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Sommario del 21/07/2013

Il Papa e la Santa Sede

  • Angelus: preghiera e servizio al prossimo essenziali per la fede. Il Papa chiede preghiere per il viaggio a Rio
  • Tweet del Papa: quanti non possono venire a Rio per la Gmg si sentano fra noi per mezzo della preghiera
  • Il Papa a Santa Maria Maggiore. Il card. Abril y Castelló: ha affidato alla Vergine il suo viaggio a Rio
  • Domani sera l’arrivo del Papa a Rio de Janeiro
  • Gmg. Inaugurata a Rio "Casa Italia". Mons. Crociata: fede è passione di condividere l'esperienza cristiana
  • Il parroco della favela di Varginha: la visita del Papa, una grande gioia per questa comunità
  • Una giovane missionaria italiana a Rio: la Via Crucis di Copacabana l'evento più sentito
  • Oggi in Primo Piano

  • Filippo è il nuovo re del Belgio, il padre Alberto II ha abdicato
  • Guerra in Siria. Il nunzio: 5mila morti al mese, l’unica soluzione è quella politica
  • Giornata di preghiera per la pace in Centrafrica. Padre Gazzera: lo Stato non esiste più
  • Silenziato il cromosoma responsabile della Sindrome di Down. Plaude Scienza e Vita
  • Kid's menu, iniziativa del Bambino Gesù contro l'obesità infantile in accordo con gli stabilimenti romani
  • Nasce un nuovo sito per la prevenzione dei tumori della pelle
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Medio Oriente: in vista dei colloqui di pace Israele libererà 82 prigionieri palestinesi
  • Egitto: prima riunione del nuovo governo e della commissione costituzionale
  • Giappone: Shinzo Abe vince le elezioni alla “Camera Alta”
  • Svizzera: aumentano le persone che fanno la spesa nei negozi Caritas
  • Marche: terremoto tra Ancona e Macerata, nessuna vittima
  • Consiglio ecumenico delle Chiese: l'accesso all'acqua sia un diritto per tutti
  • Cina: il Santuario del Rosario a Fu Zhou compie 20 anni
  • Perù: Radio Onda Azul, da 55 anni al servizio dell’evangelizzazione
  • Usa: pubblicato il documento finale del Forum internazionale “Migrazione e Pace”
  • Il Papa e la Santa Sede



    Angelus: preghiera e servizio al prossimo essenziali per la fede. Il Papa chiede preghiere per il viaggio a Rio

    ◊   Preghiera e azione, ascolto della parola di Dio e servizio concreto al prossimo, non sono dimensioni contrapposte, ma aspetti tutti essenziali per la nostra vita di fede: è quanto ha affermato il Papa oggi all’Angelus, davanti ai numerosi fedeli radunati in Piazza San Pietro. Papa Francesco ha chiesto di accompagnarlo con la preghiera nel suo primo viaggio apostolico a Rio de Janeiro, che inizierà domani mattina, in occasione della Giornata mondiale della gioventù. Il servizio di Sergio Centofanti:

    Al centro della riflessione del Papa, la pagina del Vangelo di questa domenica che ci parla delle due sorelle Marta e Maria. Nell’ospitare il Signore nella loro casa a Betania, Marta è presa dai molti servizi, mentre Maria, ai piedi di Gesù, ascolta la sua parola. Marta se ne lamenta, vorrebbe essere aiutata dalla sorella, ma il Signore la rimprovera "con dolcezza" rispondendo che “di una cosa sola c’è bisogno”. Il Papa, spiegando il testo, fa una precisazione:

    “Anzitutto è importante capire che non si tratta della contrapposizione tra due atteggiamenti: l’ascolto della parola del Signore, la contemplazione, e il servizio concreto al prossimo. Non sono due atteggiamenti contrapposti, ma, al contrario, sono due aspetti entrambi essenziali per la nostra vita cristiana; aspetti che non vanno mai separati, ma vissuti in profonda unità e armonia”.

    Ma allora – domanda il Papa - perché Marta riceve il rimprovero di Gesù, anche se fatto con dolcezza?

    “Perché ha ritenuto essenziale solo quello che stava facendo, era cioè troppo assorbita e preoccupata dalle cose da ‘fare’. In un cristiano, le opere di servizio e di carità non sono mai staccate dalla fonte principale di ogni nostra azione: cioè, l’ascolto della Parola del Signore, lo stare - come Maria - ai piedi di Gesù, nell’atteggiamento del discepolo”.

    Di qui l’esortazione di Papa Francesco:

    “Anche nella nostra vita cristiana, cari fratelli e sorelle, preghiera e azione siano sempre profondamente unite. Una preghiera che non porta all’azione concreta verso il fratello povero, malato, bisognoso di aiuto, fratello in difficoltà, è una preghiera sterile e incompleta. Ma, allo stesso modo, quando nel servizio ecclesiale si è attenti solo al fare, si dà più peso alle cose, alle funzioni, alle strutture, e ci si dimentica della centralità di Cristo, non si riserva tempo per il dialogo con Lui nella preghiera, si rischia di servire se stessi e non Dio presente nel fratello bisognoso”.

    San Benedetto – ha aggiunto - riassumeva lo stile di vita che indicava ai suoi monaci in due parole: “ora et labora”, prega e opera:

    “E’ dalla contemplazione, da un forte rapporto di amicizia con il Signore che nasce in noi la capacità di vivere e di portare l’amore di Dio, la sua misericordia, la sua tenerezza verso gli altri. E anche il nostro lavoro con il fratello bisognoso, il nostro lavoro di carità nelle opere di misericordia, ci porta il Signore, perché noi guardiamo proprio al Signore nel fratello e la sorella bisognosi”.

    Quindi, ha elevato la sua preghiera a Maria, “Madre dell’ascolto e del servizio, che ci insegni a meditare nel nostro cuore la Parola del suo Figlio, a pregare con fedeltà, per essere sempre di più attenti concretamente alle necessità dei fratelli”.

    Infine, durante i saluti dopo la recita dell’Angelus, il Papa - vedendo uno striscione con scritto "Buon viaggio!" - ha chiesto ai fedeli di accompagnarlo spiritualmente con la preghiera nella sua missione apostolica a Rio de Janeiro, per la Gmg:

    "Ci saranno tanti giovani, laggiù, da tutte le parti del mondo. E penso che questa si può chiamare la Settimana della Gioventù: ecco, proprio la Settimana della Gioventù! I protagonisti in questa settimana saranno i giovani. Tutti coloro che vengono a Rio vogliono sentire la voce di Gesù, ascoltare Gesù: ‘Signore, che cosa devo dare della mia vita? Qual è la strada per me?’. Anche voi – non so se ci sono giovani oggi qui, in piazza: ci sono giovani? Ecco: anche voi, giovani che siete in piazza, fate la stessa domanda al Signore: ‘Signore Gesù, che cosa devo fare della mia vita? Qual è la strada per me?’. Affidiamo all’intercessione della Beata Vergine Maria, tanto amata e venerata in Brasile, queste domande: quella che faranno i giovani laggiù, e questa che fate voi, oggi. E che la Madonna ci aiuti in questa nuova tappa del pellegrinaggio. A tutti auguro una buona domenica! Buon pranzo. Arrivederci!".

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    Tweet del Papa: quanti non possono venire a Rio per la Gmg si sentano fra noi per mezzo della preghiera

    ◊   Poco dopo l’Angelus, il Papa ha lanciato un nuovo tweet: “Quanti vorrebbero essere a Rio per la GMG ma non possono! – ha scritto - Si sentano benvenuti fra noi per mezzo della preghiera”.

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    Il Papa a Santa Maria Maggiore. Il card. Abril y Castelló: ha affidato alla Vergine il suo viaggio a Rio

    ◊   Papa Francesco affida dunque il suo viaggio a Rio per la Gmg alla Madre di Dio. E lo ha fatto in modo particolare recandosi a sorpresa in visita ieri pomeriggio alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Ascoltiamo in proposito il cardinale Santos Abril y Castelló, arciprete di questa Basilica papale, al microfono di Sergio Centofanti:

    R. – Il Santo Padre ha desiderato fare questa visitina alla Basilica per pregare e chiedere la protezione della Madonna, perché il viaggio a Rio, per la Giornata mondiale dei giovani, porti molti frutti. Ha pensato di ripetere la visita che aveva fatto all’inizio del Pontificato, quando venne ai piedi della Madonna Salus popoli romani per invocare la protezione del Signore sul suo Pontificato. E ha pensato che, data l’importanza ecclesiale che ha un raduno come questo, dei giovani di tutto il mondo, di venire qui perché possa avere molti frutti, che serva per scuotere i giovani e che possano vivere i valori cristiani non soltanto nella propria vita personale, ma anche testimoniandola nella società che oggi ha tanto bisogno di persone che, illuminate dalla propria fede, siano poi capaci di manifestare nel mondo il desiderio di collaborare per il bene di tutti, come il Santo Padre sta insistendo in maniera particolare, per quelli che più ne hanno bisogno, per i poveri, per quelli che non possono difendersi. Questa è stata l’intenzione di fondo che il Santo Padre ha manifestato e perciò ha voluto fare questa visita che è risultata un pochino inattesa: non lo aspettavamo. Però, credo che sia molto, molto giustificata …

    D. – Quindi, il Papa affida la Gmg alla Vergine Maria …

    R. – Sì. Lui – lo sappiamo molto bene – ha una profonda devozione mariana e perciò, lo sta manifestando: la sua invocazione alla Madonna è costante. E ha pensato che sia molto importante, in questo momento ecclesiale che stiamo vivendo, venire a pregare perché la Madonna, la Madre di Gesù, la Madre della Chiesa, che è per noi, che intercede sempre per noi, che ci protegge, che ci aiuta. Maria è la prima cristiana – come è stata tante volte definita – è stata la migliore cristiana, che ha seguito suo Figlio con una fedeltà assoluta e pertanto da Lei impariamo anche noi e che imparino anche i giovani, ad essere capaci di testimoniare, poi, nel mondo che sono una speranza forte per la Chiesa e anche per la società.

    D. – Il Papa ha rivolto alcune parole anche ai fedeli presenti …

    R. – Sì. Ha voluto spiegare, lui, per quale motivo sia venuto a fare questa visitina inattesa proprio in vista del suo prossimo viaggio che inizierà domani. Io credo che volesse anche fare una “predica” con l’esempio, nel senso che ha voluto indicare ai giovani che il ricorso a Maria è sempre qualcosa di molto importante e che pertanto una devozione mariana bene intesa, come del resto tutte le manifestazioni della nostra fede, può aiutare molto a creare una Chiesa nuova, una Chiesa più bella, più dinamica, direi più cosciente del momento che stiamo vivendo, e che pertanto la fede in questo mondo, nel quale si vive in maniera così forte il relativismo nella vita personale, in quella sociale, nella legislazione eccetera, ci rende capaci di dare una testimonianza nuova, specialmente i giovani, con uno slancio nuovo …

    D. – La comunità della Basilica di Santa Maria Maggiore seguirà in preghiera il Papa a Rio de Janeiro …

    R. – Sì, è naturale. Vogliamo farlo ed è perciò che abbiamo proposto al Santo Padre di voler fare due cose: prima di tutto, ha voluto offrire alla Madonna un mazzo di fiori, come lo aveva fatto anche nella prima visita che fece dopo la sua elezione, e poi è stato acceso un cero che sarà il testimone di questa costante preghiera: come ho promesso al Santo Padre nelle brevissime parole che gli ho rivolto, vogliamo che questo cero sia il testimone della presenza costante di una Chiesa in preghiera lì, nel tempio della Madonna, perché protegga il Santo Padre, perché lo aiuti e soprattutto perché il suo viaggio porti tutti i frutti che egli stesso sta aspettando in questo momento dalla Chiesa.

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    Domani sera l’arrivo del Papa a Rio de Janeiro

    ◊   Papa Francesco partirà domani mattina da Fiumicino alle 8.45: arriverà a Rio de Janeiro alle 16.00 locali, quando in Italia saranno le 21.00. Primo appuntamento, la cerimonia di benvenuto al Palazzo Guanabara con i discorsi del Pontefice e del presidente brasiliano, la signora Dilma Rousseff. Sull’attesa, il servizio del nostro inviato Roberto Piermarini:

    E’ tutto pronto a Rio per l’arrivo del Papa Francesco e l’inizio della Gmg. Tra le vie della metropoli carioca, gruppi di ragazzi e ragazze con magliette e zaini della Giornata sono ovunque: a Copacabana, sul Corcovado, tra le stradine del centro storico, sui bus strapieni che attraversano la metropoli. La “Cidade Maravilhosa”, “la città meravigliosa” sta cambiando volto: i simboli della Confederation Cup hanno lasciato il posto a quelli della Gmg; grandi cartelloni pubblicitari appaiono agli angoli delle strade e davanti le chiese dove si terranno le catechesi per gruppi linguistici. Inutile dire che giornali e tivù sono tutti concentrati sull’evento e sull’arrivo di Papa Francesco, primo Papa latinoamericano. Qualche quotidiano polemizza sui costi della Giornata ma la Chiesa ribatte che si è fatta carico di tutte le spese. Nonostante quindi qualche polemica, per i vescovi brasiliani l’immagine della Gmg è molto positiva a Rio e l’attesa gioiosa si respira anche tra i discorsi della gente. Una conferma anche dai social network, con oltre un milione di amici su Facebook e 400 mila follower su Twitter. Per la prima volta nella storia delle Gmg sarà una spiaggia, quella splendida di Copacabana, ad ospitare tre dei cinque eventi centrali della Giornata – Messa di apertura, accoglienza del Papa e Via Crucis – mentre a Guaratiba, il sito ribattezzato “Campus Fidei”, all’estrema periferia di Rio, il Papa presiederà la Veglia e la Messa conclusiva della Gmg. Proprio a Guaratiba, c’è qualche apprensione perché la spianata è piena di fango a causa delle piogge cadute copiose negli ultimi giorni. I giovani stanno toccando con mano la calorosa accoglienza dei brasiliani che in tutto il Paese hanno aperto le proprie case per l’ospitalità. Significativo all’aeroporto internazionale di Rio un cartellone che raffigura una volontaria della Gmg nella stessa posa del Cristo del Corcovado che recita: “Ti aspettiamo a braccia aperte”. Le stime parlano di due milioni di giovani: il 60% dal Brasile ed i restanti dall’America Latina e da altri Paesi del mondo. 60mila i volontari brasiliani di cui 4.500 provenienti da 15 nazioni. Tra loro argentini ed italiani sono i gruppi più numerosi. A vegliare sulla sicurezza dei pellegrini scenderanno in campo 20mila tra poliziotti e militari. Approfittando della visibilità mondiale dell’evento si temono manifestazioni contro la politica socio-economica del governo ma la Chiesa è fiduciosa che la protesta pacifica non intaccherà lo svolgimento della Gmg.

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    Gmg. Inaugurata a Rio "Casa Italia". Mons. Crociata: fede è passione di condividere l'esperienza cristiana

    ◊   “Siate un sostegno per i giovani pellegrini che arriveranno stanchi dai loro piccoli problemi quotidiani. Il vostro sorriso sia un incoraggiamento e la testimonianza che anche il tempo della fatica avrà una fine e in fondo alla strada c’è Gesù che ci attende”: è con questo incoraggiamento ai volontari italiani, che ieri mattina a Rio de Janeiro mons. Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, ha inaugurato “Casa Italia”. La struttura, gestita dall’Ufficio pastorale giovanile della Cei, rimarrà aperta per tutta la durata della Gmg. Da Rio de Janeiro, il servizio di Marina Tomarro:

    Accoglienza, testimonianza e uno sguardo aperto verso il futuro: sono queste le tre parole chiave che guideranno i giovani volontari nella 28.ma Giornata mondiale della gioventù. Mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei:

    R. – Questo piccolo evento di inaugurazione dice la cura con cui la Chiesa in Italia accompagna i giovani che vengono in pellegrinaggio; quindi, da questo punto di vista, il messaggio che giunge è questo: essere credenti è già essere, in qualche modo, missionari; sentire già la responsabilità, la passione di condividere con altri, di portare altri a condividere l’esperienza cristiana.

    D. – Ma cosa possono trovare i giovani pellegrini a Casa Italia? Don Michele Falabretti, responsabile del servizio nazionale di pastorale giovanile della Cei:

    R. – I ragazzi arrivano in una metropoli e sanno di incontrare il mondo, di fare un’esperienza che hanno già vissuto, ma si trovano davvero davanti al nuovo, ad una geografia da imparare … Ecco: una casa serve, di solito, a rispondere ai bisogni primari: un tetto, l’alloggio, il cibo, i trasporti, muoversi … Questo vuol dire che gli italiani, qui, troveranno tutte le risposte che li riguardano. Potranno risolvere alcuni problemi, sapere dove andare a dormire, come fare per mangiare, come fare per muoversi e spostarsi in città …

    D. – Tanti sono anche i volontari che operano in Casa Italia, e molti sono giovanissimi, alla loro prima esperienza. Cosa spinge un ragazzo a voler essere qui e a diventare volontario per Casa Italia?

    R. – Li spinge l’entusiasmo di fare un’esperienza nuova. Sono giovanissimi e quindi l’idea di mettersi al servizio di una realtà più grande ovviamente li entusiasma. Sicuramente, è molto bello vederli con questa disponibilità che cresce con ogni giorno che passa, perché ogni giorno che passa arrivano i pellegrini e quindi aumentano i servizi e il tempo dei servizi che viene loro richiesto.

    D. – Cosa resta alla fine di questa esperienza così particolare?

    R. – Io credo che alla fine restino gli occhi, i volti, un po’ di soddisfazione – qualche volta – per essere riusciti ad essere d’aiuto a qualcuno, a poter dare conforto a chi si sente più smarrito, a poter vivere questa vicinanza che, paradossalmente, noi viviamo sempre di più quando siamo lontani da casa.

    E sale l’entusiasmo tra i partecipanti italiani, che proprio in queste ore stanno arrivando a Rio per poter vivere insieme a Papa Francesco queste straordinarie giornate. Ascoltiamo le voci di alcuni volontari:

    R. - Per me è la quarta Giornata mondiale della gioventù, quindi per me rappresenta una tappa di un percorso di fede. E’ un’esperienza di fede giovanile molto forte, importante e serve a me personalmente come una spinta, una carica per quella che è la quotidianità di tutti i giorni. Sono giornate intense, impegnative ma proprio per questo anche molto più belle.

    R. - Siamo arrivati ieri sera, quindi ancora dobbiamo ambientarci, capire un po’ come muoverci; però l’emozione è tanta e anche l’attesa per Papa Francesco e dell’inizio vero e proprio della Gmg. Spero di essermi preparata al meglio per poter affrontare questa esperienza nella maniera più adeguata.

    R. - Vivere Rio con una Gmg secondo me è un mix esplosivo e molto, molto, molto interessante, perché spero che saremo in grado di rendere questa esperienza unica e indimenticabile.

    R. – Io credo che sia stata anche una chiamata del Signore. Già dall’anno scorso sentivo di voler venire qui. Sono stato anche a Madrid, quindi ho partecipato ad un’altra Giornata mondiale dei giovani e ho visto tanta gioia, tanta energia e questo mi ha dato una carica incredibile.

    D. – Spesso si parla di spirito della Gmg: secondo te, che cos’è questo spirito?

    R. – Secondo me, può essere una gioia comune che condividono tutte le persone credenti: la gioia della fede.

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    Il parroco della favela di Varginha: la visita del Papa, una grande gioia per questa comunità

    ◊   Giovedì 25 luglio, nel pomeriggio, il Papa visiterà la favela di Varginha, una comunità che sorge a nord di Rio de Janeiro. Silvonei Protz ha intervistato il parroco della favela, padre Marcio Queiroz:

    R. - Abbiamo ricevuto la notizia della visita del Papa con molta gioia e allo stesso tempo anche con molta responsabilità. Sappiamo ciò che rappresenta per il Santo Padre venire in una comunità povera per fare, del resto, quello che già faceva in Argentina nelle periferie. La presenza del Papa nella nostra comunità ci invita a vivere una vita più impegnata con gli insegnamenti di Cristo nel Vangelo. Quindi, questa visita aumenta la nostra responsabilità nel vivere con fedeltà la Parola di Dio.

    D. - La comunità di "Varginha" ha preparato qualche sorpresa?

    R. - Altroché sorpresa! Si stanno preparando come persone, preparando i loro cuori innanzitutto e poi le loro case per accogliere qualcuno che per loro ha molta importanza. Questa preparazione è quindi piuttosto spirituale: così fanno spesso l'Adorazione eucaristica e recitano il Rosario. Sono momenti molto belli di spiritualità per poter vivere l'incontro con Papa Francesco in una maniera speciale.

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    Una giovane missionaria italiana a Rio: la Via Crucis di Copacabana l'evento più sentito

    ◊   Stefania Lo Verde, 27 anni, del Centro Missionario diocesano di Bergamo, da due anni vive nella diocesi di Serrinha, in Brasile, dove è educatrice in una scuola elementare e collabora in un progetto Caritas per i poveri. Parteciperà a Rio de Janeiro alla sua prima Giornata Mondiale della Gioventù. Antonella Palermo le ha chiesto quali siano le sue aspettative:

    R. - Non so cosa aspettarmi, mi sono preparata con tanta gioia, preghiera e pace nel cuore. Credo che saremo pronti per vivere questi giorni.

    D. – In che modo Papa Francesco sa toccare il cuore dei giovani?

    R. – Io credo che Papa Francesco ha un grande consenso grazie alla sua semplicità, innanzitutto, ed al richiamo continuo che lui rivolge, anche alla Chiesa, di spogliarsi del superfluo per arrivare al cuore del messaggio vero di Gesù. Credo che il suo segreto stia soprattutto nel dare l’esempio.

    D. – Come i giovani vivono la dimensione spirituale nella realtà in cui ti trovi a vivere in questo periodo, a contatto con i più piccoli?

    R. – Se parliamo di giovani un po’ in tutto il Brasile, credo che ci sia ancora molto molto da fare. Purtroppo credo che ci siano ancora tanti giovani molto lontani da Dio: molti scelgono strade che poi non hanno uscita, come la droga e la violenza. Forse bisognerebbe accompagnare la loro spiritualità fin da quando sono bambini; il mio compito come educatrice a scuola è anche questo. Quelli che hanno avuto questa fortuna - coltivare la loro spiritualità in famiglia, nella scuola, nella comunità cristiana – partecipano attivamente e con gioia alla Messa, alla catechesi ed anche a livello di pastorale giovanile organizzano una serie di incontri ed attività. Quindi, spero che quelli che partecipano lo facciano poi attivamente, con tanta gioia.

    D. – Quale appuntamento di questa Gmg ti incuriosisce di più?

    R. – Quello che mi incuriosisce di più è la Via Crucis: non è da tutti i giorni fare una Via Crucis sulla spiaggia di Copacabana, ma direi che la cosa più significativa è che saranno proprio i giovani a portare la croce. Un segnale dei giovani d’oggi che comunque, anche a livello sociale, devono fare qualcosa per cercare di migliorare: addossarsi un po’ le croci di tutti i giorni per poi migliorare il nostro futuro anche con la preghiera e attraverso il contatto con Dio.

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    Oggi in Primo Piano



    Filippo è il nuovo re del Belgio, il padre Alberto II ha abdicato

    ◊   Grande festa oggi a Bruxelles per l’incoronazione del nuovo re del Belgio. Filippo succede al padre Alberto II, che ha rinunciato al trono stamattina dopo 20 anni di regno. “Filippo tu hai le qualità di cuore e di intelligenza per servire il nostro Paese nelle tue nuove responsabilità”, ha ricordato il sovrano 79enne, commosso nel suo discorso di abdicazione. Il servizio di Michele Raviart:

    Il settimo re del Belgio è stato salutato da due colpi di cannone e ha giurato davanti al Parlamento riunito. Ha parlato in olandese, francese e tedesco – le tre lingue ufficiali – e si è impegnato a rispettare la Costituzione e a “difendere l’indipendenza nazionale e l’integrità del territorio”. Filippo, 53 anni, sposato con Mathilde, la prima regina di origine belga nella storia del Paese, regnerà infatti su un Paese sempre più diviso tra il nord fiammingo e il sud francofono. Lo ha ricordato più volte lo stesso Alberto II, sia stamattina, dopo il “Te Deum” nella cattedrale di Bruxelles – che ha preceduto l’abdicazione formale nel Palazzo reale - sia ieri sera, parlando per l’ultima volta alla tv nazionale: “dobbiamo essere uniti nella diversità, perché il nostro Paese sia un esempio per l’Europa”. Un messaggio rivolto soprattutto ai fiamminghi - il 60% della popolazione – che spinge sempre più per la secessione, tanto che alcuni partiti separatisti hanno boicottato la cerimonia di incoronazione. Il regno di Alberto II è stato segnato negli ultimi anni da una grande instabilità politica, tanto che è stato necessario un anno e mezzo prima di trovare l’accordo per la formazione del governo, presieduto da due anni dal socialista Elio Di Rupo.


    Su questa storica giornata, ascoltiamo la riflessione di padre Tommy Scholtès, portavoce della Conferenza episcopale belga, al microfono di Marie Duhamel:

    R. – Je crois que le Pays tout entier rend hommage au roi Albert II et lui est …
    Credo che tutto il Paese renda omaggio a re Alberto II e gli sia riconoscente. Credo che la riconoscenza sia sostanzialmente per il dono dell’umanità, della diplomazia, della sua gestione della cosa pubblica e dello Stato in un Paese, il Belgio, che non è stato sempre facile governare. La personalità del re è stata – in ragione di questa sua umanità, direi addirittura della sua bonarietà, della sua semplicità – un fattore d’unità che è stato molto importante per il Paese; e i vescovi, ovviamente, gli sono profondamente riconoscenti per avere dato un considerevole contributo.

    D. – Lei sta facendo riferimento a momenti precisi, durante il suo regno …

    R. – Mais je pense en particulier à la dernière période, ou le gouvernement a été …
    Penso in particolare all’ultimo periodo, quando il governo si è trovato in una situazione molto delicata e il Paese è venuto a trovarsi senza governo per oltre 500 giorni, ed è un tempo molto lungo! Penso che sia stata la diplomazia del re insieme al fatto di avere dato una possibilità ad ogni partito politico, qualsiasi esso fosse, di formare un governo; la pazienza de re che ha fatto sì che si potesse evitare la crisi totale.

    D. – Per quanto riguarda i rapporti con la Chiesa, invece? Sappiamo che Baldovino era un cattolico molto impegnato. Con Alberto, è stata la stessa cosa? I rapporti con la Chiesa erano buoni?

    R. – Les relations avec l’Eglise ont toujours été très bonnes, et à titre personnel …
    I rapporti con la Chiesa sono sempre stati molto buoni; personalmente, re Alberto è un cattolico praticante. Nel 1985 – ormai non è più un segreto – c’è stata una riconciliazione nella coppia reale che aveva vissuto un periodo difficile al suo interno; penso che tutti siano stati felici di poter assistere a questa riconciliazione e alla pratica cristiana nella vita del re. Dall’altro canto, era necessario lasciare il re nella sua condizione di capo di Stato, di non dare l’impressione all’opinione pubblica che egli potesse essere gestito da chicchessia: i politici non l’avrebbero accettato. Era quindi necessario che ci fosse una buona collaborazione insieme a una effettiva indipendenza del re, affinché egli potesse esercitare la sua funzione nei riguardi di tutti i belgi, comprese le persone di origine straniera che vivono sul territorio e che, ovviamente, in Belgio non sono tutti cattolici, anzi …

    D. – A livello personale e politico, come ha vissuto alcuni passaggi delicati dal punto di vista etico?

    R. – Mais, je pense qu’il aie vécu la situation en manière différente de son frère …
    Credo che abbia vissuto la situazione in maniera diversa rispetto a suo fratello Baldovino. Baldovino era stato messo nell’impossibilità di regnare a causa della legge sull’aborto; oggi, nel momento della firma della legge sull’eutanasia e di quella sui matrimoni omosessuali – anche se questo non riguardava la vita strettamente personale del re – considerando che le istituzioni politiche avevano votato a maggioranza, egli aveva accettato di promulgare le leggi nel rispetto della democrazia del Paese, e credo che abbia vissuto questi eventi in maniera diversa. Se re Alberto avesse deciso di agire in maniera diversa, la monarchia stessa sarebbe stata messa seriamente in pericolo.

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    Guerra in Siria. Il nunzio: 5mila morti al mese, l’unica soluzione è quella politica

    ◊   In Siria, la guerra civile continua a mietere vittime ogni giorno. L'Onu ha lanciato un ennesimo appello: quasi un terzo della popolazione, circa 7 milioni di siriani hanno bisogno di aiuti urgenti per sopravvivere; di questi, 3 milioni sono bambini. Sulla situazione nel Paese, Salvatore Sabatino ha sentito il nunzio a Damasco, mons. Mario Zenari:

    R. – Ogni giorno che passa l’impressione di tutti è che questa crisi, anziché risolversi, si complichi sempre di più. E’ una situazione che si complica anche per la presenza di combattenti venuti da fuori, da altri Paesi, che militano o in favore di una parte o in favore di un’altra. Credo che le parti in conflitto debbano veramente e concretamente convincersi che l’unica soluzione è la soluzione politica. Non ci sono altre soluzioni di forza o militari.

    D. – Crede che la comunità internazionale stia facendo abbastanza per porre fine a questo sanguinoso conflitto?

    R. – Alle volte dà l’impressione di essere un po’ stanca. Credo che dovrebbe continuare questa attenzione a trovare una soluzione; dovrebbe essere più presente e essere continua perché ogni giorno che passa la situazione diventa più impressionante. Le ultime statistiche delle agenzie delle Nazioni Unite parlano di circa cinquemila persone che muoiono ogni mese, di seimila persone che ogni giorno fuggono dal Paese, di un milione e ottocentomila rifugiati. E’ il numero più alto di rifugiati dopo la crisi del conflitto in Rwanda. Senza dire poi della situazione umanitaria, che è molto grave, anche a causa di molte restrizioni per fare arrivare gli aiuti di agenzie umanitarie alle popolazioni più colpite. Ad Aleppo, per esempio, abbiamo vissuto, una decina di giorni fa, una situazione molto critica: per alcuni giorni è stata accerchiata e lì era un problema, le agenzie umanitarie non riuscivano a portare aiuti di prima necessità. Più in generale, si fa sentire sempre di più una penuria di generi alimentari, medicinali, generi di prima necessità. Pensiamo, per esempio, al latte. Qualche religiosa mi diceva: conosciamo bambini che a malapena riescono a mangiare una volta al giorno. Questa situazione se perdura diventerà sempre peggiore. Si vede veramente come la guerra sia la fabbrica di innumerevoli miserie. La guerra produce innumerevoli miserie, soprattutto la guerra civile.

    D. – Quali sono gli umori, i sentimenti della popolazione siriana?

    R. – Ormai la gente è stufa, non interessa più né di stare da una parte né di stare dall’altra. L’unico desiderio è di vivere. Questo è ciò che i siriani desiderano: poter vivere e poter tornare alla normalità. Vorrei ricordare, soprattutto in questo momento del Ramadan, che è il mese più importante per la maggioranza della popolazione siriana: è il terzo Ramadan che si vive in questa situazione ed è anche il peggiore. Di solito, alla sera, dopo il calar del sole, le famiglie si ritrovano attorno a una tavola, prima del conflitto bene imbandita e quindi la gioia, l’intimità famigliare, attorno a questa tavola ben fornita: oggi, purtroppo, in questo Ramadan, quest’anno, in molte famiglie regna la tristezza più che la gioia perché o hanno perduto familiari in questo conflitto e che cosa possono offrire? Cosa c’è sulla tavola, sulla mensa di tante famiglie? C’è poco o niente. Quindi, direi di sentirci solidali con questi nostri amici che festeggiano il Ramadan in una situazione abbastanza provata e talvolta triste. Anche i nostri cristiani si pongono la domanda: perché c’è capitata questa prova? Direi in generale che trovano una risposta nella fede. Quindi, nelle chiese, le liturgie sono ben partecipate, perché la gente sente che in questo momento di prova può trovare un aiuto nella fede, un aiuto nella preghiera, nell’ascolto della Parola di Dio.

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    Giornata di preghiera per la pace in Centrafrica. Padre Gazzera: lo Stato non esiste più

    ◊   Domenica di preghiera per la pace nella Repubblica Centrafricana promossa da Aiuto alla Chiesa che soffre. Il Paese da marzo, dopo la presa di potere da parte dei ribelli Seleka, vive gravissime difficoltà. I vescovi riuniti nei giorni scorsi per la 16.ma plenaria del Secam – il Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar – hanno espresso le loro preoccupazioni per le condizioni di vita della popolazione. Oggi in molte chiese viene celebrata una Messa per la pace con la lettura di un messaggio condiviso da diverse confessioni religiose, come sottolinea padre Aurelio Gazzera, missionario carmelitano, dal 1993 in Centrafrica, raggiunto telefonicamente a Bozoum. L’intervista è di Benedetta Capelli:

    R. – E’ un messaggio nel quale parliamo prima di tutto come credenti. La Parola di Dio, la Legge di Dio, invita tutti a prendere sul serio questi problemi, queste difficoltà, che tanti fratelli e sorelle hanno in questo momento. Nel messaggio diciamo chiaramente che nessuna fede accetta o ammette l’uccisione, la violenza. Questo è bello anche perché nasce da una dichiarazione congiunta tra cattolici, musulmani e protestanti. Inoltre, prima di tutto, per i credenti è un richiamo a una conversione e a un impegno serio. Ed è un richiamo alle autorità civili e militari, un richiamo agli elementi ribelli, in particolare ai Seleka, e un invito alle donne e ai giovani a riprendere coraggio e avere speranza per cercare di andare avanti per costruire qualcosa.

    D. – Che situazione si vive?

    R. – La situazione è di un’estrema fragilità, miseria. E’ un Paese in cui non c’è più alcuna struttura. Lo Stato, che già era molto debole prima, è praticamente scomparso. Gli ospedali non funzionano, le scuole sono chiuse, a parte qualche rara scuola. Le autorità civili non hanno ancora ripreso a funzionare. Le autorità militari sono sparite, sostituite da questi ribelli. Ormai si parla di 20 mila persone che fanno parte di questo movimento di ribellione.

    D. – In un comunicato del Secam qualche giorno fa si leggeva che la popolazione è afflitta da indicibili sofferenze…

    R. – Tutto quello che è finanze dello Stato ora è in mano a questi ribelli che le gestiscono a loro uso e consumo, quindi niente passa dalle tasche dei commercianti, dalle piccole entrate che ci potrebbero essere. Niente arriva nelle casse dello Stato ma va direttamente nelle casse di questi ribelli. I salari sono pagati a singhiozzo, ma non so fino a quando riusciranno a pagarli. Ci sono ospedali chiusi oppure con pochissimo personale e soprattutto senza medicinali. La maggior parte delle scuole è rimasta chiusa e in alcune zone, addirittura, non hanno aperto. Ma anche nelle zone relativamente più tranquille è da marzo che sono chiuse e non si riescono a riaprire perché i maestri hanno paura.

    D. – In questo contesto qual è l’impegno della Chiesa?

    R. – Prima di tutto c’è un po’ la necessità di affrontare le problematiche urgenti come quelle sanitarie, oppure fra fronte ai bisogni della popolazione che si è trasferita e si è rifugiata in altre città. Questo è un po’ il lavoro urgente. Poi c’è un grande lavoro di riflessione da fare, di formazione, sul quale ci stiamo impegnando.

    D. - La popolazione è molto provata in questa situazione...

    R. – Quello che fa un po’ più paura è proprio la rassegnazione, come se non ci fosse nessuna speranza di un futuro migliore, anche perché purtroppo sono passati attraverso decenni di difficoltà dove gli uomini politici non hanno mai fatto granché per portare questo Paese in avanti. A 50 anni dall’indipendenza, lo Stato non ha mai costruito una scuola con i suoi fondi, neanche un ospedale. Quindi, vuol dire che non c’è mai stato un impegno serio.

    D. – C’è un appello che vuole lanciare dai microfoni della Radio Vaticana?

    R. – Intanto, prima di tutto, vorrei dire grazie di cuore per tutti quelli che pregano, e sono veramente tanti! Per tutti quelli che pensano, agiscono e ci aiutano anche solo con la simpatia a tenere duro e andare avanti. Un appello a non lasciarci soli, ad aiutarci, ad aiutare questo Paese a risollevarsi, a creare non tanto strutture quanto coscienze che possano un domani raccogliere la sfida e ricreare questo Paese.

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    Silenziato il cromosoma responsabile della Sindrome di Down. Plaude Scienza e Vita

    ◊   Importante scoperta scientifica. Per la prima volta è stata neutralizzata in provetta la terza copia del cromosoma 21, responsabile della sindrome di Down. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, è stato condotto da un gruppo di ricercatori di tre università nordamericane e dimostra che il difetto genetico responsabile della trisomia 21 può essere corretto. Solo in Italia sono 38 mila le persone interessate da questa sindrome, il 61% delle quali ha più di 25 anni. Plaude l’Associazione Scienza e Vita. Al microfono di Paolo Ondarza il copresidente Domenico Coviello, direttore del Laboratorio di genetica umana degli Ospedali Galliera di Genova:

    R. – La novità – dal punto di vista scientifico – è quella di essere riusciti a utilizzare un gene che fisiologicamente funziona sul cromosoma “X” e ha la funzione di inattivare il secondo cromosoma “X” nelle donne, proprio per bilanciare la situazione fisiologica. La novità è aver utilizzato questo gene, trasferito su un altro cromosoma – in questo caso il cromosoma 21 – ed essere riusciti ad inattivarlo. Quindi, la novità è che mentre prima si lavorava a livello di un singolo gene, adesso abbiamo trovato un gene che riesce a inattivare un intero cromosoma. E nella Sindrome di Down il problema era questo: non c’era un gene in più, ma c’era un cromosoma in più da dover spegnere. In questo caso, a livello sperimentale, ci sono riusciti.

    D. – E’ una grande scoperta, perché silenziare il cromosoma 21 appariva come un’impresa impossibile, fino a poco tempo fa …

    R. – Fino ad oggi non si era mai riusciti a poter agire su tutto il cromosoma.

    D. – A questo punto, che cosa ci si può aspettare? Quali scenari, per quanto riguarda la sindrome di Down che, solo in Italia, interessa 38 mila persone di cui il 61 per cento ha più di 25 anni?

    R. – Questo è l’inizio importantissimo di un percorso di ricerca che, partendo dagli esperimenti di questi scienziati americani che sono stati effettuati su cellule in coltura, verranno adesso confermati o sperimentati nuovamente prima sul modello animale per poi poter passare alla terapia sull’uomo. Non sappiamo esattamente il tempo che ci vorrà, ma sicuramente è una nuovissima strada e quindi c’è la possibilità di poter in qualche modo poi correggere le cellule anche nel soggetto Down.

    D. – Come “Scienza e Vita” voi rilevate che scoperte come questa dimostrano che si possono ottenere importanti risultati scientifici anche senza, ad esempio, quella liberalizzazione della ricerca sugli embrioni umani che è stata votata recentemente in Francia e che qualcuno vorrebbe introdurre anche in Italia…

    R. – …Esattamente. Di solito, quando si parla di malattie genetiche o di malattie con handicap fino ad oggi, purtroppo, la soluzione più semplice è quella di fare degli screening, delle diagnosi prenatali o addirittura la diagnosi pre-impianto, per poter evitare il problema, quindi scartare, buttare via l’embrione con il difetto e fare andare avanti solo l’embrione senza il difetto. Questa non è una terapia, non è quello che il professor Lejeune aveva in mente quando scoprì la causa della trisomia 21: lui voleva curare le persone che hanno un problema, come è compito del medico, non sopprimerle.

    D. – Ciò dimostra che esiste una scienza che lavora per l’uomo e non contro l’uomo …

    R. – Esattamente. Proprio per poter aiutare, e accettare le persone per quello che sono, e non escluderle.

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    Kid's menu, iniziativa del Bambino Gesù contro l'obesità infantile in accordo con gli stabilimenti romani

    ◊   Salute e solidarietà. Combattere il sovrappeso dei ragazzi e dare un nuovo strumento diagnostico ai piccoli pazienti. “Il sapore buono del mare” è l’iniziativa dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, promossa in accordo con 170 stabilimenti balneari del litorale nord di Roma. I nutrizionisti dell'ospedale pediatrico hanno messo a punto alcuni menù salutari. Per tutta l’estate verranno proposti diversi tipi di "Kid's menù" che avranno il duplice obiettivo di contrastare la tendenza al sovrappeso che interessa un numero sempre maggiore di giovanissimi e contribuire all'acquisto di una nuova e moderna Tac. Per ogni piatto solidale venduto, un euro verrà destinato all’Ospedale per finanziare l’acquisto di questa apparecchiatura, così da garantire cure all'avanguardia ai piccoli pazienti seguiti nella sede di Palidoro. Eliana Astorri ha intervistato il dott. Giuseppe Morino, responsabile di Educazione alimentare del Bambino Gesù:

    R. – Il punto di partenza è questo. Noi ci occupiamo di problemi legati all’alimentazione in particolare di bambini che crescono troppo e sappiamo che il sovrappeso, l’obesità, è oggi uno dei problemi più grandi dei bambini. Quello di cui ci siamo resi conto è che durante l’estate, un periodo in cui ci si potrebbe muovere molto, in cui ci sono anche tempi più liberi da vivere durante la giornata, alcuni dei bambini invece di dimagrire tendono ad aumentare e questo ce lo siamo spiegato: non c’è più la scuola che detta i ritmi, ci si alza un po’ più tardi, spesso gli spuntini sono con dolcetti, i pranzi sono in spiaggia, al volo, con quello che si trova. Allora, abbiamo pensato di lanciare alcuni messaggi di una corretta alimentazione, anche nel periodo estivo. Non vuole essere l’idea di fare una dieta ma l’idea, semplicemente, che anche d’estate pensare e scegliere alimenti corretti, alimenti che siano salutari. Questo si lega a un’iniziativa che l’Ospedale sta portando avanti presso la struttura di Palidoro, cioè quella di acquisire una Tac. La radiologia di Palidoro funziona già con una risonanza, con una radiologia di altro genere, mancava la Tac. Quindi abbiamo unito le due cose: lanciare messaggi di educazione alimentare, che fa parte specificamente della mia unità lavorativa e quindi del lavoro che noi facciamo e lanciare un’iniziativa di solidarietà, per cui una parte del devoluto di questi piatti che abbiamo preparato insieme con un cuoco, con i nostri nutrizionisti, sarà data all’ospedale Bambino Gesù per l’acquisizione di questa Tac.

    D. – Questi stabilimenti sono segnalati? Come si fa a sapere quali sono gli stabilimenti che aderiscono all’iniziativa e quindi dove si possono trovare questi menu?

    R. – Devo dire che quasi tutti gli stabilimenti sul litorale nord che arriva fino a Civitavecchia, che parte da Fiumicino in poi, hanno dato la massima adesione. Sul sito del Bambino Gesù saranno evidenziate altre realtà ma diciamo che c’è stata veramente una grande risposta da parte dei gestori nel voler partecipare a questa iniziativa. Mi è piaciuto molto lo spirito da parte di queste persone, nel senso che c’era proprio la volontà di partecipare a un’iniziativa che è stata vista come un’iniziativa utile, oltre che nell’ambito della salute del bambino. Questo è un po’ il Bambino Gesù, che da anni non si occupa soltanto della cura. Ci siamo resi conto che se volevamo dare una risposta ai bambini dovevamo partire dalla prevenzione e in questo senso la mia unità operativa che si occupa proprio di alimentazione ha lanciato un progetto che si chiama Nutribus e con Nutribus andiamo proprio sul territorio a creare interazioni. Un’iniziativa era proprio questa di sfruttare gli stabilimenti balneari per fare cultura sull’alimentazione anche nel periodo estivo.

    D. – Tornando alla Tac, un euro andrà per l’acquisito di una Tac che accelererà quale tipo di diagnosi?

    R. – Anche se abbiamo la risonanza a Palidoro, sappiamo tutti l’importanza della Tac in alcune situazioni, a livello di traumi, di patologie dell’encefalo, a livello di altre situazioni, anche broncopolmonari. L’Ospedale Bambino Gesù di Palidoro rappresenta un’eccellenza per tutte le patologie di riabilitazione neuromuscolare, di tipo ortopedico, etc., quindi in questo senso è un ausilio prezioso per dare risposte sempre più precise a queste persone che ne hanno veramente bisogno.

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    Nasce un nuovo sito per la prevenzione dei tumori della pelle

    ◊   Nasce il nuovo sito promosso dal Ministero della Salute e gli Istituti fisioterapici ospitalieri (Ifo) di Roma riportando corrette misure di conoscenza per prevenire il melanoma e i tumori della pelle. Sugli obbiettivi di questa iniziativa, Daniel Ienciu ha intervistato la dott.ssa Paola de Simone, dermatologia oncologica dell’istituto Dermatologico San Gallicano di Roma:

    R. - L’obiettivo dell’iniziativa è duplice. In primis: obiettivo importante è quello di promuovere un’adeguata prevenzione dei tumori cutanei – melanomi e carcinomi – questo perché si tratta di tumori la cui incidenza, cioè il numero di nuovi casi per anno, è in rapida crescita; in particolare per il melanoma, negli ultimi anni si registrano circa 7500 nuovi casi all’anno. Sono tumori che vengono sulla pelle, che è un organo visibile, quindi - in assoluta assenza di utilizzo di metodiche diagnostiche invasive - è possibile effettuare un’adeguata prevenzione: si possono vedere e fare una prevenzione sulla pelle rispetto ad organi interni, come ad esempio il fegato o l’intestino; in questo caso abbiamo bisogno di metodiche molto più invasive. Il secondo obiettivo dell’iniziativa è quello di divulgare in maniera scientifica, quindi in maniera corretta, quelle che sono le adeguate regole sulla prevenzione dei tumori cutanei: riguardo i bambini non è assolutamente necessario sottoporli, prima dell’adolescenza, a visite periodiche di controllo dei nei; questo perché la loro non è una fascia di età a rischio per l’insorgenza dei tumori della pelle.

    D. – Melanoma ed altri tumori della pelle: a che punto siamo oggi in Italia?

    R. – Siamo ad un punto in cui la prevenzione appunto rappresenta ancora un’arma importante, perché per il melanoma una diagnosi iniziale, una diagnosi precoce corrisponde ad una vita salva. Fare diagnosi di melanoma in una fase al di sotto di un millimetro di spessore di Breslow non comporta quasi mai problemi successivi per il paziente, questo anche con costi molto più ridotti dal punto di vista della gestione sanitaria, dei controlli del paziente e delle eventuali terapie. Anche per quanto riguarda i carcinomi cutanei – che sono molto più diffusi rispetto al melanoma, ma molto meno aggressivi – la diagnosi precoce corrisponde ad un trattamento molto meno invasivo: riconoscere inizialmente un basalioma può far sì che il paziente non venga neanche più trattato chirurgicamente. Oggi esistono nuove terapie mediche a base di creme, oppure attraverso un trattamento laser – la terapia fotodinamica - che consentono al paziente di effettuare trattamenti molto meno invasivi, anche con meno dispendio di tempo e costi.

    D. – “Non far ammalare i sani” dice il ministro Lorenzin. Con quale prevenzione?

    R. – Attraverso controlli periodici che prevedono la visita, la valutazione clinica di tutte le macchie della pelle ed il controllo in epiluminescenza, perché noi siamo in grado oggi di identificare pattern, cioè strutture di rischio per quanto riguarda i nei, che consentono quindi di asportare precocemente queste lesioni e non far correre ulteriori rischi ai pazienti. Quindi, questa è la prevenzione sui soggetti sani.

    D. – I bambini amano il sole ed il mare: quali i compiti dei genitori per evitare cattive sorprese?

    R. – Il sole è importante per i bambini, un po’ a tutte le età il sole è utile ed efficace, però bisogna evitare le eccessive esposizioni: non bisogna esporsi nelle ore centrali della giornata, nelle ore più calde - questo è ancora più vero per i bambini - e bisogna sempre applicare una crema protettiva adeguata per il tipo di pelle, per il colore dei capelli. È evidente che per chi è biondo, con gli occhi azzurri o i capelli rossi e tende facilmente a scottarsi, è opportuno che applichi una crema con protezione molto alta.

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    Nella Chiesa e nel mondo



    Medio Oriente: in vista dei colloqui di pace Israele libererà 82 prigionieri palestinesi

    ◊   Israele libererà 82 prigionieri palestinesi, alcuni dei quali detenuti dal 1985, in vista dei nuovi colloqui di pace promossi dal segretario di Stato americano John Kerry. Ad annunciarlo è la radio militare israeliana, che ha specificato come un primo scaglione di 20 palestinesi sarà rilasciato nelle prossime settimane. Intanto il presidente d’Israele Shimon Peres ha telefonato al suo omologo palestinese Abu Mazen, lodandolo per il suo “coraggio” nell’aver riaperto le trattative di pace. “Non saranno trattative facili, ma sono nell’interesse vitale del Paese”, ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu, che si è augurato la massima discrezione nelle fasi iniziali delle trattative”. Qualora si raggiungesse un accordo, ha precisato il premier, sarà sottoposto al referendum dei cittadini israeliani. (M.R.)

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    Egitto: prima riunione del nuovo governo e della commissione costituzionale

    ◊   Si riunisce per la prima volta oggi al Cairo il nuovo governo egiziano, dopo la destituzione del presidente Mohamed Morsi. Resta alta nel Paese la tensione tra i suoi sostenitori, che manifestano per il ritorno di Morsi e quelli del neo-premier Hazem El Beblawi, da molti visto come l’anima laica della “primavera egiziana”. Prima riunione anche per i dieci saggi nominati dal presidente Mansour, incaricati di emendare la Costituzione del Paese. Intanto l’esercito egiziano aumenta le pressioni sulla striscia di Gaza. Dopo aver chiuso i tunnel di contrabbando tra il Sinai e Gaza, i militari avrebbero vietato la pesca nelle zone comprese tra el-Arish e Rafah. Lo riferisce l’agenzia palestinese Maan, che spiega la decisione come un tentativo di bloccare l’afflusso di profughi diretti via mare verso l’Egitto. (M.R.)

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    Giappone: Shinzo Abe vince le elezioni alla “Camera Alta”

    ◊   La coalizione del premier giapponese Shinzo Abe ha vinto le elezione per il rinnovo della Camera Alta. Secondo gli exit poll della tv pubblica NHK il partito liberaldemocratico e i suoi alleati del “New Komeito” avrebbero ottenuto almeno 71 dei 121 seggi in palio. La coalizione di Abe avrebbe quindi la maggioranza in entrambi i rami del parlamento, per la prima volta in sei anni. (M.R.)

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    Svizzera: aumentano le persone che fanno la spesa nei negozi Caritas

    ◊   Il fatturato dei 23 negozi di alimentari della Caritas in Svizzera è aumentato del 13% nel primo semestre 2013 rispetto all‘anno precedente. Lo rende noto un comunicato della Caritas Svizzera, riportato dall’agenzia Sir. Nel documento si parla di un “triste record” e dell’intenzione di aprire altri 7 punti vendita entro il 2020, “per alleviare ulteriormente i budget ristretti di persone colpite dalla povertà” e, con la fornitura di frutta e verdura a prezzi molto bassi, offrire un contributo “al miglioramento delle pari opportunità nella tutela della salute”. A questi negozi accedono le persone che hanno ricevuto una “carta acquisti” dei servizi sociali, pubblici o ecclesiali. Il successo degli alimentari Caritas si basa sulla collaborazione di oltre 400 fornitori “che sono grandi distributori e produttori”. Ai negozi Caritas essi donano o vendono a un prezzo molto basso prodotti di altissima qualità, “ma ne dobbiamo assolutamente trovare di nuovi”, ha dichiarato Rolf Maurer direttore della cooperativa alimentare Caritas. Stime dell‘Ufficio federale di statistica parlano di 600mila persone che vivono in povertà e 400mila a rischio, su una popolazione di quasi 8 milioni di persone. (M.R.)

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    Marche: terremoto tra Ancona e Macerata, nessuna vittima

    ◊   Un terremoto ha colpito questa notte le Marche, tra la provincia di Ancona e quella di Macerata. Molte le persone scese in strada e che hanno dormito fuori dalle loro abitazione, anche se non c’è stato nessun danno rilevante agli edifici. L’epicentro della scossa principale, di magnitudo 4,9 e avvertita alle 3:32 - è stato localizzato nell’Adriatico centro-settentrionale, a pochi chilometri dalla costa marchigiana. Oltre una decina le “repliche”, la più potente delle quali è stata di magnitudo 4. I comuni più vicini all’epicentro sono Loreto, Numana, Sirolo e Porto Recanati. Intatta la Basilica di Loreto e le altre chiese, controllate dai vigili del fuoco prima delle messe della mattina. Sono circa due mesi che le Marche sono interessate da uno sciame di 57 eventi sismici dal 14 luglio scorso. (M.R.)

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    Consiglio ecumenico delle Chiese: l'accesso all'acqua sia un diritto per tutti

    ◊   Garantire “un accesso universale, anche ai poveri e alle persone emarginate, all’utilizzo dell’acqua potabile e dei servizi igienici”: è questo l’appello ai Governi e alla comunità internazionale rivolto dai partecipanti a un recente incontro, a Berlino, promosso dalla Rete ecumenica dell’acqua (Ecumenical Water Network, Ewn) del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) per ispirare risposte e azioni concrete per la giusta distribuzione dell’acqua. In un comunicato ripreso dall’Osservatore Romano, il Cec rende noto che al termine dell’incontro è stato pubblicato un documento nel quale si riafferma la necessità di garantire il diritto all’acqua e alla vita. “L’acqua —ricorda il testo — è un elemento essenziale per la vita di ogni creatura” ed è anche “un tema centrale nella vita spirituale”. Per questo occorrono “azioni responsabili per preservarla e distribuirne i benefici a tutte le creature”. Nel documento si sottolinea ancora — richiamando il tema della prossima assemblea generale del Cec, che si terrà in autunno a Busan (Corea del Sud) sul tema “Il Dio della vita ci conduce alla giustizia e alla pace” — che “Dio ci conduce all’abbondanza della vita e della pace anche attraverso la giustizia nella distribuzione delle risorse idriche”. Nel testo si offrono, fra l’altro, una serie di dati per spiegare la difficile situazione nella quale vivono milioni di persone. La mancanza di acqua potabile e di servizi igienici provocano complessivamente almeno il 10 per cento di tutte le malattie su scala mondiale e circa 3 milioni di persone muoiono ogni anno per tali cause. Circa 800 milioni di persone non hanno accesso a fonti sicure di acqua potabile e ogni giorno 4.000 bambini in tutto il mondo muoiono per malattie legate all’acqua. Inoltre, denuncia il documento l’utilizzo irresponsabile dell’acqua o di altre risorse a scopi agricoli e industriali, il degrado ambientale e l’inquinamento alimentano i conflitti nel mondo. Di qui l’appello ai Governi a “rinnovare i loro impegni” per garantire che l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici sia considerato un autentico diritto umano e l’impegno delle Chiese a farsi promotrici attive di questo diritto presso le sedi istituzionali internazionali. (A cura di Lisa Zengarini)

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    Cina: il Santuario del Rosario a Fu Zhou compie 20 anni

    ◊   Il Santuario mariano di Nostra Signora del Rosario, nella diocesi cinese di Fu Zhou festeggia i 20 anni dalla sua fondazione. Secondo le informazioni raccolte dalla Fides, sono stati oltre duemila i fedeli che hanno partecipato alla Messa per ricordare l’evento, nonostante l’arrivo di un tifone. La ventina di sacerdoti che hanno concelebrato, sabato scorso, hanno reso omaggio al fondatore del santuario, mons. Zheng, morto nel 2006. Il presule ebbe l’idea e il coraggio di costruire un Santuario mariano nel suo villaggio di origine, Long Tian, nel 1993, al momento del suo ritiro in pensione, chiedendo un appezzamento di terra situato in un luogo isolato della montagna. Il “villaggio del Rosario” comprende oggi una grotta dedicata alla Madonna di Lourdes, una chiesa, la Via Crucis lungo il sentiero, una casa per ritiri spirituali e per la formazione permanente del clero e dei religiosi, una biblioteca, un’edicola dedicata al Sacro Cuore di Gesù, le statue dei santi Pietro e Paolo e dell'arcangelo san Michele e un edificio di 4 piani, in cui c’è una cappella per l’adorazione eucaristica permanente. Inoltre c’è una struttura che accoglie i pellegrini, una casa per gli anziani, un cimitero cattolico e alcuni campi coltivati, gestiti dalle suore per mantenersi economicamente. Questo santuario è un’oasi di spiritualità, ma anche un luogo di evangelizzazione per i numerosi cinesi non cristiani, che vengono così a contatto con il Vangelo e constatano il servizio di carità della Chiesa cattolica. Il municipio ha indicato il Santuario come meta turistica. I visitatori da tutto il mondo sono circa 10 mila all’anno. (M.R)

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    Perù: Radio Onda Azul, da 55 anni al servizio dell’evangelizzazione

    ◊   Sostenere il lavoro missionario della Chiesa nella diocesi peruviana di Puno. Questo l’obiettivo di “Radio Onda Azul” che, riferisce la Fides, si occupa di promuovere la presenza del messaggio cristiano nei mezzi di comunicazione sociale per compiere una missione di evangelizzazione, soprattutto dei più poveri e degli emarginati. La radio ha iniziato le sue trasmissioni ufficiali il 13 maggio 1958, dopo che, il 6 febbraio di quell’anno, il Ministero dei trasporti e delle comunicazioni aveva concesso al vescovo di Puno la licenza per aprire una stazione di radiodiffusione sonora a fini educativi su onde medie e onde corte. La diocesi di Puno riteneva che Radio Onda Azul potesse contribuire efficacemente alla proclamazione del Vangelo. Tra le sue principali attività, questa radio produce programmi informativi che contribuiscono al processo di sviluppo locale. E’ divenuta negli anni una guida fondamentale delle popolazione per le principali attività svolte nel campo dello sviluppo umano, a livello locale, regionale e nazionale. Come radio cattolica, produce anche programmi nelle lingue aymara, quechua e castigliano, per le popolazioni che si trovano nel nord, centro e sud del dipartimento di Puno. Inoltre offre programmi musicali e per bambini che hanno un loro specifico notiziario. Sulle Ande la radio continua ad essere il mezzo più diffuso e riesce ad entrare in ogni casa, anche tra coloro che sono i più lontani e i più poveri. (M.R.)

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    Usa: pubblicato il documento finale del Forum internazionale “Migrazione e Pace”

    ◊   Promuovere un cambiamento nella percezione delle migrazioni internazionali e combattere tutte le forme di violenza e di razzismo. Questi alcuni punti contenuti nella dichiarazione dei partecipanti al IV Forum internazionale “Migrazione e Pace”, che si è svolto a New York il 20 e 21 giugno scorsi. Nel documento, uscito in questi giorni e riportato dalla Fides si legge che “la dignità e i diritti di ogni essere umano dovrebbero essere promossi e rispettati da tutti i governi, le organizzazioni della società civile e le organizzazioni internazionali”. Inoltre “nonostante il significativo contributo dei migranti allo sviluppo dei paesi di partenza e di arrivo, le percezioni negative fuorvianti della migrazione vengono utilizzate per giustificare e attuare politiche restrittive e barriere legali alla migrazione internazionale”. Per questo i partecipanti si impegnano a “collaborare con i governi, le organizzazioni internazionali e le organizzazioni della società civile per creare sinergie tra i processi di migrazione e lo sviluppo” ed a “promuovere il rispetto dei diritti umani, politici, economici, sociali e culturali dei migranti e delle loro famiglie, indipendentemente dal loro status migratorio”. I governi sono poi sollecitati a favorire a livello locale, nazionale e internazionale “la definizione e l’attuazione di politiche e programmi in materia di migrazione in grado di proteggere la dignità e i diritti dei migranti e delle loro famiglie” e di garantire la loro sicurezza. Il Forum è stato organizzato dallo Scalabrini International Migration Network insieme ad istituzioni governative, fondazioni e organizzazioni della società civile. (M.R.)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 202

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Chiara Pileri.