilio di Nicea: in Egitto convegno storico-teologico promosso dalla comunità anglicana di Heliopolis.

    L'episcopato cattolico degli Stati Uniti in difesa dell'obiezione di coscienza.

    Due milioni di bambini colpiti dalle violenze: in rilievo, nell'informazione internazionale, la generazione perduta in Siria.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Save The Children: due milioni di bambini vittime in Siria

    ◊   Oltre due milioni di bambini sono vittime del conflitto in Siria. Lo denuncia Save the Children nel rapporto, diffuso oggi, “Bambini Sotto Tiro”. Secondo i dati dell’organizzazione un bambino su tre ha subito aggressioni, a causa del conflitto in cui sono morte, finora, oltre 70 mila persone. Al microfono di Roberta Calderazzo, Marco Guadagnino del Programma internazionale Save The Children.

    R. – Sono due anni che i bambini della Siria subiscono sofferenze terribili: in tantissimi sono morti, molti sono stati gravemente feriti, traumatizzati. Tantissimi sono stati costretti a fuggire dalle loro case. Io sono al campo di Zaatari, dove Save the Children sta sostenendo le famiglie e i bambini, che stanno scappando dalla Siria. Il campo si trova a 15 km dal confine con la Siria ed ospita adesso più di 100 mila persone. La maggior parte scapp di notte per cercare di evitare il fuoco dei cecchini. Fino a qualche giorno fa era pieno inverno, ma in questi giorni e in particolare oggi, che è una giornata caldissima, le tende cominciano ad essere roventi. Save the Children sta distribuendo cibo nel campo per quasi 100 mila persone. Questi numeri continueranno purtroppo ad aumentare, perché le notizie che abbiamo dall’altra parte del confine sono notizie di continui combattimenti. La guerra non sta finendo e diventa un problema per noi, per i bambini che sono ancora intrappolati lì dentro. Il nostro obiettivo in questo momento è agire per assicurarci che tutti questi bambini siano protetti e che le agenzie umanitarie, in qualche modo, abbiano la possibilità di raggiungerli, che si apra quindi un corridoio umanitario, che consenta di raggiungere le decine di migliaia di bambini che sono intrappolati in Siria senza nulla.

    D. – Qual è l’appello internazionale che lancia Save the Children all’Onu per fermare le violenze?

    R. – I nostri team stanno rischiando la vita per fornire aiuti all’interno. Innanzitutto c’è un urgente bisogno di fondi per raggiungere tutti coloro che ne hanno bisogno. Abbiamo bisogno di un libero accesso al territorio. Abbiamo poi il dovere, come cittadini italiani, di non dimenticare che in questo momento c’è una guerra molto vicino a noi, con bambini che stanno vivendo sofferenze inimmaginabili. Senza un aiuto, tutto questo non può andare avanti per molto. Abbiamo un numero verde – 800988810 – e con pochissimi euro riusciamo a fornire cibo di buona qualità ad un bambino rifugiato nel campo dove in questo momento stiamo lavorando. E’ un impegno piccolo, ma davvero importante.

    inizio pagina

    Nella Chiesa e nel mondo



    Obama: “Pronti a prevenire attacco della Corea del Nord”

    ◊   “Ci siamo assicurati di aver preso misure difensive per prevenire ogni attacco contro il nostro territorio”: lo ha detto il presidente americano, Barack Obama, in un’intervista televisiva in riferimento al programma nucleare della Corea del Nord. “Il direttore dell'intelligence nazionale per la prima volta ha detto che la Corea del Nord e le sue armi pongono una seria minaccia per gli Usa”, ha aggiunto Obama. Dal canto suo, Pyongyang è tornata minacciare Seul e Washington, con una dichiarazione del Ministero della difesa, che parla di una "spietata rappresaglia" contro le esercitazioni congiunte dei due Paesi alleati. (M.G.)

    inizio pagina

    Grecia: incontro Samaras-Troika Ue per sbloccare nuova tranche di aiuti

    ◊   Nuovo incontro stasera ad Atene tra il premer greco Samars e i rappresentati della Troika, i tedeschi Matthias Mors (Ue) e Claus Masuch (Bce) e il danese Paul Tomsen (Fmi). In attesa di ricevere un'altra tranche di aiuti da 2,8 miliardi di euro dai creditori internazionali, il primo ministro ellenico si confronterà sul problema dei licenziamenti nel settore pubblico e il prolungamento di un anno del pagamento della tassa sugli immobili. Sul primo punto, la troika non è convinta della validità del piano presentato, mentre per la tassa sugli immobili, i rappresentati di Bce e Fmi insistono sul fatto che il meccanismo di riscossione non sia ancora pronto. Contro il piano che prevede decine di migliaia di esuberi, i dipendenti pubblici manifesteranno nel pomeriggio ad Atene.

    inizio pagina

    Parlamento Ue boccia accordo sul bilancio europeo 2014-2020

    ◊   Il Parlamento europeo ha bocciato a larghissima maggioranza l'accordo sul bilancio Ue 2014-2020 raggiunto dai leader di governo dei Paesi membri nel summit straordinario dello scorso 7-8 febbraio. Nel testo della mozione approvata dall’aula di Strasburgo, si chiede inoltre di aprire un negoziato sul bilancio con il Consiglio europeo. L’attuale accordo viene contestato perché “non rappresenta le priorità e le preoccupazioni espresse dal Parlamento, in particolare nella sua risoluzione del 23 ottobre 2012”, nella quale si chiedeva di dare maggiori risorse persino rispetto alla proposta della Commissione che poi è stata tagliata di 100 miliardi di euro su spinta di Gran Bretagna, Germania e degli altri paesi che sostengono la linea del rigore. (M.G.)

    inizio pagina

    Accordo sul petrolio. Sud Sudan e Sudan a confronto per risolvere i contenziosi

    ◊   Sudan e Sud Sudan hanno siglato un accordo per la ripresa delle esportazioni di petrolio sud-sudanese attraverso le infrastrutture sudanesi. L’intesa siglata ad Addis Abeba, di cui dà notizia Fides, prevede inoltre il ritiro delle truppe di entrambi i Paesi da una zona di confine smilitarizzata, entro un settimana, per smorzare la tensione e facilitare la ripresa dei flussi petroliferi. Circa un anno fa, il Sud Sudan aveva bloccato l’esportazione di petrolio via Sudan, a causa di un contenzioso per l’utilizzo degli oleodotti controllati da Khartoum. Il capo della delegazione del Sud Sudan ha affermato che l’intesa apre la via all’attuazione dell’Accordo di cooperazione firmato dai due Paesi il 27 settembre, volto a risolvere i diversi contenziosi che li dividono: oltre al petrolio, vi sono diverse dispute confinarie e reciproche accuse di violazioni delle rispettive sovranità nazionali. (M.G.)

    inizio pagina

    Falkland, Kirchner: referendum per sovranità britannica è una "parodia"

    ◊   La presidente argentina, Cristina Kirchner, ha definito una “parodia” il referendum, tenutosi il 10 e 11 marzo, che ha deciso, quasi all'unanimità (98,8% di si' con un'affluenza del 92%), il mantenimento delle Isole Falkland nell'orbita del Regno Unito. Il capo di Stato argentino ha fatto quindi riferimento alla posizione del dipartimento di Stato Usa, che riconosce la gestione britannica dell’arcipelago ma senza prendere posizione sulla questione della sovranità. A 31 anni dalla guerra, con 650 morti tra gli argentini e 255 tra i britannici, Buenos Aires continua quindi a sostenere che le Malvinas sono argentine. (M.G.)

    inizio pagina

    Caritas e Sant’Egidio in aiuto dei cristiani sfollati dopo attacchi a Lahore

    ◊   La Caritas Pakistan ha attivato interventi di emergenza per assistere 400 famiglie cristiane sfollate dal quartiere Joseph Colony, che hanno perso la casa e ogni proprietà dopo l’attacco subito da musulmani estremisti, lo scorso 9 marzo. Secondo quanto riporta l’agenzia Fides, verranno forniti alloggi temporanei, tende, aiuti alimentari, utensili da cucina, biancheria e assistenza medica. In una nota, la Caritas sottolinea che “le parti degli edifici sopravvissuti alle fiamme non sono agibili, in quanto rischiano di crollare” ed è per questo che si è reso necessario “condurre le famiglie in una zona sicura”. Anche la Caritas tedesca ha contributo agli interventi della sezione nazionale, inviando aiuti per 20 mila euro. Mons. Joseph Coutts e il vescovo Sebastian Shaw si sono recati sul posto per esprimere solidarietà e vicinanza alle famiglie. A confortare la popolazione, anche l’appoggio dei giovani della Comunità di Sant’Egidio, che hanno contribuito con scorte di cibo, acqua potabile e supporto psicologico. Parlando con gli sfollati, i giovani hanno ripetuto “siamo con voi, ci siete cari, siete nostri fratelli e sorelle. Non vi lasceremo soli, nel mondo tanti stanno pregando per voi”. Il governo federale, per iniziativa del Presidente Ali Zardari, ha già versato alle famiglie colpite 500 mila rupie (circa 4.000 euro) per ogni abitazione distrutta, al fine di avviare la ricostruzione. Alla luce di questi nuovi attacchi, gli Ordini e le Congregazioni religiose cattoliche presenti in Pakistan chiedono una riforma della legge di blasfemia, attraverso la “Commissione Giustizia e Pace”. L’appello è stato elaborato e sottoscritto da numerose organizzazioni della società civile pakistana, come “Organization for Development and Peace”, “Human Rights Commission Pakistan”, “Awaz Foundation”, “SPO Pakistan”. A fronte degli ultimi episodi, “il governo ha fallito e si è dimostrato insensibile a proteggere le minoranze”, si legge nel testo. Bisogna incrementare la tutela dei gruppi minoritari per “scoraggiare l’estremismo religioso”, prosegue l’appello. Continuano poi le iniziative di solidarietà: il ministro degli Affari religiosi Punjab ha annunciato che il 15 marzo prossimo si terrà la “Giornata della Tolleranza”, in cui l’intera nazione manifesterà il proprio appoggio alla comunità cristiana. L’idea è nata da una proposta del “Consiglio dei Ulama” e di alcuni leader cristiani, tra cui Paul Bhatti, consigliere del primo ministro per l’Armonia religiosa. Inoltre, il ministro di Stato per l’Armonia, il cattolico Akram Masih Gill, ha chiesto una indagine trasparente che accerti i reali mandanti dell’attacco, sottolineando che dietro l'incuriose alla Joseph Colony potrebbe esserci una “mafia dei terreni”, che vuole appropriarsi dell’area per promuovere nuovi progetti immobiliari. Su iniziativa di Maulana Tahir Hafiz Ashrafi, che già aveva sostenuto l’innocenza di Rimsha Masih (la ragazza disabile cristiana assolta per blasfemia), il 20 marzo avrà luogo una conferenza multilaterale fra partiti e movimenti politici, per discutere proprio il tema dell’armonia religiosa. (V.C.)

    inizio pagina

    Caso Marò. Premier indiano Singh: conseguenze in relazioni con l’Italia

    ◊   Se le autorità italiane "non manterranno la parola data circa il rientro dei marò, vi saranno conseguenze nelle nostre relazioni con l'Italia". È il monito lanciato dal primo ministro indiano Manmohan Singh, nel suo intervento di oggi alla Camera dei deputati a New Delhi, sulla vicenda dei due fucilieri della Marina accusati dell’uccisione di due pescatori indiani scambiati per pirati nel febbraio 2012. “Le autorità italiane hanno violato tutte le regole dei rapporti diplomatici – ha aggiunto Singh – e messo in discussione gli impegni solenni assunti dai rappresentanti accreditati del governo”. (M.G.)

    inizio pagina

    Messico: campagna per il disarmo volontario raccoglie quasi 4000 armi

    ◊   2799 pistole, 863 fucili, 281 granate, una bomba, un caricatore e due razzi: questo il bilancio ad oggi della campagna “per la tua famiglia, il disarmo volontario”, lanciata il 24 dicembre scorso a Cuajimalpa, in Messico, che prevede la consegna spontanea di armi in cambio di denaro o generi alimentari. Secondo quanto riporta l’agenzia Fides, hanno aderito alla raccolta altre delegazioni di Città del Messico, quali Iztapalapa, Gustavo A. Madero, Tláhuac, Miguel Hidalgo, Venustiano Carranza e Iztacalco. Anche la Chiesa, che gode della fiducia della popolazione, partecipa alla campagna offrendo luoghi per la consegna delle armi. Sono stati stanziati cinque milioni 318 mila e 900 pesos (pari a oltre 328 mila euro) per l’acquisto di 531 biciclette, 195 tablet, 7 computer e 92 elettrodomestici, oltre a denaro contante per scambi diretti con la popolazione. Il centro principale della campagna è il sagrato della chiesa di San Pietro Apostolo, a Cuajimalpa. L’iniziativa assume un’importanza ancora maggiore se si considera che negli ultimi mesi sono nati nuovi gruppi di “autodifesa”, che si sono auto incaricati di giustiziare i criminali e i piccoli gruppi di narcos. I membri di queste “pattuglie” sorvegliano i villaggi loro affidati armati e con il volto coperto, in un Paese dove il 99% dei crimini resta impunito e la violenza della criminalità organizzata ha provocato più di 70 mila morti e 26.000 dispersi tra il 2006 e il 2012. Sebbene questi gruppi di autodifesa non siano legittimati dalle autorità messicane, essi affermano di applicare regole e consuetudini appartenenti alla tradizione delle popolazioni indigene di vari stati del Messico. (V.C.)

    inizio pagina

    Distensione nel Kurdistan, Pkk libera otto ostaggi turchi

    ◊   Il Pkk ha liberato questa mattina come previsto otto prigionieri turchi, consegnandoli a una delegazione partito curdo turco Bnp nel Nord Iraq. Il rilascio degli ostaggi rientra nell’ambito del processo per una soluzione politica del conflitto nel Kurdistan turco, avviato dal governo di Ankara con il leader storico dei ribelli curdi Abdullah Ocalan. Secondo la stampa turca, il leader del Pkk, detenuto nell'isola carcere di Imrali, potrebbe annunciare una tregua il 21 marzo, in occasione del Nevrut, il nuovo anno curdo. Il conflitto del Kurdistan turco ha fatto in 30 anni oltre 30 mila morti, prevalentemente curdi. (M.G.)

    inizio pagina

    Elezioni Groenlandia: vince partito Simiut, sconfitta per gli autonomisti

    ◊   Battuta d’arresto per le spinte autonomiste in Groenlandia, dopo la vittoria alle elezioni politiche del principale partito d’opposizione, il Simiut, che ha conquistato il 42 percento dei voti e 14 dei 31 seggi del parlamento. La sinistra indipendentista al potere dal 2009 si è fermata al 34 per cento. La Groenlandia, territorio autonomo del Regno di Danimarca, è esportatore di materie prime come la terra rara e di petrolio e da anni si misura con l’ipotesi di un referendum sull’autodeterminazione.

    inizio pagina

    Bogotà: priorità delle Chiese latinoamericane è la missione permanente

    ◊   Delineare una visione comune tra le Chiese dell’America Latina, che serva a promuovere obiettivi pastorali condivisi, come per esempio la missione permanente, diventata una priorità per la regione. Questo l’obiettivo dell’assemblea annuale dei segretari generali delle Conferenze episcopali dei paesi latinoamericani, che si terrà da oggi al 15 marzo a Bogotà, come riporta l’agenzia Fides. Il Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) ha organizzato l’incontro e, nel programma, ha previsto anche spazi di riflessione sulla realtà politica, sociale ed economica dei vari Paesi del continente americano. (V.C.)

    inizio pagina

    Riunione dei parlamentati del M5s per la presidenza delle camere

    ◊   I parlamentari del Movimento cinque stelle si riuniranno nel primo pomeriggio per decidere e confrontarsi sulle presidenze di Camera e Senato. Il capogruppo a Montecitorio, Lombardi, ha detto che entro oggi saranno presentati dei nomi di alto profilo. “Sarà l'assemblea dei parlamentari del M5S – ha spiegato Lombardi – a decidere se e quali cariche condividere col Pd”. Ieri, infatti, è avvenuto un primo incontro tra una delegazione del Pd e una del movimento di Grillo per “mettere in moto il parlamento”. Ancora tutta in salita, invece, la strada per la formazione di un nuovo governo. Il movimento di Grillo ha più volte ribadito che non sarà votata alcuna fiducia ai partiti tradizionali. La distanza tra le forze politiche è accentuata anche dal nuovo scontro giudiziario che vede coinvolto Berlusconi. Il presidente, Giorgio Napolitano, ha auspicato che al leader del Pdl sia garantita la partecipazione a questa complessa fase politica. (M.G.)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 71

    inizio pagina
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Chiara Pileri.