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Sommario del 23/02/2013

Il Papa e la Santa Sede

  • Esercizi spirituali. Il Papa: il male sporca la bellezza di Dio, ma chi crede vede la verità e l'amore
  • Il cardinale Ravasi: il "nascondimento" di Benedetto XVI è un ministero
  • Commosso incontro tra Benedetto XVI e Napolitano: auguri del Papa all'Italia in un tempo di scelte impegnative
  • Nomine episcopali in Italia e Messico. Nuovi membri in Commissione per l'America Latina e nelle Belle Arti
  • Segreteria di Stato: in atto tentativi di condizionare i cardinali con notizie false o non verificabili
  • Padre Lombardi: calunnie e disinformazione sulla Chiesa non intaccano la fede dei credenti
  • Benedetto XVI modifica i riti di inizio Pontificato
  • Si è spento il card. belga Julien Ries: era considerato il più grande antropologo religioso del nostro tempo
  • Mons. Tighe: l'account Twitter del Papa sospeso fino all'elezione del successore
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Siria. Opposizione boicotta Conferenza di Roma: vergognoso silenzio su distruzione Aleppo
  • Non dimenticare l'emergenza Sahel: appello di Caritas e Pam
  • Elezioni in Italia: oltre 47 milioni i cittadini chiamati alle urne
  • Vescovi tedeschi. Don Colombo: nessuno strappo con il Magistero sulla contraccezione d’emergenza
  • Funerali di Salvatore Crisafulli. Il fratello: per malati come lui morte non è mai soluzione
  • Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • I vescovi della Nigeria invitano a superare le differenze etniche e religiose
  • Continuano le violenze nel nord del Mali
  • Colombia: vescovi chiedono interruzione delle violenze nella Settimana Santa
  • I vescovi francesi: mettere l’economia al servizio della società
  • I vescovi del Giappone al governo: la Costituzione s’incentra sul valore della pace
  • La Chiesa dell’Uruguay lancia la campagna 2013 in favore dell’inclusione sociale
  • Usa. Perdite radioattive in sito Hanford, non ci sono rischi per la salute
  • Usa, la Casa Bianca chiede alla Corte Suprema l’assenso alle nozze gay
  • Solidarietà della Chiesa del Malawi con i funzionari pubblici in sciopero
  • Prosegue in Austria il pellegrinaggio delle reliquie di don Bosco
  • Il Papa e la Santa Sede



    Esercizi spirituali. Il Papa: il male sporca la bellezza di Dio, ma chi crede vede la verità e l'amore

    ◊   In un mondo che “sporca” la bellezza di Dio, credere significa “toccare” la Sua mano e vedere il Suo amore. Lo ha affermato stamattina Benedetto XVI, al termine degli esercizi spirituali della Quaresima, predicati nel corso della settimana al Papa e alla Curia Romana dal cardinale Gianfranco Ravasi. Il Pontefice ha poi ringraziato i suoi collaboratori per aver condiviso in questi anni le responsabilità del ministero petrino. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Buio e sporcizia. Il male è all’opera per mettere in ombra, per sporcare la bellezza di Dio. Ma da oscurità e fango si emerge con la fede, la bussola che aiuta a trovare, fra le tenebre, la mano di Dio, a riscoprirne l’amore e la verità. È semplice e potente l’immagine che Benedetto XVI trova per dare voce all’esperienza spirituale vissuta in questi giorni, ascoltando e riflettendo sulle meditazioni quaresimali del cardinale Gianfranco Ravasi. Già nel momento stesso in cui Dio crea il mondo per poi constatare alla fine che tutto “è molto bello”, proprio quel “molto bello”, afferma il Papa…

    “…è permanentemente contraddetto dal male di questo mondo, dalla sofferenza, dalla corruzione ... quasi che il maligno voglia permanentemente sporcare la creazione, per contraddire Dio e per rendere irriconoscibile la sua verità e la sua bellezza”.

    Poco prima, nel ricordare che il filo conduttore degli esercizi spirituali era “Arte di credere, arte di pregare”, Benedetto XVI ha detto di aver pensato che i teologi medievali hanno tradotto la parola greca Logos, non solo con Verbum, ma anche con ars, cioè “arte”, ritenendole “intercambiabili”. Questo per dire, ha proseguito, che...

    “Il Logos non è solo una ragione matematica: il Logos ha un cuore; il Logos è anche amore. La verità è bella e la verità e la bellezza vanno insieme: la bellezza è il sigillo della verità”.

    Eppure, a Cristo – amore, bellezza e verità di Dio, il “Logos” diventato carne – il mondo riserva una corona di spine. È una bellezza oscurata, una verità sporcata. E tuttavia, ripete il Papa, “è proprio così: in questa figura sofferente del Figlio di Dio cominciamo a vedere la bellezza più profonda del nostro Creatore e Redentore”:

    “Possiamo, nel silenzio della 'notte oscura', ascoltare tuttavia la Parola. E credere non è altro che, nell’oscurità del mondo, toccare la mano di Dio e così, nel silenzio, ascoltare la Parola, vedere l’amore”.

    All’inizio, Benedetto XVI aveva ringraziato il cardinale Ravasi per aver proposto, attraverso i Salmi, un percorso bello “nell’universo della fede”. “Siamo rimasti affascinati – aveva spiegato – dalla ricchezza, dalla profondità, dalla bellezza di questo universo della fede e rimaniamo grati perché la Parola di Dio ci ha parlato in nuovo modo, con nuova forza”. Ma anche le ultime parole del Papa sono di gratitudine. Una gratitudine che supera i confini della Cappella Redemptoris Mater, di una settimana di ritiro spirituale, e che vuole ribadire che la fine e il nuovo inizio ormai imminenti avranno sempre nel cuore del Papa l’accento della continuità:

    “Alla fine, cari amici, vorrei ringraziare tutti voi e non solo per questa settimana, ma per questi otto anni, in cui avete portato con me, con grande competenza, affetto, amore, fede, il peso del ministero petrino. Rimane in me questa gratitudine e anche se adesso finisce l’esteriore visibile comunione - come ha detto il cardinal Ravasi - rimane la vicinanza spirituale, rimane una profonda comunione nella preghiera. In questa certezza andiamo avanti, sicuri della vittoria di Dio, sicuri della verità della bellezza e dell’amore”.

    Nella Lettera indirizzata al cardinale Ravasi per congratularsi per il lavoro "brillantemente svolto" nell'elaborazione delle meditazioni quaresimali, Benedetto XVI mette in risalto il "duplice movimento", ascendente e discendente, che è possibile cogliere nei Salmi. essi, scrive, "orientano anzitutto verso il Volto di Dio, verso il mistero in cui la mente umana naufraga, ma che la stessa Parola divina permette di cogliere secondo i diversi profili in cui Dio stesso si è rivelato. E, al tempo stesso - nota - proprio nella luce che promana dal Volto di Dio, la preghiera salmica ci fa guardare al volto dell’uomo, per riconoscere in verità le sue gioie e i suoi dolori, le sue angosce e le sue speranze". In questo modo, sottolinea il Papa, "la Parola di Dio, mediata dall’ars orandi antica e sempre nuova del Popolo ebraico e della Chiesa, ci ha permesso di rinnovare l’ars credendi: un’esigenza sollecitata dall’Anno della fede e resa ancora più necessaria dal particolare momento che io personalmente e la Sede Apostolica stiamo vivendo. Il Successore di Pietro e i suoi Collaboratori - conclude - sono chiamati a dare alla Chiesa e al mondo una chiara testimonianza di fede, e questo è possibile soltanto grazie ad una profonda e stabile immersione nel dialogo con Dio".

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    Il cardinale Ravasi: il "nascondimento" di Benedetto XVI è un ministero

    ◊   Un saluto affettuoso segnato da parole di ringraziamento è quello che il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha rivolto al Papa a conclusione degli Esercizi spirituali. Forte l’invito a vivere nel silenzio la Parola di Dio. Il servizio di Benedetta Capelli:

    Giunge al termine di una settimana di “camminate” – come ha detto il Papa – “nell’universo della fede e dei Salmi”, il sentito ringraziamento del cardinale Gianfranco Ravasi. Parole che sono il megafono di quelle che la Curia Romana porta nel cuore:

    “Alcuni mi hanno detto certamente di dire il vostro affetto – ed è evidente – di dire la vostra condivisione; qualcuno mi ha detto di domandare perdono per quanto non siamo stati capaci di fare per sostenerlo nel suo ministero. Io penso che, però, semplicemente, la parola sia quella semplice del ringraziamento, che abbiamo detto prima: ringraziarlo per il suo magistero e ministero. Di queste due parole – io direi – ora ne rimarrà esplicitamente almeno una soltanto. Magistero, comprende l’avverbio ‘magis’, più, che è appunto l’essere sopra e guidare; ministero invece l’avverbio 'minus', il servizio, infatti ‘minus’ è farsi meno. Ed ora appunto sarà questo il suo ministero, nascondendosi idealmente. Anche quello però è un ministero, pur essendo ‘minus’”.

    E il cardinale è voluto riandare all’immagine con la quale aveva aperto le sue meditazioni: Mosè sul Sinai. Accanto a lui il profeta Elia, figura che idealmente il porporato associa a Benedetto XVI:

    “Questo profeta, che ha provato molte amarezze, tanto che ha avuto in sé il desiderio, persino, di lasciarsi andare sotto il terebinto, è salito su per incontrare ancora il suo Signore e il suo Signore non è nel vento impetuoso e gagliardo, da spaccare i monti; la grande teofania, pur vera, non è neppure nel terremoto che sconvolge la terra e non è neppure nella folgore. Era tutta l’esperienza che ha fatto Benedetto XVI, che facciamo quando siamo nel mondo, nella storia, le grandi epifanie di Dio. E poi alla fine lassù Dio gli si rivela. Ecco, io penso che idealmente sarà questa l’epifania di Dio, la teofania che Benedetto XVI sperimenterà. Noi, idealmente, la raccoglieremo giù in basso”.

    Nelle ultime meditazioni, il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha analizzato il Libro di Neemia indicando “sette stelle”. La prima è la lettura della Parola che deve risuonare nella comunità; la spiegazione con la capacità di andare oltre la superficialità delle parole; la comprensione che è “conoscenza saporosa” come diceva Maritain. A questi tre elementi se ne aggiungono altri quattro, che sono l’ascolto e in ebraico ascoltare è anche obbedire; la conversione e quindi le lacrime dei fedeli; l’impegno che genera l’ascolto della Parola e infine la festa che è la liturgia. Ma c’è un aspetto che il cardinale Ravasi, sollecitato dai suoi confratelli, ha voluto evidenziare: il silenzio di Maria:

    “Nel momento drammatico e tragico, quando perde completamente il Figlio, il momento nel quale certo diventerà Madre in un’altra forma, tace, ma quel silenzio è il silenzio della prova e della fede. Guardando Maria che tace e che parla in verità, con tutta se stessa, parla per l’ultima volta e parla a tutti noi, invitandoci al silenzio”.

    Ieri nella meditazione pomeridiana, il porporato aveva affrontato il tema dell’amore fraterno, esortando anche la comunità religiosa a ritrovare l’unità e la carità:

    “Benedetto XVI ci ha ricordato tante volte questo tema che tocca noi in maniera particolare. Queste parole - ‘divisione’, ‘dissidi’, ‘carrierismi’, ‘gelosie’ - sono parte dell’esperienza, del peso e della fatica dello stare insieme. Quante volte si sente persino - dobbiamo confessarlo - questo veleno di gelosia ed invidia che comincia ad introdursi nei confronti di un’altra persona. E anche quest’ultima, se sensibile, avverte di essere oggetto di tali sentimenti”.

    E in conclusione ha ricordato che il Signore è misericordioso e pietoso. “Il perdono di Dio – ha detto il cardinale Ravasi - non ha confini”.

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    Commosso incontro tra Benedetto XVI e Napolitano: auguri del Papa all'Italia in un tempo di scelte impegnative

    ◊   Un incontro di commiato, commosso, “particolarmente intenso e cordiale, data la grande stima reciproca e la ormai lunga familiarità dei due illustri interlocutori”. È così che descrive il comunicato ufficiale della Sala Stampa vaticana il colloquio avuto questa mattina da Benedetto XVI con il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, ricevuto in udienza in Vaticano assieme alla moglie.

    “Il Presidente Napolitano – si legge nella nota – ha manifestato al Papa non solo la gratitudine del popolo italiano per la sua vicinanza in tanti momenti cruciali e per il suo altissimo magistero religioso e morale, ma anche l’affetto con cui esso continuerà ad accompagnarlo nei prossimi anni”. Da parte sua, il Papa – conclude il comunicato – “ha ancora una volta espresso al Presidente e alla Signora la gratitudine per la loro amicizia e i migliori auspici per il bene dell’Italia, in particolare in questi giorni e in questo tempo di scelte impegnative”.

    Al termine dell'udienza privata, il Papa ha donato al presidente Napolitano una stampa della Basilica Vaticana in fase di costruzione mentre Benedetto XVI ha ricevuto in dono una copia della prima edizione definitiva dei 'Promessi Sposi' del 1840. Il presidente Napolitano ha poi riferito sul suo prossimo viaggio in Germania.

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    Nomine episcopali in Italia e Messico. Nuovi membri in Commissione per l'America Latina e nelle Belle Arti

    ◊   In Italia, Benedetto XVI ha nominato Vescovo di Ischia il sacerdote Pietro Lagnese, del clero dell’arcidiocesi di Capua, Parroco. Mons. Pietro Lagnese è nato a Vitulazio il 9 settembre 1961. Ha compiuto la sua formazione presso il Seminario Maggiore di Capodimonte a Napoli, frequentando la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione San Tommaso, dove ha conseguito la Licenza in Sacra Teologia. È stato ordinato presbitero il 1 maggio 1986. Ha svolto i seguenti incarichi e ministeri: Parroco di Santa Maria dell’Agnena a Vitulazio (dal 1987 ad oggi); Segretario del Sinodo Diocesano (1988-1993); Padre Spirituale presso il Seminario Maggiore di Capodimonte; Membro del Collegio dei Consultori; Responsabile Regionale della Pastorale Familiare.

    In Messico, il Papa ha nominato vescovo di Tlapa mons. Dagoberto Sosa Arriaga, finora ausiliare di Puebla. Mons. Sosa Arriaga è nato in La Loma, Aquixtla, arcidiocesi di Tunancingo (Messico) il 15 aprile 1955. Fu ordinato sacerdote il 24 aprile 1983, per l’arcidiocesi di Puebla. Ha fatto studi specialistici presso la Pontificia Università Gregoriana, in Roma, ottenendo la Licenza in Storia della Chiesa. Come sacerdote ha svolto i seguenti incarichi pastorali: Professore di Storia della Chiesa nel Seminario Maggiore di Puebla, Assistente del Movimento Familiare Cristiano e Incontro Matrimoniale, Vice Rettore del Seminario Minore di Puebla, Vicario Episcopale per la Pastorale e Parroco della Parrocchia Santa María de la Asunción, in Amazoc. Il 24 febbraio 2011 è stato eletto alla sede titolare di Gummi di Bizacena e nominato Ausiliare di Puebla; è stato consacrato il 12 aprile dello stesso anno.

    Il Pontefice ha nominato membri della Pontificia Commissione per l'America Latina il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires (Argentina), e mons. Emilio Carlos Berlie Belaunzarán, Arcivescovo di Yucatán (Messico).

    Il Santo Padre ha nominato membri ordinari della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon, i prof. Mario Botta, Maria Antonietta Crippa e Lorenzo Bartolini Salimbeni per la Classe degli Architetti; Pedro Cano per la Classe dei Pittori e Cineasti; Giuseppe Ducrot, Mimmo Paladino e Ugo Riva per la Classe degli Scultori; Laura Bosio, Luca Doninelli e Vincenzo Cerami per la Classe dei Letterati e Poeti.

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    Segreteria di Stato: in atto tentativi di condizionare i cardinali con notizie false o non verificabili

    ◊   La Segreteria di Stato della Santa Sede ha pubblicato un comunicato in cui si deplora il tentativo di condizionare i cardinali, in vista del Conclave, con la diffusione di “notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni”. Di seguito, il testo:

    “La libertà del Collegio Cardinalizio, al quale spetta di provvedere, a norma del diritto, all'elezione del Romano Pontefice, è sempre stata strenuamente difesa dalla Santa Sede, quale garanzia di una scelta che fosse basata su valutazioni rivolte unicamente al bene della Chiesa.

    Nel corso dei secoli i Cardinali hanno dovuto far fronte a molteplici forme di pressione, esercitate sui singoli elettori e sullo stesso Collegio, che avevano come fine quello di condizionarne le decisioni, piegandole a logiche di tipo politico o mondano.

    Se in passato sono state le cosiddette potenze, cioè gli Stati, a cercare di far valere il proprio condizionamento nell'elezione del Papa, oggi si tenta di mettere in gioco il peso dell'opinione pubblica, spesso sulla base di valutazioni che non colgono l'aspetto tipicamente spirituale del momento che la Chiesa sta vivendo.

    È deplorevole che, con l'approssimarsi del tempo in cui avrà inizio il Conclave e i Cardinali elettori saranno tenuti, in coscienza e davanti a Dio, ad esprimere in piena libertà la propria scelta, si moltiplichi la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni.

    Mai come in questi momenti, i cattolici si concentrano su ciò che è essenziale: pregano per Papa Benedetto, pregano affinché lo Spirito Santo illumini il Collegio dei Cardinali, pregano per il futuro Pontefice, fiduciosi che le sorti della barca di Pietro sono nelle mani di Dio”.

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    Padre Lombardi: calunnie e disinformazione sulla Chiesa non intaccano la fede dei credenti

    ◊   Domani alle 12.00, Benedetto XVI presiederà il suo ultimo Angelus alla presenza dei tanti fedeli presenti in Piazza San Pietro. Grande l'affetto che il Papa sta ricevendo in questo tempo, per un gesto riconosciuto come umile e coraggioso. Ma sui media appare un'altra realtà, fatta di scandali e lotte di potere. Ascoltiamo in proposito l'editoriale del nostro direttore, padre Federico Lombardi:

    Il cammino della Chiesa in queste ultime settimane del Pontificato di Papa Benedetto, fino all’elezione del nuovo Papa attraverso la “Sede vacante” e il Conclave, è molto impegnativo, data la novità della situazione. Non abbiamo – e ce ne rallegriamo – da portare il dolore per la morte di un Papa amato, ma non ci è risparmiata un’altra prova: quella del moltiplicarsi delle pressioni e delle considerazioni estranee allo spirito con cui la Chiesa vorrebbe vivere questo tempo di attesa e di preparazione.

    Non manca infatti chi cerca di approfittare del momento di sorpresa e di disorientamento degli spiriti deboli per seminare confusione e gettare discredito sulla Chiesa e sul suo governo, ricorrendo a strumenti antichi – come la maldicenza, la disinformazione, talvolta la stessa calunnia – o esercitando pressioni inaccettabili per condizionare l’esercizio del dovere di voto da parte dell’uno o dell’altro membro del Collegio dei cardinali, ritenuto sgradito per una ragione o per l’altra.

    Nella massima parte dei casi chi si pone come giudice, tranciando pesanti giudizi morali, non ha in verità alcuna autorità per farlo. Chi ha in mente anzitutto denaro, sesso e potere, ed è abituato a leggere con questi metri le diverse realtà, non è capace di vedere altro neppure nella Chiesa, perché il suo sguardo non sa mirare verso l’alto o scendere in profondità a cogliere le dimensioni e le motivazioni spirituali dell’esistenza. Ne risulta una descrizione profondamente ingiusta della Chiesa e di tanti suoi uomini.

    Ma tutto ciò non cambierà l’atteggiamento dei credenti, non intaccherà la fede e la speranza con cui guardano al Signore che ha promesso di accompagnare la sua Chiesa. Noi vogliamo, secondo quanto indica la tradizione e la legge della Chiesa, che questo sia un tempo di riflessione sincera sulle attese spirituali del mondo e sulla fedeltà della Chiesa al Vangelo, di preghiera per l’assistenza dello Spirito, di vicinanza al Collegio dei cardinali che si accinge all’impegnativo servizio di discernimento e di scelta che gli è chiesto e per cui principalmente esiste.

    In questo ci accompagna anzitutto l’esempio e la rettitudine spirituale di Papa Benedetto, che ha voluto dedicare alla preghiera dell’inizio della Quaresima questo ultimo tratto del suo Pontificato. Un cammino penitenziale di conversione verso la gioia della Pasqua. Così lo stiamo vivendo e lo vivremo: conversione e speranza.

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    Benedetto XVI modifica i riti di inizio Pontificato

    ◊   Vi saranno alcune novità all’inizio del prossimo Pontificato, per quanto riguarda in particolare i riti di presa di possesso delle Basiliche papali. Lo ha disposto Benedetto XVI, che ha approvato, “con la sua Autorità Apostolica”, alcune modifiche all’Ordo rituum pro ministerii Petrini initio Romae episcopi e ne ha disposto la pubblicazione. In una intervista all’Osservatore Romano, il maestro delle Cerimonie liturgiche pontificie, mons. Guido Marini, ha spiegato che “sia nella celebrazione per l’inizio del ministero del Vescovo di Roma, sia nella celebrazione per l’insediamento sulla cattedra di Roma in San Giovanni in Laterano, i riti tipici saranno collocati prima e al di fuori della Santa Messa e non più all’interno di essa”.

    Una “differenza” rispetto al passato si riscontra anche, rispetto alla precedente norma nell’Ordo, nelle visite alle due Basiliche papali di San Paolo fuori le Mura e di Santa Maria Maggiore, che il “nuovo Pontefice – afferma mons. Marini – potrà compierle quando riterrà più opportuno, anche a distanza di tempo dalla elezione, e nella forma che giudicherà più adatta”.

    Per quanto riguarda poi la celebrazione di inizio del ministero del Vescovo di Roma, “l’atto dell’“obbedienza” – ha specificato mons. Marini – sarà compiuto da tutti i cardinali presenti alla concelebrazione”.

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    Si è spento il card. belga Julien Ries: era considerato il più grande antropologo religioso del nostro tempo

    ◊   Si è spento oggi a Tournai, in Belgio, il Cardinale Julien Ries, professore emerito di storia delle religioni presso l’Università Cattolica di Louvain-la-Neuve, considerato il più grande antropologo religioso del nostro tempo: il prossimo 19 aprile avrebbe compiuto 93 anni. I funerali – riferisce il sito della Conferenza episcopale belga - dovrebbero svolgersi sabato prossimo nella Cattedrale di Tournai. Nato a Fouches, comune di Hachy, attualmente Arlon, nel Lussemburgo belga, in pieno tempo di guerra, ha frequentato il Seminario maggiore di Namur, dove è stato ordinato sacerdote il 12 agosto 1945. Nel 1948 si è laureato in teologia e nel 1949 in filosofia e storia orientale. Nel 1953 ha discusso la tesi di dottorato dal titolo: I rapporti della cristologia manichea con il Nuovo Testamento nell’eucologio copto di Narmouthis (Medĭnet Mădi).

    La sua carriera accademica è stata segnata da un crescendo di incarichi nell’Università cattolica di Lovanio. Nel 1968 i vescovi del Belgio lo hanno designato professore di storia delle religioni presso la facoltà di teologia e l’istituto orientalista, incarico mantenuto fino al 1991. La sua attività all'interno dell'ateneo è stata caratterizzata da un'attenzione particolare alle religioni orientali, in particolare alle figure di Mitra e di Zaratustra, e poi all'induismo, al buddismo e all'islam. Ha tenuto vari corsi sul sacro, il mito, il rito, i simboli. Si è specializzato anche nello studio delle religioni dell’Egitto faraonico, dello gnosticismo, del manicheismo e delle antiche religioni germaniche e scandinave. Ha fondato il Centre d’Histoire des Religions dell’Université Catholique di Louvain-la-Neuve e ha creato e diretto quattro raccolte di pubblicazioni di storia delle religioni: le collane Homo Religiosus, Cerfaux-Lefort, Information et Enseignement e Conférences et Travaux. Dal 1979 al 1985 è stato consultore del Segretariato per i non cristiani.

    Nel 1986 l’Académie Française gli ha conferito il premio Dumas Millier per le sue pubblicazioni sul tema del sacro e nel 1987 il premio Furtado per «l’insieme della sua opera scientifica». Dal 1982 al 2000 ha partecipato diciassette volte come conferenziere al Meeting per l'amicizia tra i popoli promosso a Rimini da Comunione e Liberazione. Al suo attivo annovera moltissime pubblicazioni scientifiche. Nell'imponente bibliografia contenuta nel volume “L’Antropologia religiosa. Il contributo di Julien Ries alla storia delle religioni” (a cura di Natale Spineto, Jaca Book, Milano, 2008) sono annoverati 645 titoli di libri, saggi e articoli per riviste. Fra le sue pubblicazioni, da ricordare “Il Sacro nella storia religiosa dell’umanità” (1982). Un centinaio di testi sono contenuti nel Dictionnaire des religions, edito sotto la direzione del cardinale Paul Poupard. Della sua Opera Omnia sono già stati pubblicati undici tomi in italiano e cinque in francese. Ha diretto il Trattato di Antropologia del Sacro, opera monumentale - pubblicata dalla Jaca Book - alla quale dal 1989 hanno collaborato i maggiori specialisti di tutto il mondo, giunta a compimento nel 2009 con il decimo volume.

    Nel 2009 ha donato all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano la sua biblioteca, la totalità dei suoi manoscritti, appunti e fogli relativi a corsi e, soprattutto, le corrispondenze che ha avuto con storici delle religioni di tutto il mondo. Questa collezione privata di circa 8.000 pezzi tra editi e inediti è andata a costituire, all'interno dell'ateneo milanese, l'Archivio "Julien Ries" per l’antropologia simbolica, diretto dal professore di Semiotica e Filosofia Morale Silvano Petrosino. Il 27 ottobre 2010 l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano gli ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Filosofia della persona e bioetica «per il valore intrinseco dei suoi studi, per la sua instancabile operosità scientifica e culturale, per l'apporto decisivo che le sue indagini sul fenomeno religioso hanno fornito alla comprensione della specificità propria dell'essere dell'uomo in quanto homo religiosus».

    Benedetto XVI lo ha creato cardinale nel Concistoro del 18 febbraio 2012, della Diaconia di Sant’Antonio di Padova a Circonvallazione Appia.

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    Mons. Tighe: l'account Twitter del Papa sospeso fino all'elezione del successore

    ◊   L’account Twitter @pontifex “resterà sospeso per tutto il periodo di Sede Vacante”. Ad affermarlo in una nota è mons. Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. La sospensione dell’account sarà dunque effettiva “dalla fine del Pontificato di Benedetto XVI, il 28 febbraio 2013 alle 20” e “fino all’elezione del nuovo Pontefice”. “Quest’ultimo – precisa mons. Tighe – ne farà l’uso che ritiene opportuno”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Benedetto XVI conclude gli esercizi spirituali quaresimali in Vaticano.

    L'udienza del Papa al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

    Comunicato della segreteria di Stato sulla libertà del conclave.

    Nell'informazione internazionale, in rilievo l'economia: Moody's taglia il rating della Gran Bretagna.

    Alle urne fra molte incognite: Marco Bellizi sulle elezioni politiche in Italia.

    In cultura, Carlo Verdone sui dieci anni dalla morte di Alberto Sordi. Sullo stesso tema, un articolo di Emilio Ranzato.

    Ha aperto una porta: Wolfgang Beinert sulla grandezza del pontificato di Benedetto XVI.

    Robert Imbelli sul Gesù di Nazaret di Benedetto XVI attraverso gli occhi di Newman.

    Cuore trafitto: Dominique Ponnau sul Papa e la Francia.

    Una cura speciale per i matrimoni misti: nel servizio religioso, aspetti pastorali e canonici a un convegno organizzato dalla Conferenza episcopale italiana.

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    Oggi in Primo Piano



    Siria. Opposizione boicotta Conferenza di Roma: vergognoso silenzio su distruzione Aleppo

    ◊   La Coalizione nazionale siriana (Cns) che guida l’opposizione, manda a monte la Conferenza internazionale sulla Siria prevista a Roma per il 28 febbraio e respinge anche l’invito a recarsi a Mosca e Washington per discutere della crisi. Confermata invece la partecipazione al vertice di Instanbul. Il motivo – fa sapere un portavoce del Cns è il silenzio internazionale sulla “sistematica e vergognosa“ distruzione di Aleppo, dove solo ieri sono morte almeno 30 persone tra cui 19 bambini. Dura è arrivata la condanna del capo della diplomazia europea Ashton. Su questa decisione delle forze di opposizione siriane, Cecilia Seppia ha sentito Bernard Selwàn Elkourì, vice direttore dell’Osservatorio geopolitico mediorientale di Roma:

    R. – In realtà, più che un preciso messaggio da parte del Cns - del Consiglio o Caoalizione nazionale siriana - si tratta, a mio avviso, di un estremo gesto di esasperazione nei confronti del silenzio internazionale, che viene denunciato ormai da diversi mesi. Quindi, da un punto di vista analitico, da un punto di vista geopolitico, non è una notizia che fa scalpore, in quanto è l’ennesima presa di posizione – questa volta certamente in modo più netto – da parte del Cns. Il Cns ha confermato, invece, il summit che si dovrà tenere, il prossimo 2 marzo, a Istanbul, in Turchia: questo significa anche che, da un punto di vista di fiducia in Paesi o in realtà internazionali terzi, il Cns attualmente confida maggiormente in un ruolo che la Turchia possa o potrebbe giocare nella regione, piuttosto che di un ruolo dell’Unione Europea.

    D. – La Coalizione nazionale siriana ha fatto sapere che formerà un governo per gestire le zone liberate dal controllo del regime di Assad. Si va dunque verso, l’unità reale delle forze di opposizione?

    R. – E’ vero, i vari gruppi e le varie formazioni del Cns, dell’opposizione, lanciano questi appelli all’unità, all’offrire un’alternativa al regime, per eleggere un premier o quant’altro. Ma il vero problema è che, fino ad oggi, non possiamo assolutamente parlare di un Cns come di una realtà unita, in cui vi sia un personaggio riconosciuto da tutti e in grado di dialogare con la comunità internazionale. E questo gioca, a favore, ovviamente, del regime di al-Assad, il quale – seppur utilizzando metodi violenti – rimane il solo interlocutore, indiretto, della Comunità internazionale. L’obiettivo ovviamente è lo stesso, quello di far cadere il regime: ma una volta fatto cadere il regime, quelli che oggi sono alleati all’interno della Coalizione, un domani diventeranno sicuramente dei nemici e mi riferisco ovviamente a quello che potrebbe essere lo scontro tra islamisti, da una parte – sappiamo che la Siria è un Paese a maggioranza sunnita – e i jihadisti, dall’altra. Quindi è questo il nodo centrale della questione: l’assenza, cioè, di un leader credibile, che riesca ad unire tutte le voci della Siria. Questo, però, è anche difficile che possa accadere nei prossimi mesi, in quanto non vi è una sviluppata cultura politica in Siria ed è questo il motivo per cui – a mio avviso e secondo diversi osservatori - al-Assad potrebbe mantenersi al suo posto ancora per diversi mesi.

    D. – Da una parte c’è Aleppo, roccaforte dell’opposizione, dall’altra Damasco, che comunque continua ad essere raggiunta da diversi attentati: l’ultimo è stato condannato dal mediatore di Onu e Lega Araba, Lakhdar Brahimi. Brahimi ha parlato di crimini di guerra e da lui è arrivata la richiesta che questi crimini siano indagati da una Commissione d’inchiesta internazionale. Quindi la Comunità internazionale sta dando un segno forse più forte delle parole…

    R. – Questo – diciamo – rientra nel ruolo istituzionale dell’Onu. L’Onu è deputata a fare questo e quindi sarebbe strano se non venissero lanciati degli appelli del genere. Il problema è un altro: il problema è che il Cns, ma soprattutto la popolazione siriana, non ha più fiducia nella Comunità internazionale, non ha fiducia nell’Onu, non crede che l’Onu possa risolvere la situazione. Invece, in questo momento, ha bisogno di azioni concrete e per azioni concrete intende un intervento, anche militare, pensando a ciò che la Nato ha fatto anche in Libia.

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    Non dimenticare l'emergenza Sahel: appello di Caritas e Pam

    ◊   Coordinare sempre meglio il sistema di comunicazione tra le diverse organizzazioni di assistenza cattolica nel Sahel: con questo obiettivo si chiude oggi l’incontro, a Ouagadougou capitale del Burkina Faso, delle Caritas di Burkina Faso, Mali, Niger e Senegal, che dal 2007 hanno elaborato la “piattaforma delle Caritas del Sahel”. Dopo la drammatica crisi di un anno fa, dovuta a una grave siccità, restano le difficili condizioni della regione africana che si caratterizza per avere un altissimo livello di mortalità infantile per malnutrizione. Fausta Speranza ha intervistato il direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale, Ertharin Cousin:

    R. - The situation today is that - while there’s been a good harvest…
    La situazione oggi, per il fatto che abbiamo avuto un buon raccolto lo scorso anno, non ci pone davanti allo stesso tipo di sfida che abbiamo affrontato lo scorso anno. Quello che dobbiamo considerare è la situazione in Mali, che potrebbe avere ripercussioni sulla sicurezza alimentare che offriamo nella regione. Abbiamo anche un’opportunità: quella di continuare ad investire sul processo iniziato lo scorso anno; continuare a supportare i bisogni alimentari dei bambini nella regione del Sahel, continuare a supportare le abilità delle famiglie per creare nuove opportunità per provvedere ai propri bisogni alimentari, dando loro un sistema di irrigazione o nuovi strumenti per aiutarli nelle stagioni agricole. Inoltre, dobbiamo assicurarci che le popolazioni stesse abbiano maggiore capacità di recupero, così che, visto che gli effetti del cambiamento climatico continuano a verificarsi, quando avvengono momenti di siccità siano meno vulnerabili a questi fenomeni e non rischino di ricadere in quell’insicurezza alimentare ogni volta che vengono messi davanti a una prova.

    D. – L'insicurezza alimentare apre a questioni di sicurezza più generali…

    R. - Food insecurity…
    L’insicurezza alimentare rappresenta una questione di sicurezza, come dice il presidente della Niger. Mi sembra sia stato Ghandhi a dire che “una mamma che ha un bambino affamato vede in un pezzo di pane il volto di Dio”. E’ occupandoci di loro attraverso l’assistenza - come può essere la richiesta di dar da mangiare ai loro bambini – che ci occupiamo della loro sicurezza e garantiremo loro una nazione più stabile.

    D. - Alcuni analisti hanno detto che c’è un rischio terrorismo nel Sahel…

    R. - We don’t get involved in the politics…
    Noi come Pam non siamo coinvolti nelle questioni politiche: ci sono tante persone che possono parlare di questioni politiche… Quello che chiediamo noi è che, quando i politici si siedono attorno ad un tavolo, siano sicuri che ci sia spazio anche per ascoltare coloro che lavorano nelle organizzazioni umanitarie per lo sviluppo perché si devono conoscere le necessità relative all’insicurezza alimentare, conoscere le necessità idriche, e altre necessità al di là dell’assistenza prettamente alimentare. Bisogna far fronte ai bisogni della popolazione.

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    Elezioni in Italia: oltre 47 milioni i cittadini chiamati alle urne

    ◊   In Italia, chiusa a mezzanotte la campagna elettorale, oggi tradizionale giornata di silenzio in vista del voto di domani e lunedì per le elezioni politiche e per quelle regionali in Lombardia, Lazio e Molise. Oltre 47 milioni gli italiani chiamati alle urne. Negli ultimi anni si è registrato un costante calo dell’affluenza alle urne: e in questo fine settimane, in alcune regioni, c’è anche l’incognita legata alla neve. Il servizio di Giampiero Guadagni:

    Ieri gli ultimi appelli dei candidati premier. Ora la parola passa ai cittadini-elettori. Moltissimi ancora gli indecisi. Su questi punta il centrodestra formato da Pdl e Lega e guidato ancora una volta da Berlusconi per tentare la rimonta sul centrosinistra che candida a Palazzo Chigi Bersani, segretario del Pd alleato con il Sel di Vendola. Ma non è più una gara a due: se cinque anni fa Pdl e Pd avevano ottenuto complessivamente più del 70% dei voti, stavolta ci sono altri competitori forti. Intanto, lo schieramento centrista: l’Udc di Casini e il Fli di Fini riuniti intorno al premier uscente Monti, a capo della lista Scelta Civica. E poi c’è la novità del Movimento 5 Stelle di Grillo, accreditato dai sondaggi di alte percentuali, cresciuto negli anni su internet e sul sentimento dell’antipolitica, confermato ieri sera dal suo leader nell’affollatissimo comizio di Piazza San Giovanni a Roma. Puntano ad entrare in Parlamento anche gli altri schieramenti in campo: Rivoluzione civile di Ingroia, movimento al quale ha aderito l’Italia dei valori di Di Pietro; e Fare per fermare il declino, movimento guidato dall’economista Oscar Giannino, che però nei giorni scorsi ha fatto un passo indietro a causa delle polemiche su finti titoli di studio. Insomma, il bipolarismo di fatto non c’è più. E la governabilità è una vera incognita. Anche a causa di una legge elettorale da tutti considerata sbagliata e inefficace, ma che nemmeno la maggioranza che ha sostenuto per un anno il governo tecnico ha saputo e voluto cambiare. Camera e Senato hanno regole sostanzialmente diverse. A Montecitorio c’è un premio di maggioranza assegnato al partito o allo schieramento che ottiene più voti su base nazionale. A Palazzo Madama il premio di maggioranza è invece assegnato su base regionale. Diventano così decisivi per il risultato finale complessivo i risultati - considerati ancora in bilico - in Lombardia, Veneto, Sicilia e Campania.

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    Vescovi tedeschi. Don Colombo: nessuno strappo con il Magistero sulla contraccezione d’emergenza

    ◊   Il comunicato della Conferenza episcopale tedesca sulla cosiddetta “contraccezione d’emergenza” non rappresenta, come certi hanno sostenuto, uno strappo con i documenti del Magistero cattolico. Così don Roberto Colombo, bioeticista, docente all'Università Cattolica di Roma, interviene sul dibattito in corso. La dichiarazione dei vescovi – precisa – si riferisce alla somministrazione di preparati solo in casi di violenza sessuale al solo fine di prevenire il concepimento. Massimiliano Menichetti lo ha intervistato:

    R. – I vescovi tedeschi hanno inteso affermare che in un ospedale cattolico, nell’ambito dell’assistenza dovuta ad una donna che ha subito violenza sessuale, è lasciata alla decisione dei medici - in scienza e coscienza - la possibilità, non l’obbligatorietà, anche di somministrare un farmaco che sia in grado di prevenire la fecondazione, qualora essa non sia ancora avvenuta, impedendo l’ovulazione, cioè la disponibilità del gamete femminile.

    D. – Quindi assolutamente escluso l’effetto abortivo?

    R. – Certo! Al medesimo tempo, i vescovi hanno ribadito che metodologie di tipo farmacologico che siano in grado di causare la morte dell’embrione o impedire l’impianto nell’endometrio uterino, continuano ad essere inaccettabili.

    D. – Don Roberto, ma come si fa a essere certi che non sia avvenuto il concepimento in un caso di questo tipo?

    R. – Occorre che il medico tenga conto, anzitutto, dei più attendibili studi scientifici sul meccanismo di azione dei singoli contraccettivi orali che ha a disposizione, nelle diverse posologie in cui possono venire somministrati. Inoltre dovrà tenere conto della fase del ciclo ovulatorio in cui è avvenuto lo stupro e della distanza di tempo in cui è possibile intervenire, somministrando il farmaco. Infine dovrà eseguire un’accurata diagnostica - ecografica ed ormonale – per valutare quali sono i segni obiettivi su una non ancora avvenuta ovulazione. Sulla base di questa complessa, ma rigorosa procedura, è possibile raggiungere delle conclusioni che, nell’ambito della inevitabile incertezza di ogni diagnosi medica, possono però fornire preziose indicazioni sulla non ancora avvenuta ovulazione nella donna.

    D. – Quindi lo ribadiamo: al contrario di come larga parte della stampa ha letto questa decisione, non si parla né di una decisione dei vescovi a favore della contraccezione tout court, né quantomeno di un favore nei confronti di "pillole del giorno dopo", finalizzate a provocare l’aborto...

    R. – I vescovi si sono limitati al caso specifico della donna violentata che, in ragione del fatto di temere la gravidanza come conseguenza di questo atto delittuoso, chiede un aiuto ai medici per evitare il concepimento. Non si tratta, invece, dell’altro caso: quello in cui una volta che il concepimento sia avvenuto, si richiede un intervento per sopprimere il concepito, al fine di non far proseguire la gravidanza.

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    Funerali di Salvatore Crisafulli. Il fratello: per malati come lui morte non è mai soluzione

    ◊   Si svolgeranno questo pomeriggio al Duomo di Catania i funerali di Salvatore Crisafulli, 47 anni. Era emerso dallo stato vegetativo, dovuto ad un incidente stradale, nel 2005, ed era rimasto tetraplegico, ma comunicava con gli occhi e lottava insieme a suo fratello per sostenere tutti i pazienti affetti da gravi malattie neurodegenerative. Dal suo impegno, è nata anche l’Associazione "Sicilia risvegli", che resta tuttora aperta e attiva. Una testimonianza forte, come racconta suo fratello, Pietro Crisafulli al microfono di Gabriella Ceraso:

    R. - Adesso Salvatore, con la sua morte, ci dà molta più forza, più coraggio, più grinta perché lui ci segue da lassù.

    D. - In tutti questi anni, che cosa ha imparato stando vicino a lui e cosa avete costruito insieme?

    R. - Ho imparato moltissimo da questa sua straordinaria voglia di lottare - una cosa indescrivibile - questo suo guardare al futuro con tenacia e aiutare tutti gli altri, che vivono immobili in un letto e vengono spessissimo scambiati per “vegetali”.

    D. - Anche lo stesso temine “stato vegetativo” si spera possa cambiare presto, proprio a indicare che in queste persone c’è una vita…

    R. - Certamente. Salvatore ne è la prova tangibile. Quello che raccontato ormai ha fatto il giro del mondo. Tutta la sua storia è nel libro “Con gli occhi sbarrati”. Sentiva e capiva tutto. Ecco, è stato veramente straziante. Molto presto, in suo onore, - proprio perché lui lo voleva – verrà girato anche un film che racconta la sua storia. Mi auguro che questo possa servire da monito.

    D. - Il vostro impegno è stato sempre rivolto alle istituzioni per avere attenzione. Sotto questo punto di vista, è cambiato qualcosa? Ora avete delle speranze maggiori? Avete delle richieste specifiche?

    R. - Certo. La speranza è rivolta alla ricerca sulle cellule staminali mesenchimali e all’assistenza. Bisogna ancora lottare, manca tantissimo. Salvatore stesso non aveva assistenza completa. Ma adesso bisogna guardare avanti e aiutare tutte le persone.

    D. - Cosa sente di dire alle famiglie coinvolte come voi?

    R. - In queste ultime ore, tra ieri ed oggi, dopo la sua morte, abbiamo ricevuto molte telefonate per non parlare della quantità di sms di famiglie che vivono il nostro dramma. Dico loro di non mollare!

    D. - Ti senti di dire che la morte porterebbe essere la soluzione per finire il dolore?

    R. - No, non è la soluzione. Una cosa è esserci, una cosa è quando la persona non c’è più. Ripeto, l’assistenza è fondamentale. Conosciamo centinaia di casi e nessun di questi chiede di morire.

    D. - Vuoi lanciare un messaggio ai nostri microfoni ?

    R. - Voglio ringraziare tutte le persone che ci sono state vicine in questi anni e che ci stanno sostenendo in queste ultime ore. So che Salvatore ci guarda da lassù. Ricevo tanti messaggi dalle persone che vivono il dramma che vivevamo noi. “Non abbandoneremo le persone in stato vegetativo. Noi siamo con loro e adesso Salvatore ci darà il coraggio”.

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    Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica

    ◊   Nella seconda Domenica di Quaresima, la liturgia ci presenta il Vangelo della “Trasfigurazione”. Gesù porta con sé su un monte Pietro, Giacomo e Giovanni: mentre prega, cambia d’aspetto, le sue vesti divengono sfolgoranti e appaiono Mosè ed Elia. A quella vista Pietro esclama:

    «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa».

    Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:

    Se il Vangelo della prima settimana di Quaresima annunciava un combattimento per giungere alla vittoria della Pasqua, questa è la Domenica della gloria di Cristo, che anticipa la Domenica di Resurrezione e prepara la divinizzazione dell’uomo. Il cristianesimo non è un insieme di rinunce e di privazioni qui sulla terra per giungere alla felicità del Regno di Dio dopo la morte. No! Il cristianesimo è l’incontro sponsale con Gesù Cristo, il Figlio di Dio, che apre davanti all’uomo la bellezza, il fascino di Dio, un cammino di salvezza per giungere a Dio, per gustare la dolcezza dell’intimità divina. Il grido di Pietro: “Maestro è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè, una per Elia”, è il grido di ogni uomo che si è incontrato per davvero con il Signore Gesù, fino a non “vivere” più per se stesso, ma per Colui che è morto ed è risorto per lui (cf 2 Cor 5,15). E’ dalla gioia di questo incontro che nasce la prima testimonianza cristiana, l’annuncio del Vangelo, e non da un insieme di regole da osservare. Il Vangelo è una “buona notizia”, una notizia che fa cantare il cuore dell’uomo, che lo fa entrare nella benedizione a Dio. La rinuncia cristiana – che c’è ed è fortissima, ed è battaglia di ogni giorno – è proprio il combattimento per non perdere questa gioia, questa grazia. Per restare nella benedizione. Ciò che l’Antico Testamento, la Legge e i Profeti, hanno annunciato e preparato, l’alleanza di Dio col suo popolo, si è compiuto in Gesù Cristo e ci viene offerto dalla sua Grazia.

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    Nella Chiesa e nel mondo



    I vescovi della Nigeria invitano a superare le differenze etniche e religiose

    ◊   Un richiamo alla responsabilità del governo nel “proteggere la vita e la proprietà” è contenuto nel messaggio diffuso dalla Conferenza episcopale della Nigeria, al termine della plenaria appena conclusasi ad Abuja. Nel testo, ripreso dall’agenzia Misna, si pone l’accento anche sulla necessità di contrastare “ogni violazione della dignità umana”, con un particolare riferimento agli attentati che gli estremisti del gruppo Boko Haram effettuano dal 2009 nel nord, ai danni di caserme, uffici pubblici, chiese ed esponenti della comunità musulmana. “Si deve andare al di là della tolleranza religiosa – scrivono i vescovi – riconoscendo e accettando la nostra comune umanità e rispettando le differenze religiose ed etniche”. Secondo i presuli, inoltre, l’insicurezza è particolarmente legata alla corruzione e all’illegalità e al paradosso che attanaglia un Paese come la Nigeria, ricco di risorse ma nel quale circa 100 milioni di persone vivono con meno di un dollaro al giorno. I vescovi, infine, segnalano come la più difficile, la situazione della diocesi di Maiduguri, al confine con il Ciad, il Niger e il Camerun, che definiscono “area di emergenza pastorale”, a vantaggio della quale è stato creato un apposito comitato, incaricato di assistere la Chiesa locale con preghiere, visite, assistenza tecnica e fondi. (R.B.)

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    Continuano le violenze nel nord del Mali

    ◊   Continuano le violenze in Mali: nel nord, sul massiccio dell’Ifoghas, scontri tra l’esercito del Ciad e jihadisti hanno lasciato sul campo 13 soldati e 65 miliziani, mentre nell’estremo nordest del Paese, nei pressi di Tessalit, si sono verificati combattimenti tra ribelli tuareg che collaborano con l’esercito francese e uomini di un gruppo armato non identificato. I tuareg del Movimento nazionale per la liberazione della ribellione Azawad, sono stati oggetto inoltre di un attentato rivendicato dal Movimento per l’unicità e la jihad in Africa occidentale (una delle sigle attive nella parte settentrionale del Mali) a In-Khalil, dove sono esplose due autobomba. L’attacco, secondo la rivendicazione, è stato attuato per punire la Francia, accusata di “condurre una crociata contro l’Islam e i musulmani”. Intanto, i tuareg fanno sapere di aver depositato presso la Corte penale internazionale una denuncia contro l’esercito regolare maliano per crimini di guerra e crimini contro l’umanità per quanto sta accadendo nel nord del Paese. La denuncia, rivolta in primis contro il presidente Traoré, è stata firmata da tutti i capi tribali delle regioni di Gao, Kidal e Timbuctu, che rivelano “centinaia di omicidi di civili perpetrati dell’esercito”, solo una parte dei quali vengono denunciati dalle organizzazioni umanitarie internazionali. Infine, gli Stati Uniti annunciano la realizzazione di una base per droni in Niger che contribuirà alla condivisione d’informazioni di intelligence con le forze francesi impegnate nel conflitto in Mali da un mese a questa parte. I droni – assicurano gli Usa – perciò non saranno armati, ma secondo alcuni non si escluderebbe la possibilità di spostarli dalla capitale Niamey verso un’area più vicina al confine con il Mali. (R.B.)

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    Colombia: vescovi chiedono interruzione delle violenze nella Settimana Santa

    ◊   I vescovi colombiani tornano a chiedere una sospensione delle violenze tra guerriglieri delle Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, e l’esercito di Bogotà, almeno per la Settimana Santa. A lanciare l’appello – scrive L’Osservatore Romano – è l’arcivescovo di Cali, Darío de Jesús Monsalve Mejía, che in questo modo esorta le parti in causa a dare una dimostrazione di credibilità in considerazione dei negoziati di pace in corso all’Avana. Se la nuova tregua fosse accettata, sarebbe la seconda dopo quella scaduta il 20 gennaio scorso: da allora in poi, infatti, nel Paese sono ripresi gli attentati attraverso l’impiego di autobomba e i sequestri di persona. Le parole del presule, che ha invitato i cattolici a pregare per la pace nel corso di tutta la Quaresima, ribadiscono il pensiero già espresso giorni fa dalla Conferenza episcopale colombiana riunita in assemblea, per bocca del presidente e arcivescovo di Bogotà, il cardinale Rubén Salazar Gómez, e del segretario, mons. José Daniel Falla Robles, che hanno ricevuto, in quella sede, la visita del capo del governo colombiano, Juan Manuel Santos. Nei giorni scorsi, inoltre, il capo dei negoziati all’Avana, Luciano Marín, ha scritto una lettera ai vescovi chiedendo loro di intervenire direttamente nelle trattative, invito che però i presuli hanno declinato, sostenendo che “la Chiesa cattolica compie la sua missione fondamentale all’interno della Colombia”. Il clima di violenza che affligge il Paese, infine, non risparmia i sacerdoti: tre sono quelli assassinati nell’ultimo mese, mentre il bilancio totale, dal 1984 a oggi, è di ben 83 preti uccisi, cinque suore, tre religiosi, altrettanti seminaristi, un vescovo e un arcivescovo. A ciò, vanno aggiunte le minacce che quotidianamente raggiungono i parroci che svolgono la loro opera di evangelizzazione in aree del Paese dove imperano le bande criminali e dove l’azione della Chiesa non è ben vista. (R.B.)

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    I vescovi francesi: mettere l’economia al servizio della società

    ◊   Un appello suddiviso in sei punti per invitare il governo francese a mettere l’economia al servizio della società: a lanciarlo è la Commissione episcopale Giustizia e Pace d’Oltralpe, in una nota diffusa ieri. In particolare, i vescovi chiedono la stesura di “un codice etico comune per le istituzioni finanziarie che evidenzi l’importanza della trasparenza, della responsabilità, dei diritti umani e della giusta ripartizione dei profitti”. Sulla stessa linea, si pone il suggerimento di “creare un organismo internazionale di regolamento indipendente dalle istituzioni finanziarie e con forti preoccupazioni etiche”, così come la proposta di rafforzare le normative già esistenti per “garantire che l’attività economica si conformi alle esigenze della giustizia”. Per evitare l’evasione fiscale, inoltre, la commissione chiede di “introdurre una legge che obblighi le imprese a diffondere in modo chiaro e completo tutti gli aspetti delle loro attività economiche”. Infine, i vescovi francesi ribadiscono la necessità di continuare a destinare lo 0,7% del Pil agli aiuti allo sviluppo e di istituire una tassa sulle speculazioni finanziarie, grazie alla quale ricavare finanziamenti per la giustizia sociale. “La nostra visione – scrivono i presuli – è quella di una società in cui tutta l’attività economica è al servizio delle esigenze della giustizia e del bene comune”, poiché “il settore finanziario esiste per servire l’economia reale che deve essere al servizio della società; e quest’ultima, a sua volta, esiste per tutelare e promuovere la dignità e il benessere della persona umana”. Al contrario, evidenzia la Commissione Giustizia e Pace, “il rovesciamento di questo sistema di valori” ha permesso “al settore finanziario di agire come se fosse al di sopra delle leggi”, con “conseguenze a caro prezzo” per tutta la società. Per questo, pur riconoscendo “il contributo positivo delle imprese e delle attività finanziarie per il contesto sociale”, i vescovi francesi esortano il governo “a vigilare affinché tale contributo sia giusto ed equo”, al fine di “realizzare, in futuro, un modello economico equanime e duraturo”. (I.P.)

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    I vescovi del Giappone al governo: la Costituzione s’incentra sul valore della pace

    ◊   I vescovi del Giappone hanno scritto una missiva al primo ministro Shinzo Abe in difesa dell’articolo 9 della Costituzione del Paese, che stabilisce la “rinuncia esplicita e assoluta alla guerra”. Il premier, infatti, tornato al potere dopo la vittoria del Partito democratico alle elezioni del dicembre scorso, avrebbe in programma una modifica dell’articolo in questione, che trasformerebbe il Giappone in uno Stato che “può collaborare e sostenere una guerra”. Inoltre, ieri Abe ha incontrato a Washington il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, al quale ha confermato la piena alleanza strategica e militare del Giappone. La vicenda si inscrive in un contesto, quello del Sudest asiatico, in cui la rete internazionale del commercio di armi appare in espansione e in cui si registra una vera e propria corsa agli armamenti da parte di Paesi come Vietnam, Filippine, Indonesia. Nel documento pervenuto alla Fides, a firma del presidente della Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale locale e vescovo di Saitama, mons. Marcellino Daiji Tani, i presuli ribadiscono che la pace non si può raggiungere con la forza, e che la giustizia si costruisce solo con “un dialogo paziente, aperto alle diversità, l’uguaglianza e il rispetto reciproco tra popoli e nazioni”. I vescovi sottolineano anche il rischio concreto di un aumento della tensione militare in Asia, soprattutto nei confronti della Cina e della Corea del Nord, e ricordano al presidente Obama come “il governo Usa abbia svolto un importante ruolo nell’elaborazione dell’attuale Costituzione giapponese, fondata sul valore della pace”. “La maggior parte delle persone sostiene e condivide una Costituzione non violenta”, concludono i vescovi. (R.B.)

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    La Chiesa dell’Uruguay lancia la campagna 2013 in favore dell’inclusione sociale

    ◊   “Siamo uno. Sei anche tu chiamato a includere”: è questo lo slogan all’insegna del quale la Commissione per la Solidarietà dell’arcidiocesi di Montevideo, capitale dell’Uruguay, in collaborazione con la Fondazione “Entre todos”, lancia la campagna di inclusione per il 2013. L'iniziativa – precisa la Fides – promuove azioni concrete come l’inclusione di persone di diverse culture, di differenti fasce d’età, di gruppi etnici, di partiti politici, di movimenti sociali e di comunità religiose, al fine d’integrare tutte le differenze in un’unica famiglia che lavora per il bene e la dignità di ogni uomo. L’obiettivo della campagna, inoltre, è costruire una società dove nessuno sia escluso, in cui non esista emarginazione e dove le diverse componenti sociali e religiose cooperino per il bene comune: questa la sfida odierna della Chiesa locale. La Conferenza episcopale del Paese invita a soffermarsi sullo slogan scelto per l’anno in corso: “Siamo uno” significa essere parte di una stessa realtà storica, sociale, culturale e nazionale e rende, dunque, necessario crescere nella responsabilità, nella partecipazione e nel contributo al bene comune; la parte “sei anche tu chiamato a includere”, invece, esorta ogni cristiano e ogni uomo di buona volontà a fare il primo passo e ad avere fiducia nel futuro, a intraprendere l’incontro con il prossimo e a essere unito con lui, anche se a volte ciò comporta uno sforzo. (R.B.)

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    Usa. Perdite radioattive in sito Hanford, non ci sono rischi per la salute

    ◊   Preoccupano le perdite di liquidi registrate in sei depositi sotterranei del sito nucleare statunitense di Hanford, nel nordovest degli Usa, annunciate oggi dal governatore dello Stato di Washington, Jay Inslee. L’entità delle perdite varierebbe da deposito a deposito, ma le autorità hanno assicurato che al momento non ci sono rischi per la salute in quanto non si rilevano aumenti del livello di radioattività. Ci sarebbe forse un errore umano all’origine della vicenda, ma nel sito - tra i più vecchi e contaminati del Paese, dove sono stoccati milioni di galloni di scorie nucleari risalenti al "Progetto Manhattan" attivo durante la Guerra fredda, in serbatoi che ormai hanno superato il limite massimo di 20 anni d’età - si sarebbe già verificata una perdita analoga la settimana scorsa da uno dei 177 serbatoi presenti. Ogni anno, l’Amministrazione Usa spende circa due miliardi di dollari per la bonifica del sito di Hanford. (R.B.)

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    Usa, la Casa Bianca chiede alla Corte Suprema l’assenso alle nozze gay

    ◊   Negli Usa l’amministrazione Obama ha formalmente chiesto alla Corte Suprema di dare il ‘via libera’ alle nozze gay. Le unioni tra persone dello stesso sesso sono già autorizzate in 9 Stati statunitensi su 50, ma non a livello federale. I nove componenti della più alta magistratura statunitense dovranno esaminare tra poco più di un mese il ricorso di una cittadina americana contro il “Defense of Marriage Act” (Doma), la legge del 1996 che definisce il matrimonio come unione tra un uomo e una donna. Secondo la Casa Bianca, il suo avvocato generale Donald Verrilli il testo violerebbe “la garanzia fondamentale dell’uguaglianza” e sarebbe da considerare incostituzionale. Già negli scorsi anni Obama aveva dichiarato più volte di essere a favore dell’abrogazione della legge; da parte sua l’episcopato statunitense aveva ribadito il suo impegno a favore del matrimonio come unione tra un uomo e una donna che, avevano ricordato, “è un beneficio per tutta la società”. (D. M.)

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    Solidarietà della Chiesa del Malawi con i funzionari pubblici in sciopero

    ◊   “Solidarietà con i funzionari pubblici. Appello per la giustizia e la responsabilità”: si intitola così la nota diffusa ieri dalla Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale del Malawi. Il documento arriva in un momento in cui il Paese è devastato dallo sciopero degli impiegati statali, che richiedono un aumento di stipendio. Ribadendo la necessità di trovare una soluzione pacifica e ricordando che l’80% della popolazione è a rischio povertà e non può contare su servizi adeguati, i vescovi lanciano un appello al governo affinché si assuma le sue responsabilità di fronte a tale crisi economica e sociale. Allo stesso tempo, i funzionari pubblici vengono esortati a “proporre cambiamenti salariali ragionevoli e giusti che poi l’esecutivo potrà sforzarsi di attuare”, mentre al parlamento si suggerisce di pensare a una legislazione che “risponda rapidamente alle disparità retributive” tuttora esistenti. “Se il parlamento è del popolo, per il popolo e in favore del popolo – si legge nella nota – allora deve agire adesso per migliorare la vita della gente”. Un ulteriore appello viene lanciato dalla Commissione episcopale alle istituzioni religiose e alle organizzazioni della società civile, affinché si mobilitino “per spingere il governo a rivedere le linee guida di una politica economica che sta causando miseria e degrado”. “In questo momento – scrivono ancora i presuli – è necessaria un’azione di solidarietà con gli impiegati statali e con la maggioranza povera” del Paese. Infine, la Chiesa del Malawi si rivolge a tutti i cittadini della nazione: “I servizi statali sono moltissimi; se essi vengono paralizzati da una situazione di stallo tra il governo e i funzionari pubblici, tutto il Paese ci perde”. Di qui, l’appello a ciascun cittadino affinché cessino le violenze e i saccheggi, in nome della “solidarietà collettiva” e di un “dialogo giusto e corretto” tra le parti in causa, “per il bene comune di tutto il Malawi”. (I.P.)

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    Prosegue in Austria il pellegrinaggio delle reliquie di don Bosco

    ◊   È l’Austria il 69.mo Paese toccato dal pellegrinaggio mondiale delle reliquie di San Giovanni Bosco. In questi giorni, i sacri resti del fondatore della Congregazione dei Salesiani hanno compito quattro tappe nell’arcidiocesi di Vienna. In particolare, nella “Don Bosco Haus” della città, le reliquie sono state accolte da mons. Peter Stephan Zurbriggen, nunzio apostolico nel Paese, che ha presieduto una solenne Eucaristia. Nel rivolgersi ai fedeli, il presule ha portato anche i saluti e la benedizione di Benedetto XVI. Successivamente, le reliquie del Santo sono state trasportate a Unterwaltersdorf. Qui, i giovani allievi del liceo salesiano hanno celebrato don Bosco non solo con la preghiera, ma anche con la musica e con un singolare “flashmob” al quale hanno preso parte oltre 70 persone. Successivamente, don Rudolf Osanger, ispettore dei Salesiani d’Austria, ha presieduto la Santa Messa e ha invitato i fedeli alla riflessione, sottolineando come “don Bosco rappresenti un modello perché si è sempre dedicato agli altri”. Sulla stessa linea anche don Hans Randa che ha celebrato l’Eucaristia a Stadlau, esortando i giovani a pensare a come rendere attuale ancora oggi il gesto di don Bosco che rialza e rinfranca i fanciulli. Incentrata sulla carità è stata, invece, l’omelia di don Franz Lebitsch che ha celebrato la Messa a Neurdberg: prendendo spunto dal Salmo “La tua destra mi sostiene”, don Franz ha richiamato la presenza, tra le reliquie di don Bosco, proprio dell’osso della mano destra, simbolo dei tanti gesti di carità compiuti da questo Santo. Infine, le reliquie di don Bosco sono giunte a Graz: qui, dalle 6 alle 8 del mattino, hanno sostato all’interno della moderna stazione dedicata proprio al Santo e per due ore sono state al centro delle riflessioni di oltre 800 viaggiatori e pendolari. I Salesiani e i giovani del posto hanno distribuito informazioni su don Bosco e il suo carisma, insieme a qualche castagna, così da ricordare il celebre miracolo delle castagne compiuto dal Santo torinese, ovvero quando riuscì a sfamare tantissimi bambini con le castagne attinte da un piccolo sacco che non si svuotava mai. Iniziato nell’aprile del 2009, in vista del bicentenario della nascita del Santo – che ricorrerà nel 2015 – il pellegrinaggio dell’urna contenente le sue reliquie si concluderà il 31 gennaio 2014, dopo aver attraversato tutti e cinque i continenti, nelle nazioni in cui operano i salesiani. Le reliquie del Santo sono conservate in un’urna di alluminio, bronzo e cristallo, poggiata su un basamento sostenuto da quattro piloni riportanti le date del bicentenario, 1815-2015, e i volti di giovani dei cinque continenti. Pesante più di 500 kg, lunga 2,5 metri e alta 1 metro e 30, l’urna contiene una statua di don Bosco ed è decorata dal motto scelto dal Santo torinese: “Da mihi animas, cetera tolle”, ovvero la preghiera a Dio “Dammi le anime e prenditi tutto il resto”, sintesi del suo apostolato. (I.P.)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 54

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