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Sommario del 12/03/2013

Il Papa e la Santa Sede

  • Missa pro eligendo Pontifice. Il card. Sodano: il Signore ci conceda presto un altro Buon Pastore
  • Piazza San Pietro si stringe ai cardinali. Mons. Eterović: la preghiera ci porta nel Conclave
  • La Cappella Paolina, luogo d'avvio del Conclave e di preghiera del nuovo Papa
  • Veni Creator Spiritus: l'invocazione dei cardinali in processione per il Conclave
  • Conclavi, tutti brevi dall’inizio Novecento
  • Veglie di preghiera in tutto il mondo per l'elezione del nuovo Papa
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Siria. Caritas Libano: rivedere le stime ufficiali, i rifugiati sono molti di più
  • San Pietro interpretato da Giulio Base nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • India: le religiose carmelitane pregano per il Conclave, primavera della Chiesa
  • Libia. A Bengasi protesta dei copti in seguito alla morte di un cristiano
  • Il parlamento ungherese vara la nuova Costituzione. Critiche da Ue e Usa
  • Zimbawe: un milione e 400 mila persone in grave crisi alimentare
  • Duplice attentato in Pakistan, due i morti e una ventina i feriti
  • Referendum Falkland-Malvinas: il 99.8% vuole restare nel Regno Unito
  • Italia: giovani a Mirandola per festa del Servizio civile delle associazioni cattoliche
  • Il Papa e la Santa Sede



    Missa pro eligendo Pontifice. Il card. Sodano: il Signore ci conceda presto un altro Buon Pastore

    ◊   Il Signore conceda presto un altro Buon Pastore alla sua Chiesa. E’ la preghiera che il popolo di Dio leva al cielo in questi giorni. Un’invocazione che, stamani, ha fatto sua il cardinale decano Angelo Sodano nell’omelia della “Missa pro eligendo Romano Pontifice” concelebrata in San Pietro con tutti i cardinali e, in particolare, con i 115 elettori che oggi pomeriggio entreranno in Cappella Sistina per il Conclave. All’inizio dell’omelia, il cardinale Sodano ha rinnovato la gratitudine della Chiesa a Benedetto XVI. Parole che sono state accompagnate da un lungo e commosso applauso dei fedeli. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    “Il Signore è la forza del suo popolo e rifugio di salvezza per il suo Cristo”. L’antifona d’ingresso accompagna la processione dei cardinali nella navata centrale della Basilica che custodisce e protegge le spoglie di Pietro. Tra loro c’è anche il nuovo Successore del principe degli Apostoli. E’ per lui, il cui nome è ancora nascosto nel cuore di Dio, che si levano al cielo le preghiere dei fedeli, tantissimi, che gremiscono la Basilica vaticana. Alla colletta, sale dunque a Dio l’invocazione affinché doni alla Chiesa un Pontefice di vita santa e interamente consacrato al servizio del suo popolo. Sono questi i sentimenti che il cardinale Angelo Sodano raccoglie e sintetizza nella sua omelia. Il cardinale decano esorta innanzitutto a vivere questo tempo confidando nella misericordia del Signore che “sempre veglia con amore sulla sua Chiesa”. Parole seguite da un rinnovato ringraziamento a Benedetto XVI:

    “Anche noi oggi con tale atteggiamento interiore vogliamo offrirci con Cristo al Padre che sta nei Cieli per ringraziarlo per l’amorosa assistenza che sempre riserva alla sua Santa Chiesa ed in particolare per il luminoso Pontificato che ci ha concesso con la vita e le opere del venerato Pontefice Benedetto XVI, al quale in questo momento rinnoviamo tutta la nostra gratitudine”. (Applausi)

    L’applauso lungo e commosso testimonia l’amore filiale dei fedeli per Benedetto XVI, ora pellegrino orante sul Monte del Signore, per il bene della Chiesa. Oggi, afferma il cardinale Sodano, “vogliamo implorare dal Signore che attraverso la sollecitudine pastorale dei Padri Cardinali voglia presto concedere un altro Buon Pastore alla sua Santa Chiesa”. Commentando quindi la prima lettura, tratta dal Libro di Isaia, il porporato si è soffermato sulla missione della misericordia affidata da Cristo ai Pastori della sua Chiesa. Missione che impegna ogni sacerdote e vescovo, ma impegna ancor di più il Vescovo di Roma, Pastore della Chiesa universale:

    “In realtà (…) è proprio quest’amore che spinge i Pastori della Chiesa a svolgere la loro missione di servizio agli uomini d’ogni tempo, dal servizio caritativo più immediato fino al servizio più alto, quello di offrire agli uomini la luce della fede, e la forza della grazia di Cristo”.

    Ha così rivolto il pensiero alla dimensione dell’unità. Nella Chiesa, osserva il cardinale Sodano, “esiste una diversità di doni, secondo la multiforme grazia di Cristo, ma questa diversità è in funzione dell’unico corpo mistico di Cristo”. E’ proprio per questo che Cristo ha inviato il Suo Santo Spirito ed ha stabilito i suoi Apostoli tra cui “primeggia Pietro come fondamento visibile dell’unità della Chiesa”. Ma, avverte riecheggiando San Paolo, tutti devono collaborare ad edificarne l’unità:

    “Tutti noi, quindi, siamo chiamati a cooperare con i Pastori ed in particolare con il Successore di Pietro, per ottenere questa unità nella Santa Chiesa”.

    Qual è dunque in definitiva la missione del Papa? L’atteggiamento fondamentale di ogni buon pastore, afferma il cardinale Sodano, “è dunque dare la vita per le sue pecore”:

    “Questo vale soprattutto per il Successore di Pietro. Perché quanto più alto e più universale è l’ufficio pastorale, tanto più grande deve essere la carità del Pastore”.

    Per questo, soggiunge, nel cuore di ogni Successore di Pietro sono sempre risuonate le parole che Gesù gli ha rivolto un giorno: “Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle”. La carità, rammenta poi citando Benedetto XVI, fa parte della natura intima della Chiesa, è “una dimensione costituiva della missione della Chiesa”. Ecco perché nel solco di questo servizio d’amore verso la Chiesa e l’umanità gli ultimi Pontefici sono stati artefici di tante iniziative benefiche a livello mondiale. Il cardinale Sodano ha dunque concluso l’omelia rinnovando la preghiera al Signore per il nuovo Papa:

    “Miei fratelli, preghiamo perché il Signore ci conceda un Pontefice che svolga con cuore generoso tale nobile missione. Glielo chiediamo per intercessione di Maria Santissima, Regina degli Apostoli, glielo chiediamo per l'intercessione di tutti i Martiri e di tutti i Santi che nel corso dei secoli hanno reso gloriosa questa storica Chiesa di Roma”.

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    Piazza San Pietro si stringe ai cardinali. Mons. Eterović: la preghiera ci porta nel Conclave

    ◊   Una Basilica raccolta in preghiera, insieme alle tante persone che si sono radunate davanti ai maxischermo in Piazza San Pietro per seguire la Missa pro eligendo Pontifice: nel cuore l’amore per la Chiesa e lo sguardo rivolto al cielo, nella certezza che lo Spirito Santo accompagnerà i cardinali che oggi entrano in Conclave. Al microfono di Massimiliano Menichetti, alcuni fedeli che hanno voluto condividere il perché della loro presenza, oggi, in San Pietro:

    R. – Siamo qui per pregare e invocare lo Spirito Santo che ci doni una guida per la Chiesa e portare il nostro affetto ai nostri pastori, ai cardinali e alla Chiesa tutta intera.

    D. - Oggi, è stato anche ricordato Benedetto XVI dal cardinale Sodano…

    R. – E’ stato un momento intenso. Pensare che lui sia in comunione di preghiera, di cuore è straordinario. E' rassicurante pensare anche che lui possa comunque, con la sua presenza nascosta, essere ancora beneficio, intercessore per la nostra Chiesa.

    D. - Oggi, l’apertura del Conclave, che cosa porta nel cuore…

    R. - La mia fede, nella certezza che il Signore assisterà gli uomini, perché sono uomini i cardinali, ma che avranno la guida dello Spirito Santo nello scegliere colui che dovrà essere il pastore di tutta la Chiesa universale.

    D. - Come l’accompagnerà?

    R. - Con la preghiera, quello che abbiamo fatto in tutti questi giorni…

    D. - Come vive questo momento, personalmente?

    R. - Con grande speranza, ma allo stesso tempo con grande gioia.

    R. - La Chiesa è un’unità: si soffre e si gioisce insieme. Abbiamo sofferto quando il nostro Papa ha deciso di lasciare, ma niente viene per caso… Adesso gioiremo e pregheremo per il nuovo Papa.

    D. - Che cosa ha portato in questa celebrazione?

    R. - Son venuta proprio per unirmi alla Chiesa e per chiedere al Signore che ci mandi un Pastore adatto per questi tempi. Penso che il Signore ci continuerà a guidare, perché dopo duemila anni non credo che ci abbandonerà.

    R. – Per me, questa giornata è molto importante, ho voluto partecipare alla Messa, invocando lo Spirito Santo per tutti gli elettori, quindi per i nostri cardinali, per la Chiesa tutta. E’ la prima volta che partecipo ad una sede vacante. E a breve dovrò tornare a casa, in Slovenia. Quindi questa giornata per me è una grazia: stare insieme ai miei fratelli nella fede che sono venuti a pregare.

    R. – Da questa giornata penso che abbiamo tutti ricevuto molto, perché ci siamo uniti ai cardinali raccolti nello spirito per eleggere il successore di San Pietro. Per me, è stato stupendo poter partecipare a questa preghiera. E’ un momento che mi tiene molto unita al Signore e a tutti gli avvenimenti che sta preparando. Già tutto era previsto: tutto è scritto in cielo. Sono convinta che il Signore darà ogni momento quello di cui c’è bisogno.

    Ha preso parte alla celebrazione anche l’arcivescovo Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi. Ascoltiamo la sua riflessione al microfono di Massimiliano Menichetti:

    R. – Abbiamo celebrato la Santa Messa per la elezione del nuovo Papa. Il Successore di Pietro è un grande dono di Dio, che noi tutti dobbiamo implorare. Ma soprattutto ora la nostra preghiera è per il dono dello Spirito Santo sui cardinali, che avranno il compito di scegliere il successore del Santo Padre Benedetto XVI.

    D. – Come seguirà il Conclave?

    R. – Sempre con la preghiera. E’ la nostra forza, la forza dei cristiani. Ricordiamo che i primi cristiani pregavano soprattutto per Pietro mentre era in carcere. Adesso, Pietro non è in carcere, ma dobbiamo arricchire, fomentare questa nostra comunione a livello della Chiesa universale per favorire l’unità con colui che il Signore designerà Pastore della Chiesa.

    D. – Oggi, il cardinale Sodano ha espresso la sua profonda gratitudine per Benedetto XVI e in Basilica è scoppiato un fragoroso applauso. Ha detto anche di pregare perché il Signore “ci conceda un Pontefice con cuore generoso”:

    R. – Il grande applauso è significativo del fatto che la gente ricorda con gratitudine tutto il bene che il Signore ha fatto tramite il suo servo, il Vescovo di Roma Benedetto XVI, e ci conforta sapere che lui stesso ora è in preghiera. Il cardinale decano ha scrutato le Scritture e ha indicato la missione del vescovo di Roma nell’essere segno della misericordia di Dio e nell’essere segno efficace dell’unità e della carità. Il Signore ci dice di pregare senza smettere. E’ il momento, soprattutto adesso, della preghiera, attraverso la quale tutti noi partecipiamo all’elezione del Romano Pontefice.

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    La Cappella Paolina, luogo d'avvio del Conclave e di preghiera del nuovo Papa

    ◊   Alle 16.30 di oggi, le televisioni di tutto mondo saranno pronte a riprendere l’inizio della processione che in pochi minuti porterà i 115 cardinali elettori all’interno della Cappella Sistina per l’inizio del Conclave. Ma di grande importanza simbolica e artistica sarà anche il punto di avvio della processione, la Cappella Paolina, anch’essa arricchita da due capolavori di Michelangelo e luogo dove il nuovo Pontificato vivrà uno dei suoi momenti iniziali. Lo racconta in questo servizio Alessandro De Carolis:

    Quando il nuovo Papa vi entrerà da solo – l’onore e l’onere più grandi del mondo da pochi minuti poggiati sulle sue spalle – se li troverà accanto, Pietro a destra e Paolo a sinistra, la pietra e il fuoco, a ricordargli i due supremi doveri del suo nuovo ministero: confermare la fede della Chiesa e annunciare il Vangelo alle genti. Inizierà da qui, in ginocchio e in raccoglimento tra gli affreschi e gli stucchi policromi della Cappella Paolina, la missione del nuovo Successore di Pietro. Un luogo di preghiera e d’arte a pochi metri dalla Sistina, che Paolo III fece costruire tra il 1537 e il 1540 da Antonio da Sangallo. Ma soprattutto un luogo idealmente legato alla Cappella Sistina dal fatto di ospitare la stessa mano del genio ormai settantenne, Michelangelo Buonarroti, che sulle due pareti laterali, uno di fronte all’altro, dipinse nell’arco di otto anni, tra il 1542 e il 1550, la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di Saulo.

    Si tratta di due scene di massa, che a un generico colpo d’occhio richiamano l’assembramento di corpi del Giudizio Universale. Ma qui, spiegano gli esperti, Michelangelo non organizza lo spazio in maniera coerente, preferendo una disposizione delle figure che suggerisce in chi guarda grande concitazione. In entrambi i casi, Michelangelo fotografa l’istante di un dramma. Nella scena di San Paolo, prevale il senso di panico per quella folgore scagliata dall’alto dalla mano di Cristo in direzione di Saulo, che è a terra, il braccio sinistro levato a protezione del viso, e a fianco il cavallo che si impenna imbizzarrito, mentre chi è attorno guardo sconvolto il cielo. Nella Crocifissione di Pietro, la tensione non è nei corpi ma tutta negli sguardi degli astanti. Occhiate cupe, oblique, rassegnate serpeggiano verso chi guarda il dipinto o fanno da corona al legno rovesciato, posto in diagonale, sul quale il primo degli Apostoli sta per essere alzato.

    Immaginiamo che a colpire gli occhi del nuovo Papa saranno soprattutto i visi dei due Apostoli. Quello accecato dalla luce divina eppure sereno di Paolo, ritratto anacronisticamente con le fattezze di un uomo anziano – cioè trasformato in un “adulto” della fede – e quello teso e accigliato di Pietro, ritratto in una singolare torsione del busto in alto e all’indietro, che lo porta a lanciare uno sguardo teso alle proprie spalle. Nel celebrare la riapertura della Cappella Paolina nel 2009, al termine di un ciclo di restauri, Benedetto XVI diede una spiegazione magistrale di quei due volti. Entrambi disse, “stanno l’uno di fronte all’altro. Si potrebbe anzi pensare che quello di Pietro sia rivolto proprio al volto di Paolo, il quale, a sua volta, non vede, ma porta in sé la luce di Cristo risorto. E’ come se Pietro, nell’ora della prova suprema, cercasse quella luce che ha donato la vera fede a Paolo. Ecco allora che in questo senso le due icone possono diventare i due atti di un unico dramma: il dramma del Mistero pasquale: Croce e Risurrezione, morte e vita, peccato e grazia. L’ordine cronologico tra gli avvenimenti rappresentati è forse rovesciato, ma emerge il disegno della salvezza”. E concludeva, quasi presago della preghiera stabilita per il nuovo Papa nella cappella palatina: “Qui non si fanno solenni celebrazioni con il popolo. Qui il Successore di Pietro e i suoi collaboratori meditano in silenzio e adorano il Cristo vivente”.

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    Veni Creator Spiritus: l'invocazione dei cardinali in processione per il Conclave

    ◊   La processione dei cardinali dalla Cappella Paolina alla Sistina segna l’inizio del Conclave, un transito nel quale i porporati canteranno le Litanie dei Santi ed il “Veni Creator Spiritus”, inno liturgico dedicato allo Spirito Santo. Di questo inno ci parla Benedetta Capelli:

    Un passo dietro l’altro predisponendo, con la preghiera, il cuore all’ascolto. Un incedere lento e solenne scandito dalle Litanie ma soprattutto dal “Veni Creator Spiritus”; un inno liturgico che è invocazione dello Spirito Santo solitamente cantato nell’ufficio delle Lodi e dei Vespri della festa di Pentecoste ma anche in particolari occasioni come l’inizio del Conclave. Ed è nell’incipit di questo inno, attribuito all’arcivescovo di Magonza Rabano Mauro e risalente al IX secolo, che si racchiude la potenza dell’invocazione:

    “Vieni, o Spirito creatore,
    visita le nostre menti,
    riempi della tua grazia
    i cuori che hai creato”.

    Mente e cuore: il Signore parla così ai cardinali riuniti in Sistina. Nell’inno sono molte le immagini evocate per descrivere il “dono del Padre altissimo” come “l’acqua viva” che purifica e disseta in eterno ma anche il fuoco che brucia e trasforma. Dolce ardore che scalda quindi la fiamma dell’amore. Spirito Santo che è “crisma dell’anima” un balsamo che ne conserva il candore e poi l’evocazione di quel “dito della mano di Dio” che lì’, nella Cappella Sistina, trova nel capolavoro di Michelangelo la sua espressione più alta con il passaggio della scintilla vitale tra Dio e Adamo. E poi la richiesta di irradiare i sette doni che, secondo il profeta Isaia, sono “lo spirito di sapienza e di intelletto, di consiglio e fortezza, di scienza e pietà e lo spirito del tuo santo timore”. Dopo aver evocato il potere rigenerante dello Spirito Santo che “reca in dono la pace” e ci preserva dal male, l’inno chiede di svelare il grande mistero della Trinità:

    “Sia gloria a Dio Padre,
    al Figlio, che è risorto dai morti
    e allo Spirito Santo
    per tutti i secoli dei secoli”.

    Si conclude così l’invocazione dello Spirito Santo, in questo suo rimanere nella Cappella Sistina, albergando nei cuori dei 115 cardinali, fermento nel lievito dei loro pensieri e argilla nelle mani dell’unico vasaio in grado di scegliere. E’ lo Spirito Santo infatti il vero elettore del Successore di Pietro.

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    Conclavi, tutti brevi dall’inizio Novecento

    ◊   I Conclavi in età moderna e contemporanea sono stati tutti caratterizzati da brevità nella scelta da parte dei cardinali elettori dei Vicari di Cristo, che si sono avvicendati dall’inizio del Novecento, pure attraversando due conflitti mondiali e cambiamenti epocali che hanno segnato la storia della Chiesa e del mondo. Il servizio di Roberta Gisotti:

    “Cercate, fratelli, tra di voi, sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo questo incarico'': cosi avveniva - come risulta dagli Atti degli Apostoli - anche la nomina del vescovo di Roma nei primi secoli della storia della Chiesa e per oltre mille anni, quando alla scelta del successore di Pietro partecipavano la comunità dei fedeli, il clero locale e i vescovi vicini. Non sappiamo quanto durassero allora le consultazioni, di certo nell’età moderna e contemporanea la scelta del Vicario di Cristo non ha richiesto tempi lunghi, nei nove Conclavi dall’inizio del Novecento ad oggi.

    Pio X, al secolo Giuseppe Sarto, patriarca di Venezia, impiegava 4 giorni e 7 scrutini per essere eletto Papa il 4 agosto 1903, dopo il veto imposto dall’Imperatore Francesco Giuseppe al cardinale segretario di Stato Mariano Rampolla. Ancor meno 3 giorni e 10 scrutini bastavano per eleggere Benedetto XV: il 3 settembre 1914, a poche settimane dall’inizio della prima Guerra mondiale, la scelta cadeva su Giacomo della Chiesa, arcivescovo di Bologna e neocardinale da appena tre mesi.

    Più tribolato e il più lungo del Novecento, il Conclave che elegge Pio XI, il cardinale Achille Ratti, arcivescovo di Milano, il 6 febbraio del 1922, l’anno della Marcia su Roma, con 14 scrutini in 5 giorni.

    A ridosso del secondo conflitto mondiale il Conclave più breve del secolo scorso: basteranno 3 scrutini in due giorni al cardinale Eugenio Pacelli, segretario di Stato di Pio XI per salire il soglio pontificio con il nome di Pio XII, il 2 marzo del 1939.

    Viene eletto in 4 giorni e 11 votazioni Giovanni XXIII. Il patriarca di Venezia Angelo Giuseppe Roncalli, candidato già nei pronostici della vigilia, viene confermato il 28 ottobre del 1958. E così sarà pure per Paolo VI, tra i favoriti, eletto 21 giugno del 1963. All’arcivescovo di Milano, cardinale Giovanni Battista Montini basteranno 3 giorni e 6 scrutini.

    A sorpresa verrà eletto invece Giovanni Paolo I, il 26 agosto 1978. Albino Luciani, patriarca di Venezia, raggiunge il quorum dei voti in due giorni e 4 scrutini. E, dopo soli 33 giorni di pontificato, a succedergli sarà - ancora a sorpresa - il cardinale polacco Karol Wojtyla, arcivescovo di Cracovia, Giovanni Paolo II, eletto all’8 scrutinio nel terzo giorno di Conclave, il 16 ottobre del 1978. Tra i favoriti entrerà invece in Conclave, il cardinale Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, primo Papa del Terzo millennio, eletto in due giorni con 4 scrutini.

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    Veglie di preghiera in tutto il mondo per l'elezione del nuovo Papa

    ◊   Sono tante le veglie di preghiera organizzate in tutto il mondo per l'elezione del nuovo Papa. Da segnalare le iniziative promosse a Roma dal Centro internazionale giovanile San Lorenzo nella sua sede a pochi passi da San Pietro: ieri mattina è iniziata l’adorazione eucaristica che durerà fino all’elezione del nuovo Pontefice. Previsti anche Rosari e processioni verso la Basilica Vaticana. Valeria Cipollone ha intervistato Cecile De Lattre, coordinatrice dell'accoglienza dei giovani:

    R. - Abbiamo pensato che qui al centro abbiamo la grazia di avere un posto proprio vicinissimo a San Pietro e ci sentiamo veramente nel cuore della Chiesa. Vogliamo condividere questa grazia con i giovani che vengono qui. Quindi, abbiamo pensato che la più bella cosa che potevamo fare, era pregare insieme. Era una bella opportunità, anche per incoraggiare l’amore dei giovani verso la Chiesa che qui a Roma sentiamo molto.

    D. - I giovani che frequentano il vostro Centro, come stanno vivendo il momento del Conclave?

    R. - Nelle ultime settimane quando abbiamo organizzato i Rosari per il Papa, abbiamo visto che i giovani si sono sentiti molto coinvolti, infatti erano più numerosi del solito. Penso che questa settimana ci sarà ovviamente più gente nella nostar chiesa per i momenti di preghiera, perché credo che i giovani abbiano questo desiderio di pregare con fiducia per il Conclave. Ci sono alcuni che vengono proprio per questo evento; provengono dalla Francia, dalla Germania e da molte parti dell’Italia. Quando sentono parlare di questo Centro giovanile, vengono qui.

    D. - Il Conclave si svolge nel periodo quaresimale: in un momento storico come questo, qual è l’importanza del raccoglimento e della preghiera?

    R. - Il cammino della Quaresima è sempre un cammino di conversione; proviamo ad avere più fiducia nel Signore, e questo evento ci ha spinti in questo senso. Penso che in questo tempo quaresimale il Signore ci chiami a credere di più in Lui, ad avere una fiducia più profonda, perché Lui sa ciò che fa con la sua Chiesa. Noi siamo suoi figli, e Lui si prende cura di noi.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Chiamati a servire l'unità: i cardinali in conclave dopo la messa "pro eligendo Romano Pontifice" presieduta dal decano nella basilica di San Pietro.

    Pontefici nel tempo: in cultura, Fabrizio Bisconti sui ritratti papali della basilica di San Paolo fuori le Mura dal quinto secolo alla nuova consacrazione del 1854.

    Nuovo perché fondato in Cristo: Valerio Gigliotti sul ministero petrino nella storia delle elezioni papali.

    Il cardinale: Giulia Galeotti sul romanzo di Henry Morton Robinson (uscito per la prima volta nel 1950).

    Un articolo di Marcello Filotei dal titolo "Tutti fermi, dirige Muti": "I due Foscari" di Giuseppe Verdi al Teatro dell'Opera di Roma con la regia di Werner Herzog.

    Anglicani contro i tagli alle spese per le famiglie: nell'informazione religiosa, le critiche al progetto di legge che riduce i sostegni fiscali nel Regno Unito.

    La piaga della tratta degli esseri umani: nell'informazione internazionale, intervento della Santa Sede a Ginevra.

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    Oggi in Primo Piano



    Siria. Caritas Libano: rivedere le stime ufficiali, i rifugiati sono molti di più

    ◊   Almeno 14 persone sono rimaste uccise oggi in Siria nei bombardamenti del governo sulla città di Dayr az-Zor, secondo quanto riportato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani che riferisce anche dell’invio di rinforzi da parte dell’esercito nella zona di Homs, teatro di nuovi scontri con gli insorti. Ieri, il Consiglio per i Diritti umani dell’Onu ha presentato un rapporto in cui si denunciano gravi violazioni umanitarie nel Paese da parte di entrambe le parti in guerra. Per un aggiornamento sull’emergenza dei rifugiati all’estero, Roberta Barbi ha raggiunto telefonicamente Raymond El-Hachem, di Caritas Libano, che suggerisce di rivedere le stime ufficiali sui profughi:

    R. – Deve essere chiaro che, anche prima della guerra siriana, noi qui, in Libano, avevamo tanti, tanti operai siriani che venivano per lavorare nei cantieri. Questi operai sono arrivati in alcuni periodi a un milione di persone, qui in Libano. Il problema, però, è che questi operai hanno portato con loro anche le loro famiglie: abitano tutti insiemi nei cantieri dove lavorano gli operai. Questo fatto ha aumentato la presenza dei rifugiati siriani che non sono dichiarati. Poi, ci sono i rifugiati che arrivano ogni giorno…

    D. – Queste persone di cosa hanno bisogno?

    R. – Queste persone hanno bisogno prima di tutto dell’alloggio, e poi di scuole, ospedali, aiuti alimentari, medicine… e tutte queste cose non sono assicurate in maniera sufficiente.

    D. – Qual è la situazione nei campi profughi?

    R. – Ci sono tante ong che lavorano bene con i siriani, in Libano. Prima di tutto, c’è Caritas Libano che sta aiutando molto, senza fare alcuna discriminazione politica o religiosa. Caritas Libano aiuta tutti, senza chiedere se le persone siano contro o pro il regime, se siano cristiani o musulmani.

    D. – L’Unicef ha pubblicato un Rapporto sui bambini siriani, definendoli “una generazione perduta”. Secondo i dati, del milione di siriani rifugiati all’estero, la metà circa sono bambini…

    R. – Arrivano tutti i giorni! C’è sempre un grande, grande numero che vive nei campi, nelle tende, e che ha bisogno di tutto. Come ho già detto, la maggior parte di questi sono, appunto, bambini e donne.

    D. – La crisi in Siria va affrontata come una crisi regionale: lo ha confermato anche il sottosegretario agli Affari esteri dell’Unione Europea, Marta Dassù. Quali sono i pericoli per la stabilità del Libano? Le persone hanno paura?

    R. – Noi, sicuramente, abbiamo una grande paura della guerra in corso attualmente in Siria, perché tra Libano e Siria ci sono libanesi che parteggiano per il regime siriano, ci sono altri che sono contro. Sicuramente, la guerra in Siria può avere un impatto anche in Libano e questo ci fa paura. Anche a un altro livello – quello economico – noi abbiamo molta paura, perché noi abbiamo quasi – tra operai, familiari e rifugiati – un milione di persone. Tra queste, ci sono tra 200 mila e 400 mila operai che lavorano in Libano, ma prendono tutti, tutti i soldi e li portano in Siria. Gli altri – i bambini, le donne e gli anziani – vengono a formare un popolo all’interno del nostro Paese e questo però non è un popolo produttivo adesso, per il Libano. Il nostro governo e tutte le ong che sono qui devono aiutare questa popolazione. Ma a lungo termine, non so quanto il nostro governo possa sostenerla.

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    San Pietro interpretato da Giulio Base nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria

    ◊   Torna a Roma nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria, il consueto appuntamento con il “Ritratto dei Santi”: tre incontri organizzati dal Movimento Ecclesiale Carmelitano dedicati alla lettura delle vite dei Santi. I testi di padre Antonio Vicari ricordano quest’anno tre figure: San Pietro, Rita da Cascia e Shahbaz Bhatti, il ministro pakistano cattolico ucciso per il suo impegno a favore delle minoranze religiose. Ad aprire il ciclo d’incontri, l’attore e regista Giulio Base che ieri sera ha presentato la figura di San Pietro, in questi giorni di particolare attualità. A questo proposito, Roberta Calderazzo ha chiesto all’attore che cosa si aspetta dal futuro Papa:

    R. - Più che cosa mi aspetto io, sono veramente in attesa di sapere cosa desidera il Padre Eterno ... ovviamente la santità, dove per santità si intende un grande Papa che sappia guardare alla sua Chiesa come un vero pastore. Mi aspetto una nuova iniezione di carica spirituale verso tutta la Chiesa, perché insieme a questo nuovo Papa, possiamo ripartire tutti con una grande fede.

    D. – Una sua riflessione sulla figura di San Pietro…

    D. – San Pietro è uno dei miei santi preferiti. Tra l’altro, io ho avuto la fortuna di poterlo raccontare in una fiction che ha avuto un grandissimo successo, non grazie a me, ma grazie alla figura del Santo e alla grandissima interpretazione fatta dall’attore di fama planetaria, Omar Sharif. Io credo che la grande forza e bellezza di San Pietro stia nel fatto che è uno come noi, è uno che sbaglia. San Pietro durante la vita forse era il migliore amico di Gesù; più volte non capiva, più volte ha sbagliato, l’ha tradito, ha negato di averlo conosciuto e si è sentito in colpa. Un po’ come siamo tutti noi. Anche chi di noi ha la fortuna di avere la fede, più volte nega di conoscerlo, nega di amarlo. In qualche modo, è un santo che ha peccato, che ha sbagliato e che più volte ha riconosciuto la sua colpa. Credo proprio che questa sia la sua grande forza e questa è la lezione di questa figura che porto sempre con me.

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    Nella Chiesa e nel mondo



    India: le religiose carmelitane pregano per il Conclave, primavera della Chiesa

    ◊   Tra le “preghiere speciali” per la Chiesa chieste dal cardinale Bertone, c’è quella di suor Gemma, superiora del Monastero carmelitano di clausura di Mumbai, in India. “Da quando abbiamo ricevuto la lettera – spiega la religiosa ad AsiaNews – abbiamo indetto ogni sera un’ora di esposizione e adorazione del Santissimo Sacramento. A livello personale, ogni carmelitana sta facendo sacrifici personali per la buona riuscita del Conclave. Via Internet, inoltre, abbiamo adottato un cardinale per il quale pregare”. Proprio questa mattina, le carmelitane del monastero hanno celebrato una Messa speciale per l’elezione del prossimo Pontefice, per cui “la comunità internazionale è piena di aspettative”. “Abbiamo pregato affinché i cardinali riuniti possano essere guidati dallo Spirito Santo nel discernimento dei segni dei tempi per la Chiesa e per il mondo.” Un Conclave che arriva come un “tempo di grazia per la Chiesa universale”, poiché, come ricorda anche la religiosa, è il primo dal 1829 a essere indetto durante la Quaresima. “La Quaresima è la primavera della Chiesa - ha aggiunto - questa brezza nuova risveglia le anime e possiamo vederlo in questi tempi particolari”. (V.C.)

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    Libia. A Bengasi protesta dei copti in seguito alla morte di un cristiano

    ◊   Il fronte della gioventù copta ha organizzato una manifestazione di protesta per rivendicare l’uccisione di Ezzat Atallah, il cristiano trovato morto in un carcere a Bengasi in circostanze misteriose. Centinaia di cristiani copti, oggi, hanno incendiato bandiere e lanciato sassi contro l’ambasciata libica al Cairo. Come riferisce l’agenzia AsiaNews, i copti egiziani accusano il governo islamista di Mohamed Morsi di connivenze con gli estremisti libici e incolpano le autorità di non preoccuparsi dei cristiani migranti al solo scopo di evitare un caso di diplomazia. Il Ministero degli esteri afferma che Atallah sia morto per cause naturali, in quanto sofferente di diabete e malato di cuore, mentre la famiglia accusa le autorità egiziane di voler insabbiare il caso volutamente, sostenendo che il congiunto sia stato torturato. Questo caso ha messo in luce la terribile situazione dei cristiani in Libia, che subiscono gli attacchi dei miliziani salafisti, al comando nella regione della Cirenaica. Durante la settimana scorsa, più di 50 venditori ambulanti sono stati incarcerati dagli estremisti libici per aver messo in vendita materiale con effigi religiose. Gli attivisti libici hanno poi messo nel web un video della notizia, video poi posto sotto sequestro da parte della polizia. Nei giorni passati, i cristiani copti hanno nuovamente accusato gli estremisti di averli pestati e torturati e di aver utilizzato l’acido sui corpi dei prigionieri allo scopo di cancellare i tatuaggi raffiguranti croci e altri simboli cristiani. (R.C.)

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    Il parlamento ungherese vara la nuova Costituzione. Critiche da Ue e Usa

    ◊   Il Parlamento ungherese ha approvato le modifiche alla Costituzione che introducono una serie di emendamenti, modificando 22 articoli. Fortemente criticato dalla Commissione europea, dal Consiglio d'Europa, ma anche dagli Stati Uniti, il nuovo testo prevede che la Corte costituzionale non possa più pronunciarsi sul testo della Costituzione, sul fatto che le modifiche siano o meno conformi, e non può più richiamare i verdetti emessi precedentemente. Dichiara inoltre criminale il regime comunista del passato, e dichiara la possibilità di perseguire penalmente “partiti successori dell'ex partito-Stato”. Molto criticati gli articoli concernenti le università e i senzatetto. In particolare, il nuovo testo costituzionale sancisce che gli atenei potranno essere gestiti da un commissario nominato dal governo, i laureati che percepiscono una borsa di studio statale e frequentano gratuitamente l'università dovranno lavorare per 10 anni in Ungheria, non potendo scegliere di andare all’Estero. I Comuni, invece, potranno decretare il divieto per i senzatetto di dimorare nei luoghi pubblici, sanzionandoli. Pesante anche le limitazioni alla Magistratura: l’Ufficio governativo dei giudici e la procura – si legge nel testo – potranno spostare i processi scegliendo “il tribunale adatto al caso”. Sul fronte della campagna elettorale, invece, si decreta che si farà solo sui media pubblici, le reti commerciali saranno escluse. La legge potrà sanzionare, infine, “i discorsi dell'odio”, e “quelli contro la nazione ungherese”. Due i punti positivi, invece, quello che prevede che la famiglia legalmente riconosciuta sia quella costituita attraverso il matrimonio di un uomo e una donna e quello che sancisce un riconoscimento delle Chiese da parte del parlamento. L'approvazione di un pacchetto di emendamenti è stato approvato con i 265 voti del partito della maggioranza Fidesz; contrari solo 11 voti dei democratici e dei verdi. Mentre 33 sono state le astensioni, soprattutto fra gli estremisti di destra Jobbik. Dura la reazione dell’Unione Europea: gli emendamenti alla Costituzione ungherese approvati oggi ''destano preoccupazione per il rispetto dello Stato di diritto, delle leggi Ue e degli standard del Consiglio d'Europa'', hanno sottolineato in una dichiarazione congiunta il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e il segretario generale del Consiglio d'Europa, Thorbjorn Jagland. Le due istituzioni condurranno un dettagliato esame degli emendamenti. ''Ci attendiamo che le autorità ungheresi - hanno osservato Barroso e Jagland - si impegnino a collaborare con le istituzioni europee per discutere le preoccupazioni che gli emendamenti suscitano per quanto attiene alla loro compatibilità con i principi, valori e le leggi europee”.

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    Zimbawe: un milione e 400 mila persone in grave crisi alimentare

    ◊   Circa un milione e 400 mila persone hanno urgente bisogno di assistenza alimentare nello Zimbabwe: lo riferisce il ministro del Lavoro e dei servizi sociali, Paurina Mpariwa. Il ministro, durante una cerimonia del Programma alimentare mondiale per la distribuzione di prodotti alimentari, a Mashonaland Central, nella provincia settentrionale del Paese, ha anche ricordato l’importanza del lavoro fatto degli organismi internazionali. La popolazione dello Zimbawe - ricorda l'agenzia Misna - conta oltre 12 milioni di abitanti e una parte consistente di essa vive di agricoltura. Tra il 2008 e il 2009, più di tre milioni di persone hanno avuto bisogno di aiuti alimentari per la sopravvivenza. Felix Bamezon, direttore del Pam per lo Zimbawe ha detto, inoltre, che dal punto di vista della sicurezza alimentare è il momento più difficile che il Paese sta vivendo. Il quotidiano News Day comunica oggi che, mentre si aspettano i risultati del prossimo raccolto, il governo e il Pam si stanno occupando della distribuzione di aiuti in 37 distretti. (R.C.)

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    Duplice attentato in Pakistan, due i morti e una ventina i feriti

    ◊   Due attentati hanno insanguinato oggi il Pakistan: una bomba è stata fatta esplodere a Pabbi, una piccola città a una ventina di chilometri dal capoluogo di provincia Peshawar, nei pressi della casa del ministro dell’Informazione della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, causando il ferimento di sei persone, tra cui tre bambini. Un altro ordigno è poi nei pressi del commissariato di polizia di Bannu, una città della stessa provincia nordoccidentale di Khyber Pakthunkhwa, situata in prossimità delle zone tribali, considerate come un rifugio dai talebani e da gruppi collegati ad al-Qaida, ha provocato la morte di due persone ed il ferimento di altre 14, tra cui una donna e due agenti. Al momento della prima esplosione, il ministro si trovava a Peshawar ed è rimasto quindi illeso. Mian Iftikhar Hussain è una delle figure di spicco del Partito nazionale Awami (Anp), una formazione laica che gode dell’appoggio dell’etnia pashtun, maggioritaria nel nordest del Pakistan. Il ministro è da tempo nel mirino dei talebani, che a luglio dello scorso anno hanno ucciso il suo unico figlio, Mian Rashid Hussain, di 28 anni. Nel mese di dicembre 2012, anche il numero due della provincia, Bashir Bilour, membro dell’Anp e oppositore di lunga data dei talebani, ha perso la vita in un attentato. (V.C.)

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    Referendum Falkland-Malvinas: il 99.8% vuole restare nel Regno Unito

    ◊   Le isole Flakland-Malvinas, arcipelago del Sud Atlantico, manterranno lo statuto di Dipendenza d’Oltremare del Regno Unito. Questo l’esito del referendum, svoltosi lo scorso fine settimana, che ha registrato una vittoria schiacciante dei sì (99.8%). Secondo dati ufficiali, il 92% degli aventi diritto, pari a 1517 persone su 1649, ha partecipato al voto. Il referendum, voluto dal governo locale in risposta alle pressioni di Buenos Aires, mirava a spingere Londra a negoziare sulla sovranità delle isole, che l’Argentina reclama dal 1883 e per cui, nell’ultimo anno e mezzo, ha rafforzato l’offensiva diplomatica. Nonostante, quindi, il referendum puntasse a mandare un messaggio chiaro all’Argentina, quest’ultima ha considerato lo scrutinio nullo, come se non fosse mai avvenuto. “Gli abitanti del Falkland non avrebbero potuto esprimersi in modo più chiaro. Vogliono rimanere britannici. Questa volontà dovrebbe essere rispettata da tutti, compresa l’Argentina”. Così David Cameron, premier del Regno Unito, ha commentato l’esito del referendum. (V.C.)

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    Italia: giovani a Mirandola per festa del Servizio civile delle associazioni cattoliche

    ◊   Oggi, il Centro di coordinamento della Caritas italiana di Mirandola, colpita dal sisma dello scorso anno, ospiterà l’incontro nazionale dei volontari in Servizio civile nelle associazioni cattoliche. L’iniziativa è promossa dal Tavolo ecclesiale enti di servizio civile, in occasione della festa del patrono, San Massimiliano di Tebessa. Tre i momenti principali della giornata, il convegno “Come essere operatori di pace oggi”, nel quale è previsto l’intervento, tra gli altri, dei familiari di Daniele Ghillani, giovane morto nell’ottobre dello scorso anno in un incidente in Brasile, mentre era in servizio per la Caritas di Parma. A lui è stato intitolato il bando straordinario di Servizio civile, indetto dalla regione Emilia Romagna in favore delle zone colpite dal sisma nel 2012. Nel pomeriggio, altri due appuntamenti: l’itinerario alla presenza delle autorità, che toccherà alcuni punti significativi della città, tra cui la piazza del Duomo, e la Santa Messa, presieduta dal vescovo, Francesco Cavina. (V.C.)

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