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Sommario del 07/12/2013

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa: riscoprire dignità umana in una società efficientista che scarta deboli, nascituri, poveri, malati
  • Il Papa: indispensabile la presenza della Chiesa in Internet, non basta la tecnologia
  • Giornata Mondiale del Malato. Il Papa: Gesù porta con noi il peso della sofferenza e ne svela il senso
  • Tweet del Papa: cari giovani, servite il Vangelo con creatività e senza frontiere
  • Alto commissario Onu per i rifugiati: Papa Francesco, una nuova speranza per il mondo
  • Storico accordo del Wto. Mons. Tomasi: apre la via alla solidarietà internazionale
  • Mons. Mamberti a Kiev: più attenzione ai diritti dei cristiani perseguitati e dei migranti
  • Altre udienze e nomine di Papa Francesco
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Mandela: da mercoledì camera ardente. Mons. Brislin: il suo esempio per superare povertà e ingiustizie
  • Centrafrica, truppe francesi accolte dall'esultanza dei civili. La testimonianza di una missionaria italiana
  • Siria. Raid aereo a Raqqa, uccisi 12 civili, tra cui 5 bambini. Apprensione per le suore di Maalula
  • Il Movimento dei Focolari compie 70 anni, segno di comunione e fratellanza in tutto il mondo
  • Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Zimbabwe. I vescovi: disastrosa situazione nel Paese
  • I vescovi del Paraguay denunciano la corruzione in politica
  • La Chiesa in Croazia: adozioni, non si possono ignorare i diritti del bambino
  • Immigrazione: soccorsi 120 siriani al largo delle coste siciliane
  • Corea del Nord rilascia veterano americano trattenuto da ottobre
  • Usa mantengono presenza militare nel Golfo nonostante accordo con Iran
  • Nord Europa: almeno 11 vittime per la tempesta Xaver
  • L’8 dicembre, la Chiesa inglese celebra la Domenica della Bibbia
  • Lourdes in festa per l'80.mo anniversario della canonizzazione di Bernadette
  • Giappone: flotta baleniera salpa per l’Antartide, critiche degli ambientalisti
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa: riscoprire dignità umana in una società efficientista che scarta deboli, nascituri, poveri, malati

    ◊   Occorre riscoprire il vero significato della libertà e della giustizia, in una società efficientista in cui c’è chi vuole calpestare i diritti dei più deboli: i nascituri, i poveri, i vecchi, i malati. È questo, in sintesi, quanto ha affermato Papa Francesco incontrando una delegazione dell'Istituto Dignitatis Humanae. Il servizio di Sergio Centofanti:

    “L’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio” è dunque possiede “una dignità originaria … insopprimibile, indisponibile a qualsiasi potere o ideologia”. Il Papa parte da questa “verità fondamentale” per sottolineare che “purtroppo nella nostra epoca, così ricca di tante conquiste e speranze, non mancano poteri e forze che finiscono per produrre una cultura dello scarto; e questa tende a divenire mentalità comune”:

    “Le vittime di tale cultura sono proprio gli esseri umani più deboli e fragili – i nascituri, i più poveri, i vecchi malati, i disabili gravi… –, che rischiano di essere ‘scartati’, espulsi da un ingranaggio che dev’essere efficiente a tutti i costi. Questo falso modello di uomo e di società attua un ateismo pratico negando di fatto la Parola di Dio che dice: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza” (cfr Gen 1,26)”.

    Invece – ha proseguito il Papa - se lasciamo che la Parola di Dio “metta in discussione i nostri modi di pensare e di agire, i criteri, le priorità e le scelte, allora le cose possono cambiare”:

    “La forza di questa Parola pone dei limiti a chiunque voglia rendersi egemone prevaricando i diritti e la dignità altrui. Nel medesimo tempo, dona speranza e consolazione a chi non è in grado di difendersi, a chi non dispone di mezzi intellettuali e pratici per affermare il valore della propria sofferenza, dei propri diritti, della propria vita”.

    Nella Dottrina sociale della Chiesa – ha sottolineato ancora il Papa - “c’è un frutto particolarmente significativo del lungo cammino del Popolo di Dio nella storia moderna e contemporanea: c’è la difesa della libertà religiosa, della vita in tutte le sue fasi, del diritto al lavoro e al lavoro decente, della famiglia, dell’educazione”. “Sono benvenute”, quindi, tutte le iniziative che “intendono aiutare le persone, le comunità e le istituzioni a riscoprire la portata etica e sociale del principio della dignità umana, radice di libertà e di giustizia:

    “A tale scopo è necessaria un’opera di sensibilizzazione e di formazione, affinché i fedeli laici, in qualsiasi condizione, e specialmente quelli che si impegnano in campo politico, sappiano pensare secondo il Vangelo e la Dottrina sociale della Chiesa e agire coerentemente, dialogando e collaborando con quanti, con sincerità e onestà intellettuale, condividono, se non la fede, almeno una simile visione di uomo e di società e le sue conseguenze etiche. Non sono pochi i non cristiani e i non credenti convinti che la persona umana debba essere sempre un fine e mai un mezzo”.

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    Il Papa: indispensabile la presenza della Chiesa in Internet, non basta la tecnologia

    ◊   La Chiesa annunci Cristo con stile evangelico, anche in Internet. E’ quanto affermato da Papa Francesco nell’udienza, di stamani, alla Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici, incentrata sul tema “Annunciare Cristo nell’era digitale”. Il Papa ha sottolineato che Internet ripropone “la questione sempre attuale del rapporto tra la fede e la cultura” ed ha incoraggiato i fedeli a cercare sempre nuove vie per l'annuncio del Vangelo. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Con il Concilio, “è scoccata l’ora del laicato”. Papa Francesco ha iniziato il suo discorso alla Plenaria del dicastero per i Laici richiamando un’affermazione di Giovanni Paolo II. Quindi, ha svolto un appassionato intervento sull’esigenza per la Chiesa di annunciare Cristo nel continente digitale. “Un campo – ha osservato – privilegiato per l’azione dei giovani” per i quali la “Rete” è “connaturale”. Del resto, ha detto, Internet è “una realtà diffusa, complessa e in continua evoluzione”. E il suo sviluppo “ripropone la questione sempre attuale del rapporto tra la fede e la cultura”. Si ripropone, ha detto Papa Francesco, quanto successe ai Padri della Chiesa che si confrontarono con “la straordinaria eredità della cultura greca”, senza chiudersi al confronto ma assimilando “i concetti più elevati”:

    “Anche tra le opportunità e i pericoli della rete, occorre «vagliare ogni cosa», consapevoli che certamente troveremo monete false, illusioni pericolose e trappole da evitare. Ma, guidati dallo Spirito Santo, scopriremo anche preziose opportunità per condurre gli uomini al volto luminoso del Signore”.

    Tra le possibilità “offerte dalla comunicazione digitale – ha soggiunto – la più importante riguarda l’annuncio del Vangelo. Certo non è sufficiente acquisire competenze tecnologiche, pur importanti. Si tratta anzitutto di incontrare donne e uomini reali, spesso feriti o smarriti, per offrire loro vere ragioni di speranza". L’annuncio, ha detto ancora, "richiede relazioni umane autentiche e dirette per sfociare in un incontro personale con il Signore":

    “Pertanto internet non basta, la tecnologia non è sufficiente. Questo però non vuol dire che la presenza della Chiesa nella rete sia inutile; al contrario, è indispensabile essere presenti, sempre con stile evangelico, in quello che per tanti, specie giovani, è diventato una sorta di ambiente di vita, per risvegliare le domande insopprimibili del cuore sul senso dell’esistenza, e indicare la via che porta a Colui che è la risposta, la Misericordia divina fatta carne, il Signore Gesù”.

    Il Papa ha rivolto il pensiero anche al 25.mo della Mulieris Dignitatem. “Nella crisi culturale del nostro tempo – ha avvertito – la donna viene a trovarsi in prima linea nella battaglia per la salvaguardia dell’umano”. “E su questo punto – ha ribadito - dobbiamo approfondire di più”. Il Papa non ha poi mancato di fare riferimento al grande evento della Gmg di Rio de Janeiro:

    “E’ una vera festa! I cariocas erano felici, e ci hanno fatto felici a tutti! Il tema della Giornata: ‘Andate e fate discepoli tutti i popoli’, ha messo in evidenza la dimensione missionaria della vita cristiana, l’esigenza di uscire verso quanti attendono l’acqua viva del Vangelo, verso i più poveri e gli esclusi. Abbiamo toccato con mano come la missione scaturisca dalla gioia contagiosa dell’incontro col Signore, che si trasforma in speranza per tutti”.

    “La Chiesa – ha detto ancora il Papa – è sempre in cammino, alla ricerca di nuove vie per l’annuncio del Vangelo”. “L’apporto e la testimonianza dei fedeli laici – ha concluso – si dimostrano indispensabili ogni giorno di più”.

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    Giornata Mondiale del Malato. Il Papa: Gesù porta con noi il peso della sofferenza e ne svela il senso

    ◊   La Chiesa riconosce nei malati “una speciale presenza di Cristo sofferente”. E’ quanto afferma Papa Francesco nel Messaggio per la XXII Giornata Mondiale del Malato, in programma il prossimo 11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, sul tema: “Fede e carità: Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”. Ce ne parla Benedetta Capelli:

    E’ un messaggio che contiene in sé la speranza “perché nel disegno d’amore di Dio anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale”, e di coraggio “per affrontare ogni avversità in sua compagnia, uniti a Lui”. Papa Francesco ricorda che Gesù ha assunto su di sé la malattia e la sofferenza, trasformandole e ridimensionandole alla luce di “una vita nuova in pienezza” che cambia le esperienze da negative in positive. Proprio seguendo la via di Cristo, che si è donato per amore, anche noi “possiamo amare gli altri come Dio ha amato noi, dando la vita per i fratelli”. “La fede nel Dio buono – scrive il Papa – diventa bontà, la fede nel Cristo Crocifisso diventa forza di amare fino alla fine e anche i nemici”. Dono di sé quindi soprattutto verso il prossimo “specialmente per chi non lo merita, per chi soffre, per chi è emarginato”.

    Accostandoci con tenerezza “a coloro che sono bisognosi di cure – continua il Pontefice - portiamo la speranza e il sorriso di Dio nelle contraddizioni del mondo”. Una dedizione generosa verso gli altri che diventa lo stile delle nostre azioni. Maria è il modello cristiano “per crescere nella tenerezza, nella carità rispettosa e delicata”. La Vergine, madre dei malati e sofferenti, rimane “accanto alle nostre croci e ci accompagna nel cammino verso la risurrezione e la vita piena”.

    Vicino alla Madonna, sotto la Croce, c’è Giovanni che “ci ricorda che non possiamo amare Dio se non amiamo i fratelli”. La Croce “è la certezza dell’amore fedele di Dio per noi” che “invita anche a lasciarci contagiare da questo amore, ci insegna a guardare sempre l’altro con misericordia e amore, soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiuto”. Infine l’esortazione di Papa Francesco a vivere questa Giornata Mondiale del Malato “in comunione con Gesù Cristo”, sostenendo coloro che si prendono cura di chi è ammalato e sofferente.

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    Tweet del Papa: cari giovani, servite il Vangelo con creatività e senza frontiere

    ◊   “Cari giovani, vi invito a mettere i vostri talenti al servizio del Vangelo, con creatività e con una carità senza frontiere”. E’ il nuovo tweet pubblicato da Papa Francesco sul suo account in 9 lingue @Pontifex, seguito da oltre 10 milioni di follower.

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    Alto commissario Onu per i rifugiati: Papa Francesco, una nuova speranza per il mondo

    ◊   Una nuova speranza per tutto il mondo, in un momento difficile per tante persone: così, António Manuel de Oliveira Guterres, Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha definito Papa Francesco, con il quale ha avuto un cordiale incontro ieri in Vaticano. Tracey McLure lo ha intervistato, chiedendogli innanzitutto un suo commento sull’impegno della Chiesa cattolica sulla questione dei migranti:

    R. – I believe first of all...
    Penso, prima di tutto, che da sempre la Chiesa cattolica sia stata assolutamente impeccabile nell’inserire in agenda la necessità di rispettare i diritti dei rifugiati, i diritti dei migranti, la necessità per la società di essere tollerante, di rispettare la diversità. Questa è stata una linea costante della Chiesa. Ma penso che Papa Francesco abbia dato una nuova dimensione a questo, perché non solo l’ha espresso in modo molto chiaro in varie occasioni - ricordo la sua dichiarazione in occasione della Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati e questo tema è stato sottolineato anche nell’Evangelii Gaudium del Santo Padre - ma anche nella sua stessa presenza a Lampedusa, in un momento tragico, quando così tante persone sono morte nel naufragio; nella sua visita ad uno dei centri per rifugiati a Roma, il Centro Astalli del Jesuit Refugee Service. Quindi, c’è una testimonianza personale: non c’è solo una dottrina, ma un impegno personale, una testimonianza personale. E in un mondo dell’indifferenza, ma anche in un mondo irrispettoso verso i rifugiati e i migranti, in un mondo dove la diversità non è molte volte apprezzata, in un mondo in cui la xenofobia e il razzismo stanno crescendo, le persone hanno paura. E quando le persone hanno paura è facile per i populisti e i demagoghi convincere le persone che chi va incolpato sono gli stranieri, per la disoccupazione o per l’insicurezza, anche se la causa ovviamente non sono i rifugiati. La voce e la testimonianza del Papa hanno un’importanza enorme per aiutare coloro che lottano a favore della protezione dei rifugiati, perché si continui nella nostra società ad essere in grado di sconfiggere le voci del populismo, le voci dell’intolleranza, le voci della xenofobia, che purtroppo, specialmente nel nostro continente europeo, hanno causato sempre più paure nel passato recente.

    D. – Papa Francesco, naturalmente, dalla sua elezione ha ricevuto molti leader mondiali e ha incontrato anche molti leader di organizzazioni mondiali, che hanno a che fare con i migranti e i rifugiati: lei con l’Unhcr, ma abbiamo visto anche l’Organizzazione internazionale per le migrazioni ed anche l’Organizzazione internazionale del lavoro. Perché le persone sono interessate a questo Papa? Cosa sperate di vedere dalla Chiesa cattolica?

    R. – First of all, as I said...
    Prima di tutto, come ho detto, questo è qualcosa che è stato costante. Ho avuto l’opportunità di essere qui con Papa Benedetto, per discutere esattamente le stesse questioni. E di nuovo avevamo la stessa ferma posizione in favore della protezione dei rifugiati. Nel passato è sempre stato così. Ovviamente noi cittadini del mondo vediamo Papa Francesco come un nuovo simbolo di speranza per molti aspetti. Credo che, ovviamente, per la Chiesa cattolica, rappresenti un’enorme boccata di aria fresca, che sta facendo sentire le persone anche fortemente coinvolte. Ma, per il mondo in generale, ha un’enorme influenza in un momento in cui vediamo che i conflitti si stanno moltiplicando, la comunità internazionale ha perso gran parte della sua capacità di prevenire i conflitti e risolvere i conflitti. Vediamo come il mondo sia incapace di affrontare alcune delle sfide chiave del nostro tempo: si guardi al cambiamento climatico, per esempio. Assistiamo ad una globale mancanza di leadership. Quindi vedere questo tipo di coinvolgimento, di impegno, e anche questa guida profondamente umana nella Chiesa cattolica, credo sia un fantastico esempio per il mondo. E’ naturale, dunque, che tutti sentano questa enorme forza, energia che viene dal Papa. Tutti, sono sicuro, vorrebbero essere con lui per entrare in contatto con questa energia e questo impegno, perché tutti abbiamo bisogno di questo nei momenti difficili che stiamo affrontando.

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    Storico accordo del Wto. Mons. Tomasi: apre la via alla solidarietà internazionale

    ◊   Accordo storico dell’Organizzazione mondiale del commercio a Bali. Per la prima volta dalla sua creazione, nel 1995, il Wto (World Trade Organization) ha raggiunto un’intesa che liberalizza gli scambi commerciali, aiuta l’economia agricola e rafforza la sicurezza alimentare. Il servizio di Massimiliano Menichetti:

    L'accordo di Bali, il primo dalla creazione del Wto nel 1995 è un via libera storico. 159 Paesi, che si sono incontrati per la nona volta a livello ministeriale, hanno trovato l’accordo per un pacchetto di misure sulla liberalizzazione degli scambi commerciali. In sostanza, nonostante l’opposizione, poi rientrata, di Cuba, Bolivia, Venezuela e Guatemala, che giudicando l’agenda neoliberista, ha rischiato di bloccare il varo finale, è stato accettato l’impegno a identificare nel Wto il forum principale in materia: sia a livello di negoziato sia a livello regolatorio. Il testo prevede che la Commissione per i negoziati commerciali, entro 12 mesi, prepari a Ginevra un programma di lavoro concreto per l'approvazione dell'Agenda di sviluppo lanciata negli accordi di Doha del 2001 e fino adesso restata lettera morta. Tanti i temi affrontati che dovranno trovare attuazione concreta: dalla facilitazione del commercio, ai temi agricoli, come lo stoccaggio pubblico di materie prime alimentari ai fini della sicurezza, poi la regolamentazione delle tariffe, le tutele sulla produzione di cotone per i Paesi in via di sviluppo e anche l'estensione del periodo di non deferibilità e la non punibilità, sempre per questi Paesi, all’Organizzazione Mondiale del Commercio, per la proprietà intellettuale. "Per la prima volta nella sua storia, si è tenuto fede alle promesse - ha detto il direttore generale dell'Organizzazione, Roberto Azevedo - Abbiamo rimesso la parola ‘mondiale’ al Wto”.

    Soddisfazione da parte della Santa Sede che ha preso attivamente parte al vertice con l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente all’Onu di Ginevra. Raggiunto telefonicamente a Bali da Alessandro Gisotti, mons. Tomasi si sofferma sui punti principali dell’accordo:

    R. - Per la prima volta, è stata approvata una serie di misure che veramente apre la strada alla solidarietà internazionale favorendo lo sviluppo di tutti i Paesi. In particolare, è stato approvato un documento sulle facilitazioni commerciali grazie al quale si risparmia tempo burocratico per far viaggiare le merci, con il risultato che il beneficio economico che ne deriva - un bilione di dollari - aiuterà molto la ripresa economica e aggiungerà posti di lavoro. Secondo punto, estremamente importante, è stato l’accordo sulla sicurezza alimentare: guardando al quadro dell’agricoltura si è voluto dare precedenza al diritto al cibo che è necessario per la vita, come l’acqua. In questa maniera, sono stati portati a termine gli obiettivi che permettono a coloro che ne hanno bisogno di superare i limiti di sostegno interno nazionale. Dobbiamo dire che l’accordo raggiunto è davvero storico; abbiamo collaborato - come delegazione della Santa Sede, non solo attraverso la dichiarazione ufficiale che è stata fatta, ma anche nei contatti informali - a rafforzare il dialogo tra parti che avevano veramente difficoltà a parlarsi, in modo da rendere possibile questa conclusione davvero storica.

    D. - Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium sottolinea che bisogna sconfiggere un’economia che esclude anzi, addirittura dice il Papa, che uccide. Si può dire che questo accordo in qualche modo risponde anche a questa esigenza, a questo appello del Papa nell’Esortazione apostolica?

    R. - Tutta la presenza della Santa Sede nel mondo multilaterale riflette la Dottrina Sociale: l’economia di mercato senza regole porta all’emarginazione di persone, di gruppi e alle volte di interi Paesi. Per cui c’è bisogno di una duplice azione: a livello nazionale, che lo Stato si preoccupi del bene comune di tutti i suoi cittadini e, in senso parallelo, a livello internazionale, che le strutture che ci sono - che la Comunità internazionale si è data - insistano anche queste perché ci sia l’inclusione di tutti per il bene comune. Quindi il commercio gestito bene, con regole etiche, porta a meno disuguaglianze sociali ed è uno strumento efficace per combattere la povertà.

    D. - L’accordo è storico. Ovviamente ci si aspetta poi un’attuazione e una implementazione di quelle che sono le disposizioni approvate a Bali. Quali sono le sua aspettative a riguardo?

    R. - L’accordo raggiunto, anzitutto ha già dato un suo frutto nel rafforzare la struttura globale, non solo dell’Organizzazione mondiale del commercio, ma del multilateralismo in genere che, in qualche modo, è la strada maestra che esprime - nelle decisioni concrete che prende - la solidarietà che noi cristiani predichiamo. Secondo, i vantaggi a medio e lungo termine che questo accordo apporta: la crescita del volume del commercio, quindi l’incremento dei benefici che vanno a combattere la povertà; per l’attuazione ci vorrà un po’ più di tempo, ma alcune previsioni sono immediate. Ne beneficeranno certamente le piccole e medie imprese del settore agricolo. La buona volontà che tutti hanno mostrato nel compromesso raggiunto porterà, nei prossimi quattro anni, ad attuare non solo queste decisioni già prese, ma a cominciare un secondo ciclo che rafforzerà ancora di più la collaborazione internazionale nel campo economico.

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    Mons. Mamberti a Kiev: più attenzione ai diritti dei cristiani perseguitati e dei migranti

    ◊   I diritti dei migranti, il rispetto della libertà religiosa, il traffico degli esseri umani. Sono alcuni dei temi al centro della riflessione che mons. Dominique Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati, ha tenuto in questi giorni a Kiev in occasione della 21.ma riunione del Consiglio dei ministri dell’Osce, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Apprezzamento è stato espresso dall’arcivescovo per “il clima costruttivo” della riunione e per gli sforzi compiuti dai tre Stati partecipanti: Liechtenstein, Lituania e Lussemburgo in materia di armi leggere e armi di piccolo calibro. Allo stesso tempo, la Santa Sede si è detta preoccupata per la mancanza di progressi sul fronte della trasparenza “per le attività e gli equipaggiamenti militari degli Stati partecipanti, prerequisito per la stabilità e la sicurezza nella regione”.

    Nel suo intervento, mons. Mamberti ha ribadito l’apprezzamento della Santa Sede per l’enfasi posta dalla presidenza ucraina dell’Osce sui temi ambientali ed in particolare sull’impatto che questi hanno sulla salute, la sicurezza ed il benessere dei cittadini. Particolare accento poi è stato posto sui diritti dei migranti. “Anche in tempi di crisi finanziaria – ha affermato il presule – i migranti non devono essere considerati meramente come forza lavoro temporanea o come residenti permanenti”. Sul rispetto della libertà religiosa, “è inquietante osservare – ha aggiunto mons. Mamberti - che nella regione Osce sono sempre più numerosi gli episodi contro i cristiani motivati da pregiudizio”. Da qui l’invito a condannare con forza gli atti di vandalismo contro i luoghi di culto cristiani. Infine, l’attenzione della Santa Sede è stata rivolta al traffico di esseri umani, “odioso crimine – ha concluso l’arcivescovo - che va combattuto con tutti i mezzi legali disponibili”. (B.C.)

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    Altre udienze e nomine di Papa Francesco

    ◊   Papa Francesco ha ricevuto questa mattina in udienza: il card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi.

    In Burundi, il Papa ha nominato vescovo coadiutore della diocesi di Bubanza il rev.do Georges Bizimana, del clero di Ngozi, Rettore del Seminario maggiore Jean Paul II di Gitega.

    In Polonia, Papa Francesco ha nominato Vescovo Ausiliare di Opole mons. Rudolf Pierskała, finora cancelliere della Curia di Opole, assegnandogli la sede titolare di Semina.

    Papa ha nominato Direttore delle Ville Pontificie di Castelgandolfo il rag. Osvaldo Gianoli.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Internet, ma non solo: Papa Francesco alla plenaria dei laici ricorda che l'annuncio richiede relazioni umane autentiche e dirette.

    Il sorriso di Dio nelle contraddizioni nel mondo: nel messaggio per la Giornata mondiale del malato il Papa invita ad amare chi soffre.

    La bussola del popolo di Dio: all'Istituto "Dignitatis Humanae" il Pontefice parla della dottrina sociale della Chiesa.

    Il riconoscimento dei diritti fondamentali di tutti i migranti: nell'informazione internazionale, intervento della Santa Sede a Ginevra.

    Servitori della gioia: su un percorso ininterrotto del sacerdozio cattolico oltre la crisi e verso il rinnovamento, intervento dell'arcivescovo Gerhard Ludwig Mueller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, curatore dell'opera omnia di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI.

    Fabrizio Bisconti sul dogma in catacomba in un affresco del terzo secolo a Priscilla.

    Un articolo di Rita Zama dal titolo: "Manzoni, Rosmini e la difesa dell'uomo": divergenze e impegno culturale nell'amicizia tra lo scrittore e il filosofo.

    Sfida a Tolstoj: Emilio Ranzato sulla trasposizione televisiva di "Anna Karenina".

    I doni di Maria: Salvatore M. Perrella sulla solennità dell'Immacolata concezione.

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    Oggi in Primo Piano



    Mandela: da mercoledì camera ardente. Mons. Brislin: il suo esempio per superare povertà e ingiustizie

    ◊   Il Sudafrica è in lutto per Nelson Mandela: molte sono le iniziative in tutto il Paese per ricordare il padre della nazione democratica. Il governo ha annunciato che una camera ardente sarà allestita da mercoledì a venerdì a Pretoria e la salma trasportata anche per le vie della città. Questa domenica, intanto, i sudafricani di tutte le fedi si raccoglieranno in preghiera per il leader scomparso. Alle esequie di Mandela, il prossimo 15 dicembre a Qunu, suo villaggio natale, saranno presenti, tra gli altri, Barack Obama e i due ex-presidenti degli Stati Uniti George W. Bush e Bill Clinton. Sulla figura di Mandela, Linda Bordoni ha raccolto il commento di mons. Stephen Brislin, arcivescovo di Città del Capo e presidente della Conferenza episcopale cattolica del Sudafrica:

    R. – I suppose I had mixed reactions when I heard that Madiba had passed away. ..
    Ho avuto reazioni diverse, quando mi hanno detto che Madiba non c’era più. Sicuramente, tristezza, ma certamente anche un senso di sollievo, perché negli ultimi tempi soffriva molto; la sua era stata una sofferenza forte, non solo a causa della sua malattia, ma anche per il suo impegno per la libertà e per l’eguaglianza tra le persone. Se non fosse stato per Mandela, non so cosa avrebbe potuto accadere a questo Paese: sicuramente, ad un certo punto eravamo sull’orlo della guerra civile. Non solo lui ha guidato i colloqui nei quali era coinvolto in prima persona, ma si è rivolto alle persone che erano molto arrabbiate, che non riuscivano a riconoscere il fine ultimo delle soluzioni negoziate, che avevano raggiunto il limite della sopportazione a causa dell’apartheid e che riuscivano a vedere nella violenza l’unico mezzo per distruggere definitivamente questo grande male. Mandela è stato capace di dire loro: “State sbagliando. In quanto vostro leader, è mio dovere dirvi quando state sbagliando”. Fare questo deve avergli richiesto un coraggio enorme, affrontare persone che avevano perso persone care nelle carneficine, nei massacri dove la gente veniva repressa, picchiata a morte, eppure, è stato capace di dire loro: “Comprendo la vostra sofferenza e la vostra pena; ma non possiamo rispondere con la violenza. La soluzione di tutto è nelle urne elettorali”.

    D. – Lei conclude il suo tributo a Mandela con queste parole: “Il miglior modo in cui possiamo rendere omaggio alla sua vita è lottare per i suoi ideali” …

    R. – Yes, indeed. The ideals of equality, of respecting people …
    Sì, è vero: i suoi ideali erano l’uguaglianza, il rispetto per le persone in modo che essere potessero sviluppare appieno il loro potenziale umano, la libertà, quegli ideali di democrazia di cui oggi, in Sudafrica, possiamo beneficiare. Oggi abbiamo istituzioni democratiche grandi e forti, ma è necessario salvaguardare questa democrazia: è un tesoro che ci è stato donato, ma ci sono fenomeni che possono erodere la democrazia nel nostro Paese. Penso in particolare alla corruzione e all’avidità, perché questo è un cancro della società. Sappiamo che Papa Francesco ha detto che la corruzione è un furto a danno dei poveri: viviamo in un’epoca fortemente caratterizzata dalla corruzione in tutto il mondo, e questo vale anche per il Sudafrica. Da un punto di vista legislativo, delle leggi, possiamo dire che l’apartheid è finita, ma gli effetti dell’apartheid ancora si sentono. Non siamo ancora riusciti a risolvere la rabbia che tante persone avevano e hanno tuttora, e che temo sia peggiorata dal fatto che molto persone sentono di essere state escluse dai benefici e dai frutti della democrazia, in particolare da un punto di vista economico. Soprattutto i giovani sono frustrati, perché non hanno potuto portare avanti la loro istruzione, molti sono disoccupati, molti un tempo avevano un sogno ma lentamente questi sogni sono diminuiti fino a svanire. Dobbiamo assolutamente fare i conti con un numero sempre crescente di persone, soprattutto giovani, che hanno ancora tanta rabbia che noi finora non abbiamo ancora saputo eliminare. Vorrei parafrasare ciò che Mandela ha detto un giorno: che se avesse permesso alla rabbia di governare la sua vita, se avesse cercato la vendetta e permesso all’odio di impadronirsi di lui, sarebbe rimasto in prigione. Solo attraverso il perdono e la riconciliazione ha trovato la libertà: la libertà di perdonare, la libertà di riconciliarsi con le persone. E questo è uno degli aspetti straordinari di Madiba: il fatto che egli non sia mai stato amaro, che non abbia mai cercato vendetta, che sia stato capace di rivolgersi alle persone dicendo, fondamentalmente: ricominciamo ancora, ricominciamo di nuovo; non conta se sei bianco o nero, giovane o vecchio. Proviamo a costruire insieme un Paese unito e che consenta alle persone di vivere in pace tra loro.

    Ma come vive la popolazione sudafricana queste ore? Davide Maggiore lo ha chiesto a Raymond Perrier, direttore del Jesuit Institute di Johannesburg:

    R. - Nelle grandissime città, ma anche nei piccoli paesi ci sono manifestazioni, opportunità di parlare con altri di qual era l’impatto nella propria vita della vita di Mandela perché lui ha toccato la vita di quasi ogni persona qui. Ci sono quelli che lo hanno incontrato, ma anche quelli che non lo hanno incontrato sentono che era il loro padre. Il presidente Zuma ha chiesto non solo alle Chiese, ma a tutti i gruppi religiosi di focalizzare i propri servizi e culti di domenica per pregare per Mandela e per la sua famiglia.

    D. - Questi sentimenti sono condivisi anche dalla minoranza bianca?

    R. - Sì, in tutta la società. Quando era prigioniero, c’erano molte persone contrarie a Mandela; anche quando è stato eletto c’era sempre questa paura, da parte della comunità bianca, di una vendetta. Ma Mandela con la sua vita, con la sua generosità, con il suo modo di vivere è diventato un eroe anche per la comunità bianca e non solo per quella nera, perché ha dimostrato che era aperto a tutti. Un aneddoto molto particolare è che la sua segretaria era una donna bianca; era la segretaria dell’ex presidente, e lui l’ha invitata a continuare a essere la sua segretaria.

    D. - Con la comunità cattolica Mandela aveva dei rapporti?

    R. - La comunità cattolica aveva con Mandela un rapporto molto forte, perché i suoi valori erano allo stesso tempo i valori della Chiesa cattolica, in particolare per l'aspetto sociale della dottrina cattolica. Ad esempio, l’importanza dei diritti umani, della solidarietà, della dignità dell’essere umano …Tutti questi erano i valori di Mandela e anche della Chiesa.

    D. - Come possono le nuove generazioni di sudafricani, e anche quelli che non hanno conosciuto il periodo dell’apartheid, vivere i valori che Nelson Mandela ha portato avanti?

    R. - Ho passato la giornata con un gruppo di adolescenti di 17-18 anni, e tutti parlavamo della vita e della morte di Mandela. La cosa interessante è che lui, per loro, è parte della storia; è una persona che non hanno conosciuto nella loro vita. Sono tutti nati dopo la fine dell’apartheid e dunque l’apartheid stessa per loro è una parte della storia che hanno studiato a scuola, come la Seconda Guerra Mondiale. Per loro è importante, anche se è persona un po’ distante, ma dall’altra parte loro hanno tutti questi valori. Ad esempio il valore della dignità dell’essere umano per loro è una cosa naturale.

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    Centrafrica, truppe francesi accolte dall'esultanza dei civili. La testimonianza di una missionaria italiana

    ◊   Sono giunti oggi in Centrafrica, accolti dall’esultanza dei civili, i primi rinforzi di terra dell'esercito francese, come stabilito dall’Onu, per riportare la pace nel Paese. Le violenze scatenate dai ribelli hanno fatto almeno 300 morti da giovedì scorso. Le truppe francesi hanno già risposto al fuoco di una banda di miliziani, uccidendone alcuni. Sull'aggravarsi delle violenze e della situazione umanitaria nella Repubblica Centrafricana ascoltiamo la testimonianza di suor Elvira Tutolo, missionaria delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, che opera a Berberati, città a circa 650 km dalla capitale Bangui. L'intervista è di Fabio Colagrande:

    R. – Purtroppo, con grande dolore confermiamo tutto. Per quanto riguarda questi ultimi avvenimenti, giovedì scorso – quando c’è stato l’attacco a Bangui – anche qui ci sono stati spari. Anche se siamo a 600 chilometri di distanza la reazione è stata immediata anche qui a Berberati: un fuggi fuggi di gente, i negozi chiusi, la banca chiusa, i bambini che avevano appena ripreso la scuola sono stati tutti rimandati a casa.

    D. – Cosa pensa dell’intervento di questa forza di peacekeeping francese africana autorizzata dall’Onu?

    R. – Più che dire quello che penso vorrei esprimere un desiderio molto chiaro: certamente in questo momento era necessario, anzi è arrivato in ritardo secondo noi; i massacri si potevano evitare prima. Non possiamo più accettare che si giochi con la gente che grida in questo momento: “Basta!”. La Repubblica centrafricana è piccola ma si trova in un punto strategico dell’Africa. Non siamo così ingenui da credere che gli interventi di qualsiasi tipo siano gratuiti. Il desiderio grande, il grido grande che questo popolo fa è che anche questo intervento della Francia sia veramente per un sostegno vero. Mi comprendete quando dico “vero”? Che non si nascondino grossi interessi dietro ma che finalmente serva, dopo anni ed anni, davvero ad aiutare; che sia un grido vero per lo sviluppo di questo Paese.

    D. – Qual è la situazione dei civili, la situazione in particolare dei bambini, perché le agenzie dell’Onu sono molto preoccupate per la situazione umanitaria…

    R. – Io sono presidente di una onlus che si chiama “Kizito”, proprio per la protezione dei ragazzi, dei giovani che vivono sulla strada. Purtroppo ne abbiamo perduti 35 – almeno quelli di cui siamo a conoscenza - sono stati presi nei ranghi della Seleka. Ne abbiamo potuti proteggere altri: li abbiamo sistemati in un centro agricolo ad otto chilometri da qui; ne sono 30. La realtà è molto dura, le famiglie sono molto provate: sono state saccheggiate, i bambini ne hanno subito le conseguenze; ne abbiamo perduti tre – intendo dire che sono morti – della nostra associazione. Quindi, i 30 ragazzi li proteggiamo in questo centro ad otto chilometri da qui.

    D. – Cosa significa vivere l’Avvento in questo momento in Centrafrica; vivere l’attesa del Salvatore…

    R. – Di fronte tutta questa distruzione, questa morte è proprio molto difficile continuare a credere e a sperare. Ma come credenti e soprattutto come persone chiamate qui ad accompagnare la nostra gente, anche se con fatica, dobbiamo desiderare che questa “utopia”, l’utopia del Regno, diventi sempre più una realtà. Che la pazienza, la perseveranza sia il nostro pane di ogni giorno per poter continuare a sostenere i nostri fratelli, che questo Dio che deve venire, venga realmente anche per la Repubblica centrafricana.

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    Siria. Raid aereo a Raqqa, uccisi 12 civili, tra cui 5 bambini. Apprensione per le suore di Maalula

    ◊   In Siria, almeno 12 civili, tra cui cinque bambini, avrebbero perso la vita in seguito a raid aerei condotti dall'aviazione di Assad sulla città di Raqqa, nel Nord-Est del Paese. Lo rendono noto gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, legato all’opposizione. Tra le vittime si contano anche quattro donne, mentre numerose sono le persone ferite. I ribelli hanno catturato Raqqa, capitale dell'omonima provincia, nel mese di marzo. E' l'unico grande centro urbano interamente sotto il controllo dell'opposizione. Intanto, preoccupa la sorte di alcune suore ortodosse prelevate con la forza il 2 dicembre scorso nel loro Monastero a Maalula. Ieri le religiose sono apparse in un video della televisione araba Al Jazeera. Starebbero bene – hanno detto – ma sono forti i dubbi sulla spontaneità delle dichiarazioni, mentre da vari ambienti internazionali si chiede la loro immediata liberazione. Sulla attendibilità di questo video Giancarlo La Vella ha intervistato Lorenzo Trombetta, dell’Ansa di Beirut:

    R. - Sono sempre messaggi condizionati. Per quanto le suore abbiano detto in parte la verità, credo che non siano state maltrattate; e questo pare anche evidente dalla loro postura, dal loro atteggiamento. Quando una persona è comunque trattenuta, se non addirittura sequestrata, è ovvio che, senza nemmeno che qualcuno gli espliciti il dovere di dire certe cose, si senta obbligato a dire una verità che non sia scomoda.

    D. - C’è un significato politico dietro questa strategia dei sequestri indirizzati per lo più verso religiosi e giornalisti?

    R. - In Siria ormai, da più di un anno, c’è una vera e propria economia di guerra basata sui rapimenti; rapimenti di ogni genere, in ogni settore della società siriana: donne, bambini anziani; di ogni comunità: sunniti, cristiani, drusi, armeni … La questione quindi non riguarda soltanto i religiosi siriani o stranieri, o i giornalisti siriani o stranieri.

    D. - Il moltiplicarsi dei sequestri e il proliferare anche di sigle nuove sconosciute tra il fronte dei ribelli indica che l’opposizione si sta sempre più parcellizzando …

    R. - L’opposizione è sempre stata parcellizzata. Dopo cinquant’anni di regime, l’opposizione in Siria continuerà ad essere, ancora per lungo tempo, un coacervo di personaggi, di sigle, un panorama sempre molto fluido, che cambia nel corso delle settimane e dei mesi. Credo sia un fenomeno, credo, piuttosto normale, non soltanto in Siria, ma anche in altri Paesi che hanno subìto la dittatura per mezzo secolo.

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    Il Movimento dei Focolari compie 70 anni, segno di comunione e fratellanza in tutto il mondo

    ◊   Il 7 dicembre del 1943 è la data ufficiale della nascita, a Trento, del Movimento dei Focolari, una realtà che nel tempo avrebbe assunto rilevanza e sviluppi impensabili. Fu infatti in quel giorno che Chiara Lubich, la fondatrice, si consacrò a Dio nella chiesa del Colleggetto dei Padri Cappuccini e, come spiegò più tardi, iniziò ad “accendere quella città in guerra dell’amore evangelico che lega fratello a fratello”. Oggi in tutto il mondo il Movimento festeggia il 70esimo di quel sì a Dio e lo fa con un nuovo impegno. Gabriella Ceraso ne ha parlato con Giancarlo Faletti co-fondatore dei Focolari:

    R. – Esternamente Chiara era da sola e Trento, una città bombardata ancora. In quella mattina Chiara si donò a Dio. Avvenne qualcosa di grande, ma fu nell’intimo, come le cose di Dio. E noi tentiamo sempre in questi giorni di tornare lì, perché le nostre radici sono lì.

    D. - Fu una chiamata di Dio a dire un “sì”, seguendo una passione, che è la passione dell’unità, della fraternità universale. Cosa che poi si è concretizzata...

    R. – Si è concretizzato, perché Chiara subito comunicò questa sua passione alle prime compagne e via via ad un movimento che poi nacque. Oggi siamo in 192 Paesi e incontriamo tutte le realtà, tutte le contraddizioni e i dolori dell’umanità di oggi, dove sentiamo di essere un segno, uno strumento di comunione e di fratellanza. Sono passati 70 anni e questo anelito che Dio ha messo nel cuore di Chiara si realizza in tutto il globo e anche in tante opere: più di mille opere sono nel mondo. Penso ad un Istituto universitario, penso al campo dell’agire umano o dell’economia con l’economia di comunione per esempio. E poi ad una vasta rete di volontariato. Tutto ciò è in piedi, vive e cammina se c’è questa disponibilità a vivere l’amore reciproco in mezzo alla diversità, in mezzo all’imprevisto.

    D. – 70 anni coincidono quest’anno anche con un nuovo Pontificato. La stessa primo presidente dopo Chiara, Maria Voce ha detto: “Possiamo ricominciare”. Quali sono, dunque, gli impegni che si prende d’ora in poi il Movimento?

    R. – Ricominciare, attingendo alle radici, aiutati dal forte messaggio, che ci sta dando Papa Francesco. Noi ci sentiamo particolarmente coinvolti nell’annunciare l’amore di Dio all’umanità, per evangelizzare. Il carisma che Chiara ha ricevuto 70 anni fa, oggi rivive in quest’opera, che è impegnata a fare questo annuncio, a rendere forte questo annuncio, in continuità e in comunione con quanto il Papa ci sta dicendo. Ci sentiamo in perfetta comunione con questa chiamata di quel giorno e la sentiamo rivivere nella nostra carne e nella nostra vita.

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    Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica

    ◊   In Italia, la Chiesa celebra questa domenica l’Immacolata Concezione: la liturgia ci propone il Vangelo in cui l’angelo Gabriele annuncia a Maria che concepirà il Figlio dell’Altissimo, perché nulla è impossibile a Dio. Maria risponde:

    «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

    Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:

    Oggi, festa dell’Immacolata Concezione, la Chiesa ci presenta non solo un dogma da credere, ma l’opera che Dio ha fatto in Maria, anticipando in Lei la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte e facendola nascere senza la ferita del peccato originale. Il Vangelo, che è buona notizia per noi, ci apre davanti la speranza e la bellezza dell’opera che Dio vuole fare in noi e con noi. L’annuncio dell’angelo viene a strapparci dalla tragedia della schiavitù sotto il dominio di colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo (cf Eb 2,14-15): “Rallegrati, piena di grazia il Signore è con te… concepirai un figlio e lo darai alla luce”, per la salvezza del mondo. L’annuncio oggi è rivolto anche a noi! “Come è possibile?”, chiede Maria…, “Come è possibile?”, chiederai tu, come posso salvare il mondo se non sono capace nemmeno di salvare me stesso dall’egoismo che mi costringe a vivere tutto per me stesso? L’angelo dice a Maria, ma anche a te oggi: Lo Spirito Santo lo farà, “ ti coprirà con la sua ombra”, farà di te la Madre di Cristo! E ogni cristiano è chiamato a diventare “madre di Cristo”! Maria risponde: “Ecco, sono la serva del Signore”: Dio non si impone a Maria: ha bisogno del suo “Sì”; del “Sì” della sua e della tua libertà di uomo, un “sì” senza riserve, un “sì” che si apre alla novità di Dio, che si lascia sorprendere da Dio, che non mette limiti all’opera di Dio. La parola chiave, davanti a questa proposta di Dio è una sola: “Non temere”. Fidati di Dio e vedrai compiuta anche tu la sua promessa.

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    Nella Chiesa e nel mondo



    Zimbabwe. I vescovi: disastrosa situazione nel Paese

    ◊   Lo Zimbabwe è ancora più polarizzato di quanto non lo fosse prima delle elezioni presidenziali di luglio, mentre i problemi politici e “le loro conseguenze su tutti gli aspetti della vita dei suoi cittadini sono destinati non solo a peggiorare, ma anche ad ostacolare il progresso e quindi la strada per la pace”. E’ quanto denunciano i vescovi del Paese in una lettera pastorale diffusa in questi giorni e ripresa dal National Catholic Reporter. Nel documento i presuli descrivono un quadro sconsolante dell’attuale situazione socio-economica del Paese: dallo stato disastroso dei servizi pubblici e delle infrastrutture, che “svilisce la dignità del popolo dello Zimbabwe e la sua speranza in un futuro migliore”, a quello dell’economia. “Ciò di cui ha urgente bisogno lo Zimbabwe in questo momento – sottolineano - è di una piattaforma politica per ripristinare servizi pubblici efficienti: sanità, educazione, acqua, igiene, trasporti ed energia”. Il Paese – afferma poi la lettera - deve inoltre normalizzare i rapporti con la comunità internazionale (dopo dieci anni di sanzioni contro il regime di Mugabe ndr), e risollevare il suo settore manifatturiero “oggi esanime”. Dopo la rielezione dell’ottantanovenne Presidente Robert Mugabe, secondo i vescovi dello Zimbabwe, la polarizzazione è maggiore di quella esistente sotto il tanto criticato Governo di unità nazionale, costituito dopo le contestate elezioni del 2008 finite in un bagno di sangue. A dispetto di queste critiche, affermano i presuli, “è innegabile che sotto quel governo qualche segno visibile di progresso delle condizioni del nostro popolo c’era stato soprattutto per i più poveri”. “Ciò che aveva reso possibile questo progresso – rilevano - era il fatto che i cittadini, compresi i partiti politici, si erano messi a lavorare insieme per il bene comune”. Di qui l’appello in particolare alla politica a collaborare per risollevare le sorti dello Zimbabwe, “una Nazione benedetta da abbondanti risorse naturali e da un popolo resiliente e capace”. Una forte denuncia della povertà e dell’ingiustizia sociale in Zimbabwe viene anche dai Gesuiti del Paese. Un articolo pubblicato sull’ultimo numero sulla rivista locale “Jesuits and Friends” punta il dito contro quella che definisce “l’oscena ricchezza” delle elite, mentre il 70 per cento della popolazione vive in povertà, nonostante le grandi ricchezze del Paese. (L.Z.)

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    I vescovi del Paraguay denunciano la corruzione in politica

    ◊   "Molti cittadini non rispettano la Costituzione, né le leggi, né i regolamenti, a partire dalle stesse autorità dei poteri dello Stato, che dovrebbero dare l'esempio di trasparenza, verità e giustizia", ha denunciato l'arcivescovo coadiutore di Asuncion (Paraguay), mons. Edmundo Ponziano Valenzuela Mellid, nell'ultimo giorno della festa della Madonna di Caacupé. Nella nota inviata a Fides, mons. Valenzuela ha detto poi che la Conferenza Episcopale del Paraguay, l'anno scorso, ha inviato una lettera alle autorità chiedendo che nell'esercizio delle proprie funzioni ognuno deve essere all'altezza dell'incarico ricevuto dallo Stato, "ma nessuno sta facendo questo". Durante la novena della Madonna di Caacupé, i diversi vescovi celebranti hanno incentrato le loro omelie sulle malefatte commesse dalla classe politica, portate alle luce dai recenti scandali che hanno provocato l’indignazione dei cittadini, con casi di nepotismo delle autorità, di corruzione e di truffa. L'arcivescovo Valenzuela, infine, non solo ha criticato i politici ma anche le istituzioni scolastiche cattoliche affermando che "la formazione religiosa nel Paraguay, è ancora molto superficiale".

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    La Chiesa in Croazia: adozioni, non si possono ignorare i diritti del bambino

    ◊   Lo Stato ha tutto il diritto di legiferare sulle unioni di fatto e sulla famiglia, ma non può ignorare i diritti umani fondamentali, in particolare quelli del bambino. E’ quanto afferma, in una nota, la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale croata in merito alle due proposte di legge annunciate dal Governo sulle unioni civili, anche tra persone omosessuali, e sulla famiglia. Secondo la Commissione, è essenziale mantenere una chiara definizione del regime giuridico delle unioni di fatto in mancanza della quale si corre il rischio di confusioni e di trasformare questa realtà sociale in una forma equiparabile al matrimonio tradizionale. La Commissione chiede che vengano tutelati in particolare i diritti dei bambini e di non introdurre un presunto “diritto” ad avere un figlio che, del resto, non ha riscontro in alcun ordinamento giuridico. In questo senso, la nota critica l’ambiguità della normativa proposta che di fatto apre le porte alle adozioni omosessuali. Critiche vengono mosse anche alla recente decisione dell’Esecutivo di modificare l’attuale Codice di famiglia croato. Secondo il testo proposto, lo Stato non avrebbe più l’obbligo di proteggere la famiglia tradizionale, ma più genericamente la vita familiare del bambino e dei genitori. Abbandonare le fondamenta dell’ordinamento familiare croato “per aderire in modo acritico a soluzioni adottate da alcuni Paesi europei – osserva la Commissione – significa sottovalutare il nostro sistema”, che con tutti i suoi difetti, “ha uno standard superiore a quelli europei”. Invece di “indebolire gli aiuti alle famiglie in questi tempi di crisi”, rileva la nota, la Croazia dovrebbe estendere i servizi a sostegno delle famiglie e promuovere politiche che favoriscano la natalità, come è stato fatto con successo in alcuni Paesi europei. Di qui, in conclusione, l’invito ad aprire un vasto dibattito pubblico sulla questione, accogliendo tutte le voci. (L.Z.)

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    Immigrazione: soccorsi 120 siriani al largo delle coste siciliane

    ◊   Si è concluso in mattinata il trasbordo sulle motovedette italiane di tutti i 120 migrati siriani da giorni in balia delle onde su un peschereccio a largo delle coste siciliane, tra Capo Passero e Capo Spartivento. Da un primo controllo i migranti, fra i quali almeno 25 bambini, appaiono tutti in buone condizioni di salute anche se provati dall'esperienza vissuta. La richiesta di aiuto è stata lanciata ieri sera intorno alle 18.30. Finito le operazioni di soccorso, le due motovedette classe 300 hanno iniziato la navigazione verso il porto di Siracusa.

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    Corea del Nord rilascia veterano americano trattenuto da ottobre

    ◊   La Corea del Nord ha rilasciato Merrill E. Newman, l'85enne americano veterano della guerra di Corea detenuto dallo scorso ottobre per aver commesso “atti ostili” contro il Paese. L'espulsione e' stata consentita “per ragioni umanitarie” dopo che l'uomo, arrestato da turista, una settimana fa in diretta tv aveva chiesto scusa per aver commesso una “lunga lista di crimini indelebili” durante il conflitto. Il vicepresidente americano Joe Biden ha definito “positiva” la liberazione di Newman.

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    Usa mantengono presenza militare nel Golfo nonostante accordo con Iran

    ◊   Gli Stati Uniti manterranno la loro presenza militare, di circa 35 mila uomini, nella regione del Golfo Persico, nonostante l’accordo con l'Iran sul programma nucleare. È quanto affermato dal segretario americano alla Difesa, Chuck Hagel, intervenendo a un forum sulla sicurezza regionale che si è tenuto in Bahrein. Hagel ha voluto così rassicurare gli alleati arabi, dopo l'apertura diplomatica statunitense alla Repubblica islamica, circa il mantenimento di una presenza militare composta anche da una nutrita flotta di navi e aerei da guerra. Il ministro della Difesa Usa ha quindi spiegato che la diplomazia deve essere sostenuta dalla potenza militare: “Il nostro successo continuerà a dipendere dalla potenza militare americana e dalla credibilità delle nostre garanzie agli alleai e partner in Medio Oriente”. (M.G.)

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    Nord Europa: almeno 11 vittime per la tempesta Xaver

    ◊   È di almeno undici morti e oltre 50 feriti il bilancio, ancora provvisorio, del passaggio della tempesta Xaver sulle zone del Nord Europa. Pioggie intense e venti fino a 180 km/h hanno spazzato un’area che va dalla Gran Bretagna alla Polonia, lasciando oltre 350 mila abitazioni senza elettricità. Pesantissime le conseguenze sul traffico aereo, marittimo e ferroviario, con diverse interruzioni dei servizi. Tuttavia, le conseguenze, soprattutto in termini di danni, dalla tempesta sono ritenute considerevolmente limitate rispetto a quanto si aspettassero gli esperti.

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    L’8 dicembre, la Chiesa inglese celebra la Domenica della Bibbia

    ◊   Riscoprire il significato autentico del Natale attraverso la lettura della Bibbia. E’ l’invito rivolto da mons. Kieran Conry, responsabile del Dipartimento per l’Evangelizzazione ed il Catechismo della Conferenza episcopale inglese e gallese, in vista della Domenica della Bibbia, in programma l'8 dicembre. Organizzata ogni anno nella seconda domenica di Avvento, l’iniziativa vuole aiutare i fedeli a ricoprire la gioia dell’incontro con Cristo attraverso la Scrittura. Per questo essi sono invitati a prepararsi al Natale approfondendo la conoscenza della Bibbia e ad accompagnare gli auguri natalizi con un versetto biblico che può essere scelto su un apposito sito Internet, www.catholicbiblesunday.org”. “Il Natale e l’Avvento possono essere un momento di grande stress per molte persone, soprattutto per chi ha bassi redditi e ha difficili relazioni personali: la lettura della Bibbia offre innanzitutto l’opportunità di ritrovare un po’ di calma e di riflettere su quello che dovrebbe essere il Natale”, spiega mons. Conry. “Molti brani biblici, soprattutto quelli più familiari come l’inizio del capitolo quinto del Vangelo di Matteo, ci suggeriscono uno stile di vita più semplice”. E proprio questo – sottolinea il presule - è il vero senso del Natale: non un‘occasione per mangiare e spendere di più, ma per amare di più, per sanare i nostri rapporti, anche quello con Dio, e per gesti di solidarietà con chi è nel bisogno. Nella stessa pagina www.catholicbiblesunday.org la Conferenza episcopale inglese ha messo a disposizione delle parrocchie diverso materiale e sussidi preparati dal National Scripture Working Group, il Gruppo nazionale di lavoro sulle Scritture. Il materiale comprende, tra l’altro, preghiere liturgiche, suggerimenti per le omelie, un commento biblico delle letture per le Messe e un’introduzione al Vangelo di Matteo. Lo stesso gruppo di lavoro ha preparato di recente una sintesi ragionata dell’Esortazione post-sinodale di Benedetto XVI “Verbum Domini” sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. (I.P.)

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    Lourdes in festa per l'80.mo anniversario della canonizzazione di Bernadette

    ◊   Era l’8 dicembre del 1933 quando Pio XI proclamò la canonizzazione di Bernadette Soubirous, la giovane francese testimone di numerose apparizioni di Maria Vergine a Lourdes, avvenute tra l'11 febbraio e il 16 luglio 1858. Ottanta anni dopo, la Chiesa locale si prepara a celebrare questo importante anniversario accogliendo migliaia di pellegrini: oltre 3.500, infatti, i fedeli previsti alla partecipazione di tre giorni di eventi. Si è iniziato venerdì scorso, 6 dicembre, nella Parrocchia di Lourdes, dove alle 20.30 è stato messo in scena un musical che narra la canonizzazione di Bernadette a partire dai documenti d’archivio. Sabato 7, alle 20.15, si terrà la processione ‘aux flambeux’ fino alla Chiesa del Sacro Cuore, in cui sono conservate le reliquie della giovane e davanti alle quali ci si raccoglierà in silenziosa preghiera. Infine, domenica 8 dicembre, in coincidenza della Solennità dell’Immacolata Concezione, verranno celebrate numerose Messe, tra cui una internazionale, alle ore 9.30, nella Chiesa di Santa Bernadette. “Perché Bernadette è Santa? – si legge in una nota della diocesi di Lourdes – Per la sua fedeltà nell’andare a incontrare regolarmente Maria; per la sua forza davanti alle difficoltà e alle sofferenze fisiche; per la sua perseveranza nella fede; per la sua sincerità e per la purezza della sua testimonianza di vita, basata sulla preghiera, l’Eucaristia ed il servizio al prossimo”. (I.P.)

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    Giappone: flotta baleniera salpa per l’Antartide, critiche degli ambientalisti

    ◊   Accompagnata dalle vibranti critiche degli ambientalisti, la flotta baleniera giapponese è salpata alla volta dell'Antartide per la stagione di caccia alle balene. Oggi, due navi baleniere accompagnate da un'imbarcazione di sorveglianza hanno levato le ancore dal porto di Shimonoseki alla volta dell'Oceano Antartico. L'obiettivo e' catturare entro il marzo prossimo 985 balenottere antartiche e 50 cetacei di altro tipo. Le autorità marittime nipponiche hanno tenuto segreta fino all'ultimo la data della partenza nel tentativo di eludere l'ostruzionismo degli ecologisti di "Sea Shepherd", gli eco-pirati che negli ultimi anni sono riusciti a disturbare la caccia riducendo i cetacei uccisi dalle baleniere. Il Giappone aggira il divieto internazionale di caccia ai cetacei, sostenendo che questa attività avviene nell’ambito di ricerche scientifiche. Ma non è un mistero che le balene finiscano invece per lo più sulle tavole dei giapponesi, che le considerano una prelibatezza. (M.G.)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 341

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Chiara Pileri.